Il Collezionista

di
genere
dominazione

Un racconto datato ma che mi piace ripubblicare.
Buona lettura
lokrost@mail.com
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Colleziono foto amatoriali di perizomi. Se vuoi contribuire ad arricchire la mia galleria, manda i tuoi scatti mentre indossi il tuo perizoma preferito alla mail : xxx@xxx.com
Il mio annuncio faceva più o meno così.
Inizialmente le mail ricevute erano poche, come poche erano le foto inviate.
Alcune probabilmente erano prese da internet, altre invece di bassa qualità non rendevano.
Dopo qualche mese però, iniziarono ad incrementare e soprattutto, c'erano quelle belle, ma belle veramente.
Scatti di precisione, bellissimi capi indossati su fisici mozzafiato. In coordinato, alcune indossavano autoreggenti, scarpe con tacchi altissimi, corpetti e chi più ne ha, più ne metta!
Poi un giorno, arrivò una mail particolare.
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Ciao, ho letto il tuo annuncio ma non ho la possibilità di scattare le foto da te richieste.
Ho 21 anni e abito a Torino.
Ti voglio proporre un incontro per un caffè e se sono di tuo gradimento, potrai scattare tu stesso le foto mentre indosso il mio perizoma preferito.
Aspetto tue notizie.
Ciao Ciao!
Luana.
--
Mille pensieri e domande intasarono la mia testa.
Mi conosce per caso? come sarà? mi faranno uno scherzo?
Alla fine cedetti e accettai l'invito, perché tanto si sarebbe tenuto in un locale e non in un luogo appartato, quindi non avrei rischiato niente di grave.
Concordammo l'incontro "al buio" in un bar del centro per il giorno seguente.
Ci scambiammo i numeri telefonici e provai subito a chiamarla.
La voce che sentii dall'altro capo era indubbiamente femminile.
- Pronto?
- Ciao sei Luana?
- Si sono io. Credevi ti prendessi in giro?
- Non si può mai sapere chi incontri. Ora so che sei vera.
- Bene allora ci vediamo domani alle 11 in punto. Quando entrerò nel bar, ti farò uno squillo e attenderò all'entrata.
- Ok, a domani allora.
- Ciao ciao, a domani!
A dirla tutta ero emozionato.
Preparai la mia digitale, batterie di ricambio, controllai che funzionasse e misi tutto nel borsellino.
Le domande che mi ponevo erano molteplici.
Esibizionista? Oppure non ha la macchina fotografica? Chissà!
Il pomeriggio proseguì normalmente mentre la sera faticai ad addormentarmi viaggiando un po’ con la mente e immaginandomi come poteva essere questa ragazza.
Il giorno seguente, dopo il suono della sveglia, la mattina è volata ed è già ora di prendere il bus per recarmi in centro.
Arrivo al bar alle 11 meno 12 minuti, giusto il tempo per cercare un tavolino comodo e in disparte dove potermi accomodare.
Fisso l'entrata come ipnotizzato, ogni ragazza che vedo entrare immagino sia lei, alcune mi fissano qualche secondo e poi proseguono verso il bancone, altre, non si accorgono nemmeno del mio sguardo che le analizza.
Sono le 11.02 quando una ragazza mora, capelli lisci, jeans attillati e giubbotto nero entra nel locale.
Si ferma affianco all'entrata e prende il cellulare in mano.
Pochi attimi e salto quasi sulla sedia quando sento il mio telefono suonare.
Lo sguardo della ragazza intercetta i miei movimenti e sentendo la suoneria, con passo sicuro si incammina verso il mio tavolo mostrando un sorriso quasi sull'orlo della risata.
- Pensavo cadessi dalla sedia!
- Ciao! Scusa ero perso nei miei pensieri. - rispondo mentre mi ricompongo sulla sedia.
Mentre prende posto davanti a me, toglie il giubbotto rivelando una maglia sempre nera, attillata, ma molto elegante e che non nasconde affatto un seno degno di nota. Immagino sia una terza abbondante.
- Eri perso nei tuoi pensieri o nelle mie gambe che guardavi senza ritegno?
- Non ti scappa niente... Non so perché ma ero sicuro fossi tu appena ti ho vista entrare. - dico con un mezzo sorriso.
- Sei pure veggente! Allora come mi trovi? Posso andare bene per i tuoi scatti?
- Direi molto bene! Ma posso chiederti perché questa insolita proposta? Non potevi scattarle tu? - domando continuando a vagare con lo sguardo sul suo corpo.
Ora mi fisso sul suo volto, sui suoi lineamenti, le labbra carnose, occhi penetranti, scuri anch'essi.
Mi piace.
Mi piace da morire.
- In realtà, non ho la macchina fotografica e poi, anche se l'avessi avuta, non sarei stata capace a fare degli scatti decenti.
La mia eccitazione sta salendo e per scacciare eventuali ed evidenti erezioni nel momento che mi alzerò dal tavolo, cambio un po’ discorso.
Parliamo del più e del meno, cerco di entrare in confidenza e mentre beviamo un caffè, mi racconta qualcosa del suo lavoro appena iniziato e della sua vita. Arrivata da poco in città, vive in un piccolo appartamento del centro e poi si lamenta del traffico, del rumore, ma tutto sommato, si trova bene.
Poi tutto si ferma e penso di diventare di tutti i colori dopo aver ascoltato le frasi uscite dalla sua bocca.

- Ora penso vorrai controllare se sono di tuo gradimento. Ascolta la mia idea! Ora, tu vai in bagno e mi aspetti, intanto io pago il conto e poi ti raggiungo.

Senza aspettare una mia risposta, si alza e si dirige alla cassa.
In fretta e furia raccolgo le mie cose e cercando di celare l’agitazione, chiedo indicazioni per i servizi.
I servizi in questione sono decisamente più isolati del solito. Per raggiungerli bisogna attraversare il cortile interno condominiale e poi, sorpassata una piccola porticina, trovo a disposizione due cabine profumate e spaziose. Entro nella prima a destra, lascio la porta socchiusa e guardandomi attorno posso constatare che è abbastanza larga per stare in due.
Non passano neanche due minuti che la porta si apre. Sorridendomi, la ragazza entra richiudendo a chiave la porta alle sue spalle.
- Bene ora veniamo a noi. Spero ti piaccia quello che vedrai!
Mentre dice questo, si toglie il giubbotto appendendolo alla maniglia per poi avvicinarsi a me.
Allargate le braccia, a bassa voce aggiunge :
- Serviti pure.

Rimango senza parole, spalanco gli occhi per la sorpresa e non so cosa dire.
Le mie mani prendono vita quasi fossero comandate da qualcun'altro.
Posate sui suoi fianchi, vagano senza meta per alcuni secondi, fino quando, raggiunta la schiena, scendono a saggiare la consistenza dei suoi glutei. Mando giù la saliva con fatica prima di decidermi a continuare.
Una volta raggiunto l'orlo della maglia, lo alzo con calma fino a scoprire i bottoni dei jeans, alzo ancora un po’, fino all'ombelico adornato da un piccolo piercing.
Tornato quindi verso il basso con le mani, prendo tra le dita il bottone dei suoi pantaloni e lo apro con le mani che tremano per l’emozione. Quando invece calo la zip, alzo per un momento lo sguardo fino a incrociare il suo.
Mi fissa tra il serio e il sorridente e quello che noto non lo distinguo tra agitazione o eccitazione.
- Continua.
Me lo dice come a volermi spronare a non fermarmi.
Quando la cerniera è tutta aperta, intravedo un piccolo triangolino rosso a coprire la sua intimità.
Per abbassare però i pantaloni, decido di girarla e appoggiando le mani sui fianchi, la faccio ruotare.
Quando però, sto per prendere possesso dei bordi per calarli, mi ferma.
- Aspetta, così verrà meglio!
Così dicendo, si sposta davanti al wc e piegando il busto a novanta, va ad appoggiare le mani sulla vaschetta dell'acqua.
- Ecco ora puoi continuare.
Nel movimento di piegarsi, con i bottoni aperti, i jeans si sono spostati e parte del perizoma è già uscito allo scoperto.
La mia erezione a quella vista è stata immediata, come immediato è il fastidio che provo per la costrizione che mi provocano i boxer.
Respiro con calma e dopo essermi avvicinato, prendo il bordo dei jeans e finalmente li calo con lentezza, scoprendo poco a poco quel corpo fantastico. Ai miei occhi si mostra un filo rosso e minuscolo che dopo poco, scompare tra le sue chiappe.
Continuo a scendere fino a quando i polpacci non bloccano la corsa.
Si mostrano a me due gambe stupende, probabilmente modellate da qualche anno di danza o di palestra e poi, salendo più su, alzo lo sguardo e mi trovo a pochi centimetri dal suo frutto proibito. Coperto a malapena dal pezzo di stoffa striminzito, sembra visibilmente umido.
- Come ti sembro? Vado bene?
Non so cosa rispondere mentre mi rialzo, il mio sguardo è perso nel suo culo.
- Vabbè! Ho capito che devo saperlo a modo mio.
Si rimette in posizione eretta, indietreggia e quando è a distanza sufficiente, prende possesso delle mie mani e mi attrae a se appiccicando con prepotenza il culo contro mio pacco.
- Direi proprio che sono adatta. – esclama prima di diventare molto più autoritaria.

Si porta le mie mani al seno e appena ne sento il contatto, inizio a palpeggiare senza sosta.
Una sua mano si intrufola tra i nostri corpi, entra nei miei pantaloni e va a stringere il cazzo.
- Mi fai impazzire. Sto per scoppiare.
Sono le uniche parole che riesco a dire mentre mi massaggia con vigore.
- Quando mi farai le foto sarà ancora meglio. Questo è niente.
Preso dalla foga, dopo aver tolto una mano dalla sua tetta, scendo lungo il suo corpo e raggiunto il perizoma, entro con prepotenza e raggiunta la passera, non riesco a trattenermi dal penetrarla.
- Sei un lago qua sotto.
Sentendo come è bagnata, non mi trattengo oltre e inizio a masturbarla
- In fondo, oltre a farmi fare le foto, era scontato che volessi un po’ di cazzo.
A questa affermazione non resisto oltre e con un lamento mi vengo nei pantaloni.
Mi sega ancora qualche istante ed estratta la mano piena di sperma, prima l’annusa e poi la lecca.

Non mi lascia concludere il ditalino che avevo iniziato e staccandosi da me, si ricompone.
- Basta voglio rimanere eccitata così, fino a quando non finiamo le foto. Ora andiamo a casa mia.
In effetti la mail era particolare...
Mi potevo aspettare di tutto...
Ma non credevo tutto questo...
scritto il
2024-10-27
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