Una nuova padrona 2
di
Deadpool80
genere
dominazione
Non ci potevo credere, avevo di nuovo una padrona! Aveva visto cosa avevo fatto al centro commerciale e aveva interpretato tutti i miei movimenti.
A casa mi segai poi attesi che venisse il giorno dopo.
Mi accolse nel suo appartamento, come il giorno prima vestita casual.
"bene, da quello che ho capito sei stato tirato su da una brava padrona. Ora spogliati che voglio controllare con che cosa ho a che fare."
Mi spogliai nudo. Mi controlló minuziosamente il cazzo e le palle "che sorpresa, pensavo il solito con il cazzetto e invece hai un gran bel cazzo, meglio così perché le erezioni si vedranno."
Mi fece girare, e sempre stando in piedi mi mise una mano in mezzo al culo.
"sei ben allenato qui dietro?" e senza troppi complimenti spinse due dita nel buco.
"insomma, senza lubrificante c'è da lavorare. Ma sei solo fuori allenamento. Andiamo a fare un giro, ma prima ti preparo."
Mi fece posizionare a pecora poi tirò fuori del lubrificante e mi cosparse il buco.
Tiró fuori delle palline poco più piccole di una pallina da ping pong legate da un filo.
"ora te le metto dentro tutte, poi usciremo."
Mi fece contare una per una. La prima fu la più difficile poi le altre entrarono più facilmente. Erano dieci. Prese il cordino che sporgeva e lo legó attorno alle palle con un doppio giro.
Quando mi fece alzare mi resi conto che essendo di gomma dura pesavano non poco e muovendomi si spostavano nel retto.
Mi fece rivestire, senza mutande e al posto di miei pantaloni mi diede un paio di pantaloni di una tuta di una misura più piccola della mia.
"attento che credo si vedrà se avrai una erezione..."
Per provarlo strofinó la mano sulla patta, facendomelo diventare duro.
Salimmo in auto per andare in centro.
Dopo aver parcheggiato, cominció il giro.
Mi chiese "come va con le palline?"
Risposi che le sentivo che si muovevano, che pesavano... Lei mi disse "non sono una padrona cattiva, se vuoi puoi toglierle... Basta che ne tieni dentro una sola."
Il pensiero della corda con le palline che mi penzolava da dietro mi fece stringere letteralmente il culo.
Tra i vari negozi in cui andammo ci fu anche un negozio di lingerie femminile. Riuscì a trovare un angolo abbastanza discreto per allungare una mano e farmelo diventare duro di nuovo. Ero nel panico.
"io uscirei se fossi in te, sai vedere uno col cazzo duro in un negozio così..."
Uscii di corsa cercando di nascondermi.
Dopo un'ora, dentro un negozio di abbigliamento mi disse "dai su, ora è giusto che ti rilassi un po'. Vai in un camerino e togliti tutte le palline. Pulisci e pulisciti che non voglio sporchi in giro."
Mi allungó delle salviette.
I camerini non erano chiusi, erano delle semplici tende che mostravano i piedi. Non potevo accucciarmi, potevo solo stare in piedi e fare finta di nulla mentre estraevo quelle palline. Tirai piano fino a farle uscire tutte. Per fortuna mi ero fatto una bella pulizia e si erano sporcate poco.
Uscii sudato, tentando di nascondere in tasca quelle palline e le infilai nella sua borsa.
"bene, andiamo a prendere un caffè."
Ci infilammo in un bar.
"ho cambiato idea, vai in bagno e rimettiti le palline."
Sbiancai.
Il bagno del bar era classico con la turca. Anche stavolta dovetti fare acrobazie.
Infilarle di nuovo una a una fu difficile, ci misi un quarto d'ora.
Tornai sudato e provato.
"ora possiamo andare." il giretto continuó per poco e ci dirigemmo verso la macchina.
Arrivati all'auto mi disse: "sali dietro, e togliti le palline."
La via era trafficata e c'era anche molto passaggio di gente a piedi. Aprii la porta dietro, e con una mano nei pantaloni mi misi a tirare per far uscire una pallina alla volta.
Avevo il culo dolorante per tutto questo mettere e togliere.
"bene, adesso metteró sul sedile qui davanti questo dildo. Scendi, apri la porta, calati i pantaloni giusto per scoprire il buco e siediti sopra."
Scesi, aprii la porta e mentre entravo davanti con un gesto abbassai i pantaloni dietro. Solo in quel momento mi resi conto che data la posizione e il passaggio dovevo fare molto veloce a sedermi. Lei teneva dritto il dildo, io puntai il culo verso l'oggetto e mi calai giù di colpo. Entrò dentro in un attimo, per fortuna lo aveva lubrificato mentre io ero nel sedile dietro ma ugualmente mi sentii spaccare il buco per la velocità e la forza con cui entrò dentro. Era un modello con la base tipo palle finte e dato che me le sentivo premere sotto potevo davvero dire di averlo preso tutto.
Il dolore era intenso e mi uscì un piccolo grido.
"ti sei fatto male?"
"padrona, sì, fa male..."
"vuol dire che dovremo lavorare perché in queste situazioni tu possa essere più tranquillo."
Arrivati in un parcheggio vicino casa sua mi disse "ora vai a casa, non serve che sali. Ma prima tira fuori il cazzo e segati."
Non eravamo più in centro ma era ugualmente un posto pubblico, di giorno. Se qualcuno si fosse avvicinato avrebbe visto.
Abbassai i pantaloni anche davanti e cominciai a segarmi velocemente. Mi ordinó di venire nell'altra mano.
Sborrai e mi controlló quando sperma avevo prodotto. Poi mi prese la mano e me la spinse sul viso, ordinando di spalmare bene tutto, usando anche le ultime gocce rimaste sul cazzo e sulla mano che avevo usato per la sega.
"ora puoi andare"
Mi alzai sfilandomi dal dildo, verso la mia auto che si trovava in un via a fianco sperando che non si notasse nulla.
A casa mi segai poi attesi che venisse il giorno dopo.
Mi accolse nel suo appartamento, come il giorno prima vestita casual.
"bene, da quello che ho capito sei stato tirato su da una brava padrona. Ora spogliati che voglio controllare con che cosa ho a che fare."
Mi spogliai nudo. Mi controlló minuziosamente il cazzo e le palle "che sorpresa, pensavo il solito con il cazzetto e invece hai un gran bel cazzo, meglio così perché le erezioni si vedranno."
Mi fece girare, e sempre stando in piedi mi mise una mano in mezzo al culo.
"sei ben allenato qui dietro?" e senza troppi complimenti spinse due dita nel buco.
"insomma, senza lubrificante c'è da lavorare. Ma sei solo fuori allenamento. Andiamo a fare un giro, ma prima ti preparo."
Mi fece posizionare a pecora poi tirò fuori del lubrificante e mi cosparse il buco.
Tiró fuori delle palline poco più piccole di una pallina da ping pong legate da un filo.
"ora te le metto dentro tutte, poi usciremo."
Mi fece contare una per una. La prima fu la più difficile poi le altre entrarono più facilmente. Erano dieci. Prese il cordino che sporgeva e lo legó attorno alle palle con un doppio giro.
Quando mi fece alzare mi resi conto che essendo di gomma dura pesavano non poco e muovendomi si spostavano nel retto.
Mi fece rivestire, senza mutande e al posto di miei pantaloni mi diede un paio di pantaloni di una tuta di una misura più piccola della mia.
"attento che credo si vedrà se avrai una erezione..."
Per provarlo strofinó la mano sulla patta, facendomelo diventare duro.
Salimmo in auto per andare in centro.
Dopo aver parcheggiato, cominció il giro.
Mi chiese "come va con le palline?"
Risposi che le sentivo che si muovevano, che pesavano... Lei mi disse "non sono una padrona cattiva, se vuoi puoi toglierle... Basta che ne tieni dentro una sola."
Il pensiero della corda con le palline che mi penzolava da dietro mi fece stringere letteralmente il culo.
Tra i vari negozi in cui andammo ci fu anche un negozio di lingerie femminile. Riuscì a trovare un angolo abbastanza discreto per allungare una mano e farmelo diventare duro di nuovo. Ero nel panico.
"io uscirei se fossi in te, sai vedere uno col cazzo duro in un negozio così..."
Uscii di corsa cercando di nascondermi.
Dopo un'ora, dentro un negozio di abbigliamento mi disse "dai su, ora è giusto che ti rilassi un po'. Vai in un camerino e togliti tutte le palline. Pulisci e pulisciti che non voglio sporchi in giro."
Mi allungó delle salviette.
I camerini non erano chiusi, erano delle semplici tende che mostravano i piedi. Non potevo accucciarmi, potevo solo stare in piedi e fare finta di nulla mentre estraevo quelle palline. Tirai piano fino a farle uscire tutte. Per fortuna mi ero fatto una bella pulizia e si erano sporcate poco.
Uscii sudato, tentando di nascondere in tasca quelle palline e le infilai nella sua borsa.
"bene, andiamo a prendere un caffè."
Ci infilammo in un bar.
"ho cambiato idea, vai in bagno e rimettiti le palline."
Sbiancai.
Il bagno del bar era classico con la turca. Anche stavolta dovetti fare acrobazie.
Infilarle di nuovo una a una fu difficile, ci misi un quarto d'ora.
Tornai sudato e provato.
"ora possiamo andare." il giretto continuó per poco e ci dirigemmo verso la macchina.
Arrivati all'auto mi disse: "sali dietro, e togliti le palline."
La via era trafficata e c'era anche molto passaggio di gente a piedi. Aprii la porta dietro, e con una mano nei pantaloni mi misi a tirare per far uscire una pallina alla volta.
Avevo il culo dolorante per tutto questo mettere e togliere.
"bene, adesso metteró sul sedile qui davanti questo dildo. Scendi, apri la porta, calati i pantaloni giusto per scoprire il buco e siediti sopra."
Scesi, aprii la porta e mentre entravo davanti con un gesto abbassai i pantaloni dietro. Solo in quel momento mi resi conto che data la posizione e il passaggio dovevo fare molto veloce a sedermi. Lei teneva dritto il dildo, io puntai il culo verso l'oggetto e mi calai giù di colpo. Entrò dentro in un attimo, per fortuna lo aveva lubrificato mentre io ero nel sedile dietro ma ugualmente mi sentii spaccare il buco per la velocità e la forza con cui entrò dentro. Era un modello con la base tipo palle finte e dato che me le sentivo premere sotto potevo davvero dire di averlo preso tutto.
Il dolore era intenso e mi uscì un piccolo grido.
"ti sei fatto male?"
"padrona, sì, fa male..."
"vuol dire che dovremo lavorare perché in queste situazioni tu possa essere più tranquillo."
Arrivati in un parcheggio vicino casa sua mi disse "ora vai a casa, non serve che sali. Ma prima tira fuori il cazzo e segati."
Non eravamo più in centro ma era ugualmente un posto pubblico, di giorno. Se qualcuno si fosse avvicinato avrebbe visto.
Abbassai i pantaloni anche davanti e cominciai a segarmi velocemente. Mi ordinó di venire nell'altra mano.
Sborrai e mi controlló quando sperma avevo prodotto. Poi mi prese la mano e me la spinse sul viso, ordinando di spalmare bene tutto, usando anche le ultime gocce rimaste sul cazzo e sulla mano che avevo usato per la sega.
"ora puoi andare"
Mi alzai sfilandomi dal dildo, verso la mia auto che si trovava in un via a fianco sperando che non si notasse nulla.
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