La vendetta di un impiegato, da vittima a carnefice – Capitolo 2

di
genere
dominazione

Quando entrò nella stanza rimasi sbalordito, si trattava della Signora Marzia Corti: una gentilissima donna sulla cinquantina, una signora un po’ sovrappeso con un po’ di pancetta e con un viso dolce, ma da un po’ di tempo con uno sguardo spento …e ora capivo il perché. È stata una delle prime colleghe che avevo conosciuto e con cui condividevo i break pomeridiani del dopo pranzo, tuttavia non ho mai avuto direttamente a che fare con lei dal punto di vista lavorativo. Veniva da un periodo difficile, la recente separazione con il marito, complicata dall’affidamento del figlio quindicenne; probabilmente la Valli aveva fatto leva su questo suo punto debole per tenerla in pugno e sottometterla: se si fosse venuto a sapere dell’accaduto avrebbe perso l’affidamento del figlio.
La Signora Corti appariva un po’ goffa vestita solo di un babydoll nero a maglie quadrettate larghe al punto da mettere in evidenza ogni particolare intimo: i seni erano grossi e rigogliosi, e i capezzoli, notevolmente allungati, fuoriuscivano dalle maglie del completo sexy, mentre la vagina compariva completamente depilata e con le grandi labbra anch’esse decisamente allungate verso il basso.
“Buon Pomeriggio Marzia! Hai visto? Oggi abbiamo un ospite che tu credo conosca…”
Marzia Corti mi vide e strabuzzò gli occhi come per rendersi conto di vedere ciò che realmente aveva davanti: un collega nudo che si masturbava. Incredula e con gli occhi lucidi, proferì un labile “ciao” e diventò immediatamente rossa in volto, mentre io abbassai la testa vergognandomi profondamente della mia umiliante condizione.
“Marzia! intanto che mi preparo, vai a dare una mano a Simone, tiragli per bene il cazzo ma senza farlo venire, mi raccomando…se vedo anche solo una goccia di sperma sul pavimento ti inculo a secco!”
La Valli, a pochi metri da noi, aprì un cassetto, tirò fuori uno strap-on con un fallo piuttosto grosso e lo indossò nel giro di poco tempo, mentre la signora Corti, senza mai incrociare il mio sguardo, stava segando il mio uccello, con molta delicatezza onde evitare di subire la terribile punizione annunciata dalla Valli.
“Brava Marzia! Ti piace il cazzo di Simone?”
“Si, Signora Padrona! Grazie per avermi offerto la possibilità di segarlo”
Erano frasi fatte come si fosse trattato di un robot programmato per rispondere in quel modo.
“Prego Marzia! Lo so che ti piacciono i cazzi, e per venerdì prossimo ti ho organizzato una bella gang bang con un po’ di amici…sei contenta?”
“Si, Signora Padrona! Grazie!”
“Ok, ma adesso mettigli un profilattico! …fallo con la bocca come fanno le puttane e poi continua a segarlo!”
La Signora Corti tolse il profilattico dalla confezione se lo mise tra le labbra, quindi puntò sulla cappella e spinse con la bocca, svolgendolo lungo l’asta fino a ricoprirla quasi del tutto. Dopo tanto disagio mi stavo sciogliendo e la vista di quell’atto mi fece eccitare non poco: non mi era mai capitato fino a quel momento che una mia partner avesse mai messo un preservativo con la bocca. Lo vidi solo in un film porno, ma sperimentarlo di persona era stato qualcosa di incredibilmente eccitante. Nel frattempo la Signora Corti aveva intensificato il movimento di mano provocando un aumento delle pulsazioni e un appesantimento del mio respiro. La manualità con cui mi masturbava lasciava intendere che avesse fatto una notevole esperienza in fatto di pratiche sessuali, sulle quali la Valli aveva sicuramente avuto un ruolo determinante. Altri due minuti con quella intensità e scoppiai in un orgasmo liberatorio riempiendo il profilattico di sperma.
“Bene! Lo hai fatto sborrare! Simone non togliere il preservativo e continua a masturbarti, perché adesso devi gustarti il nostro spettacolino…Tu cagna mettiti a quattro zampe e allargati il buco del culo così continuiamo l’opera di sfondamento del tuo culone!”
Monica Valli si era sfilata la gonna e aveva indossato lo strap-on tenendo indosso il resto del suo elegante tailleur. Il suo culo coperto del solo perizoma color argento era qualcosa di stratosferico e il mio uccello alla sua vista si stava indurendo nuovamente. Si era posizionata dietro la Signora Corti e aveva iniziato a penetrarla analmente, dapprima spingendo la cappella dentro e giocando a farla entrare e uscire, e poi ficcando violentemente tutto il fallo dentro il sedere di Marzia fino a farlo sparire. La reazione della Signora Corti si concretizzò in un grido soffocato, mentre la Valli la inculava duramente e senza pietà, divertita dalla sua sofferenza e dal mio stato di sottomissione. Quella bizzarra situazione mi aveva fatto eccitare nuovamente così da far diventare duro il mio uccello. Intanto, la Valli continuava a sodomizzare la Signora Corti senza sosta, mentre il viso di Marzia si riempiva di lacrime. Mi sentivo una merda! Avevo il cazzo duro in preda all’eccitazione generata da una sadica stronza che inculava selvaggiamente la mia collega di tanti momenti di relax. Purtroppo non riuscivo a controllare la mia eccitazione e dopo qualche decina di minuti, proprio quando la Valli assestava dei sonori schiaffi sulle natiche della Signora Corti, ebbi un secondo incredibile orgasmo. I nuovi getti di sperma si erano andati a cumulare con quello precedente impastato dentro il profilattico.
“Uhh, ma siamo venuti di nuovo!!! Questa vacca ti sta facendo proprio godere! Hai visto Marzia? Quel maiale del tuo amichetto ha sborrato esattamente nel momento in cui ti stavo facendo il culo rosso…”
Nel frattempo la Valli ci derideva e continuava a incularla mantenendo sempre lo stesso ritmo martellante.
“Hai sete tesoro?”
“Si signora Valli”
“Hai sentito maiale? Togliti il profilattico e mettiglielo in bocca…la troia sa che cosa deve fare, d’altra parte è una professionista…”
Marzia accolse tutto il profilattico dentro la bocca e usando la lingua, lo rivoltò versando il contenuto nella bocca.
“Mostraglielo baldracca!”
Marzia aprì la bocca mostrandomi lo sperma raccolto e subito dopo ingoiandolo.
“Ora mastica!”
La Valli si riferiva al profilattico rimasto nella bocca di Marzia che prontamente iniziò a trattare come fosse stata una chewing-gum. Non riuscivo a crederci! La signora Corti era completamente sottomessa e soggetta alle perversioni più degradanti che forse nemmeno una squallida prostituta avrebbe concesso.
Soddisfatta di quanto ottenuto e dopo aver selvaggiamente sodomizzato a lungo la sua vittima, la dottoressa Valli ci fece ricomporre e ci congedò.
“Cagna! Venerdì prossimo ti ho prenotato tre grossi cazzi, alle 16:00 in punto alla solita villa. Mi raccomando: buchi pronti oliati e ben allargati! D’altra parte converrà prepararti come si deve, pensa che uno di loro ha un cazzo con un diametro simile a quello di una lattina di birra. Tu Simone devi essere presente: ti invierò le coordinate per poterci raggiungere, darai una mano come facilitatore…poi ti spiegherò cosa significa e quindi che cosa sarai chiamato a fare…e poi ho una sorpresa per te…”.
Successivamente all’uscita della signora Corti, opportunamente rivestita affinché nessuno potesse vederla nello stato in cui si era presentata, ebbi il coraggio di fare una domanda alla mia aguzzina:
“Perché sta facendo questo alla povera signora Corti?”
Avrei potuto chiederle del perché lo facesse a me, ma conoscevo la risposta: le piacevo! e il suo modo di avermi era quello di dominarmi e sottomettermi in ogni modo e in ogni situazione, umiliandomi anche di fronte a terzi.
“Perché mi piace! Godo nel trattarla come una bambola e nell’usarla come uno straccio; a volte mi masturbo fino a tarda notte ripensando alle perversioni a cui la sottopongo…e poi quello che più mi fa impazzire è il contrasto tra ciò che le faccio fare e il suo viso d’angelo da signora per bene, non solo mi eccita a dismisura, ma mi fa fantasticare su mille altre perversioni che sicuramente metterò in pratica. E tu stronzetto fai parte di queste perversioni…! Quindi non preoccuparti per lei, perché arriverà anche il momento per il tuo culo…!”
Risposta perfetta per chiarire quanto fosse sadica e malvagia.
Quel venerdì presi le coordinate inviatemi dalla Valli, seguii le indicazioni stradali e mi ritrovai in una casa di campagna abbastanza ben isolata dal centro urbano e da altre abitazioni. Esternamente la villa si presentava in condizioni di abbandono, ossia poco curata e con la vegetazione fuori controllo.
Non appena arrivai, prima di poter entrare all’interno della casa, la Valli mi fece spogliare completamente nel porticato esterno, mi ordinò di mettere al collo un collare in pelle con le borchie e di indossare una cintura di castità completamente in acciaio che costringeva il mio pene dentro una ridottissima gabbia metallica impedendomi di dare un minimo sfogo alla mia eccitazione e stringendo le palle quanto bastava per provocare una continua leggera sofferenza. Chiuso il lucchetto, la mia persecutrice aveva riposto la chiave in una collana appesa al suo collo.
All’interno l’abitazione era praticamente priva di mobili, con le pareti spoglie di quadri o suppellettili di qualsiasi tipo, ad eccezione della sala principale. Quest’ultima era arredata di un grande letto, qualche divano e diversi strumenti di tortura, tutti costruiti con il medesimo legno di colore noce scuro: una croce a X con ferma polsi e ferma caviglie, una gogna, un cavalletto fatto a piramide con uno spigolo pronunciato e qualche altra diavoleria che non avevo mai visto nemmeno nei libri o in rete. Inoltre, sopra un lungo bancone in acciaio erano posizionati una serie di strumenti metallici, tra cui pinze, tenaglie, forbici, spilloni e tanto altro.
Rimasi turbato quando all’interno di una gabbia metallica posta in fondo alla sala vidi Marzia Corti con una ball-gag che le impediva di parlare. Era completamente nuda! Non appena mi accorsi della gabbia, la Valli rimarcò duramente la propria superiorità sulla povera vittima:
“Hai visto la vacca! certo non devi stupirti sul fatto che sia in una gabbia nuda, è una bestia e come tale non indossa vestiti!”
Al suono di una campanella, da una porta adiacente la sala, probabilmente uno spogliatoio, arrivarono tre robusti ragazzi vestiti solo di un tanga.
La Valli, che mi trascinava tirando a sé il guinzaglio, iniziava a dare i primi ordini ai tre uomini:
“Ragazzi, andate ad accogliere la vacca!”
I tre uomini andarono in prossimità della gabbia e iniziarono a sputare ininterrottamente per diversi minuti prendendo di mira la testa e il viso della povera donna.
Nel frattempo la Valli infieriva verbalmente sulla vittima e accarezzava le mie palle iniziando a tormentarmi:
“Troia! Ringrazia i ragazzi che ti onorano dei loro sputi!”
Marzia bofonchiava con la bocca semi-tappata, ringraziando in modo sommesso e ricevendo ulteriori sputi specialmente sulle labbra e sugli occhi. Subito dopo la fecero uscire dalla gabbia ed io iniziai ad esercitare la mia funzione di facilitatore sotto gli ordini del mio capo:
“Spalmale la saliva dappertutto, voglio vedere entrare tutte le tue dita in ogni suo orifizio e ben in profondità!”
Così mentre tutti gli altri stavano a guardare, io frugavo il corpo di Marzia che, inevitabilmente, iniziava a godere di quel trattamento, nonostante l’umiliazione appena patita: la sua passera era diventata un lago in pochi minuti. La mia cappella invece si era ingrossata e premeva sulla gabbietta metallica.
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
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2021-11-08
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