La nascita di un padrone - Definitivo

di
genere
dominazione

Dopo qualche tempo, quando Marisa era solo uno splendido ricordo, successe una cosa che inizialmente mi destabilizzò, ma che poi indirizzò in maniera definitiva il mio orientamento sessuale. Le mie fantasie erotiche e i miei tentativi di approccio riusciti o meno, erano sempre costantemente rivolte al mondo femminile. Almeno fino a quando mia madre non assunse Antony, un giovane domestico mauriziano, per nulla effeminato o omosessuale, sia chiaro, ma con una forte indole da sottomesso. Sempre molto disponibile e servizievole. Anche troppo. Tanto che in breve tempo divenne la vittima preferita di mia sorella Stefania, un anno più piccola di me, capricciosa, dispotica e già con atteggiamenti da troietta.

Antony veniva tre volte alla settimana e in quelle 4 ore di lavoro, oltre che fare le pulizie, doveva sottostare ai capricci di mia sorella, che lo chiamava per qualunque cosa. Lo mandava ovunque a prendergli la qualsiasi. Tante volte, solo per il gusto sadico, gli faceva fare due o tre viaggi andata e ritorno per la stessa cosa. Se ritardava, lo redarguiva con asprezza. Sporcava a posta dove il ragazzo aveva già pulito per farglielo rifare. Mai un grazie o un per favore. Ordini secchi e perentori. Lo trattava come uno schiavo insomma, ma Antony mai un lamento, un accenno di ribellione. Obbediva senza tentennamenti con quel “Si Stefania subito” scusandosi pure anche se non aveva torto.

Un giorno addirittura assistetti di nascosto ad una scena incredibile. Mentre uscivo dal bagno, nella stanza accanto, quella di mia sorella, sentii parlare sottovoce e incuriosito mi avvicinai alla porta che era socchiusa in modo tale che riuscì a guardare senza essere visto. Vidi mia sorella che stava umiliando Antony mettendogli i piedi in faccia. Il ragazzo stava disteso in terra e lei seduta sul letto ne usava il viso come una stuoia mentre sottovoce lo rimproverava: “Per colpa tua ho i piedi tutti bagnati...devi dirmelo prima quando lavi i pavimenti...lo fai a posta per farmi ammalare, vero?...ma io me li asciugo sulla tua faccia da stronzo!”. Poi dopo un po di quel supplizio, lo fece alzare. Con un piede gli toccò, premendoglielo, il pube e gli fece:”Fammi vedere il cazzo!...vediamo se come dicono, i negri ce l'avete così grosso”. Antony, sempre obbediente e sottomesso, ebbe stavolta un attimo di esitazione e le fece:”No ti prego Stefania...se viene tua madre? Di là c'è pure tuo fratello...se ci scoprono, tua madre mi licenzia...”
Stefania spiazzata dall'inaspettata reazione: “Ho detto che voglio vederti il cazzo...ubbidisci! Mia madre torna stasera e mio fratello è nella sua stanza a farsi le seghe al computer...non ci scopre nessuno...piuttosto se non mi ubbidisci sempre e comunque, qualsiasi cosa ti ordino, sarò io a farti licenziare...basta che dico a mia madre che hai tentato di violentarmi...chiaro?

Antony: “Si Stefania”. Quindi si abbassa i pantaloni, le mutande e gli mostra il cazzo penzolante.
Stefania: “Uuh niente male...è bello grosso!”. Cosi glielo prese con i piedi e iniziò a segarlo lentamente, mentre lo guardava con soddisfazione e malizia. Quel cazzo in pochissimo tempo fu dritto e duro. Ma sul più bello, Stefania mollò la presa e cacciò via in malo modo Antony:”Ti stava piacendo, vero?...ma che ti sei messo in testa che ti facevo da puttana? ...torna a lavorare e guai a te se dici anche mezza parola su questa cosa, capito?”.

Mentre Antony guadagnava la via dell'uscita, io immediatamente sgattaiolai allontanandomi dalla fessura della porta e mi richiusi in bagno. Mi sedetti sulla tazza del water e pensai a quella scena che avevo appena visto. La sommai con altre in cui il ragazzo veniva trattato da vero e proprio schiavo senza reazione alcuna. E mi si indurì il cazzo. Mi masturbai due volte.
Da quel momento vidi Antony sotto un altro aspetto. La sua sottomissione mi faceva l'effetto di una donna nuda. Preciso identico. Nelle mie masturbazioni mattutine non c'era solo la figa, c'erano pure immagini in cui umiliavo Antony costringendolo a prendermelo in bocca o a farsi inculare. Incredibile quello che mi stava succedendo. Lo desideravo come mio schiavo alla stessa maniera di come desideravo scoparmi una gran fica.

Quindi, pure io con lui iniziai a non usare più i grazie, i per favore. Anche io, ordini perentori. E pure con me, Antony era zelante e sottomesso. Nessun accenno di ribellione o di fastidio. Sta cosa mi piaceva. Me lo faceva venire duro, tanto da andarmi a masturbare. Così un giorno in cui ero particolarmente arrapato (cioè sempre!),osai andare oltre le fantasie. Stavo seduto sul bidet, avevo il cazzo duro e voglioso. Chiamai Antony che nel giro di pochissimo fu davanti a me: “Si Luca, dimmi”
Io:”Antony, lavami il pisello, che mi fanno male le mani!”

Antony rimase di stucco alla mia richiesta e rimase immobile. Forse pensava stessi scherzando, ma io lo incalzai: “Avanti...non perdere tempo...dai!”.
Così titubante s'inginocchiò. Quando ebbe il mio cazzo davanti, mi guardò in faccia con l'espressione stupefatta per quanto ce lo avevo grosso. Poi me lo prese in una mano, con l'altra iniziò a sciacquarmelo e sempre con stupore mi fa: “Ma ce l'hai durissimo!”.
Non gli risposi. Mimandolo con una mano gli feci:”Basta acqua! Fammi un po' di su e giù che mi piace!”
Antony eseguì senza fiatare. Iniziò a segarmi dolcemente. Porca miseria, mi piaceva da impazzire come se a masturbarmi fosse una donna. La sega infatti non durò molto. Gli ordinai di aumentare la velocità e schizzai una quantità industriale di sperma, che pure Antony si meravigliò.

Un altro pomeriggio osai ancora di più. Approfittando che mia sorella fosse anche lei fuori casa, lo feci venire in camera mia dove mi feci trovare nudo disteso sul letto che dolcemente mi masturbavo. Come me lo vidi davanti gli feci: “Lo vedi cosa mi provochi ogni volta che ti vedo?...ora mi devi fare un pompino per farmi calmare”.
Mi sarei aspettato una sua reazione contrariata, invece Antony mi rispose soltanto che non lo aveva mai fatto in quanto non era omosessuale, dunque non sapeva come fare.
Io, lesto gli mostrai un video a tema sul mio pc e gli ordinai di fare gli stessi movimenti. Il ragazzo li osservò attento e inizio ad applicarli sul mio cazzo. Imparò in fretta e bene Antony. Succhiava e leccava che era uno spettacolo. Mi fece un pompino fantastico. Ero così arrapato che non trovavo più differenza con una bocca di donna. Fu breve, gli sborrai in bocca e lui senza fare una piega, inghiottì. Ma uno, come al solito, non mi bastò. Così, vista la sua totale sottomissione alle mie voglie, diedi forma alle mie fantasie più porche. Mi alzai dal letto, lo feci mettere in ginocchio in modo da avere la sua faccia ad altezza del mio cazzo e lo scopai in bocca altre due volte, sborrandogli in entrambi le occasioni parte in bocca e parte in faccia. Poi, dopo che mi aveva soddisfatto, Antony, impassibile come se soddisfare le mie voglie fosse tra le normali mansioni di domestico, tornò al suo posto, a far le pulizie di casa come se nulla fosse e nulla raccontava a mia madre.

Nel tempo che rimase a lavorare in casa, ne seguirono altre di queste situazioni. Quel suo ubbidire ai miei ordini, quel sottostare alla mia libidine, senza stancarsi o minimamente lamentarsi mi faceva impazzire di piacere come se fossi con una bella fica. Allora non lo capivo il perchè. Mi piaceva e ne approfittavo. Lo capii crescendo, uscito fuori da casa, fino ai giorni nostri dove sono sempre di più attratto da persone dall'indole sottomessa. Insomma ho capito di essere un master, un padrone. Mi piace sottomettere e umiliare senza fare più distinzioni tra femmine e maschi. Anzi se riesco ad averli entrambi ai miei ordini, è ancora meglio. L'importante è che si lascino abusare sessualmente da me. Come la vita che sto conducendo adesso, in cui ormai trentenne convivo con una coppia di giovanissimi schiavi, maschio e femmina, che a tutte le ore del giorno e della notte si lasciano felicemente abusare da me.
scritto il
2021-10-01
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