Emanuele e la puttana

di
genere
etero

Lo so che non passo inosservata, non sono mica cretina. E infatti mi osservano. Chi apertamente, chi di sottecchi, chi come se fosse pre-infartuato, chi attraverso qualche elemosina di specchio. Lo so. Per fortuna non ce n'è uno che abbia le palle di avvicinarsi. Meno male, perché la mia considerazione del genere maschile non è mai stata così bassa. E sì che era già scarsa da prima, eh? E di parecchio.

No, come non detto, uno ce n'è. Mai 'na gioia, che palle.

- E tu da dove salti fuori? - domanda.

- Dal parcheggio - rispondo.

- No, ok, volevo dire: che ci fai?

- Non devi essere uno molto sveglio se mi fai questa domanda.

Perché vedete, la situazione è questa: una figa bionda si presenta con un corpetto di pizzo rosso che le scopre la pancia e una mini coordinata che le copre, ma molto a malapena, il culo. E quando si siede bisogna fare proprio uno sforzo per non notare le mutandine, sempre rosse. Ora, non è che sia entrata proprio così. Sono entrata con addosso il mio Moncler da 1600 euro, è chiaro. Solo che qui dentro fa caldo e l'ho tolto prima di mettermi seduta, ecco tutto. Mica era un'esibizione. E poi a beneficio di chi? Di sti quattro sfigati? Senza offesa, dai. Ma se non fossero degli sfigati starebbero qui? Adesso? Ma che cazzo dite...

Autostrada A1, barriera di Roma Nord/Fiano Romano direzione Roma. Interno dell'Autogrill. Ore 22,13 del 31 dicembre. Fauna: due baristi - la donna che potrebbe essere mia zia così come la zia di Giulio Cesare e l'uomo che potrebbe essere un superfrocio mezzo pelato così come un padre di famiglia abbandonato a Natale da moglie e figli - uno che sicuramente è un camionista morto di sonno, un altro che forse gioca a fare il camionista, un tipo che va di fretta e infatti corre subito via, un altro ancora che inveisce contro la cassiera "ma come avete finito le Camel? ci sono venuto apposta!". Prima o poi qualcuno glielo deve dire che basta portarsi appresso la tessera sanitaria e fare il giro delle macchinette. L'ultimo è un vecchio rubizzo, capelli bianchissimi e sguardo assente. Immobile. Per quel che ne so può schiattare appena fa un passo o farsi a piedi l'autostrada fino al Brennero. L'importante è che non abbia la macchina qui fuori, perché è così visibilmente ubriaco che è capace di prenderla contromano.

No, non è vero, non è l'ultimo qui dentro. L'ultimo è questo rompicoglioni che mi si è presentato davanti. E' un tipo che se si facesse la barba e si desse una sistemata potrebbe avere quarant'anni e una sua logica. E neanche tanto male. Alto, occhi azzurri come i miei, appena appena qualche filo di brizzolato sulle tempie. Peccato che sia tanto, troppo trasandato. Ha la giacca sgualcita, la camicia sgualcita, i pantaloni sgualciti, lo sguardo sgualcito. E che cazzo, ma da dove l'hanno tirato fuori?

- Sei una puttana? - domanda.

- Che spirito d'osservazione - rispondo.

- Lavori anche stanotte?

Alzo una gamba e la appoggio sul tavolino. Non c'è nemmeno bisogno di dire che così facendo la minigonna "sale". Macché, in queste condizioni, in queste posizioni, non c'è proprio più nessuna minigonna. E inoltre, non è che abbia proprio controllato perché a certe cosine non ci faccio manco più caso, secondo me il peri che indosso non mi copre neanche il grilletto, è di quelli aperti sul davanti e con la string per tutto il resto.

- No, stanotte non lavoro - gli dico.

A parte lui, ce ne fosse uno che mi guarda in faccia. Tutti a cercare di capire la marca del perizoma, suppongo. Eppure sono carina, cazzo. Dove la trovate una biondina con gli occhi azzurri e la faccia d'angelo come me la sera del 31 dicembre? Ma lo sapete che l'anno scorso a quest'ora ero seduta per il cenone tra due top manager della telefonia che mi tastavano uno sulla coscia destra e l'altro su quella sinistra? Fu buffo quando le loro mani si incrociarono al centro. "Beh, tutti e due insieme no - mi toccò dire - non prima del brindisi di mezzanotte, almeno".

Basta, questi qui non si meritano un cazzo. Del resto mi ero fermata per un cappuccino. Porto via il mio metro e ottantaquattro e distribuisco un paio di infarti sculettando. No, non è che sono alta uno e ottantaquattro, ho le platform. Pare che certi uomini adorino avere a che fare con donne più alte di loro. Boh, che volete che dica, ognuno ha le sue perversioni. Io ho quella dei soldi.

- Ciao baby, una stiratina a quella giacca un giorno o l'altro gliela darei... - dico al trasandato passandogli oltre - buon anno.

- Buon anno - risponde assente, come se la mia uscita di scena fosse già data per assodata.

Sono quasi alla porta, mi fermo. No, un attimo, c'è qualcosa che non funziona. Niente mani sul culo? Niente "a troia!", niente "quanto voi?", niente "torna a batte"? Ma che succede stasera? Un po' di considerazione, almeno. Vado dallo sgualcito, che intanto si è girato dall'altra parte e non si è nemmeno accorto che gli sono alle spalle. Ma che, mi tratti con sufficienza? A matto, quelli normali si girano, mi guardano. Con loro scatta la "regola dei sette secondi", nel senso che se mi guardano per più di sette secondi si induriscono.

- Dimmi un po', hai già mangiato? - gli domando.

- Uh? Cosa? No... no, non ho mangiato, perché?

- Ti offro una pizza surgelata a casa mia, ti va?

- Grazie, non ho soldi da spendere - cerca di liquidarmi.

- E chi cazzo ha parlato di soldi? Una pizza surge... aaaaaah, no, hai capito male, te l'ho detto che non lavoro. Voglio solo offrirti una pizza a casa mia.

- E perché?

- Perché a mezzanotte mi serve qualcuno per brindare, porta male sennò.

Mi dice che va bene, basta che andiamo con la mia macchina, si alza e mi viene appresso. Lo avviso che io domani mattina qui non ce lo riporto e lui mi fa "meglio, così la lascio qui, sennò dovrei mettere benzina". Mi infilo tra un van e una Yaris, si ferma accanto allo sportello destro. Lo guardo interrogativa, mi chiede "non è questa?". "Ma sei scemo? E' quella". Appena sfioro la maniglia, la mia Q8 mi riconosce e mi fa le feste con i fari. Lui sale e si accomoda accanto a me.

Solo quando metto in moto e lo guardo sbracarsi sulla pelle dei sedili mi domando perché mai abbia fatto sta cazzata. Voglio dire, che razza di accollo mi sono presa? E perché? Ma anche sticazzi del brindisi di mezzanotte, chi c'ha mai tenuto! Quando era? Due-tre anni fa il brindisi l'ho fatto con lo sperma di uno che voleva cominciare l'anno con un bocchino. Ma magari cominciare tutti gli anni così. Non lui, eh? Io! Quattrocento euro c'ho fatto solo con quel bocchino. Per il disturbo di finire l'anno vecchio e cominciare quello nuovo inginocchiata sopra un cazzo, con l'unico impegno di non farlo venire né troppo presto né troppo tardi. E invece stasera mi carico questo, lo porto a casa e gli metto pure la pizza in forno? Troppo, troppo incazzata. Stasera mi sono troppo incazzata, sragiono. E poi è poco professionale. "Ahò, sei pulito, sì? Ho fatto lavare l'interno due giorni fa". Mi rassicura con un cenno. Bene, cioè, speriamo. Perlomeno non puzza.

- A proposito, io me chiamo Annalisa, te?

- Emanuele.

- A Emanuè, 'n c'hai 'n euro, eh?

- Più o meno - risponde - oggi è il mio ultimo giorno di cassa integrazione.

- Ah... caz... scusa, non avevo idea. Vabbè dai, dal due si ricomincia, anno nuovo vita nuova e si manda affanculo pure la cassa integrazione.

- Veramente da domani non ho più nemmeno quella, l'azienda ha chiuso e si è trasferita all'estero.

- Cioè? Possono fare una cosa del genere?

- Se sto qui significa che lo possono fare.

Logica stringente, mi dico mentre filo a centosettanta accanto all'uscita di Castelnuovo. Non è un tipo che parla tantissimo, temevo peggio dopo quell'approccio all'autogrill. Lo guardo di sguincio e mi dico che, rimesso un po' su, sarebbe anche un bell'uomo. Chissà che cazzo gli è capitato. Boh, nulla che mi riguardi. Magari è un bell'uomo e basta, per il resto non vale un cazzo e hanno fatto bene a licenziarlo, chi lo sa.

- Non hai freddo vestita così? E senza calze, poi - domanda all'improvviso.

In effetti, non mi sono rimessa il piumino. E seduta al volante sono seminuda. Sì, insomma, c'è gente che in spiaggia ha più pelle coperta di quanta ne abbia io adesso. Volto esplicitamente lo sguardo verso di lui, ora. E per la prima volta mi sembra che mi veda in quella luce sotto la quale mi vedono gli uomini.

- Dovevo lavorare, mica vado sempre in giro in questo modo. Solo che poi qualcuno ha fatto una cazzata...

- Chi? Che genere di cazzata?

- Un tipo con cui stavo andando a una festa in Sabina, una villa... Vuoi sapere la cazzata? La cazzata è che se attacchi il telefono all'audio della macchina per sentire la musica poi magari i vocali su WhatsApp è meglio se non li ascolti...

- Cioè?

- Cioè, nello specifico, non mi è piaciuta la frase "a questa je famo de tutto, se pente d'esse nata".

- Capisco... però il lavoro è quello, magari esageravano.

- Non esageravano. E il lavoro non era quello. In serate come questa il lavoro non è quello. Il lavoro era una festa. Sostanzialmente devi stare lì a sorridere e con il cartellino "favorite pure" attaccato al collo. Chi ti sorride, chi ti tocca il culo, chi ti porta da qualche parte e te lo mette in bocca, chi te scopa. Una volta ho pure trovato uno che ha voluto che gli scopassi la ragazza davanti a lui, pensa te... poi se ci sono richieste particolari, e quando la gente beve ci sono sempre, se ne discute. Ma se hai intenzione di fare una gang bang sadomaso con quindici persone me lo devi dire prima.

- Quindici? Quindici uomini più te da sola?

- No no, pure con mogli e fidanzate a guardare. Anzi, da quello che ho capito l'idea è stata loro.

- Ci sono donne che vogliono vedere i loro uomini che scopano un'altra?

- Scopare sarebbe il meno, ti ricordo che volevano "famme de tutto", "famme pentì d'esse nata". Sarà una specie de transfert, o de vendetta... che cazzo ne so? mò perché faccio la mignotta mica posso conoscere tutte le perversioni dell'animo umano.

- Quello che stava con te dove l'hai lasciato?

- All'uscita di Soratte, e so' tornata indietro.

- L'hai lasciato in mezzo al nulla?

- Cazzi sua.

- Devi essere un bel tipetto... quanto ci hai perso?

- Eh... cinque-sei mila euro, più gli extra. Te l'ho detto, quelli ci sono sempre.

- Qua... quanto cazzo...? Pensavo fossi una puttana così, normale, invece sei una escort di lusso!

- Che c'hai, problemi con le parole? Sempre 'na troia sono. Comunque non è manco tanto, eh? A parte il fatto che si tratta di fare il buffet tutta una notte, dico, mi hai guardata bene?

- E con gli extra a quanto arrivi, in genere?

- Otto, novemila in una festa del genere.

- E di che extra si tratta?

- Beh, il culo me l'hai visto, no? A me non piace lavorarci, ma in serate speciali posso fare delle eccezioni. Ben remunerate, ovviamente. Poi dipende, non ho nemmeno un tariffario vero e proprio, è una cosa sul genere della domanda-offerta, dell'ispirazione, della simpatia.

- Della simpatia, eh? Cioè se uno ti sta simpatico gli fai pagare di meno?

- Ovvio. Non è che capiti spesso, ma comunque c'è gente con cui andrei pure gratis, con qualcuno pagherei addirittura io ahahahahah... scherzo, non si può fare, è lavoro. Ma te l'ho detto, non è frequente. I tipi che davvero mi piacciono le donne non le pagano, ma anche in questo caso ci sono delle eccezioni...

- E al mese quanto alzi?

- Mah, dipende, se andava bene stasera sto mese arrivavo pure a ventotto-ventinove...

- Eh?

- Ahò, mica va sempre così, eh?

A casa ci arriviamo in un attimo, la Salaria è deserta. Parcheggio nel box e prima di uscire mi metto il piumino. Sono comunque un po' tesa, spero che nessuno ci veda insieme anche se alle undici di sera è molto difficile. "Io qui mica ci lavoro, eh? E' casa mia, nel palazzo sono conosciuta come la dottoressa". Mentre saliamo gli domando come mai, beh insomma, uno come lui si ritrovi accannato e senza un euro la notte di capodanno. Non ce l'hai 'na casa? Non ce l'hai 'na famija? Amici? Qualcuno che ti dia una mano, insomma...

- Ce l'avevo, mia moglie mi ha cacciato - risponde.

- Non mi dire che è per il lavoro, non ci credo...

- No, no è dall'agosto scorso che... è da questa estate, mi ha beccato in pineta che mi trombavo una ragazzina.

- Come?

- E' così.

- Ma allora sei un po' stronzo...

- Mi sa di sì, però tu non conosci la ragazzina... senti, non potrei farmi una doccia?

- Uh? Sì certo, se vuoi puoi darmi anche la tua roba, te la metto in lavatrice.

- No, grazie, non si asciugherebbe in tempo. Tra un po' ti romperai le palle di fare la buona samaritana e mi sbatterai fuori.

- Come vuoi - gli faccio - io te l'ho detto... intanto metto le pizze in forno.

Riappare più o meno nelle condizioni di prima, un po' più curato sul viso. Nel senso che almeno una pettinata se l'è data. Gli dico di sedersi a tavola mentre tiro fuori le pizze. Mi domanda da una stanza all'altra "ma tu non ti cambi?". Prima gli dico "e no, m'hai battezzata mignotta appena m'hai vista e mignotta rimango". Poi gli faccio "sto scherzando, non ho un altro vestito per la mezzanotte".

- Margherita o quattro formaggi? - domando posando i due piatti fumanti in tavola.

- Margherita, grazie.

- Bravo, invece màgnate la quattro formaggi che me fa schifo, chissà perché cazzo l'ho comprata. Una birra la vuoi?

- Grazie. Guarda che manca poco a mezzanotte. Per il brindisi, dico...

- Ok, ma venti minuti per mangiare una pizza basteranno, no? Poi accendiamo la televisione.

- Chi legge tutti questi libri?

- Io, perché? Guarda che è vero che sono laureata, eh? Mica scherzavo quando ti dicevo che in questo palazzo mi conoscono come "la dottoressa".

Quando mancano tre minuti alla mezzanotte gli faccio "tiro fuori lo spumantino, eh? e i bicchieri naturalmente". Prendo la bottiglia dal frigo e ritorno. Domanda "lo spumantino sarebbe un Roederer?". Io guardo prima la bottiglia e poi lui. "Me l'hanno regalato, è buono? Lo conosci?". "Mai bevuto", risponde. A mezzo minuto dalla fine dell'anno gli passo la boccia: "Tiè Emanuè, fa l'omo, io la apro sempre prima...". Lui invece è perfetto. Il tappo salta esattamente sul "buon anno!" della tv. Riempie i due bicchieri ma prima di farli tintinnare gli dico "annamoseli a beve sul terrazzo, pure se fa freddo". Usciamo, in realtà non fa nemmeno tanto freddo.

- Buon anno, Emanuele.

- Buon anno Annalisa, mica male il terrazzo...

- Bell'attichetto, eh?

- E' tuo? Sei in affitto?

- Diritto a tempo determinato - replico - tra novantasette anni me devo trovà 'n'antra casa...

- Un amico che ti ha fatto un favore, immagino.

- Già.

- Ok, grazie di tutto Annalisa, meglio se ora vado.

- 'ndo cazzo vai?

- Boh, trovo qualcosa.

- Certo, come no... la Caritas è chiusa a quest'ora, resta qui, poi domani vai. Domani, eh? Non sono Santa Rita da Cascia.

- Sì, l'avevo capito, beh grazie, ti confesso che un po' ci contavo.

- Che paraculo... chiedi, no?

- Il divano mi attirava, è vero.

- Emanuè, a casa mia nessuno dorme sul divano.


CONTINUA

scritto il
2021-12-31
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