Notte di guardia
di
Yuko
genere
etero
Notte di guardia in ospedale.
I ricoveri, le persone che si svegliano di notte spaventate e in pieno delirio.
I controlli dei parametri, qualche glicemia alta, qualche pressione bassa, qualcuno che desatura, qualcuno che ha la febbre.
Le terapie giuste per ognuno.
Qualche esame da controllare, le telefonate al laboratorio.
E poi finalmente mi butto su un materasso, una superficie orizzontale e morbida.
Niente lenzuola e coperte, la direzione ritiene che i medici di notte non possano sdraiarsi a dormire una mezz'oretta, due ore di seguito se va bene. Guardia attiva tutta la notte e alle 6 di mattina dopo 8 ore di veglia dovremmo essere svegli, pronti e lucidi come appena alzati con un buon caffè.
Ci buttiamo a rapire minuti di sonno travagliato, attimi di riposo, tra una telefonata e la successiva.
“Che spreco!” penso. Una bella ragazza, giovane e in carne. Morbida e tiepida. Qui su un materasso mentre potrebbe essere tra le braccia di un uomo, o di una donna.
Solo un camice a ricoprirmi, mi rannicchio per non prendere freddo, tiro su il bavero per trattenere il mio calore.
La mente va al mio letto di casa dove un ragazzottone se ne sta tutto solo e triste senza la sua donna, senza un'amante da coccolare (spero ovviamente che non trovi una supplente, in mia temporanea assenza, se no gli strappo gli occhi con le unghie, così, per inciso).
Voglia di adagiarmi sul corpo di un uomo. Sul 'mio' uomo.
Voglia di una mascella prominente, un capello biondino un po' lungo sul collo, crespo, lievemente ricciuto. Occhio azzurro dolce, ma forte.
Voglia di riempire i suoi spazi, adattare il mio corpo morbido e duttile, per riempire i suoi vuoti.
Le mie braccia nell'incavo delle sue ascelle, i miei seni negli spazi vuoti dei suoi pettorali e nelle rientranze degli addominali, liquidamente a riempire le sue rientranze. Tessuto soffice a colmare cavità, come uno stucco nelle fessure di un muro grezzo.
Il mio capo nella rientranza tra la sua spalla, il collo ed il mento, ad aderire come un puzzle perfetto.
Il mio ventre piatto sui suoi addominali scolpiti. Le mie cosce intervallate alle sue.
Le sue mani ad avvolgermi la schiena, tra i glutei, lungo le cosce, tra i seni le sue labbra negli spazi del mio collo. La pienezza tra le sue gambe nel vuoto tra le mie. Perchè ogni spazio negativo trovi spiegazione in uno spazio positivo. Incastrati, complementari.
Io, soffice e calda sui muscoli sodi e rigidi.
Completarsi, trovare una unione e formare un tutt'uno tra i nostri corpi, le nostre menti, i nostri spiriti ed i nostri cuori.
Giacere così, uno avvinghiato, compenetrato all'altra, come una cosa sola, per tutta la notte.
I ricoveri, le persone che si svegliano di notte spaventate e in pieno delirio.
I controlli dei parametri, qualche glicemia alta, qualche pressione bassa, qualcuno che desatura, qualcuno che ha la febbre.
Le terapie giuste per ognuno.
Qualche esame da controllare, le telefonate al laboratorio.
E poi finalmente mi butto su un materasso, una superficie orizzontale e morbida.
Niente lenzuola e coperte, la direzione ritiene che i medici di notte non possano sdraiarsi a dormire una mezz'oretta, due ore di seguito se va bene. Guardia attiva tutta la notte e alle 6 di mattina dopo 8 ore di veglia dovremmo essere svegli, pronti e lucidi come appena alzati con un buon caffè.
Ci buttiamo a rapire minuti di sonno travagliato, attimi di riposo, tra una telefonata e la successiva.
“Che spreco!” penso. Una bella ragazza, giovane e in carne. Morbida e tiepida. Qui su un materasso mentre potrebbe essere tra le braccia di un uomo, o di una donna.
Solo un camice a ricoprirmi, mi rannicchio per non prendere freddo, tiro su il bavero per trattenere il mio calore.
La mente va al mio letto di casa dove un ragazzottone se ne sta tutto solo e triste senza la sua donna, senza un'amante da coccolare (spero ovviamente che non trovi una supplente, in mia temporanea assenza, se no gli strappo gli occhi con le unghie, così, per inciso).
Voglia di adagiarmi sul corpo di un uomo. Sul 'mio' uomo.
Voglia di una mascella prominente, un capello biondino un po' lungo sul collo, crespo, lievemente ricciuto. Occhio azzurro dolce, ma forte.
Voglia di riempire i suoi spazi, adattare il mio corpo morbido e duttile, per riempire i suoi vuoti.
Le mie braccia nell'incavo delle sue ascelle, i miei seni negli spazi vuoti dei suoi pettorali e nelle rientranze degli addominali, liquidamente a riempire le sue rientranze. Tessuto soffice a colmare cavità, come uno stucco nelle fessure di un muro grezzo.
Il mio capo nella rientranza tra la sua spalla, il collo ed il mento, ad aderire come un puzzle perfetto.
Il mio ventre piatto sui suoi addominali scolpiti. Le mie cosce intervallate alle sue.
Le sue mani ad avvolgermi la schiena, tra i glutei, lungo le cosce, tra i seni le sue labbra negli spazi del mio collo. La pienezza tra le sue gambe nel vuoto tra le mie. Perchè ogni spazio negativo trovi spiegazione in uno spazio positivo. Incastrati, complementari.
Io, soffice e calda sui muscoli sodi e rigidi.
Completarsi, trovare una unione e formare un tutt'uno tra i nostri corpi, le nostre menti, i nostri spiriti ed i nostri cuori.
Giacere così, uno avvinghiato, compenetrato all'altra, come una cosa sola, per tutta la notte.
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