Pornografia del quotidiano - Vol. 5
di
Jan Zarik
genere
guide
Voce 1
La parola “bella” è nata insieme a lei. La pronuncia delle consonanti labiali è come uno scoppio, le due labbra di quella bocca mediterranea si scontrano e schioccano una doppia vibrante, carica semanticamente ed emotivamente.
Nel suo suono c’è tutto l’impeto di una voglia di riscatto: La ricerca di un ignoto che spesso è urlato, spesso è acido e stridulo. Tuttavia, mai troppo acuto, mai appuntito, quasi sempre teso e clamoroso.
Nel suo “bella” c’è tutto il liscio che una ELLE può far scivolare, che una BI può contenere. Nel suo “porco” c’è tutto il duro di una ERRE, il solido di una PI, il caustico di una CI.
Lei è Gianna.
Voce 2
È il demonio che si è incarnato in lei. Lei strappa le corde vocali con il suo arido, ispido, aspro e graffiante sospiro da ex fumatrice di oppio. È una voce irta di spine, eppure ammaliante, conturbante, tentatrice. L’asciuttezza delle sue TI e delle sue DI quando parla del “destino” fanno eco nella sua larga bocca senza saliva che bagna continuamente col vino. Lei sospira, rantola, ruba le vocali contraendole. Frigge le doppie, asciugandole e sequestrandole. Stimola i centri nervosi, gratta le budella fino a farti quasi il solletico alla gola. È un vento gelido che ti trapassa ma che una volta passato ti lascia senza fiato.
Lei è Francesca.
Voce 3
Lei ti porta via con la fantasia. Potrebbe essere vergine, per quanto ne sappiamo. La sua voce è candida, regala serenità. Oserei dire angelica, mai fuori posto, mai eccessiva. Ha una velata scioglievolezza, potrebbe sembrare spagnola ma ha delle velature orientali. È musicale, leggera e setosa. Di lei sappiamo che “pane” e “pene” si assomigliano troppo nella sottigliezza delle sue vocali, al punto da scherzarci su. In fondo, lei conosce l’allusione che certe voci rimandano. Lei governa la sua sensualità attraverso la pacatezza del suo tono. La EMME materna si contrappone alla ESSE di single. La GI è una noce di burro, ma la EFFE è un cuscino di fieno.
Lei è Graziana.
UNISONO
Ti vediamo mentre scorgi sotto le nostre gonne, mentre ci cambiamo dietro le quinte. Il burro caldo e il fieno morbido, la bellezza del pane e la bontà del vino. Le gioie e i dolori di un parto, la potenza e il marmo di un coito perverso e inaspettato. Il bacio a stampo di un’altra donna, più interessante di me, di te e di chiunque altro in questo mondo di voci calde, voci fredde, voci finte, voci vere.
Continua a bearti del nostro canto, stimolati se è il caso, porco maledetto o porca in incognito. Bello anche tu, a modo tuo, con le tue oscene bramosie. Bella anche tu, con i tuoi gemiti e le tue sfide.
Ripeti con noi.
Godi delle asprezze.
Trema per le morbidezze.
Sussulta coi tuoni.
Siamo le voci del mondo. Siamo fuoco. Siamo aria.
La parola “bella” è nata insieme a lei. La pronuncia delle consonanti labiali è come uno scoppio, le due labbra di quella bocca mediterranea si scontrano e schioccano una doppia vibrante, carica semanticamente ed emotivamente.
Nel suo suono c’è tutto l’impeto di una voglia di riscatto: La ricerca di un ignoto che spesso è urlato, spesso è acido e stridulo. Tuttavia, mai troppo acuto, mai appuntito, quasi sempre teso e clamoroso.
Nel suo “bella” c’è tutto il liscio che una ELLE può far scivolare, che una BI può contenere. Nel suo “porco” c’è tutto il duro di una ERRE, il solido di una PI, il caustico di una CI.
Lei è Gianna.
Voce 2
È il demonio che si è incarnato in lei. Lei strappa le corde vocali con il suo arido, ispido, aspro e graffiante sospiro da ex fumatrice di oppio. È una voce irta di spine, eppure ammaliante, conturbante, tentatrice. L’asciuttezza delle sue TI e delle sue DI quando parla del “destino” fanno eco nella sua larga bocca senza saliva che bagna continuamente col vino. Lei sospira, rantola, ruba le vocali contraendole. Frigge le doppie, asciugandole e sequestrandole. Stimola i centri nervosi, gratta le budella fino a farti quasi il solletico alla gola. È un vento gelido che ti trapassa ma che una volta passato ti lascia senza fiato.
Lei è Francesca.
Voce 3
Lei ti porta via con la fantasia. Potrebbe essere vergine, per quanto ne sappiamo. La sua voce è candida, regala serenità. Oserei dire angelica, mai fuori posto, mai eccessiva. Ha una velata scioglievolezza, potrebbe sembrare spagnola ma ha delle velature orientali. È musicale, leggera e setosa. Di lei sappiamo che “pane” e “pene” si assomigliano troppo nella sottigliezza delle sue vocali, al punto da scherzarci su. In fondo, lei conosce l’allusione che certe voci rimandano. Lei governa la sua sensualità attraverso la pacatezza del suo tono. La EMME materna si contrappone alla ESSE di single. La GI è una noce di burro, ma la EFFE è un cuscino di fieno.
Lei è Graziana.
UNISONO
Ti vediamo mentre scorgi sotto le nostre gonne, mentre ci cambiamo dietro le quinte. Il burro caldo e il fieno morbido, la bellezza del pane e la bontà del vino. Le gioie e i dolori di un parto, la potenza e il marmo di un coito perverso e inaspettato. Il bacio a stampo di un’altra donna, più interessante di me, di te e di chiunque altro in questo mondo di voci calde, voci fredde, voci finte, voci vere.
Continua a bearti del nostro canto, stimolati se è il caso, porco maledetto o porca in incognito. Bello anche tu, a modo tuo, con le tue oscene bramosie. Bella anche tu, con i tuoi gemiti e le tue sfide.
Ripeti con noi.
Godi delle asprezze.
Trema per le morbidezze.
Sussulta coi tuoni.
Siamo le voci del mondo. Siamo fuoco. Siamo aria.
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