La moglie schiava - La nuova compagna del marito (parte 5)
di
Kugher
genere
sadomaso
“Accettava tutto?”
“Una cosa graduale con alcune rapide accelerazioni. La trovavo sempre bagnatissima ed iniziai a dosarle il piacere, fino a farle avere l’orgasmo una volta al mese circa. Questo la lasciava in costante stato di eccitazione, sempre pronta a soddisfarmi al meglio sperando che quella volta le lasciassi avere l’orgasmo”.
“E come facevi a farle avere l’orgasmo? Durante il sesso?”
“No, prima godevo io. Magari poi la facevo inginocchiare a gambe larghe e mentre guardavo la tv le passavo l’alluce sul sesso fino a farla godere. Altre volte accavallavo la gamba, lei si metteva cavalcioni sul piede, mi stringeva la gamba e si masturbava col mio piede, che poi, avuto l’orgasmo, doveva pulire con la lingua. Oppure mi facevo leccare il piede mentre lei, prostrata, si masturbava. Poteva anche essere che la facessi arrivare sull’orlo per poi negarglielo. In questo modo lei restava tesa fino a quando non avesse provato piacere”.
“Ma è tremenda questa cosa!”.
“Sì, vero, ma la faceva sentire in mio possesso, in mio potere, senza nessuna certezza e tutto lasciato al mio capriccio o divertimento. In quel caso si accasciava e mi supplicava umiliandosi. A volte cedevo, altre la allontanavo col piede mandandola a fare qualche lavoro”.
Edith prese in mano il pene dell’uomo per accarezzarlo, passando anche la mano sui testicoli. L’intento era di eccitarlo, al pari della sua situazione nell’ascoltare il racconto del rapporto tra il suo compagno e la moglie.
“Come fece lei con il suo lavoro?”
“Fece part-time. Non ci servimmo più della donna che veniva a fare le pulizie in modo che se ne occupasse solo lei. Quindi al mattino lavorava e, al pomeriggio, doveva fare i lavori di casa. Non poteva mai stare ferma. Puliva, lavava, stirava e quando tutto era pulito ricominciava da capo. Le ordinai di non usare più la lavastoviglie. Io alla sera controllavo e se non avessi trovato perfettamente pulito o stirato, la punivo, oltre ad ordinarle di rifare il lavoro, incurante della sua stanchezza”.
“Ti eccitava la cosa?”
“Sì, saperla mia domestica mi piaceva. Mi eccitava essere al lavoro o in palestra e sapere che la mia bella e giovane moglie stava facendo la serva, faticando. Ovviamente smise di andare in palestra per concentrarsi unicamente sui lavori di casa. Lei mi confessò che farlo in assenza del Padrone è ancora più umiliante. La toccai tra le gambe mentre me lo diceva e la trovai pronta”.
“La stessa cosa che dovrebbe fare anche con me?”
“Certo, in quanto schiava è giusto che faccia i lavori, quindi pulisca, lavi, stiri e tutto quanto noi riterremo che debba fare”.
Mentre Diego raccontava, Edith cominciò a baciargli il petto in modo sensuale. Le sue dita lo accarezzavano dall’ano fino al pene.
“Misi le telecamere in casa e le ordinai, a seconda del mio desiderio, di fare i lavori o vestita da cameriera o nuda. Ogni tanto interrompevo il lavoro e la guardavo. Mi piaceva molto. A volte le mandavo un messaggio per darle qualche ordine e lei capiva che la stavo guardando. Mi confessò che si eccitava, lo trovava umiliante e degradante. Così cominciai a pretendere che i pavimenti li lavasse senza spazzolone a 4 zampe”.
“Una cosa graduale con alcune rapide accelerazioni. La trovavo sempre bagnatissima ed iniziai a dosarle il piacere, fino a farle avere l’orgasmo una volta al mese circa. Questo la lasciava in costante stato di eccitazione, sempre pronta a soddisfarmi al meglio sperando che quella volta le lasciassi avere l’orgasmo”.
“E come facevi a farle avere l’orgasmo? Durante il sesso?”
“No, prima godevo io. Magari poi la facevo inginocchiare a gambe larghe e mentre guardavo la tv le passavo l’alluce sul sesso fino a farla godere. Altre volte accavallavo la gamba, lei si metteva cavalcioni sul piede, mi stringeva la gamba e si masturbava col mio piede, che poi, avuto l’orgasmo, doveva pulire con la lingua. Oppure mi facevo leccare il piede mentre lei, prostrata, si masturbava. Poteva anche essere che la facessi arrivare sull’orlo per poi negarglielo. In questo modo lei restava tesa fino a quando non avesse provato piacere”.
“Ma è tremenda questa cosa!”.
“Sì, vero, ma la faceva sentire in mio possesso, in mio potere, senza nessuna certezza e tutto lasciato al mio capriccio o divertimento. In quel caso si accasciava e mi supplicava umiliandosi. A volte cedevo, altre la allontanavo col piede mandandola a fare qualche lavoro”.
Edith prese in mano il pene dell’uomo per accarezzarlo, passando anche la mano sui testicoli. L’intento era di eccitarlo, al pari della sua situazione nell’ascoltare il racconto del rapporto tra il suo compagno e la moglie.
“Come fece lei con il suo lavoro?”
“Fece part-time. Non ci servimmo più della donna che veniva a fare le pulizie in modo che se ne occupasse solo lei. Quindi al mattino lavorava e, al pomeriggio, doveva fare i lavori di casa. Non poteva mai stare ferma. Puliva, lavava, stirava e quando tutto era pulito ricominciava da capo. Le ordinai di non usare più la lavastoviglie. Io alla sera controllavo e se non avessi trovato perfettamente pulito o stirato, la punivo, oltre ad ordinarle di rifare il lavoro, incurante della sua stanchezza”.
“Ti eccitava la cosa?”
“Sì, saperla mia domestica mi piaceva. Mi eccitava essere al lavoro o in palestra e sapere che la mia bella e giovane moglie stava facendo la serva, faticando. Ovviamente smise di andare in palestra per concentrarsi unicamente sui lavori di casa. Lei mi confessò che farlo in assenza del Padrone è ancora più umiliante. La toccai tra le gambe mentre me lo diceva e la trovai pronta”.
“La stessa cosa che dovrebbe fare anche con me?”
“Certo, in quanto schiava è giusto che faccia i lavori, quindi pulisca, lavi, stiri e tutto quanto noi riterremo che debba fare”.
Mentre Diego raccontava, Edith cominciò a baciargli il petto in modo sensuale. Le sue dita lo accarezzavano dall’ano fino al pene.
“Misi le telecamere in casa e le ordinai, a seconda del mio desiderio, di fare i lavori o vestita da cameriera o nuda. Ogni tanto interrompevo il lavoro e la guardavo. Mi piaceva molto. A volte le mandavo un messaggio per darle qualche ordine e lei capiva che la stavo guardando. Mi confessò che si eccitava, lo trovava umiliante e degradante. Così cominciai a pretendere che i pavimenti li lavasse senza spazzolone a 4 zampe”.
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