Puttanella fuorisede 4

di
genere
trans

Ormai mi vestivo normalmente da donna, mi ero anche fatto crescere i capelli. In casa, anche quando andavo a letto o ero per conto mio avevo sempre vestiti femminili addosso... O li avevo appena tolti.
Ora vi vestivo da uomo solo quando dovevo uscire e per abitudine tenevo sempre l'intimo femminile. Armadio e cassetti ormai erano pieni di tutto il necessario.
I ruoli erano definiti, io ero la "femmina". La mia parte maschile era ripiegata nelle mutandine e le mie eiaculazioni erano legate solo a orgasmi anali. Mi aveva chiesto di non toccarmi da solo, e del resto non ne avrei avuto ragione perché godevo in altro modo ogni volta che volevo.
Un giorno decise che era tempo di portarmi fuori al femminile. Avevo paura ma accettai. Mi vestii con il mio vestito corto migliore e stivali col tacco, truccato di tutto punto.
Appena usciti mi accorsi che mi guardavano ma senza morbosità, in una metropoli tutti sono abituati alle cose più strane. Mi accorsi invece che gli sguardi venivano attirati dal culo, dalle gambe, dal seno (finto)... Mi guardai e mi accorsi che il vestito stretto faceva vedere le linee del perizoma. Nella metro affollata qualcuno mi mise una mano sul culo. Dopo il primo momento di sorpresa fui compiaciuto.
Al centro commerciale finalmente potei fare spese provando le cose che sceglievo.
Andai al bagno delle donne, poi mi esaltavo nel sedermi e muovermi prestando la massima attenzione a chiudere le gambe per non mostrare le mutandine. Sculettavo il giusto per farmi notare senza volgarità. Andammo a cena poi incontrammo un amico e fui presentato al femminile. Era un ragazzo di colore poco più vecchio di me e più giovane del mio "padrone di casa" che aveva poco più di trenta anni. Chiacchierammo per un po' poi lo invitó da noi per la "specialità della casa." non ricordavo alcuna specialità in cucina comunque la casa era sua... Quando arrivammo mi scusai e andai a cambiarmi. Tornai giù e mi chiesero di preparare dei drink. Mi aggirai per il salotto prendendo bottiglie, bicchieri e ghiaccio, li servii mentre parlavano ancora della specialità della casa.
Solo quando l'amico inizió a fare apprezzamenti pesanti sul mio culo (avevo messo un vestitino comodo che mostrava quando mi muovevo) mi resi conto che la specialità della casa ero io...
Il padrone di casa lo lasciava che mi provocasse con battute e volgarità, io arrossivo e non sapevo come comportarmi.
L'amico prese l'iniziativa e si tirò fuori il cazzo dai pantaloni. Il padrone mi disse di smettere di fare la timida e di non fargli fare brutta figura. Gli dissi che finora io ero stata solo con lui. Mi prese dolcemente per mano... E mi spinse a inginocchiarmi in mezzo alle gambe del suo amico. Sapeva benissimo che forzarmi era un modo per eccitarmi.
Presi in mano quel cazzo e lo guardai bene: era molto grosso e lungo, circonciso, con una bella cappella che presi subito tra le labbra mentre lo segavo piano. Se quelle erano le dimensioni prima di diventare duro... Dopo poco mi resi conto che era davvero un gran bel palo. Succhiavo solo la cappella e già mi sembrava di avere la bocca piena. Quando mi feci scivolare dentro l'asta mi accorsi di riuscire ad arrivare solo fino a metà.
Mi fecero alzare il vestitino e togliere gli slip. Il mio cazzo ripiegato era imbarazzante al confronto, si mise a ridere e fece una battuta sul motivo per cui lui lo dà e io lo prendo.
Mi misi di nuovo in ginocchio e ripresi a succhiarlo. Mentre lo spompinavo pensai al fatto che forse dopo avrebbe voluto scoparmi e non potevo prendere tutto quel cazzo in culo.
Intanto che facevo questi pensieri, sentii che del mio culo se ne stava occupando il padrone. Mi fermai solo qualche secondo per assecondare la penetrazione poi ripresi a succhiare. Sentivo il sapore del liquido seminale in bocca e considerai la differenza tra il mio, quello del padrone e quello là. Quando sentii che ci stavamo per avvicinare all'orgasmo chiesi al padrone di lasciarmi stare perché volevo concentrarmi. Uscì fuori e io mi rituffai sul cazzo. Lo lavorai in maniera eccellente tanto che venne con gemiti molto forti. La sborrata fu forte e lunga con diversi getti. Presi il primo poi era talmente tanto che mi uscì dalla bocca colando lungo l'asta e sulle palle. Leccai tutta quella prelibatezza.
Non appena ebbi finito il padrone mi penetró di nuovo, senza avvisare e pompandomi con foga. Mi appoggiai alle gambe del suo amico e mi inculó mentre avevo la faccia su quel cazzo nero che avevo appena succhiato. Mi venne nel culo come sempre.
Mi fecero alzare e andai in bagno. Mi dissero di cambiarmi ma di non mettere mutandine.
Obbedii, stavolta scesi con un tubino nero e scarpe con tacco a spillo, il trucco rifatto. Si divertirono a fare considerazioni e apprezzamenti su quanto avevo fatto prima. Il ragazzo mi fece alzare in piedi e allungó le mani sotto la gonna toccandomi il cazzo e il culo.
Mi chiese se ero in grado di venire e gli dissi di sì.
Senza sollevarmi la gonna, mi mise un dito nel culo andando a stimolare direttamente la prostata. Vide comparire la mia erezione e prese a segarmi da sopra il vestito. Venni miseramente nel giro di pochi minuti imbrattando tutto il vestito.
Vidi anche la sua erezione sotto i pantaloni.
Il padrone mi disse di stendermi sul tavolo. Mi aiutó a salire su una sedia poi sul tavolo. Mi fece stendere sulla schiena.
Intanto il suo amico aveva tirato fuori il cazzo e si stava segando. Mi sollevarono il vestito.
Piagnucolai - sul serio - che non potevo prendere quel cazzo. Il padrone mi rassicuró e prese a mettermi del lubrificante nel culo. Protestai ancora e per farmi tacere fece il giro del tavolo per mettersi di fronte a me e mi mise la lingua in bocca. Il suo amico mi sollevò le gambe, lui mi bloccò le braccia. Sentii quel cazzo enorme passarmi sul culo, strusciarsi sulle palle. Lo sentivo che andava su e giù e si faceva sentire sul buco. Mi stavo eccitando, quei momenti prima della penetrazione... Gli dissi di sì, che volevo sentirlo nel culo.
Lo appoggió sul buco e spinse. Urlai e mi dimenai, piansi. Era entrata solo la cappella e mi sentivo con il culo rotto. Chiesi di controllare se c'era sangue ma era tutto a posto. Dissi di continuare.
Mi penetró lentamente centimetro dopo centimetro. Quando arrivò in fondo mi sembrava di averlo nello stomaco.
Poi lo sfiló piano e si mise ad andare piano su e giù. Ogni affondo era una sofferenza finché ormai avevo il buco aperto e il retto sfondato. Avevo smesso di lamentarmi e piagnucolare così inizió a scoparmi davvero. Sentivo tutto quel cazzo entrare ed uscire per fermarsi sempre prima che la cappella uscisse. Continuó cambiando ritmo, io mi abbandonai completamente e lasciando che facesse quello che voleva per tutto il tempo necessario a procurarsi un orgasmo che finì nel mio retto. Quando uscì e mi aiutarono ad alzarmi avevo lo sperma che mi colava dal mio buco divelto, una vistosa macchia sul vestito per tutto quello che mi era uscito dal cazzo prima e durante, il trucco disfatto.
Mi accompagnarono a fare una doccia, poi mi aiutarono a vestirmi e a mettermi a letto nella camera del padrone, cosa che accadeva raramente.
Mi svegliai la mattina riposato e con vicino a me due belle erezioni mattutine...
scritto il
2018-10-23
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