Una famiglia (Quasi) normale 4 - Un pompino al padre e poi...

di
genere
incesti

Una sensazione di languore sottilmente montante, aveva accompagnato il padre accompagnava il padre verso una sensazione di vera beatitudine.

Una libidine dolce e montante.

Mentre le figlia con quell'improvviso cambio di programma, gli teneva il membro in bocca facendoselo scorrere tra le labbra con una delicatezza quasi morbosa ed estenuante, il padre con gli occhi chiusi, e le mani annegate tra i capelli della figlia, navigava col pensiero verso mondi inesplorati.

Si beava a quel sublime trattamento e, per quanto cercasse nella sua trasgressiva esperienza passata, non riusciva a trovare sensazioni paragonabili neanche nei momenti di sesso più intimo, complice, intenso e coinvolgente con la moglie innamorata e libertina.

Gli occhi chiusi, le mani immerse nell'accogliente e soffice nuvola di capelli della figlia che, col lento modulato movimento della testa, gli stava facendo perdere ogni riferimento razionale col suo mondo, con l'ambiente e col tempo in cui tutto si sviluppava come in un sogno.

Incapace di capire se tutto stava avvenendo con il suo tacito assenso o se invece, subiva l'incestuosa volontà della figlia, l'uomo si lasciava fare passivamente.

La ragazza dal canto suo, tenendogli una mano stretta ai testicoli ed un dito dell'altra mano infilato nello sfintere anale, si faceva scorrere il glande sulle parti molli della sua bocca spingendoselo con scatti repentini sino al contatto con la sua ugola che le strappavano liquidi singulti mentre con la lingua gli pennellava il frenulo provocando le contrazioni della verga e suoni simili a gorgoglii in un bagno di saliva.

In certi momenti, interrompeva il pompino, e mentre con la mano faceva scorrere il prepuzio masturbandolo, con le labbra gli succhiava lo scroto spingendosi con la lingua sino alle increspature dell'ano per poi risalire e prenderglielo ancora in bocca.

L'uomo oramai, perso in sensazioni mai provate prima, ansimava biascicando parole incomprensibili mentre la ragazza con collaudata sapienza, ne controllava il piacere fermandosi ad ogni segnale, un attimo prima dell'esplosione.

Il maschio che oramai aveva sostituito ogni spazio nel suo ruolo di padre, si distendeva e si contraeva ansimando al ritmo imposto dalla ragazza sciogliendo nella sua bocca filamenti di umori pre spermatici e fiotti di sperma rilasciati dal piacere delle dita nel culo ed il massaggio della prostata che ne provocava una vera mungitura.

Dio come godeva l'uomo!

Un piacere lunghissimo, intenso ma non definitivo assai simile a quello che gli descriveva la moglie raccontandogli del suo piacere.

Un orgasmo prolungato con un estenuante e godurioso stillicidio di sperma sulla sua lingua.

Poi finalmente, dopo un tempo infinito, la figlia, sfilandoselo di bocca, si era distesa sul suo corpo e dopo avergli sigillato la bocca con un bacio appassionato gli aveva chiesto: "Vuoi godere papà.. vuoi venire tra le labbra di tua figlia.. le vuoi sborrare in bocca?" "Si..siii..sssssiiiiii" la sua rauca risposta al che la figlia, scivolando verso il basso, glielo aveva ripreso in bocca e, con rapidi, sapienti escursioni delle labbra e pennellate con la lingua, lo aveva fatto esplodere in una potentissima, interminabile sborrata.

Dopo aver ingoiato tutto ed avergli ben ripulito con la lingua il cazzo, i testicoli ed il buco del culo da ogni umore residuo, era salita su di lui e gli si era accucciata in grembo come faceva da bambina.

Ne erano seguiti meravigliosi momenti di abbandono languido in cui prevalevano nuove sensazioni di amore oltre quello di padre/figlia.

-Ti è piaciuto papà?-

-Dio se mi è piaciuto!
Ma dove hai imparato a fare pompini così?-

-In verità papà, solo una volta l'ho preso in bocca da un maschio e quella stessa volta, sono stata sverginata ma non ho più voluto riprovare.-

-In che senso? Perché?-

-Ero col mio ragazzo che mi chiedeva di fare l'amore da quasi un anno e quando finalmente mi ero decisa, me lo aveva messo in bocca come fossi una puttana e poi mi aveva scopata e sverginata come un animale lasciandomi poi sul letto dolente ed in una pozza di sangue e sperma.

Da quel momento non l'ho più voluto vedere ed insieme a lui, non ho voluto più vedere altri maschi.

Quel giorno, mentre ero ancora sul letto sporco che piangevo, era rientrata la mia amica Claudia che, trovandomi in quelle condizioni, dopo l'iniziale spavento, si era presa cura di me.

Mi aveva lavata, massaggiata e spalmata con una crema che mi aveva subito fatto star bene.

Mentre si occupava di me, mi parlava in modo dolce e suadente, facendomi superare anche psicologicamente quel brutto momento.

La cosa più incredibile però è stato il momento in cui, abbandonandomi alle sue carezze ed alla dolcezza delle sue parole, avevo goduto come quando mi masturbavo da sola.

Riprendendomi di colpo da quella magnifica sensazione, ero sobbalzata e vergognandomi, le avevo chiesto scusa.

Lei per tutta risposta, dopo avermi zittita con un dito sulle labbra, mi si era avvicinata con la bocca e mi aveva baciata con una delicatezza ed una sensualità che mon dimenticherò mai.

Dopo, abbiamo fatto l'amore.

L'abbiamo fatto ancora dopo cena ed abbiamo dormito abbracciate per tutta la notte.

Da quel momento siamo fidanzate.

Nessun maschio ha mai più attratto il nostro interesse ed anche se siamo fidanzate, rimaniamo entrambe donne senza che l'una abbia la supremazia sull'altra.

Abbiamo scacciato per sempre anche la quota di maschio che c'è in noi e siamo felici!-

Il padre che l'aveva ascoltata in silenzio, stringendola a se l'aveva baciata dicendole poi:

-Sono contento che tu sia felice.. che voi siate felici.

Siete sicure però, di potere fare a meno di un uomo?-

A quel punto la ragazza, con un sorriso smagliante ed una espressione radiosa del volto, gli si era messo addosso a cavalcioni e guardandolo negli occhi aveva detto:

-Ma papà, adesso ci sei tu!

Non sei forse un uomo tu?

A giudicare anche dall'arnese che ho appena assaggiato direi che sei anche un bel maschio.. o no?!-
scritto il
2024-10-18
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