Mamma voglio leccarti 2
di
AASD43
genere
incesti
Dopo il primo tentativo, andato a vuoto, mi arrovellavo per trovare un qualcosa che risvegliasse la sessualità di mia madre che sembrava non avesse più nessun desiderio sessuale. Quel pomeriggio andammo come al solito a fare un riposino sul letto di mia madre e iniziammo a parlare. Io, naturalmente, con la mia solita idea fissa di chiavarmela, le chiesi se non le venissero mai le voglie e lei mi rispose che sì, le aveva anche lei ma cercava di non pensarci e se proprio erano voglie insistenti si arrangiava con il "fai da te" cioè con le sgrillettate. Le risposi che anch'io, purtroppo mi facevo le seghe ma pensavo solo a lei. Lei mi rispose che si faceva sì i ditalini, ma pensava nel frattempo al mio cazzo che non poteva avere per ovvii motivi: perchè ero suo figlio, perchè la chiesa non lo permetteva, perchè era reato penale, ecc. Io la guardai stupito e le chiesi come mai tutto questo la bloccasse dicendole che io me ne sbattevo delle convenzioni e che l'avrei chiavata seduta stante. Anzi le dissi che in quel preciso istante mi era venuta una voglia matta di appoggiarglielo sul culo, snza fare niente, La guardai fissamente e le chiesi: "Posso?". "Ma dai..." mi rispose ma senza convinzione. Anzi, le dissi, perchè non mi fai una sega tu che io ti faccio un ditalino? Non rispose. Si avvicinò a me, avvicino il suo viso al mio, appoggiò la sua bocca alla mia, dischiuse le labbra e mi ficcò la lingua in bocca. Sentii un godimento unito a una voglia di figa infinita. "A me è venuta un'idea migliore" mi disse. Rotolò sopra di me mentre si toglieva la vestaglietta a fiori che indossava. Rimase nuda e con movimenti veloci mi tolse pantaloni e mutande. Ero anch'io nudo come un verme. Si chinò sul mio cazzo , lo prese tutto in bocca, lo leccò per bene, si mise contro di me mentre ero supino e lo spinse nella sua figa. Godetti come un pazzo e sborrai subito, anzi schizzai più di due o tre volte. "Lascialo dentro" - mi diceva - "Vedrai che torna duro molto presto" e intanto mi accarezzava i coglioni, le natiche e le cosce. Nel frattempo il cazzo mi stava ritornando veramente duro e lei se ne accorse. "Stai immobile adesso e lascia che faccia io" - mi disse - e iniziò molto lentamente a muoversi su e giù. Nel frattempo mi stava facendo un succhiotto sul collo e mi faceva rabbrividire. Le chiesi: "Cosa vuoi che ti faccia adesso?" Mi rispose: "Leccami bene i capezzoli e succhiameli delicatamente! Non farmi male". "E quando sei stufo scendi e leccami tutta la figa: fuori e dentro con quella porcona di lingua che hai". Le ubbidii e feci quello che mi aveva detto. I suoi capezzoli diventarono grossi e duri. Io glieli leccavo e mordicchiavo furiosamente e le sussurravo: "Sei la figa più bella del mondo. Voglio chiavarti tutta. Dammela che voglio sborrare con te. Prendimi anche il cazzo in bocca. Ti voglio tutta. Voglio baciarti il culo. Voglio succhiarti la bocca e la lingua. Voglio baciarti e leccarti la figa. Voglio appoggiartelo fra le chiappe e fartelo sentire bene. Voglio farti anche un succhiotto sul collo e farti rimanere il segno, così tutti capiscono che sei roba mia. Sei la mia figa, la mia troia, la mia grandissima puttana. Dai dimmelo. Mi ripetè tutto quello che le avevo detto detto e in più mi disse: "Riempimi di sborra, lo sento che stai per venire". "E mi ficcò la lingua in bocca. Finalmente mia madre aveva ceduto alle mie voglie. Da quell'istante in poi l'avrei chiavata in qualsiasi momento avessi voluto. La sua figa, le sue tette, il suo culo e la sua bocca erano miei per sempre.
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