Schiavo della collega
di
Deadpool80
genere
dominazione
Da qualche settimana mi avevano cambiato ufficio, ora mi trovavo con una collega sui 45, seno abbondante e formosa anche di culo, che veniva sempre vestita con gonna appena sopra al ginocchio e tacchi alti. Aveva gambe molto belle, con caviglia fina nonostante fosse formosa e i piedi disegnavano un arco perfetto. Nonostante non avessi mai avuto particolari fantasie in merito, la trovavo molto sexy e senza volerlo le guardavo sempre le gambe.
Un giorno mi chiese di darle una mano, che si era staccata una presa sotto la sua scrivania.
Mi infilai là sotto, riattaccai la presa e quando feci mi rialzarmi e uscire mi trovai bloccato da lei che si era di nuovo seduta alla scrivania.
"credevi che non me ne fossi accorta?"
"di cosa? Ma che fai? Fammi uscire!"
"resta là. Di come mi guardi, di come mi guardi le gambe e i piedi!"
"ma no ma io non..."
"non mentire! Non ti piacciono?"
"sì che mi piacciono, cioè sono belle..."
"ma certo che ho delle belle gambe, e lo so che me le guardi in continuazione... Dai toccale."
Allungò le gambe e me le ritrovai praticamente in mano. Mi misi ad accarezzarle dalla caviglia al ginocchio, erano davvero bellissime, lisce e toniche.
Aveva le gambe leggermente aperte quindi potevo anche ammirare uno scorcio delle sue mutandine.
"toglimi le scarpe."
Eseguii, scoprii i piedi perfettamente curati. Senza dire altro, spostò un piede e me lo mise sulla bocca.
Gli baciai la pianta poi le dita. Spinse ancora avanti il piede tanto che aprii la bocca e mi ritrovai a succhiarle le dita. Muovevo la lingua in mezzo mentre lei continuava a spingere piano.
"ora l'altro" stavolta lo mise direttamente in bocca e si fece succhiare le dita anche di questo piede.
"te la cavi discretamente, lo avevi mai fatto?"
"no no... Io no... Mai..."
"vuol dire che sei bravo con la bocca, vorresti leccarmela?"
Spalancò le gambe per mostrarmi la sua figa, con il pelo che si intravedeva sotto le mutandine.
"sì certo..." feci per tuffarmi là in mezzo ma chiuse le gambe e mi allontanò coi piedi.
"non correre, non così. Dobbiamo stabilire delle regole e te la dovrai guadagnare. Intanto resta là sotto e siediti comodo."
Cercai una posizione, poggiai il sedere a terra. I suoi piedi cercarono di infilarsi in mezzo alle gambe e cominciarono a massaggiarmi il cazzo e le palle. Il cazzo mi diventò duro del tutto.
Con i piedi andava su e giù da sopra i pantaloni "stai zitto e stai buono, se entra qualcuno lascia fare a me."
Era una eventualità che non avevo considerato, le nostre scrivanie erano completamente chiuse davanti quindi ero nascosto ma se fosse entrato qualcuno... Questa idea mi fece eccitare ancora di più e il massaggio sempre più intenso mi fece venire nelle mutande. Probabilmente una sborrata incredibile.
"esci da lì."
Mi alzai.
"non andare in bagno, non voglio che ti pulisci. Come hai visto posso farti godere in modi che nemmeno immagini ma se vuoi continuare fisseremo delle regole perché qui comando io. Ora siediti e continua a lavorare, mi risponderai domani."
Un giorno mi chiese di darle una mano, che si era staccata una presa sotto la sua scrivania.
Mi infilai là sotto, riattaccai la presa e quando feci mi rialzarmi e uscire mi trovai bloccato da lei che si era di nuovo seduta alla scrivania.
"credevi che non me ne fossi accorta?"
"di cosa? Ma che fai? Fammi uscire!"
"resta là. Di come mi guardi, di come mi guardi le gambe e i piedi!"
"ma no ma io non..."
"non mentire! Non ti piacciono?"
"sì che mi piacciono, cioè sono belle..."
"ma certo che ho delle belle gambe, e lo so che me le guardi in continuazione... Dai toccale."
Allungò le gambe e me le ritrovai praticamente in mano. Mi misi ad accarezzarle dalla caviglia al ginocchio, erano davvero bellissime, lisce e toniche.
Aveva le gambe leggermente aperte quindi potevo anche ammirare uno scorcio delle sue mutandine.
"toglimi le scarpe."
Eseguii, scoprii i piedi perfettamente curati. Senza dire altro, spostò un piede e me lo mise sulla bocca.
Gli baciai la pianta poi le dita. Spinse ancora avanti il piede tanto che aprii la bocca e mi ritrovai a succhiarle le dita. Muovevo la lingua in mezzo mentre lei continuava a spingere piano.
"ora l'altro" stavolta lo mise direttamente in bocca e si fece succhiare le dita anche di questo piede.
"te la cavi discretamente, lo avevi mai fatto?"
"no no... Io no... Mai..."
"vuol dire che sei bravo con la bocca, vorresti leccarmela?"
Spalancò le gambe per mostrarmi la sua figa, con il pelo che si intravedeva sotto le mutandine.
"sì certo..." feci per tuffarmi là in mezzo ma chiuse le gambe e mi allontanò coi piedi.
"non correre, non così. Dobbiamo stabilire delle regole e te la dovrai guadagnare. Intanto resta là sotto e siediti comodo."
Cercai una posizione, poggiai il sedere a terra. I suoi piedi cercarono di infilarsi in mezzo alle gambe e cominciarono a massaggiarmi il cazzo e le palle. Il cazzo mi diventò duro del tutto.
Con i piedi andava su e giù da sopra i pantaloni "stai zitto e stai buono, se entra qualcuno lascia fare a me."
Era una eventualità che non avevo considerato, le nostre scrivanie erano completamente chiuse davanti quindi ero nascosto ma se fosse entrato qualcuno... Questa idea mi fece eccitare ancora di più e il massaggio sempre più intenso mi fece venire nelle mutande. Probabilmente una sborrata incredibile.
"esci da lì."
Mi alzai.
"non andare in bagno, non voglio che ti pulisci. Come hai visto posso farti godere in modi che nemmeno immagini ma se vuoi continuare fisseremo delle regole perché qui comando io. Ora siediti e continua a lavorare, mi risponderai domani."
4
voti
voti
valutazione
4.5
4.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La collega e il marito 2racconto sucessivo
Schiavo della collega 2
Commenti dei lettori al racconto erotico