La Ela (ep. 3)
di
Heroindio
genere
tradimenti
Giovedì c’era la pausa prima dei colloqui. Anche io, come aveva fatto la Ela col marito, avevo detto a Corinna che sarei stato impegnato a scuola fino all'una e mezza.
Il Motel si trovava a tre kilometri dal liceo. La Ela ha parcheggiato davanti a un centro commerciale nei paraggi. L’ho caricata in macchina e l'ho baciata sulla guancia. Vestiva elegante e portava con sé una borsa a tracolla che era più grande del solito. Ero eccitato e stavo per venire nei boxer.
Mentre guidavo, ho spostato la mano dalla leva del cambio alla coscia e gliel'ho accarezzata. Quando mi sono avvicinato alla figa, lei ha aperto le gambe. Non gliel'ho toccata, mi sono limitato a sfregare il dito intorno. I pantaloni erano bagnati e sentivo che aveva il respiro lungo. Mi sono girato verso di lei per baciarla. Mi guardava ed era agitata.
-Non fare stronzate- mi ha detto sottovoce -Guarda la strada-
Siamo arrivati al motel, abbiamo pagato la doppia. Siamo entrati in camera e lei ha tolto fuori dalla borsa una bottiglia di vodka alla fragola e due bicchieri da freezer.
Ho pensato che con l’alcool in circolo sarei durato di più.
-Beviamo e spogliamoci- mi ha detto.
Le ho chiesto di non togliersi i calzini perché lo avrei fatto io.
Ci siamo scolati due bicchieri a testa, ci siamo svestiti e l’ho abbracciata. Ho annusato nella piega di pelle sotto le tette. C'era un po’ di sudore. L'ho leccato. Poi l'ho presa in braccio e l'ho stesa sul letto. Ho riempito ancora i bicchierini e ce li siamo ingollati. Mi sono inginocchiato ai suoi piedi, le ho alzato le gambe e ho posato il naso e le guance sui calzini. Erano ancora umidi nonostante ci fossimo tolte le scarpe da un po’ di minuti. Li ho sfilati via. Ho cominciato a lustrarle la pianta dei piedi con la lingua. Erano calde e salate. Lei rideva gemendo. Si è alzata col busto verso di me ed ha preso il mio viso fra le mani chiedendomi di scoparla. Le ho detto di aspettare un attimo e mi sono piegato a slinguare la figa.
La Ela si contorceva. Ho visto che il clitoride era in erezione. Gliel’ho succhiato. Poi mi sono messo a leccarla di nuovo sotto le tette. Si è chinata verso di me e mi ha sussurrato qualcosa.
Ha alzato il bacino e ha cominciato a spingerlo e sfregarlo sulla pancia. Mi sono tirato su e le ho passato la lingua sul collo. L'ho accarezzata sulla guancia e sull'altra l'ho baciucchiata. Poi l'ho pregata che mi sputasse sulla mano. Quando la saliva, che mi stava vomitando sul palmo, mi è sembrata abbastanza, me la sono spalmata sulla cappella del cazzo e gliel'ho ficcato. Mentre lo spingevo dentro, la vagina scorreggiava. Le ho alzato le braccia e mi sono piegato di lato per leccarle le ascelle. Il sapore era aspro e avevano un odore di cipolla.
-Me le sono rasate ieri sera e stamattina non le ho lavate- mi ha detto. Mi sono eccitato. L'ho tirato fuori e le sono venuto sulla pancia mentre premevo col muso sulla sua guancia.
Poi l'ho guardata, di profilo mi sembrava una befana.
Ho abbassato le palpebre per evitare il suo sguardo. Le ho rialzate dopo una quindicina di secondi. Mi sentivo sporco sulla pancia e non avrei voluto baciarla.
Si è girata verso di me: -fammi venire, Roby-
Ho cominciato a frizionare il clitoride con le dita, ho chiuso gli occhi e me la sono slinguata. Lei ha alzato di nuovo le braccia ma io non mi sono piegato per leccare l'ascella. Mi sono soffermato a baciarla sotto l'orecchio. La figa era abbastanza umida. Ci ho rinfilato l'uccello. Era floscio ma sono riuscito a scopare. Ho sollevato le sue cosce, le ho afferrate da sotto le ginocchia e gliele ho schiacciate addosso. Avevo i suoi piedi a pochi centimetri dal viso. Lei ha socchiuso gli occhi.
-Sì, sì, leccami i piedi- mi ha detto.
Mi sono rieccitato. Il cazzo si è indurito e quei piedi in aria mi attizzavano. Me ne sono messo in bocca uno e ho notato che il suo profilo mi piaceva di nuovo. Lo sperma che si era appiccicato sulle nostre pance non mi disgustava più.
-Tesoro, quando vieni, dimmelo- le ho chiesto
-Va bene, Amore. Ma dimmi cose porche!- mi ha risposto.
-Sei una cagna-
-Siiii!!! Sono la tua cagna!-
-Abbaia, Puttana-
Ha avuto delle contrazioni. Muoveva le gambe a scatti.
Ho smesso di penetrarla e le ho piazzato il cazzo in faccia mentre mi segavo.
Quando ho iniziato a eiaculare, lei ha aperto la bocca si è fatta schizzare dentro.
Poi mi sono lasciato cadere sul letto accanto a lei, mi sono voltato e mi sono messo supino e lei ha appoggiato la testa sul mio petto.
Abbiamo dormito per una ventina di minuti. Poi ci siamo alzati e abbiamo fatto la doccia.
Ci siamo rivestiti e siamo scesi. In macchina, mentre l'accompagnavo al parcheggio dell'ipermercato, mi ha pizzicato il capezzolo. Ho sentito la testa vuota. Mi sono allungato sul lato del passeggero e stavo per baciarla, ma ho udito il clacson di un mezzo di trasporto e poi c'è stato un botto.
Il Motel si trovava a tre kilometri dal liceo. La Ela ha parcheggiato davanti a un centro commerciale nei paraggi. L’ho caricata in macchina e l'ho baciata sulla guancia. Vestiva elegante e portava con sé una borsa a tracolla che era più grande del solito. Ero eccitato e stavo per venire nei boxer.
Mentre guidavo, ho spostato la mano dalla leva del cambio alla coscia e gliel'ho accarezzata. Quando mi sono avvicinato alla figa, lei ha aperto le gambe. Non gliel'ho toccata, mi sono limitato a sfregare il dito intorno. I pantaloni erano bagnati e sentivo che aveva il respiro lungo. Mi sono girato verso di lei per baciarla. Mi guardava ed era agitata.
-Non fare stronzate- mi ha detto sottovoce -Guarda la strada-
Siamo arrivati al motel, abbiamo pagato la doppia. Siamo entrati in camera e lei ha tolto fuori dalla borsa una bottiglia di vodka alla fragola e due bicchieri da freezer.
Ho pensato che con l’alcool in circolo sarei durato di più.
-Beviamo e spogliamoci- mi ha detto.
Le ho chiesto di non togliersi i calzini perché lo avrei fatto io.
Ci siamo scolati due bicchieri a testa, ci siamo svestiti e l’ho abbracciata. Ho annusato nella piega di pelle sotto le tette. C'era un po’ di sudore. L'ho leccato. Poi l'ho presa in braccio e l'ho stesa sul letto. Ho riempito ancora i bicchierini e ce li siamo ingollati. Mi sono inginocchiato ai suoi piedi, le ho alzato le gambe e ho posato il naso e le guance sui calzini. Erano ancora umidi nonostante ci fossimo tolte le scarpe da un po’ di minuti. Li ho sfilati via. Ho cominciato a lustrarle la pianta dei piedi con la lingua. Erano calde e salate. Lei rideva gemendo. Si è alzata col busto verso di me ed ha preso il mio viso fra le mani chiedendomi di scoparla. Le ho detto di aspettare un attimo e mi sono piegato a slinguare la figa.
La Ela si contorceva. Ho visto che il clitoride era in erezione. Gliel’ho succhiato. Poi mi sono messo a leccarla di nuovo sotto le tette. Si è chinata verso di me e mi ha sussurrato qualcosa.
Ha alzato il bacino e ha cominciato a spingerlo e sfregarlo sulla pancia. Mi sono tirato su e le ho passato la lingua sul collo. L'ho accarezzata sulla guancia e sull'altra l'ho baciucchiata. Poi l'ho pregata che mi sputasse sulla mano. Quando la saliva, che mi stava vomitando sul palmo, mi è sembrata abbastanza, me la sono spalmata sulla cappella del cazzo e gliel'ho ficcato. Mentre lo spingevo dentro, la vagina scorreggiava. Le ho alzato le braccia e mi sono piegato di lato per leccarle le ascelle. Il sapore era aspro e avevano un odore di cipolla.
-Me le sono rasate ieri sera e stamattina non le ho lavate- mi ha detto. Mi sono eccitato. L'ho tirato fuori e le sono venuto sulla pancia mentre premevo col muso sulla sua guancia.
Poi l'ho guardata, di profilo mi sembrava una befana.
Ho abbassato le palpebre per evitare il suo sguardo. Le ho rialzate dopo una quindicina di secondi. Mi sentivo sporco sulla pancia e non avrei voluto baciarla.
Si è girata verso di me: -fammi venire, Roby-
Ho cominciato a frizionare il clitoride con le dita, ho chiuso gli occhi e me la sono slinguata. Lei ha alzato di nuovo le braccia ma io non mi sono piegato per leccare l'ascella. Mi sono soffermato a baciarla sotto l'orecchio. La figa era abbastanza umida. Ci ho rinfilato l'uccello. Era floscio ma sono riuscito a scopare. Ho sollevato le sue cosce, le ho afferrate da sotto le ginocchia e gliele ho schiacciate addosso. Avevo i suoi piedi a pochi centimetri dal viso. Lei ha socchiuso gli occhi.
-Sì, sì, leccami i piedi- mi ha detto.
Mi sono rieccitato. Il cazzo si è indurito e quei piedi in aria mi attizzavano. Me ne sono messo in bocca uno e ho notato che il suo profilo mi piaceva di nuovo. Lo sperma che si era appiccicato sulle nostre pance non mi disgustava più.
-Tesoro, quando vieni, dimmelo- le ho chiesto
-Va bene, Amore. Ma dimmi cose porche!- mi ha risposto.
-Sei una cagna-
-Siiii!!! Sono la tua cagna!-
-Abbaia, Puttana-
Ha avuto delle contrazioni. Muoveva le gambe a scatti.
Ho smesso di penetrarla e le ho piazzato il cazzo in faccia mentre mi segavo.
Quando ho iniziato a eiaculare, lei ha aperto la bocca si è fatta schizzare dentro.
Poi mi sono lasciato cadere sul letto accanto a lei, mi sono voltato e mi sono messo supino e lei ha appoggiato la testa sul mio petto.
Abbiamo dormito per una ventina di minuti. Poi ci siamo alzati e abbiamo fatto la doccia.
Ci siamo rivestiti e siamo scesi. In macchina, mentre l'accompagnavo al parcheggio dell'ipermercato, mi ha pizzicato il capezzolo. Ho sentito la testa vuota. Mi sono allungato sul lato del passeggero e stavo per baciarla, ma ho udito il clacson di un mezzo di trasporto e poi c'è stato un botto.
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