La prima volta di Regina

di
genere
etero

Regina s’incontrò con Emanuele. Emanuele aveva 27 anni ed era vestito con una polo, dei jeans e delle scarpe nere.
Regina aveva 25 anni e indossava un maglione azzurro, una minigonna nera a pieghe, delle calze nere con delle decorazioni a piccoli rombi in rilievo e delle scarpe nere col tacco.
La ragazza aveva dei capelli neri lunghi lisci, altezza media, fisico magro e slanciato, bel viso, belle gambe, di carattere era leggermente insicura e ansiosa; ai tempi del liceo veniva considerata "la sfigata" dalle altre ragazze e ancora veniva sculacciata da sua mamma.
Emanuele e Regina si piacevano, quando si incontravano c'era intesa, c'era piacere tra loro; quel giorno parlarono a lungo e si guardavano negli occhi. Le rispettive mamme di Emanuele e Regina sapevano questa cosa e spingevano affinché i due si fidanzassero.
Mentre passeggiavano, passarono davanti a una locandina che ritraeva, dalla vita in giù, un ragazzo sdraiato e una ragazza sdraiata su di lui, entrambi nudi; Regina con tono ironico e malizioso disse: "Quand'è che noi ci mettiamo così?" Emanuele provò un misto d’imbarazzo ed eccitazione e non seppe risponderle.
Dopo un po' si sedettero, Regina, visibilmente attratta ed eccitata, iniziò prima a muovere le gambe, accavallarle, spostarle e poi a massaggiarle lentamente, lisciandosi le calze.
Con visibile tensione emotiva, Regina si grattò le calze e la cosa eccitò Emanuele che le disse: "Belle queste calze, dove le hai comprate?" E Regina: "Grazie, alla Standa". Emanuele le domandò: "Ma non hai quelle nere senza decorazioni? Quelle normali?"; Regina per un attimo non capì e disse: "Quali sarebbero? Ah sì! No, non ce l'ho".
Regina quindi prese le mani di Emanuele e iniziò lentamente e delicatamente ad accarezzarle, gli accarezzava anche il braccio e la cosa piacque a Emanuele.
Poi lo abbracciò al collo rimanendo un po' così.
Dopo, iniziò a dargli dei baci delicati sulle guance, sul mento, vicino le orecchie, sul collo; Emanuele iniziò a eccitarsi.
Smise di baciarlo e accostata la bocca vicino l'orecchio, iniziò a parlottargli piano, sussurrando dolcemente. A Emanuele crebbe l'eccitazione e sentì il suo membro indurirsi dentro gli slip; gli ricordava quando da piccolo sua mamma gli parlottava dolcemente e gli dava dei baci molto leggeri.
Dopodiché Regina iniziò a dargli una serie di leggeri baci sulle labbra, poi esclamò: "Amore mio!!" e iniziò a baciarlo sempre più intensamente, fino a infilargli la lingua; Emanuele poteva sentire la lingua di Regina nella sua bocca. Regina esclamò: "Te la devo infilare tutta fino in gola la mia lingua!" Emanuele esclamò: "Reginetta mia!!"
Poi andarono a casa da lei; prima di iniziare, Regina con voce insicura gli disse: "Amore, senti... devo dirti una cosa...", Emanuele le disse: "Dimmi tesoro" e Regina abbassando la testa, con voce bassa, a grande disagio e quasi piangendo gli disse: "Mia mamma ancora mi sculaccia..."; la cosa eccitò Emanuele che incuriosito le disse: "Ah, davvero? Ma a sedere nudo?" E Regina vergognosa e tutta rossa annuì.
Emanuele allora, sempre più eccitato, sdraiò Regina sul letto e le infilò la testa dentro la minigonna in mezzo alle gambe. Iniziò con le labbra a solleticarle l'inguine e a leccarle le calze. Regina sentiva la sua eccitazione crescere, i suoi umori iniziarono a bagnare la sua mutandina e fu scossa da una risata nevrotica.
Emanuele uscì con la testa, le afferrò le caviglie, le spinse le gambe all'indietro esponendole il sedere e iniziò ad annusarle le mutandine, rimanendo eccitato dall'odore che sentiva, un misto di sudore e di umori; Regina continuava a ridere nervosamente.
Poi le tolse le scarpe e iniziò a massaggiarle i piedi coperti dai collant decorati e a darle piccoli baci sui piedi.
Le annusò i piedi che odoravano intensamente e iniziò a leccarli. Dopo averli leccati, li mise in bocca succhiando le dita tra le risate nevrotiche di Regina.
Poi si distese, Regina si sdraiò sopra di lui e si baciarono. Regina, visibilmente emozionata e insicura, si distaccò dalla bocca di Emanuele, fece un sospiro, gli sussurrò lentamente nell'orecchio e gli diede qualche bacio leggerissimo sempre nell'orecchio. Emanuele si tolse scarpe, polo, jeans e slip; Regina si sedette, prese Emanuele per un braccio e se lo distese sulle gambe dandogli 4-5 leggerissime sculacciate e accarezzandogli il sedere. Da lì Emanuele poteva vedere i piedi di Regina e sentiva il ruvido delle calze sulla sua pancia e sul suo pene; gli ricordava quando la sua mamma lo metteva nella stessa posizione per fargli fare le punture o sculacciarlo.
Poi Regina si tolse maglione, camicetta, minigonna e calze; rimanendo con un reggiseno bianco e una mutandina bianca all'antica, che copriva tutto il sedere. Emanuele le accarezzò i piedi e le bellissime gambe e le leccò i piedi che sapevano di aceto. Quindi Regina si alzò, aprì un cassetto, tirò fuori delle calze nere autoreggenti e se le infilò; le calze di Regina aumentarono l'eccitazione di Emanuele. Mentre si infilava le calze, Regina si piegò mettendo all'insù il sedere coperto dalle mutandine bianche, ed Emanuele le diede un paio di leggere sculacciate.
Ritornò sopra Emanuele che era eccitatissimo e spingeva il suo membro sulle mutandine di Regina, la quale si allontanò all'indietro, mise la sua testa tra le gambe di Emanuele, si mise in bocca il suo pisello e iniziò a succhiarlo, causandogli gemiti di eccitazione.
Poi Regina si alzò e un po' timidamente e goffamente si tolse la mutandina, Emanuele andò verso di lei e mettendole la testa tra le gambe, iniziò a leccargliela tutta e disse: "Regina, sei la mia regina!". Notò sul sedere di Regina un arrossamento e glielo accarezzò dolcemente; Regina con imbarazzo e frustrazione esclamò sospirando: "Eh, mia madre!! Sai come è fatta... tu non sai cosa si provi, a 25 anni, a stare sulle gambe di mamma a sedere all'insù e con la mutandina abbassata, a prendere le sue sculacciate".
Poi Emanuele si sdraiò e Rigina si mise intima sopra di lui, fischiò, gli fece l'occhiolino e gli disse: "Vai baby! Dai Manu, aprimela tutta!" Emanuele allora le disse: "Pronta Regina?" e la penetrò; Regina sospirò e disse: "Amore, dai, infilamelo tutto, fino in fondo!". Rimasero così a lungo, mentre Regina, a sederino all'insù, tra le risate isteriche faceva dei leggeri grattini con le unghie sul braccio di Emanuele, bisbigliandogli frasi dolci nell'orecchio; gli diceva: "Sei mio, ti amo". Emanuele sentiva il peso di Regina su di sé, sentiva il caldo attorno al suo membro.
Intanto i piedi di Regina, avvolti nelle calze nere, si strusciavano su quelli di Emanuele.
di
scritto il
2021-11-08
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