Bestiale 4. 2° parte
di
samas2
genere
trio
Trasaliamo entrambi per lo stupore.
Udiamo dei passi che si avvicinano, la porta dell’alcova che si spalanca e una voce roca esclama compiaciuta e divertita: - Che bel quadretto! Umberto, che amico sei? Non devi tenermi nascosti simili prelibatezze. Eppure, sai bene, che la maialina è il mio piatto preferito
Dopo il lupo, io Cappuccetto penso: “Adesso arriva il cacciatore?”.
Ma anche una superficiale osservazione mi rivela che, piuttosto, si tratta di un altro lupo, anche lui famelico di sesso.
Il visitatore si rivela un bell’uomo, quarant’anni più o meno. Molto interessante, il volto solcato da due rughe verticali, capelli folti, lisci , qualche spruzzata di grigio sulle tempie. Un filo di barba incolta. Ciuffi di pelo fanno capolino dal colletto della camicia sbottonata. Un sorriso ferino scopre una dentatura perfetta.
Nell’attimo in cui rimaniamo senza parole noto con un’attenzione insolita e oziosa gli innumerevoli i tenui vettori di luce e di ombra presenti sugli oggetti e la loro rifrazione, che mi rendono interessante la stanza, altrimenti banale.
- Piero, accidenti a te, ma non saresti dovuto tornare domenica? - Umberto è furibondo.
- Vattene e torna più tardi.
Suvvia, Umberto, cerca di essere sportivo, carino, con un’amico. Magari la troietta qui presente può accordare le sue grazie anche a me, vero?
- Lasciaci in pace, adesso lei, sta con me.
Ehi bella fighetta, vero che sei disponibile anche per il vecchio, affettuoso, Piero? Perché lasciarsi sfuggire l’occasione? - Mi guarda con occhi di brace valutandomi scrupolosamente: rimane soddisfatto.
Mi sorprende la risatina molto sexy che esce dalle mie labbra e ancora di più mi meraviglio delle mie stesse parole, frutto di uno stato di eccezionale eccitazione.
- Ragazzi, tranquilli, ce n’è per entrambi. Fottetemi da ogni parte; divertiamoci, su non siate inibiti.
Una apparente resa alle avances di Piero. In realtà c’è la decisa voglia di qualcosa di inesplorato.
Umberto, da parte sua, supera l’iniziale perplessità e rivalutando la situazione, apprezza ciò che si prospetta. La preda ora se la spartiranno le due belve feroci, di comune accordo.
Penso a mio marito, ma soprattutto ai colleghi d’ufficio, specie a quelli che mi avrebbero voluto tanto scopare, ma …“tanto con quella figa frigida è tempo perso”. Potessero vedermi nuda, disinibita, ardente in tutta la mia sfrenata lussuria, che sorpresa! Mentre i due decidono su quale dei due deliziosi anfratti orienteranno la loro scelta, la discussione è molto animata, esploro il cazzo di Piero, con le mani, dopo averlo liberato dalla prigione di stoffa in cui era rinchiuso: è di generose dimensioni e, con piacere, lecco e gusto il sapore di maschio di quella grossa cappella violacea e dell’asta percorsa da un vasto reticolo venoso
- Allora vi decidete? I vostri cazzi sono forse timidi?
Si parte, finalmente. Mentre stavo scopando posizionata sopra Umberto, questi mi serra fra le sue braccia possenti e mi immobilizza. Piero, allora, mi solleva bruscamente il bacino, insaliva, umetta il mio buco del culo. Avverto, congiuntamente a un delizioso brivido, il bruciore della sua barba sulla superficie della mia bruna rosetta; alesa l’ano con la lingua, indugiando a carpire gli aspri odori e sapori prodotti dai miei umori e completa l’azione con le dita; finalmente mi penetra il buchetto. La grossa verga supera la resistenza dello sfintere, poi procede, mentre i tessuti cedono e si arrendono al suo passaggio Sono deliziosamente sfondata. L’essere stretta in quell’abbraccio erotico, mi esalta, i nostri corpi sono bagnati di sudore, il nostro afrore è nell’aria. Sono euforica per essere penetrata contemporaneamente con potenza devastante, che mi spacca. Il piacere, prodotto dallo stantuffare simultaneo dei cazzi dentro i miei canali vaginale ed anale, le cui pareti si contraggono avvolgendo quei membri nerboruti, trabocca incontenibile. L’orgasmo esplode, mentre impazzisco
- Ancora, ancora, non fermatevi, di più, di più. Vi voglio sentire fino in fondo -
Lo sperma caldo, vischioso, mi invade le viscere. Sciolta dalla stretta delle braccia di Umberto inarco il dorso e mi agito facendo sballonzolare le mie generose tette: penso sia un gran bel vedere. Lancio gemiti, ansiti, urletti.
- Godi troietta? Che razza di porca sei! Famelica, insaziabile. Noi alziamo bandiera bianca.
La mia risata sancisce l’ammainabandiera del loro orgoglio di dominatori.
Sarebbe stato bello che qualcuno avesse potuto filmarci, per non affidare, solo alla memoria, il ricordo di questo indimenticabile pomeriggio e goderne nuovamente. Potrebbe essere un’idea per la prossima volta. Ci rilassiamo nudi sul letto, coccolandoci, prima del mio ritorno a casa. I due giacciono spossati, distrutti dal tour de force amoroso.
Io, no: potessi, ricomincerei da capo.
La pioggia, intanto, tamburella sui vetri.
Penso e sorrido.
“ Mi sa che stavolta la vera bestia è Cappuccetto Rosso: si è fatta, ha sbranato e divorato, i due lupi cattivi”.
Udiamo dei passi che si avvicinano, la porta dell’alcova che si spalanca e una voce roca esclama compiaciuta e divertita: - Che bel quadretto! Umberto, che amico sei? Non devi tenermi nascosti simili prelibatezze. Eppure, sai bene, che la maialina è il mio piatto preferito
Dopo il lupo, io Cappuccetto penso: “Adesso arriva il cacciatore?”.
Ma anche una superficiale osservazione mi rivela che, piuttosto, si tratta di un altro lupo, anche lui famelico di sesso.
Il visitatore si rivela un bell’uomo, quarant’anni più o meno. Molto interessante, il volto solcato da due rughe verticali, capelli folti, lisci , qualche spruzzata di grigio sulle tempie. Un filo di barba incolta. Ciuffi di pelo fanno capolino dal colletto della camicia sbottonata. Un sorriso ferino scopre una dentatura perfetta.
Nell’attimo in cui rimaniamo senza parole noto con un’attenzione insolita e oziosa gli innumerevoli i tenui vettori di luce e di ombra presenti sugli oggetti e la loro rifrazione, che mi rendono interessante la stanza, altrimenti banale.
- Piero, accidenti a te, ma non saresti dovuto tornare domenica? - Umberto è furibondo.
- Vattene e torna più tardi.
Suvvia, Umberto, cerca di essere sportivo, carino, con un’amico. Magari la troietta qui presente può accordare le sue grazie anche a me, vero?
- Lasciaci in pace, adesso lei, sta con me.
Ehi bella fighetta, vero che sei disponibile anche per il vecchio, affettuoso, Piero? Perché lasciarsi sfuggire l’occasione? - Mi guarda con occhi di brace valutandomi scrupolosamente: rimane soddisfatto.
Mi sorprende la risatina molto sexy che esce dalle mie labbra e ancora di più mi meraviglio delle mie stesse parole, frutto di uno stato di eccezionale eccitazione.
- Ragazzi, tranquilli, ce n’è per entrambi. Fottetemi da ogni parte; divertiamoci, su non siate inibiti.
Una apparente resa alle avances di Piero. In realtà c’è la decisa voglia di qualcosa di inesplorato.
Umberto, da parte sua, supera l’iniziale perplessità e rivalutando la situazione, apprezza ciò che si prospetta. La preda ora se la spartiranno le due belve feroci, di comune accordo.
Penso a mio marito, ma soprattutto ai colleghi d’ufficio, specie a quelli che mi avrebbero voluto tanto scopare, ma …“tanto con quella figa frigida è tempo perso”. Potessero vedermi nuda, disinibita, ardente in tutta la mia sfrenata lussuria, che sorpresa! Mentre i due decidono su quale dei due deliziosi anfratti orienteranno la loro scelta, la discussione è molto animata, esploro il cazzo di Piero, con le mani, dopo averlo liberato dalla prigione di stoffa in cui era rinchiuso: è di generose dimensioni e, con piacere, lecco e gusto il sapore di maschio di quella grossa cappella violacea e dell’asta percorsa da un vasto reticolo venoso
- Allora vi decidete? I vostri cazzi sono forse timidi?
Si parte, finalmente. Mentre stavo scopando posizionata sopra Umberto, questi mi serra fra le sue braccia possenti e mi immobilizza. Piero, allora, mi solleva bruscamente il bacino, insaliva, umetta il mio buco del culo. Avverto, congiuntamente a un delizioso brivido, il bruciore della sua barba sulla superficie della mia bruna rosetta; alesa l’ano con la lingua, indugiando a carpire gli aspri odori e sapori prodotti dai miei umori e completa l’azione con le dita; finalmente mi penetra il buchetto. La grossa verga supera la resistenza dello sfintere, poi procede, mentre i tessuti cedono e si arrendono al suo passaggio Sono deliziosamente sfondata. L’essere stretta in quell’abbraccio erotico, mi esalta, i nostri corpi sono bagnati di sudore, il nostro afrore è nell’aria. Sono euforica per essere penetrata contemporaneamente con potenza devastante, che mi spacca. Il piacere, prodotto dallo stantuffare simultaneo dei cazzi dentro i miei canali vaginale ed anale, le cui pareti si contraggono avvolgendo quei membri nerboruti, trabocca incontenibile. L’orgasmo esplode, mentre impazzisco
- Ancora, ancora, non fermatevi, di più, di più. Vi voglio sentire fino in fondo -
Lo sperma caldo, vischioso, mi invade le viscere. Sciolta dalla stretta delle braccia di Umberto inarco il dorso e mi agito facendo sballonzolare le mie generose tette: penso sia un gran bel vedere. Lancio gemiti, ansiti, urletti.
- Godi troietta? Che razza di porca sei! Famelica, insaziabile. Noi alziamo bandiera bianca.
La mia risata sancisce l’ammainabandiera del loro orgoglio di dominatori.
Sarebbe stato bello che qualcuno avesse potuto filmarci, per non affidare, solo alla memoria, il ricordo di questo indimenticabile pomeriggio e goderne nuovamente. Potrebbe essere un’idea per la prossima volta. Ci rilassiamo nudi sul letto, coccolandoci, prima del mio ritorno a casa. I due giacciono spossati, distrutti dal tour de force amoroso.
Io, no: potessi, ricomincerei da capo.
La pioggia, intanto, tamburella sui vetri.
Penso e sorrido.
“ Mi sa che stavolta la vera bestia è Cappuccetto Rosso: si è fatta, ha sbranato e divorato, i due lupi cattivi”.
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