L'olio fa miracoli
di
MJ90
genere
etero
L’olio fa miracoli
Ritornando verso la folla seguii a distanza Viki, osservando l’ondeggiare leggero dei suoi fianchi.
Il citto, come la vide, le corse incontro tutto incavolato:
-Che cazzo c’ avevi da fare? Tra poco dobbiamo prendere servizio-
-Non ti arrabbiare topino! Adesso che importa? Io sono qua-
-La prossima volta avvertimi cazzo! Ciao Jack- mi salutò Due-Schizzi ancora parecchio incazzato
-Ciao bello- gli risposi pensando anche “bel cornuto”. Fortunatamente venimmo poi a sapere che non dovevamo andare a servire ai tavoli quella sera ma che potevamo metterci a sedere e ordinare qualcosa insieme a tutti gli altri.
Viki si sedette di lato, Due-Schizzi qualche posto più in giù ma eravamo tutti insieme alla nostra comitiva di ragazzotti.
Ordinammo una caraffa di rosso e un tagliere di bruschette al pomodoro.
Cercavo di apparire completamente normale; Viki, al contrario, mi stuzzicava in continuazione ed, inutile negarlo, ben presto mi venne di nuovo duro.
-Scusami ma non ce la faccio più- mi sussurrò con la voce arrochita dall’eccitazione facendo sparire una mano sotto al tavolo per mettersela tra le cosce ritirandola lucida di umori. Senza scomporsi e usando anche la destra, mi calò i pantaloncini e i boxer quel tanto bastante per arrivare sul pisello.
-Mh che bello sei già duro- mugolò eccitata con la vista già poco lucida per quello che stava facendo.
-Ehi Viki!- berciò Due-Schizzi – Io vado a bere con questi ragazzi.
-Va bene- gli fece cenno lei.
-Jack dalle un’ occhiata che questa stasera beve troppo- mi urlò il citto al quale risposi con un segno d’ intesa.
-Direi che adesso non abbiamo più problemi-
-Adesso per te cominciano i casini- mi sibilò.
Riprese a segarmi il cazzo, questa volta con la mano lucida dell’olio che prese dal piatto.
-Sei un lurido bastardo. Mi hai leccata mentre ero al cell e hai rischiato di rovinare tutto…Mi hai quasi fatta scoprire. Vediamo se adesso sei così bravo da non farti beccare o se ti prendi una denuncia per atti osceni in luogo pubblico-
-Fermati stronza. Sei dannatamente brava e non riuscirò a nascondermi ancora per molto-
-Se pensi che ti faccia una seghina stai sbagliando. Vedrai…-
Percepivo distintamente il mio cazzo che diventava sempre più duro, rigido ma oltre alla difficoltà a rimanere lucido e apparentemente distaccato (salutavo di volta in volta alcuni dei passanti) sentivo un odore particolare; i miei liquidi si erano mescolati all’olio e l’aroma pungente ci aveva avvolti.
-Sto venendo piccola…Eccomi eccom…Stronza!- esclamai perché Viki si era staccata proprio sul più bello: avevo l’orgasmo ad un soffio e non riuscivo a sborrare.
Apparentemente indifferente, la zoccola ritrasse la mano e continuò a mangiare la bruschetta versandosi da bere.
Il mio povero pisello mi faceva male all’ inverosimile e sentivo che l’asta faceva su e giù ma Viki mi fulminò con lo sguardo impedendomi di toccarmi.
Dopo qualche minuto, finito di mangiare e bevuto ordinammo un bel piatto di polenta ciascuno ma mentre vedevo Gina che ci portava i piatti, sentii di nuovo le dita della sua mano sinistra strette attorno al tronco del pisello ed il pollice sulla cappella facendomi sussultare.
-Jack tutto apposto?-
-Si Gina grazie. Ho sbattuto il ginocchio contro il tavolo-
Sia mentre mangiavo il primo che il secondo, per ben due volte, Viki mi portò al limite; quando arrivammo al gelato ritenne quello il momento giusto per liberarmi le palle dal loro contenuto.
Smisi di mangiare il gelato soffocando un gemito liberatorio: il movimento frenetico delle dita di Viki lungo l’asta e il fare circolare del suo pollice mi spinsero oltre il limite.
Venni copiosamente schizzando ripetutamente sul sotto del tavolo; Viki continuò a segarmi senza pietà, spremendo letteralmente il cazzo come se stesse mungendo una tetta.
Prosegui oltre l’umana sopportazione anche quando il mio povero uccello provava ad ammosciarsi. L’olio la aiutò a non fermarsi e poco dopo il mio pisello si risvegliò, divenne nuovamente duro e turgido. La ragazza non fece una piega, anzi, si limitò a cambiare mano; con la destra la situazione peggiorò perché mi sentivo ancora più usato ma in compenso le mie povere palle ringraziarono perché sborrai di nuovo poco dopo, innaffiandole la mano di sperma con altri schizzi di liquido.
-Che bella spremuta di cazzo! Sono stata proprio brava-
Mi rimise il pisello nella patta e si alzò, pulendosi la mano col tovagliolo.
- Andiamo a ballare Jack?-
Ritornando verso la folla seguii a distanza Viki, osservando l’ondeggiare leggero dei suoi fianchi.
Il citto, come la vide, le corse incontro tutto incavolato:
-Che cazzo c’ avevi da fare? Tra poco dobbiamo prendere servizio-
-Non ti arrabbiare topino! Adesso che importa? Io sono qua-
-La prossima volta avvertimi cazzo! Ciao Jack- mi salutò Due-Schizzi ancora parecchio incazzato
-Ciao bello- gli risposi pensando anche “bel cornuto”. Fortunatamente venimmo poi a sapere che non dovevamo andare a servire ai tavoli quella sera ma che potevamo metterci a sedere e ordinare qualcosa insieme a tutti gli altri.
Viki si sedette di lato, Due-Schizzi qualche posto più in giù ma eravamo tutti insieme alla nostra comitiva di ragazzotti.
Ordinammo una caraffa di rosso e un tagliere di bruschette al pomodoro.
Cercavo di apparire completamente normale; Viki, al contrario, mi stuzzicava in continuazione ed, inutile negarlo, ben presto mi venne di nuovo duro.
-Scusami ma non ce la faccio più- mi sussurrò con la voce arrochita dall’eccitazione facendo sparire una mano sotto al tavolo per mettersela tra le cosce ritirandola lucida di umori. Senza scomporsi e usando anche la destra, mi calò i pantaloncini e i boxer quel tanto bastante per arrivare sul pisello.
-Mh che bello sei già duro- mugolò eccitata con la vista già poco lucida per quello che stava facendo.
-Ehi Viki!- berciò Due-Schizzi – Io vado a bere con questi ragazzi.
-Va bene- gli fece cenno lei.
-Jack dalle un’ occhiata che questa stasera beve troppo- mi urlò il citto al quale risposi con un segno d’ intesa.
-Direi che adesso non abbiamo più problemi-
-Adesso per te cominciano i casini- mi sibilò.
Riprese a segarmi il cazzo, questa volta con la mano lucida dell’olio che prese dal piatto.
-Sei un lurido bastardo. Mi hai leccata mentre ero al cell e hai rischiato di rovinare tutto…Mi hai quasi fatta scoprire. Vediamo se adesso sei così bravo da non farti beccare o se ti prendi una denuncia per atti osceni in luogo pubblico-
-Fermati stronza. Sei dannatamente brava e non riuscirò a nascondermi ancora per molto-
-Se pensi che ti faccia una seghina stai sbagliando. Vedrai…-
Percepivo distintamente il mio cazzo che diventava sempre più duro, rigido ma oltre alla difficoltà a rimanere lucido e apparentemente distaccato (salutavo di volta in volta alcuni dei passanti) sentivo un odore particolare; i miei liquidi si erano mescolati all’olio e l’aroma pungente ci aveva avvolti.
-Sto venendo piccola…Eccomi eccom…Stronza!- esclamai perché Viki si era staccata proprio sul più bello: avevo l’orgasmo ad un soffio e non riuscivo a sborrare.
Apparentemente indifferente, la zoccola ritrasse la mano e continuò a mangiare la bruschetta versandosi da bere.
Il mio povero pisello mi faceva male all’ inverosimile e sentivo che l’asta faceva su e giù ma Viki mi fulminò con lo sguardo impedendomi di toccarmi.
Dopo qualche minuto, finito di mangiare e bevuto ordinammo un bel piatto di polenta ciascuno ma mentre vedevo Gina che ci portava i piatti, sentii di nuovo le dita della sua mano sinistra strette attorno al tronco del pisello ed il pollice sulla cappella facendomi sussultare.
-Jack tutto apposto?-
-Si Gina grazie. Ho sbattuto il ginocchio contro il tavolo-
Sia mentre mangiavo il primo che il secondo, per ben due volte, Viki mi portò al limite; quando arrivammo al gelato ritenne quello il momento giusto per liberarmi le palle dal loro contenuto.
Smisi di mangiare il gelato soffocando un gemito liberatorio: il movimento frenetico delle dita di Viki lungo l’asta e il fare circolare del suo pollice mi spinsero oltre il limite.
Venni copiosamente schizzando ripetutamente sul sotto del tavolo; Viki continuò a segarmi senza pietà, spremendo letteralmente il cazzo come se stesse mungendo una tetta.
Prosegui oltre l’umana sopportazione anche quando il mio povero uccello provava ad ammosciarsi. L’olio la aiutò a non fermarsi e poco dopo il mio pisello si risvegliò, divenne nuovamente duro e turgido. La ragazza non fece una piega, anzi, si limitò a cambiare mano; con la destra la situazione peggiorò perché mi sentivo ancora più usato ma in compenso le mie povere palle ringraziarono perché sborrai di nuovo poco dopo, innaffiandole la mano di sperma con altri schizzi di liquido.
-Che bella spremuta di cazzo! Sono stata proprio brava-
Mi rimise il pisello nella patta e si alzò, pulendosi la mano col tovagliolo.
- Andiamo a ballare Jack?-
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