Ripetizioni molto particolari - 14
di
Lokrost
genere
dominazione
Sono stanca.
Mentre sto guidando ho la vista offuscata da quanto sia provata.
Le ginocchia mi lanciano alcune fitte di dolore dovuto allo stare tanto tempo in ginocchio. La mandibola non so più se tenerla aperta oppure chiusa, perché intanto, i muscoli come anche la lingua, sono estremamente provati.
Per non parlare della gola che sembra di avere i calli all’interno e poi il culo, che sento ancora adesso spalancato. Se provo a stringerne i muscoli, le sensazioni che provo sono un mix tra dolore e un piacere perverso che mi fa solo aver sempre più voglia di scopare.
Una volta parcheggiata l’auto, quasi di corsa mi fiondo nella palazzina e raggiunte le cantine apro senza esitazione la porta di ferro.
Rimango qualche attimo ferma a contemplare la scena.
L’uomo è seduto sullo sgabello posto in centro la stanza. Non ha vestiti addosso e con le cosce spalancate si sta masturbando lentamente l’asta totalmente dura.
In silenzio avanzo nella stanza, chiudo la porta alle mie spalle e senza pensarci due volte, mi spoglio anche io.
- Fammi vedere il culo. – l’ordine non ammette repliche.
Mi avvicino e voltata di spalle, sporgo il culo allargando le chiappe con le mani.
- Fantastico! – afferma mentre sento diversi sputi raggiungere le mie chiappe.
Le dita dell’uomo raccolgono la saliva e la concentrano sul mio ano.
Con una sola spinta, mi è dentro con tre dita.
Il bruciore dovuto all’intrusione è forte, ma mai quanto lo è il mio godimento.
- Si sente che ti hanno sfondata per bene. Brava la mia puttana – esclama uscendo con le dita per poi alzarsi in piedi.
Con modi bruschi vengo voltata verso di lui. Sorride mentre mi fissa negli occhi e poi, mi spinge giù, in ginocchio.
- Sono stato molto chiaro con loro. Dovevi per forza imparare a prenderlo in gola. – afferma prima di avvicinare il suo cazzo alle mie labbra.
Non serve che dica altro perché io apra le labbra e lo lasci scivolare in bocca.
Ma questa volta non si ferma e continua a scendere in me.
Spinge con calma e fino a quando quasi mi soffoca piantandosi tutto in me, fino in gola, fino a quando le sue palle non sono premute contro il mio mento e il naso contro il suo pube.
- Finalmente! – esclama prima di iniziare a scoparmi la bocca.
Tossisco, gemo, gli occhi sono lucidi dallo sforzo per respirare. Il mio cuore pompa all’impazzata e sentendo come sta godendo, tra le mie gambe sento sempre più caldo e umido.
L’uomo sembra in estasi nell’aver ottenuto da me tutto ciò che voleva e nel pieno del godimento, con il fiato corto e il corpo madido di sudore, si stacca da me per farmi piegare sullo sgabello.
Non parlo.
Non ci riesco.
- Ora meriti il premio – afferma sentendolo posizionarsi alle mie spalle.
Nessuna delicatezza e nessun preliminare.
Presa la mira, affonda tutto in me.
Con un colpo deciso, sprofonda fino alle palle nella mia passera.
- AAHHH!!!! SIIIII!!! – riesco a urlare con gli occhi che sgorgano lacrime per l’emozione.
L’uomo non risponde, non parla, ma respirando con affanno, mi scopa.
Finalmente mi scopa con forza e senza pietà.
- OOOhhhh!! – è l’urlo strozzato di quando vengo dopo meno di un minuto.
Tutti i muscoli si tendono, il respiro mi viene a mancare e tra le gambe, come un fiume, tutto il mio godimento cola fino in terra.
L’uomo non si ferma, anzi, lubrificato dalle mie voglie, aumenta ancora di più il ritmo.
Mi scopa da dio e tutte le cose che mi ha fatto fare fino a questo momento, rendono questi attimi ancora più intensi.
Mi ha voluta sua e ho fatto tutto quello che mi ha ordinato.
Non ho mai goduto tanto in vita mia e non ho mai pensato che tutto questo potesse accadermi.
- Ti prego… ancora … - riesco a supplicare mentre mi sta fottendo con un ritmo selvaggio.
Ansima con forza e prendendomi per i fianchi, usa ancora più arroganza nell’affondare in me.
Stringo i denti, stringo gli occhi, mi si blocca il respiro e tendendo tutti i muscoli, vengo ancora.
L’uomo non si ferma.
Ansima, gode, dice frasi sconnesse.
- Ahhh.. Ora vengo.. ahhh… - riesce solo più a dire prima di spingersi tutto in me.
- Vengooo… - esclama con il fiato che gli viene a mancare.
Viene in me.
Non si toglie.
Sento il suo cazzo pulsare dentro mentre mi sta farcendo con il suo seme.
Si accascia qualche attimo su di me e appena il cazzo inizia ad ammosciarsi, finalmente si sfila.
Anche io, stremata, sposto dallo sgabello e lui ne approfitta per sedersi.
Ci guardiamo stremati, sudati ed entrambi sorridenti.
Per il resto della settimana, mi ha chiamato tutte le sere.
Dalla volta successiva mi ha concesso di salire in casa e giunti in sala, mi ha scopato prima davanti, poi dietro e per finire in bocca dove ha deciso di svuotarsi le palle costringendomi a bere tutto.
Tutte le sere è stato uguale.
Tutte le sere ho goduto.
Tutte le sere non aspettavo altro che mi chiamasse.
Ma poi, domenica mi avverte che questa era l’ultima sera. Francesco sarebbe rientrato l’indomani mattina.
La mattina seguente, aspetto le 10 prima di chiamarlo.
- Ciao Fra! Come stai? – esclamo appena aperta la chiamata.
Parliamo della vacanza, di come sta e di tante altre cose, ma poi, lo sento cambiare tono di voce.
- Senti, per quella promessa che mi avevi fatto. Volevo dirti che non ti devi sentire obbligata, anche perché adesso, ho conosciuto meglio una mia vecchia compagna che è venuta con noi al mare. – lo dice in modo un po' confusionale e con tono agitato.
- Significa che vuoi rimandare? – domando riferendomi alla promessa di potermi avere tutta per lui come premio per la sua promozione.
- No. In realtà, ora sto bene con lei e non mi va di tradirla. Ma grazie per tutto quanto. -
Rimango senza parole.
Silenzio e vuoto in me.
Dopo qualche altro minuto di chiacchierata, ci salutiamo e chiudo la chiamata.
Ripensando a tutto quello che ho fatto e che mi è capitato, sorrido.
Come riprova, con la mano entro nelle mutandine e raggiunto il culo, vado a toccare l’ano ancora provato dalle ripetute scopate.
Sorrido ancora perché rifarei tutto quanto.
Passano i mesi……
Ripenso sovente a tutte queste avventure anche se non ho più sentito ne Francesco e nemmeno suo padre.
Sono le due del pomeriggio di domenica quando un numero non registrato in rubrica mi contatta.
- Si ? -
- Ciao sono Massimo. Mi ha dato il tuo numero il papà di Francesco. -
A tale affermazione sbianco, pensando che voglia ricominciare il suo gioco perverso senza nemmeno avvertirmi.
- Mi ha detto che hai dato ripetizioni a Francesco e grazie a te, è stato promosso. Volevo quindi chiederti, se potevi dare alcune ripetizioni a mio figlio. Lui purtroppo è stato bocciato e dovrà ripetere l’anno. -
La discussione si dilunga sui temi da affrontare, le materie e tanto altro.
Tutto sommato non mi sembra male come proposta, la paga e buona e lui sembra una persona seria.
- Senti, però vorrei vederti di persona per poter raggiungere un accordo definitivo. Ti va se ci vediamo da me tra un’ora? – domanda con serietà.
Accetto la sua proposta e dopo avermi inviato il suo indirizzo, mi faccio una doccia e mi vesto.
A differenza di quanto pensassi, giunta a destinazione, mi trovo di fronte una grossa azienda.
Un uomo è di fronte il cancelletto pedonale e quando mi vede arrivare, mi saluta.
Parcheggiata l’auto, scendo e lo raggiungo.
- Ciao Giada! Finalmente ci presentiamo! – esclama venendomi in contro.
- Ciao! -
In pochi minuti mi porta all’interno degli uffici, che di domenica sono deserti.
- Sai, ho preferito incontrarci qui nella mia azienda, perché siamo più tranquilli. – conclusa la sua affermazione mi invita in un grande ufficio.
- Prego. In poche parole, questa è la mia seconda casa – afferma per poi invitarmi a sedere su un grosso divano in pelle nera.
Parliamo ancora qualche minuto di suo figlio e dei problemi scolastici, ma poi, bruscamente si interrompe.
- Non mi sembra il caso di girare troppo, intorno alle cose. Quindi sarò molto diretto. – afferma sospirando per poi sorridermi.
- Il papà di Francesco è un mio caro e intimo amico e…. – lascia in sospeso la frase mentre mi fissa con insistenza – mi ha raccontato tutto. Non solo delle ripetizioni, ma anche del resto, che non centra affatto con il tuo lavoro. Ora vorrei che lo chiamassi, perché è stato lui stesso a fare questa richiesta. – conclude per poi accendersi una sigaretta.
Con mani tremanti raggiungo la tasca dei jeans e una volta estratto il cellulare, cerco il numero e lo chiamo.
- Ciao -
- Ciao -
- So perché mi stai chiamando. Ora voglio solo sapere se vuoi ancora divertirti a fare la puttanella o no. -
Chiudo gli occhi, mi manca il fiato ripensando a tutto quello che ho passato e quando li riapro, guardo l’uomo che ho di fronte. Sorride, è carino, sa di pulito e sembra calmo.
- Si – rispondo sottovoce
- Brava. Da questo momento, diventi sua e farai tutto quello che vuole. Ora chiudi la chiamata, alzati e spogliati -
La chiamata si interrompe.
Mi manca il fiato e guardando l’uomo al mio fianco ora lo trovo serio.
Lascio cadere il telefono sul divano e dopo essermi alzata, mi posiziono di fronte a lui.
Lentamente mi spoglio.
L’uomo mi fissa senza muovere un muscolo.
Mi spoglio completamente e una volta nuda, a rimarcare la mia disponibilità allargo le gambe.
L’uomo sospira, si alza lentamente senza smettere di fissarmi, passa alle mie spalle e lo sento avvicinarsi fino a essere a contatto con la mia schiena.
- Prima di questo lavoro, ho fatto diversi anni il porno attore. Adesso, avevo proprio voglia di una cagnetta tutta mia, con tanta voglia di scopare come hai tu. Perché io ne ho tanto bisogno e troppo spesso. – afferma sottovoce.
Non riesco a rispondere e ho tutti i muscoli pietrificati.
- Per le ripetizioni deciderai tu i giorni e gli orari. – fa una pausa in cui mi sfiora delicatamente il culo – Ma per me, dovrai venire qui ogni sera, dal lunedì al venerdì alle 17.30 in punto –
- Va bene – riesco a dire con voce strozzata dall’emozione.
- Bene, ora rivestiti pure. Ci vediamo domani –
Un'altra avventura ha inizio e non ne vedo l’ora.
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con questo capitolo ho voluto infine concludere il racconto, sperando di aver dato un finale più interessante rispetto la prima versione.
per commenti, critiche o altro lokrost@mail.com oppure stevumatt@gmail.com
Mentre sto guidando ho la vista offuscata da quanto sia provata.
Le ginocchia mi lanciano alcune fitte di dolore dovuto allo stare tanto tempo in ginocchio. La mandibola non so più se tenerla aperta oppure chiusa, perché intanto, i muscoli come anche la lingua, sono estremamente provati.
Per non parlare della gola che sembra di avere i calli all’interno e poi il culo, che sento ancora adesso spalancato. Se provo a stringerne i muscoli, le sensazioni che provo sono un mix tra dolore e un piacere perverso che mi fa solo aver sempre più voglia di scopare.
Una volta parcheggiata l’auto, quasi di corsa mi fiondo nella palazzina e raggiunte le cantine apro senza esitazione la porta di ferro.
Rimango qualche attimo ferma a contemplare la scena.
L’uomo è seduto sullo sgabello posto in centro la stanza. Non ha vestiti addosso e con le cosce spalancate si sta masturbando lentamente l’asta totalmente dura.
In silenzio avanzo nella stanza, chiudo la porta alle mie spalle e senza pensarci due volte, mi spoglio anche io.
- Fammi vedere il culo. – l’ordine non ammette repliche.
Mi avvicino e voltata di spalle, sporgo il culo allargando le chiappe con le mani.
- Fantastico! – afferma mentre sento diversi sputi raggiungere le mie chiappe.
Le dita dell’uomo raccolgono la saliva e la concentrano sul mio ano.
Con una sola spinta, mi è dentro con tre dita.
Il bruciore dovuto all’intrusione è forte, ma mai quanto lo è il mio godimento.
- Si sente che ti hanno sfondata per bene. Brava la mia puttana – esclama uscendo con le dita per poi alzarsi in piedi.
Con modi bruschi vengo voltata verso di lui. Sorride mentre mi fissa negli occhi e poi, mi spinge giù, in ginocchio.
- Sono stato molto chiaro con loro. Dovevi per forza imparare a prenderlo in gola. – afferma prima di avvicinare il suo cazzo alle mie labbra.
Non serve che dica altro perché io apra le labbra e lo lasci scivolare in bocca.
Ma questa volta non si ferma e continua a scendere in me.
Spinge con calma e fino a quando quasi mi soffoca piantandosi tutto in me, fino in gola, fino a quando le sue palle non sono premute contro il mio mento e il naso contro il suo pube.
- Finalmente! – esclama prima di iniziare a scoparmi la bocca.
Tossisco, gemo, gli occhi sono lucidi dallo sforzo per respirare. Il mio cuore pompa all’impazzata e sentendo come sta godendo, tra le mie gambe sento sempre più caldo e umido.
L’uomo sembra in estasi nell’aver ottenuto da me tutto ciò che voleva e nel pieno del godimento, con il fiato corto e il corpo madido di sudore, si stacca da me per farmi piegare sullo sgabello.
Non parlo.
Non ci riesco.
- Ora meriti il premio – afferma sentendolo posizionarsi alle mie spalle.
Nessuna delicatezza e nessun preliminare.
Presa la mira, affonda tutto in me.
Con un colpo deciso, sprofonda fino alle palle nella mia passera.
- AAHHH!!!! SIIIII!!! – riesco a urlare con gli occhi che sgorgano lacrime per l’emozione.
L’uomo non risponde, non parla, ma respirando con affanno, mi scopa.
Finalmente mi scopa con forza e senza pietà.
- OOOhhhh!! – è l’urlo strozzato di quando vengo dopo meno di un minuto.
Tutti i muscoli si tendono, il respiro mi viene a mancare e tra le gambe, come un fiume, tutto il mio godimento cola fino in terra.
L’uomo non si ferma, anzi, lubrificato dalle mie voglie, aumenta ancora di più il ritmo.
Mi scopa da dio e tutte le cose che mi ha fatto fare fino a questo momento, rendono questi attimi ancora più intensi.
Mi ha voluta sua e ho fatto tutto quello che mi ha ordinato.
Non ho mai goduto tanto in vita mia e non ho mai pensato che tutto questo potesse accadermi.
- Ti prego… ancora … - riesco a supplicare mentre mi sta fottendo con un ritmo selvaggio.
Ansima con forza e prendendomi per i fianchi, usa ancora più arroganza nell’affondare in me.
Stringo i denti, stringo gli occhi, mi si blocca il respiro e tendendo tutti i muscoli, vengo ancora.
L’uomo non si ferma.
Ansima, gode, dice frasi sconnesse.
- Ahhh.. Ora vengo.. ahhh… - riesce solo più a dire prima di spingersi tutto in me.
- Vengooo… - esclama con il fiato che gli viene a mancare.
Viene in me.
Non si toglie.
Sento il suo cazzo pulsare dentro mentre mi sta farcendo con il suo seme.
Si accascia qualche attimo su di me e appena il cazzo inizia ad ammosciarsi, finalmente si sfila.
Anche io, stremata, sposto dallo sgabello e lui ne approfitta per sedersi.
Ci guardiamo stremati, sudati ed entrambi sorridenti.
Per il resto della settimana, mi ha chiamato tutte le sere.
Dalla volta successiva mi ha concesso di salire in casa e giunti in sala, mi ha scopato prima davanti, poi dietro e per finire in bocca dove ha deciso di svuotarsi le palle costringendomi a bere tutto.
Tutte le sere è stato uguale.
Tutte le sere ho goduto.
Tutte le sere non aspettavo altro che mi chiamasse.
Ma poi, domenica mi avverte che questa era l’ultima sera. Francesco sarebbe rientrato l’indomani mattina.
La mattina seguente, aspetto le 10 prima di chiamarlo.
- Ciao Fra! Come stai? – esclamo appena aperta la chiamata.
Parliamo della vacanza, di come sta e di tante altre cose, ma poi, lo sento cambiare tono di voce.
- Senti, per quella promessa che mi avevi fatto. Volevo dirti che non ti devi sentire obbligata, anche perché adesso, ho conosciuto meglio una mia vecchia compagna che è venuta con noi al mare. – lo dice in modo un po' confusionale e con tono agitato.
- Significa che vuoi rimandare? – domando riferendomi alla promessa di potermi avere tutta per lui come premio per la sua promozione.
- No. In realtà, ora sto bene con lei e non mi va di tradirla. Ma grazie per tutto quanto. -
Rimango senza parole.
Silenzio e vuoto in me.
Dopo qualche altro minuto di chiacchierata, ci salutiamo e chiudo la chiamata.
Ripensando a tutto quello che ho fatto e che mi è capitato, sorrido.
Come riprova, con la mano entro nelle mutandine e raggiunto il culo, vado a toccare l’ano ancora provato dalle ripetute scopate.
Sorrido ancora perché rifarei tutto quanto.
Passano i mesi……
Ripenso sovente a tutte queste avventure anche se non ho più sentito ne Francesco e nemmeno suo padre.
Sono le due del pomeriggio di domenica quando un numero non registrato in rubrica mi contatta.
- Si ? -
- Ciao sono Massimo. Mi ha dato il tuo numero il papà di Francesco. -
A tale affermazione sbianco, pensando che voglia ricominciare il suo gioco perverso senza nemmeno avvertirmi.
- Mi ha detto che hai dato ripetizioni a Francesco e grazie a te, è stato promosso. Volevo quindi chiederti, se potevi dare alcune ripetizioni a mio figlio. Lui purtroppo è stato bocciato e dovrà ripetere l’anno. -
La discussione si dilunga sui temi da affrontare, le materie e tanto altro.
Tutto sommato non mi sembra male come proposta, la paga e buona e lui sembra una persona seria.
- Senti, però vorrei vederti di persona per poter raggiungere un accordo definitivo. Ti va se ci vediamo da me tra un’ora? – domanda con serietà.
Accetto la sua proposta e dopo avermi inviato il suo indirizzo, mi faccio una doccia e mi vesto.
A differenza di quanto pensassi, giunta a destinazione, mi trovo di fronte una grossa azienda.
Un uomo è di fronte il cancelletto pedonale e quando mi vede arrivare, mi saluta.
Parcheggiata l’auto, scendo e lo raggiungo.
- Ciao Giada! Finalmente ci presentiamo! – esclama venendomi in contro.
- Ciao! -
In pochi minuti mi porta all’interno degli uffici, che di domenica sono deserti.
- Sai, ho preferito incontrarci qui nella mia azienda, perché siamo più tranquilli. – conclusa la sua affermazione mi invita in un grande ufficio.
- Prego. In poche parole, questa è la mia seconda casa – afferma per poi invitarmi a sedere su un grosso divano in pelle nera.
Parliamo ancora qualche minuto di suo figlio e dei problemi scolastici, ma poi, bruscamente si interrompe.
- Non mi sembra il caso di girare troppo, intorno alle cose. Quindi sarò molto diretto. – afferma sospirando per poi sorridermi.
- Il papà di Francesco è un mio caro e intimo amico e…. – lascia in sospeso la frase mentre mi fissa con insistenza – mi ha raccontato tutto. Non solo delle ripetizioni, ma anche del resto, che non centra affatto con il tuo lavoro. Ora vorrei che lo chiamassi, perché è stato lui stesso a fare questa richiesta. – conclude per poi accendersi una sigaretta.
Con mani tremanti raggiungo la tasca dei jeans e una volta estratto il cellulare, cerco il numero e lo chiamo.
- Ciao -
- Ciao -
- So perché mi stai chiamando. Ora voglio solo sapere se vuoi ancora divertirti a fare la puttanella o no. -
Chiudo gli occhi, mi manca il fiato ripensando a tutto quello che ho passato e quando li riapro, guardo l’uomo che ho di fronte. Sorride, è carino, sa di pulito e sembra calmo.
- Si – rispondo sottovoce
- Brava. Da questo momento, diventi sua e farai tutto quello che vuole. Ora chiudi la chiamata, alzati e spogliati -
La chiamata si interrompe.
Mi manca il fiato e guardando l’uomo al mio fianco ora lo trovo serio.
Lascio cadere il telefono sul divano e dopo essermi alzata, mi posiziono di fronte a lui.
Lentamente mi spoglio.
L’uomo mi fissa senza muovere un muscolo.
Mi spoglio completamente e una volta nuda, a rimarcare la mia disponibilità allargo le gambe.
L’uomo sospira, si alza lentamente senza smettere di fissarmi, passa alle mie spalle e lo sento avvicinarsi fino a essere a contatto con la mia schiena.
- Prima di questo lavoro, ho fatto diversi anni il porno attore. Adesso, avevo proprio voglia di una cagnetta tutta mia, con tanta voglia di scopare come hai tu. Perché io ne ho tanto bisogno e troppo spesso. – afferma sottovoce.
Non riesco a rispondere e ho tutti i muscoli pietrificati.
- Per le ripetizioni deciderai tu i giorni e gli orari. – fa una pausa in cui mi sfiora delicatamente il culo – Ma per me, dovrai venire qui ogni sera, dal lunedì al venerdì alle 17.30 in punto –
- Va bene – riesco a dire con voce strozzata dall’emozione.
- Bene, ora rivestiti pure. Ci vediamo domani –
Un'altra avventura ha inizio e non ne vedo l’ora.
-------------------------------
con questo capitolo ho voluto infine concludere il racconto, sperando di aver dato un finale più interessante rispetto la prima versione.
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