Scandalo a Sanremo
di
RunningRiot
genere
etero
Giovedì sera. Non avendo meglio da fare o da guardare, se ne sta spaparanzato sul divano davanti a Sanremo. Io qualcosa di meglio da guardare ce l'avrei, ma diciamo che mi adeguo alla tradizione. Anche per non fare sempre la rompicazzo.
Pronti via e si celebra Mattarella, si fanno gli auguri. Tutto ok. Potevano anche evitarglielo il bis a quel poveretto, ma è andata così e tutto sommato meglio lui che chissà chi altro. Poi parte l'orchestra con "Grande grande grande". Vabbè, un po' ruffiano ma ci sta.
La canzone più o meno la conosco, come chiunque. Più per citazioni che per altro, non penso di averla mai sentita davvero che una o due volte.
Prendo il telefono e vado a wikipediare il testo.
Parla di uno un po' farabutto, si capisce sin dai primi versi. Ad un tratto, sempre per restare in tema politico, first reaction shock.
Ma se c'è di buono che al momento giusto
Tu sai diventare un altro
In un attimo tu
Sei grande, grande, grande
Le mie pene non me le ricordo più.
E se questa strofa non bastasse ve ne segnalo un'altra.
Ti odio, poi ti amo, poi ti amo
Poi ti odio, poi ti amo
Non lasciarmi mai più
Sei grande, grande, grande
Come te, sei grande solamente tu.
Cioè, no, un attimo, analisi del testo: c'è questo qui che "in un attimo" sa "diventare un altro". E quando? "Al momento giusto". Come diventa? "Grande grande grande". Come nessun altro, "solamente tu". E lei chiede di non lasciarla più. Te credo...
E inoltre, girls, la ritmica di quel "ti odio, poi ti amo, poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo" non vi ricorda qualcosa? Ciò che si prova di fronte alla ritmica di certe invasioni, voglio dire. Soprattutto se l'invasione è grande grande grande.
E non mi direte che quel "pene" è messo lì a caso, eh?
Ma che cavolo, Eminem vatti a nascondere. Dj Gruff, sei un dilettante! Sta canzone è del 1972, roba che mia madre era una bambina! Mostro il telefono a Luca.
- Ma... chi ha scritto sta canzone è un porco!
- Che c'è, non lo sapevi? Ti scandalizzi proprio tu?
- No, non è che mi scandalizzo ma...
- Manfatti, lo dici sempre che te piace...
No, alt, un attimo. Io sto parlando di un testo che fa un po' impressione, considerato che è stato scritto cinquant'anni fa. Lui sta facendo il pavone. Tiro fuori dallo scaffale lo sguardo giusto, controllo l'etichetta: "condiscendenza", è lui, perfetto.
- Luca, amore, te lo dico sempre che hai un bel coso, eh? Ma qui mi sa che parliamo proprio di un altro campionato...
- E tu che ne sai?
Eccolo là, l'ormone del macho. Ce l'hanno tutti, eh? Basta saperlo cercare.
Silenzio.
- Potrei saperlo... - gli dico ricorrendo all'intonazione "stronzetta" modello primavera-estate 2022.
- Ah sì?
Non vi racconto come è andata a finire, perché rischio di essere ripetitiva. Diciamo che sono stata interrogata in profondità sui miei gusti. Non proprio su quelli musicali. Ma questo in fondo conta poco.
Quello che volevo dire invece è: oh, ma il rispetto per le istituzioni?
Pronti via e si celebra Mattarella, si fanno gli auguri. Tutto ok. Potevano anche evitarglielo il bis a quel poveretto, ma è andata così e tutto sommato meglio lui che chissà chi altro. Poi parte l'orchestra con "Grande grande grande". Vabbè, un po' ruffiano ma ci sta.
La canzone più o meno la conosco, come chiunque. Più per citazioni che per altro, non penso di averla mai sentita davvero che una o due volte.
Prendo il telefono e vado a wikipediare il testo.
Parla di uno un po' farabutto, si capisce sin dai primi versi. Ad un tratto, sempre per restare in tema politico, first reaction shock.
Ma se c'è di buono che al momento giusto
Tu sai diventare un altro
In un attimo tu
Sei grande, grande, grande
Le mie pene non me le ricordo più.
E se questa strofa non bastasse ve ne segnalo un'altra.
Ti odio, poi ti amo, poi ti amo
Poi ti odio, poi ti amo
Non lasciarmi mai più
Sei grande, grande, grande
Come te, sei grande solamente tu.
Cioè, no, un attimo, analisi del testo: c'è questo qui che "in un attimo" sa "diventare un altro". E quando? "Al momento giusto". Come diventa? "Grande grande grande". Come nessun altro, "solamente tu". E lei chiede di non lasciarla più. Te credo...
E inoltre, girls, la ritmica di quel "ti odio, poi ti amo, poi ti amo, poi ti odio, poi ti amo" non vi ricorda qualcosa? Ciò che si prova di fronte alla ritmica di certe invasioni, voglio dire. Soprattutto se l'invasione è grande grande grande.
E non mi direte che quel "pene" è messo lì a caso, eh?
Ma che cavolo, Eminem vatti a nascondere. Dj Gruff, sei un dilettante! Sta canzone è del 1972, roba che mia madre era una bambina! Mostro il telefono a Luca.
- Ma... chi ha scritto sta canzone è un porco!
- Che c'è, non lo sapevi? Ti scandalizzi proprio tu?
- No, non è che mi scandalizzo ma...
- Manfatti, lo dici sempre che te piace...
No, alt, un attimo. Io sto parlando di un testo che fa un po' impressione, considerato che è stato scritto cinquant'anni fa. Lui sta facendo il pavone. Tiro fuori dallo scaffale lo sguardo giusto, controllo l'etichetta: "condiscendenza", è lui, perfetto.
- Luca, amore, te lo dico sempre che hai un bel coso, eh? Ma qui mi sa che parliamo proprio di un altro campionato...
- E tu che ne sai?
Eccolo là, l'ormone del macho. Ce l'hanno tutti, eh? Basta saperlo cercare.
Silenzio.
- Potrei saperlo... - gli dico ricorrendo all'intonazione "stronzetta" modello primavera-estate 2022.
- Ah sì?
Non vi racconto come è andata a finire, perché rischio di essere ripetitiva. Diciamo che sono stata interrogata in profondità sui miei gusti. Non proprio su quelli musicali. Ma questo in fondo conta poco.
Quello che volevo dire invece è: oh, ma il rispetto per le istituzioni?
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