La donna di casa - parte 2
di
Inchiostro&Miele
genere
trio
Poco tempo dopo, mi trasferii a vivere con Lorenzo e Giuliano - in quello che fino ad ora è stato il periodo più bello della mia esistenza.
Smisi di pagare il mio appartamentino bianco, mi portai con me qualche quadro, qualche libro, e divisi l'affitto con i miei due fidanzati.
Arrivò settembre con una folata di vento, che portò via i lucchetti agli uffici e le saracinesche ai negozi; la mia vita lavorativa ricominciava. I primi tempi, forte del riposo estivo, riuscii a tenere il ritmo, a lavorare dalla mattina fino alla sera, per poi tornare a casa e fare l'amore con Giuliano e Lorenzo. Ma poi, a poco a poco, notai che il lavoro diventava sempre più ingombrante, richiedeva troppo tempo, ed io non ero più solo come prima, ora avevo bisogno di spazi, di momenti per me e per i miei due uomini.
Capitava che loro andassero al cinema, ed io dovessi lavorare; oppure nel pomeriggio presto andavano al parco, a correre, mentre io ero in ufficio. Avevano entrambi un lavoro meno geloso, anche se meno remunerativo.
Loro si univano sempre di più, lasciandomi in disparte, solo; ed io non ero altro che "la donna di casa" dove tornare la sera e ficcare il cazzo.
Non che il mio ruolo sessuale mi dispiacesse, eh! Non desidererei niente di meglio di quello che mi è capitato: due maschi tutti per me, uno davanti ed uno dietro. Vorrei soltanto non essere ai margini di questa relazione.
Cioè, paradossalmente, anche lo stesso ruolo sessuale li unisce, discriminandomi: loro lo infilano, io lo prendo, loro attivi, io passivo.
Decisi allora, con una scelta avventata, di abbandonare il lavoro, trovarmi qualcos'altro, magari part-time, per poter passare più tempo con loro.
Ricominciammo a scopare come pazzi; lo facevamo ad ogni orario; certe volte, mattina presto, verso le cinque, ero svegliato dai colpetti del pisello di Lorenzo sulle labbra, e subito lo prendevo in bocca, svegliando anche Giuliano che rapido mi si inoltrava nel di dietro.
Mi iniziarono a vezzeggiare, a comprare gioielli e vestitini intimi, sex toys ( anche se non ne avevo bisogno ), profumi, e qualsiasi altra cosa potessi desiderare.
Ero diventata la loro principessa, la regina di casa. ( Ed è perciò che, da ora in poi, utilizzerò il femminile ).
Un giorno, ero seduta su una sdraio fuori al balcone, il sole mi baciava il volto, la pelle bianca, ed ero immersa nella lettura di un libro davvero interessante, di un autore premio Nobel portoghese.
Udii le chiavi girare nella porta. Non aspettavo nessuno, ero convinta di essere sola, sola almeno fino alle 19:00. Invece, a passo lento, felpato, Lorenzo mi raggiunse fuori al balcone.
- Che ci fai qua, non devi lavorare?
- Ho chiesto di uscire prima
- Perché?
- Avevo bisogno di te... voglio possederti, amore.
- Ma Giuliano non c'è
- Facciamolo noi due, ora.
E mi afferrò il braccio che tintinnava al rumore del bracciali che si scontravano tra loro, e mi trascinò nella stanza. Si stese sul letto ed io tra le sue gambe. Abbassai il jeans, il boxer, e gli afferrai il membro con la mano destra. Glielo tirai su e gli passai la lingua sui testicoli, pelosi. Poi gli costeggiai con la punta della lingua il contorno del membro, fino ad arrivare al glande.
Lo lasciai sprofondare fin dentro la mia gola, lo presi tutto e poi tornai su, prendendo una boccata d'aria.
- Forza, vieni - e fece un gesto con la mano per dire, - alzati, siediti qui.
Mi appollaiai sulle sue gambe, con il suo membro turgido e venoso attaccatomi al fondoschiena. Mi passò il preservativo, lo aprii con i denti, sputai la plastica sul letto, e lo infilai, senza girarmi, al suo pene adagiato sulla mia schiena. Poi mi sollevai leggermente e con la mano me lo infilai dentro, per poi riscendere giù.
Lorenzo mi teneva le mani sulle cosce, mentre io dettavo il ritmo, ed ogni tanto le portava all'altezza dei capezzoli, stimolandoli con le dita, la lingua, facendoli diventare duri duri.
Io gli tenevo le mani salde sul petto peloso, virile, ed ogni tanto mi allungavo verso il suo volto, strappandogli un bacio veloce.
Quando eiaculò, mi svuotai il preservativo in bocca, perché gli piace vedermi quando ingoio il suo sperma.
Giuliano, quella sera tornò un po' più tardi, s'era trattenuto, disse, al bar con una sua vecchia conoscenza, un ragazzo dei tempi del liceo, l'aveva incontrato per caso.
Non gli dicemmo niente - e si tenga conto che si trattava di un bel segreto, considerando che era la prima volta che non facessimo sesso tutti e tre, insieme - e lui non sospettò niente.
Dopo cena, come tutte le altre sere, scopammo. Mi avviai per primo nella camera da letto, e quando loro arrivarono, mi feci trovare già nudo, a pecora, pronto per accoglierli dentro di me.
Lorenzo iniziò con la bocca e Giuliano con il culo, poi si invertirono e si invertirono nuovamente, cosicché ingoiai nuovamente soltanto Lorenzo.
Smisi di pagare il mio appartamentino bianco, mi portai con me qualche quadro, qualche libro, e divisi l'affitto con i miei due fidanzati.
Arrivò settembre con una folata di vento, che portò via i lucchetti agli uffici e le saracinesche ai negozi; la mia vita lavorativa ricominciava. I primi tempi, forte del riposo estivo, riuscii a tenere il ritmo, a lavorare dalla mattina fino alla sera, per poi tornare a casa e fare l'amore con Giuliano e Lorenzo. Ma poi, a poco a poco, notai che il lavoro diventava sempre più ingombrante, richiedeva troppo tempo, ed io non ero più solo come prima, ora avevo bisogno di spazi, di momenti per me e per i miei due uomini.
Capitava che loro andassero al cinema, ed io dovessi lavorare; oppure nel pomeriggio presto andavano al parco, a correre, mentre io ero in ufficio. Avevano entrambi un lavoro meno geloso, anche se meno remunerativo.
Loro si univano sempre di più, lasciandomi in disparte, solo; ed io non ero altro che "la donna di casa" dove tornare la sera e ficcare il cazzo.
Non che il mio ruolo sessuale mi dispiacesse, eh! Non desidererei niente di meglio di quello che mi è capitato: due maschi tutti per me, uno davanti ed uno dietro. Vorrei soltanto non essere ai margini di questa relazione.
Cioè, paradossalmente, anche lo stesso ruolo sessuale li unisce, discriminandomi: loro lo infilano, io lo prendo, loro attivi, io passivo.
Decisi allora, con una scelta avventata, di abbandonare il lavoro, trovarmi qualcos'altro, magari part-time, per poter passare più tempo con loro.
Ricominciammo a scopare come pazzi; lo facevamo ad ogni orario; certe volte, mattina presto, verso le cinque, ero svegliato dai colpetti del pisello di Lorenzo sulle labbra, e subito lo prendevo in bocca, svegliando anche Giuliano che rapido mi si inoltrava nel di dietro.
Mi iniziarono a vezzeggiare, a comprare gioielli e vestitini intimi, sex toys ( anche se non ne avevo bisogno ), profumi, e qualsiasi altra cosa potessi desiderare.
Ero diventata la loro principessa, la regina di casa. ( Ed è perciò che, da ora in poi, utilizzerò il femminile ).
Un giorno, ero seduta su una sdraio fuori al balcone, il sole mi baciava il volto, la pelle bianca, ed ero immersa nella lettura di un libro davvero interessante, di un autore premio Nobel portoghese.
Udii le chiavi girare nella porta. Non aspettavo nessuno, ero convinta di essere sola, sola almeno fino alle 19:00. Invece, a passo lento, felpato, Lorenzo mi raggiunse fuori al balcone.
- Che ci fai qua, non devi lavorare?
- Ho chiesto di uscire prima
- Perché?
- Avevo bisogno di te... voglio possederti, amore.
- Ma Giuliano non c'è
- Facciamolo noi due, ora.
E mi afferrò il braccio che tintinnava al rumore del bracciali che si scontravano tra loro, e mi trascinò nella stanza. Si stese sul letto ed io tra le sue gambe. Abbassai il jeans, il boxer, e gli afferrai il membro con la mano destra. Glielo tirai su e gli passai la lingua sui testicoli, pelosi. Poi gli costeggiai con la punta della lingua il contorno del membro, fino ad arrivare al glande.
Lo lasciai sprofondare fin dentro la mia gola, lo presi tutto e poi tornai su, prendendo una boccata d'aria.
- Forza, vieni - e fece un gesto con la mano per dire, - alzati, siediti qui.
Mi appollaiai sulle sue gambe, con il suo membro turgido e venoso attaccatomi al fondoschiena. Mi passò il preservativo, lo aprii con i denti, sputai la plastica sul letto, e lo infilai, senza girarmi, al suo pene adagiato sulla mia schiena. Poi mi sollevai leggermente e con la mano me lo infilai dentro, per poi riscendere giù.
Lorenzo mi teneva le mani sulle cosce, mentre io dettavo il ritmo, ed ogni tanto le portava all'altezza dei capezzoli, stimolandoli con le dita, la lingua, facendoli diventare duri duri.
Io gli tenevo le mani salde sul petto peloso, virile, ed ogni tanto mi allungavo verso il suo volto, strappandogli un bacio veloce.
Quando eiaculò, mi svuotai il preservativo in bocca, perché gli piace vedermi quando ingoio il suo sperma.
Giuliano, quella sera tornò un po' più tardi, s'era trattenuto, disse, al bar con una sua vecchia conoscenza, un ragazzo dei tempi del liceo, l'aveva incontrato per caso.
Non gli dicemmo niente - e si tenga conto che si trattava di un bel segreto, considerando che era la prima volta che non facessimo sesso tutti e tre, insieme - e lui non sospettò niente.
Dopo cena, come tutte le altre sere, scopammo. Mi avviai per primo nella camera da letto, e quando loro arrivarono, mi feci trovare già nudo, a pecora, pronto per accoglierli dentro di me.
Lorenzo iniziò con la bocca e Giuliano con il culo, poi si invertirono e si invertirono nuovamente, cosicché ingoiai nuovamente soltanto Lorenzo.
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