Continuai a vivere mutando da dipendente a dirigente!!

di
genere
etero

Dopo trentanni o poco più di lavoro in una ditta di imbianchini e decoratori, io sono forse il più esperto di decorazioni in varie tecniche di disegno, il titolare arrivò al traguardo della pensione, non certo ambita, per quanto sarebbe vissuto da mendicante: Senza farla lunga: "Grazie, Italia!" ma per fortuna sua era ancor in gamba e si trasferì in Portogallo dove con una pensione italiana: da fame!, lì almeno non viveva di stenti. Il nostro rapporto continuò anche in lontananza perchè lui mi aveva ceduto l'azienda che mensilmente io onoravo inviandogli la somma pattuita ed il Cavaliere del Lavoro, Signor Giulio, mi mandava sempre una cassetta di vino portoghese in riconoscenza di avere in mano il continuare a far camminare la sua azienda! Poi lui lì si era subito creato un lavoro da pittore imbianchino, guadagnandosi la fiducia di tanta gente...chiaramente lavorando...in "nero"! Io con una impiegata per l'ufficio e due operai, andavo dove ero chiamato a fare preventivi di lavoro:restauto, riverniciatura ecc., poi tornavo in ufficio e a Claudia la mia segretaria, riferivo il lavoro acquisito che lei gestiva con preventivi scritti e seguimento di quanto occorreva in merito. lei mi chiedeva sempre dopo se poteva fare ancora qualsiasi altra cosa per me ed io rispondevo con un grazie no. Proprio una delle sere che ero in casa mia, vita da scapolo, mi telefonò Giulio...eravamo passati al "tu" e tra tante cose discusse, mi disse chiaramente che la bella Claudia, quando mi chiedeva cosa poteva fare per me, intendeva dirmi che si sarebbe fatta scopare, mi avrebbe sbocchinato, per farmi rilassare dal faticoso lavoro fisico ed io strabuzzai gli occhi, assai incredulo in merito! Il giorno dopo, in ufficio, fu Claudia ad accostarsi alla mia scrivania, poggiandovisi con le sue graziose manine ed io mi feci audace e gliene presi una accarezzandola e dicendole che le aveva graziose, piccoline...lei era bassina, molto carina, biondina, occhi verde mare, nasino all'insù, bocca dalle labbra molto fini, collo da cigno avvolto dai capelli a caschetto, seni di media misura, fianchi snelli e coscette sinuose, affusolate, rese ancora più gustose, attraenti, da calze a rete fitta color nero: Che sventolina che era!?! Mi chiese poi se volevo rilassarmi e, quando le risposi con un sì pieno di entusiasmo, mi fece spostare la mia sedia a rotelle, s'inginocchiò davanti alle mie gambe, slacciandomi subito, senza esitare affatto, i valzoni e prese in mano il cazzone che subito si mise sull'attenti e, quando poi Claudia se lo mise nella sua stupenda boccuccia, ben contornata da una linguetta scattante che in pochi attimi rese il mio cazzo dritto, duro e tremendamente ingrossato. Preso dall'eccitazione mi misi a rovistare tra le sue cosce, poi salii ai seni che risaltavano tra la eta della camicetta che indossava e dopo uno scorrere lentamente e dolcemente della sua lingua insalivata che mi facevano scorrere cazzo e palle meravigliosamente...finalmente mi sentii quasi godere ed allora mi lasciai andare schizzandole in bocca una marea di sborra che lei non riuscì a trattenersela tutta i bocca, lasciandola straboccare come un fiume dai suoi argini. Dopo una pausa breve e silenziosa, mi feci avanti io proponendole di continuare a farmi scaricare un altro poco la mia tensione andandocene a casa mia dove avremmo potuto liberamente spogliarci completamente e baciarci, abbracciarci con passione, goduria focosità. Mi ricomposi subito e, dopo averla baciata in bocca, volammo letteralmente a casa dove in pochi attimi eravamo in camera già nudi ed allora la presi in braccio posandola sul lettone poi l'abbracciai e le baciai i seni per poi risalire all sue labbra rosso sanguigno che baciai, mordicchiai, poi infilai in bocca la lingua che arrotolai intorno alla sua focosamente, forsennatamente; andai poi alla sua fighetta pelosissima biondo grano che già lasciava fuoriuscire tanto di quell'umore che leccai gustosamente perchè aveva un saporino di fragola mezza dolce matura e mezza astringente: mi sentivo ingrifato da far paura e quindi non riuscii più a dominare la mia libidine e, dicendole che le avrei fatto provare sconosciute emozioni da me, le allargai le setose, affusolate cosce e, con la delicatezza di un trapano, la penetrai scopandola con una carica tale e, col mio batacchione di ventotto centimetri per dodici, la feci subito urlare di dolore all'inizio ma subito dopo lei mi abbracciò ai fianchi sussurrandomi all'orecchio che stava godendo pazzamente e mai prima di quel momento, aveva provato tanto di quel piacere. Le sue parole scatenarono in me una libidine, una carica erotica da creare veramente "scintille" e la scopai cosi violentemente che il gioco riuscii a fare durare molto a lungo e lei era, così mi disse poi, ridotta come uno straccio strappato... . Dopo due orgasmi per entrambi, ci fermammo un poco e lì Claudia mi sussurrò all'oecchio che se avessi voluto...potevo godermi anche il suo culetto...ancora illibato, vergine. Quella frase mi fece ricreare una nuova erezione e quindi, senza leccate, preamboli, mi tuffai letteralmente a stuzzicarle prima il clitoride ma dopo le spalancai le cosce e, accostatole il glande alle labbra superiori, la penetrai subito dopo che lasciai inperlare dei suoi umori il cazzo, penetrandola con una spinta che la fece sussultare e gridare di dolore ma poi fu solo e solamente piacere, goduria ed io mi caricavo sempre di più e quella volta la scopai rborrandole dentro per tre volte di seguito senza una minima, brevissima pausa che non feci assolutamente; la mia tensione era tanta che durai a lungo senza problemi, senza fatica. Quando poi ci fermammo un poco fu ancora lei a dirmi se facevamo una doccia insieme e dopo mi avrebbe nuovamente proposto l'offerta del suo bel culo: Andammo sì a darci una rinfrescata ma dopo fui io a proporle di prenderci una giornata tutta per noi, lasciando il lavoro ed i suoi problemi. Ce ne andammo quindi al mare, pranzando lì con ottimo pesce e tante altre delizie e poi nel pomeriggio passeggiammo lungo il mare fino al tramonto. Poi, dopo la cena nella stess trattoria del pranzo, andammo dritti a casa mia e ci spogliammo senza neanche gurdarci in faccia e Claudia si sdraiò sul letto, prgendomi dalla sua borsetta una pomata che avrebbe faciitato la penetrazione del cazzone nel suo dolce culetto. Prima però io le feci una leccata talmente lunga, lenta e poile spalmai all'ano la pomata in grossa quantità. Lei poi si girò di fianco, si mise a leccarmi il cazzo e gli cosparse sopra tanta pomata anche lì ed allora fu il momento che misi il glande davanti al suo ano ed iniziai a spingercelo dentro ma assai lentamente e lì già Claudia iniziava a gemere facendo seguire i gemiti da gridolini di dolore che sentii la portava a stringere il buchino per il suo spirito di conservazione e lì mi diedi da fare a spingere faticosamente perchè i suoi muscoli ben forti, mutarono il normale scorrere con uno sforzo affatto indifferente così la mia forza mutò in rabbia e finalmente ottenni di farle perdere la verginità: peggio per lei! Le sue urla di dolore fortunatamente non furono sentite da altri, oltre me, in quanto non vivevo in città ma in campagna, ben isolato, quindi in pace e serenità, godendomi i rumori di campagna: canto dei galli, degli uccellini, i profumi dei prati e lo scorrere allegro di un ruscello che poi sfociava nel Tevere!
scritto il
2024-11-01
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