Il degrado della perversione cap I

di
genere
incesti

Nella sua stanza riecheggiano i miei colpi sulle sue natiche in maniera sorda e distinta, mentre la spalliera del letto continua a battere sulla parete con una precisa cadenza ritmica, la sua pelle morbida e liscia da toccare, assieme a tutto il resto, emana un odore inebriante. Credo che la maggiore attrattiva di una donna dopo la bellezza sia il suo profumo naturale, esso si sprigiona da tutto il corpo femminile: pelle, ascelle, seni, capelli, genitali lasciando nell'aria un mix di percezioni capaci di farti abbandonare quella contenuta razionalità in favore della più insana perversione che alberga in tutti noi. Tutto ciò stasera è un invito a non desistere e anche lei non può fare altro che abbandonarsi a quella sensazione sfrenata e lussuriosa. Gode dei miei affondi, lo sento, ma soprattutto geme dei miei sussurri, la appagano e la fanno sentire desiderata, per questo la sua passera ora è un lago e il mio pene sta scivolando affondo dentro di lei nuda, a pecora al centro del suo materasso. Ha raggiunto l’orgasmo da un po’ ma io non ancora e continuo a scoparla con vigore. I suoi piedi nudi inarcati mi regalano un piacere immenso e sfiorarglieli aumenta la mia carica erotica , lo faccio, e ciò la eccita ancora di più. Subisce la mia virilità con piacere e arrendevolezza, ascolto i suoi gemiti, lo sa bene che è in mio totale possesso e controllo quindi azzardo di tutto. Abbandono la presa delicata del suo tallone sinistro e in pochi secondi le poso la mano sul capo, la faccio scorrere delicatamente sui suoi capelli neri, accarezzandoli fino alle punte, le arrotola tra le dita e dopo essermi assicurato della presa salda, le spingo il capo all'indietro, con vigore. In un attimo si ritrova a fissare il soffitto, mentre la continuo a cavalcare come una puledra selvaggia, sento la sua eccitazione salire e ora anch'io ho la sensazione di avere raggiunto il massimo dell’erezione. La sua testa reclinata ora è vicina al mio viso, mi avvicino senza perdere il ritmo dei colpi, le rigurgito la mia lingua sul volto alla ricerca della bocca, lei intuisce e apre la sua e in breve le nostre lingue si incrociano e si mescolano sbrodolando saliva sui nostri menti. La mano destra abbandona il suo piede destro e si posa sui suoi abbondanti seni, sono grossi e morbidi, gli palpo con avidità, vedo una piccola smorfia sul suo volto forse le faccio male, ma non mi importa sono eccitatissimo. Continuo a spingere, senza alcun ritegno, lei cerca di spostare il capo evidentemente la posizione è diventata scomoda, ma non posso fermarmi sapere che è in difficoltà aumenta la mia eccitazione, che ora sento aumentare a dismisura, arriva ancora la sento raggiungere nuovamente l’orgasmo, la osservo irrigidirsi può fare solo quello, nella sua ferma posizione, non può andare da nessuna parte la tengo serrata al mio corpo, godo pensando all’idea dell’'intenzione di tenerla segregata in questa posizione per il resto del tempo, così aumento come un pazzo il ritmo dentro di lei, ma per quanto piacevole non riesco più a trattenermi, la mia asta di marmo sputa tutta la mia eccitazione dentro di lei e mentre ciò avviene contemporaneamente le tiro i capelli con forza; sono cosciente che ora le sto facendo male, ma non riesco è più forte di me. Sento ogni piccola goccia del mio seme perdersi dentro di lei e man mano che questo fuoriesce, anche la mia presa perde di intensità, lei se ne accorge e con delicatezza e gradualmente recupera la sua libertà di movimento. Sono ancora dentro di lei, il mio cazzo è ancora in tiro e non perdo tempo farglielo sentire muovendomi dentro di lei, anche se con più finezza. Le mie mani ora scivolano sulla sua schiena e si fermano sulle sue chiappe sode e tonde, su di esse applico una leggerissima pressione e mio malgrado prendo congedo da quel brodo caldo di liquidi.
Esausta si accascia sul letto e io affianco a lei, riprendiamo fiato assieme è stato bello come sempre, ancora ansimante mi avvicino alle sue piccole labbra, la bacio delicatamente. Sembra sfinita, ma risponde al mio bacio subito, ci stacchiamo dopo pochi secondi e lei poggia la guancia sinistra sul materasso e mi guarda sorridendo, ricambio il sorriso, ma è tardi e devo andare. Raccatto i miei indumenti e vado in bagno, mi faccio una doccia veloce e dopo mi rivesto per ottimizzare i tempi, ma non trovo le mutande, le avrò lasciate in camera, torno vestito solo dalla mia camicia e infatti sono lì per terra vicino alla spalliera del letto, le raccatto velocemente, ma prima di andare la guardo un’altra volta, stesa sul letto nuda immobile mentre dorme. La guardo mentre guadagno l’uscio, vorrei ricominciare, ma non c’è tempo devo andare mi aspettano. Non la sveglierò,per salutarla, la lascerò riposare…
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scritto il
2020-02-23
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