Mia moglie diventa troia e io cornuto 3
di
Deadpool80
genere
tradimenti
Si misero d’accordo per un incontro a casa. Lei disse che voleva prendere qualcosa di carino e la accompagnai. Prese un reggiseno aperto davanti che le sostenesse il seno e tenesse scoperti i capezzoli, un perizoma nuovo e calze autoreggenti. Poi un vestitino molto corto e aderente che sarebbe stato meglio su una ragazzina sfrontata piuttosto che su una donna della sua età. Il giro dei negozi mi causò delle erezioni a ripetizione alimentate dai suoi commenti “dici che gli piacerà? E questo? No dai troppo classico ed elegante, mica deve pensare che si scopa una vestita come sua madre…”. Quel giorno si era messa una minigonna e al negozio di scarpe provandone diverse mostrò ripetutamente le mutandine ai commessi e ai clienti.
Alla fine ne scelse un paio con il tacco altissimo e la zeppa che sarebbe stata meglio su una cubista o una spogliarellista.
Rientrammo a casa e appena chiusa la porta, giusto il tempo di poggiare le borse, mi infilò la mano nei pantaloni e me lo tirò fuori “povero tesoro lo so che sei stato con il cazzo duro per tutto il tempo e non potevi neanche toccarti mentre tua moglie comprava le sue cosette per fare la troia…” mi era tornato duro subito e mi stava segando là in piedi dove mi trovavo. Venni nel giro di pochi minuti, schizzando sul pavimento.
“Ora pulisci mentre vado a sistemare le mie cose.”
L’appuntamento era per il pomeriggio successivo, domenica.
Lei si preparò con cura, doccia, depilazione (lasciando il pelo strategico) crema, ecc. poi si vestì con quello che avevamo comprato.
L’ex stagista arrivò puntuale, aprii la porta. Ce lo avevo già duro a vedere come era conciata lei, ora era arrivato l’altro protagonista. Ci presentammo con un certo imbarazzo poi lei lo abbracció stretto e gli diede due baci sulle guance così stretti che in pratica erano già sulle labbra.
Davanti a lui c’era questa quarantenne vestita con un vestito attillato, molto scollato con le tette alzate e i capezzoli in evidenza sotto il vestito. Il vestito faceva intuire anche il perizoma grazie alla morbidezza del suo corpo. Delle calze autoreggenti con il bordo che spuntava da sotto la gonna cortissima e le scarpe con la zeppa e il tacco altissimo.
Lui la guardò e poi le disse “sei… molto diversa da come sei al lavoro…”
“Ma certo tesoro… se venissi vestita così al lavoro penserebbero che sono una… cosa sembro?”
“…”
“Dai dimmelo!”
“Ma no… dai…”
“Dimmelo che mi fa piacere!”
“Mmm…”
“Dai mi sono vestita così apposta!”
Ebbe una ultima esitazione poi con un sorriso disse “una troia!”
“Bravo! Sì!” Si rivolse a me “hai capito amore? Tua moglie è una troia!”
Mi chiese se ero sicuro e se voleva che andassi avanti con “la troia di tua moglie”, annuii estasiato.
Prima le infilò la lingua in bocca, poi le mise le mani sul culo palpandola oscenamente. Le sollevò il vestito scoprendole il perizoma e glielo tirò giù davanti tirandole fuori le tette.
“Adesso vai un po’ in giro così, avanti che vediamo…”
Sì mise a camminare sui tacchi così esposta, lui si accomodò sul divano e tirò fuori il cazzo dai pantaloni. Lei lo guardò e si avvicinò ma lui la fece allontanare “no no te lo devi guadagnare… adesso mi fai un bello spogliarello da gran troia, e resti solo in autoreggenti e scarpe”.
Arretrò di un paio di passi e impacciata si mise a fare una sorta di balletto spogliandosi e palpandosi. Poi tornò da lui che era ancora seduto sul divano. Allungó una mano in mezzo alle sue gambe toccandole il poco pelo e le labbra. Si girò verso di me “ehi cornuto, la prossima volta la troia la voglio depilata del tutto.” Sorpreso mi scusai e dissi che avrei provveduto.
Poi la fece girare e le palpò nuovamente il culo.
Infilò una mano in mezzo e le toccó il buchetto causandole un brivido.
“Dimmi un po’ troia, ti piace nel culo?”
Divenne tutta rossa mentre era girata ed esaminata così “io… sono vergine là dietro…”.
Intervenni io “ci avevamo provato ma poi abbiamo rinunciato…”
“E tu troia non lo hai fatto con nessun altro?”
“Io… noi… abbiamo iniziato da poco…”
“Ok non ti preoccupare, provvederemo anche a questo… almeno il cazzo lo sai succhiare? Mettiti in ginocchio e fammi vedere”
Si girò e si avventò sul suo cazzo appoggiando subito le labbra sulla cappella e poi facendolo scivolare in bocca.
“Ehi cornuto, è brava a succhiare il cazzo… beve la sborra? Non è che sputa?”
“No no è fantastica e beve sempre”
Mia moglie mi guardò mentre aveva quel cazzo in bocca, non ce la facevo più e iniziai a toccarmi.
Poi mi chiese da quanto stavamo insieme e se la prima volta che mi aveva fatto un pompino aveva anche ingoiato.
Gli risposi che dopo un paio di uscite eravamo arrivati a cose più serie ci eravamo appartati in auto e mi aveva fatto un gran pompino ingoiando tutto.
Mia moglie mi guardò di nuovo.
“Vedi cornuto, se una fa così vuoi dire che è abituata a farlo, probabilmente con tutti. Vero? Sentiamo… dicci un po’ troia…”
Si interruppe continuando a segarlo “ma io…”
“Succhiavi cazzi? Magari hai iniziato presto…”
“Io sì col mio primo ragazzo avevo paura di scopare così lo soddisfavo con la bocca…”
“E poi?” “Beh ma niente… insomma c’è stato qualche altro…”
Provó a smettere di parlare succhiandogli di nuovo il cazzo.
“Cosa non ci vuoi dire? Eh? Dai confessa, tuo marito deve sapere”
“E va bene…” allungò la mano e prese il mio cazzo in mano, segandomelo insieme a quello di lui.
“Si sparse la voce, diventai popolare tra i ragazzi… io mi divertivo perché mi chiedevano tutti di uscire… non c’era molto da fare al paese da cui vengo, l’ho fatto a molti.”
“Cosa? A molti?” Riprese a succhiare per chiudere il discorso. Si arrese e confessó tutto.
“Si tesoro ero la succhiacazzi del paese, davvero… al matrimonio non mi sei accorto di risatine e colpi di gomito tra i presenti, ne avevo spompinati diversi, li guardavo e sorridevo perché ricordavo i loro cazzi. Quando mi iscrissi all’università in città non conoscevano la mia fama e lo facevo solo se uscivo seriamente con qualcuno.”
A quelle parole sborrai immediatamente. Da giovane era così e ora ai quaranta stava riprendendo il discorso.
Soddisfatto per averla fatta confessare le prese la testa e la caló sul cazzo. Lei riprese il pompino e lo fece venire ovviamente in bocca e ingoiando tutto e pulendo con cura con la lingua.
Si rialzò e si guardò nuda, assaporandosi ancora la bocca che sapeva di cazzo. Mi guardò ancora la mano piena del mio sperma e il cazzo del ragazzo che si stava afflosciando.
“Avanti fammi vedere come me lo fai tornare duro di nuovo”
Lei allora allungò la mano e lo condusse in camera da letto. Sì stese sulla schiena e apri le gambe, cominciò a masturbarsi allargandosi bene le labbra, era già bagnatissima da prima. Lui la osservó mentre mugolava poi si avvicinò e mise le braccia dietro le sue ginocchia sollevandole le gambe e il bacino. Ora aveva la figa completamente esposta. Lui le puntó il cazzo tra le labbra penetrandola. Le gettó la testa indietro e si gustó quel bastone che le era entrato dentro di colpo e fino in fondo.
Continuarono incitandosi a vicenda e dicendosi di tutto finché non vennero entrambi in dichiarandolo con gemiti e parolacce.
Lui uscì lasciandola piena e gocciolante.
Mia moglie mi chiamò “Amore… voglio che mi lecchi.”
“Come? Adesso?”
La guardai in mezzo alle gambe, un rivolo di sperma le stava uscendo tra le labbra ancora spalancate e pulsanti.
“Ma hai ancora tutto il suo…”
“Sì lo benissimo, ti prego leccami così e fammi venire un’altra volta”
Di fronte a quella richiesta non riuscii a dire di no, mi misi in mezzo alle sue gambe e mi misi a leccarla riempiendomi la bocca dei sapori dei due orgasmi.
Alla fine ne scelse un paio con il tacco altissimo e la zeppa che sarebbe stata meglio su una cubista o una spogliarellista.
Rientrammo a casa e appena chiusa la porta, giusto il tempo di poggiare le borse, mi infilò la mano nei pantaloni e me lo tirò fuori “povero tesoro lo so che sei stato con il cazzo duro per tutto il tempo e non potevi neanche toccarti mentre tua moglie comprava le sue cosette per fare la troia…” mi era tornato duro subito e mi stava segando là in piedi dove mi trovavo. Venni nel giro di pochi minuti, schizzando sul pavimento.
“Ora pulisci mentre vado a sistemare le mie cose.”
L’appuntamento era per il pomeriggio successivo, domenica.
Lei si preparò con cura, doccia, depilazione (lasciando il pelo strategico) crema, ecc. poi si vestì con quello che avevamo comprato.
L’ex stagista arrivò puntuale, aprii la porta. Ce lo avevo già duro a vedere come era conciata lei, ora era arrivato l’altro protagonista. Ci presentammo con un certo imbarazzo poi lei lo abbracció stretto e gli diede due baci sulle guance così stretti che in pratica erano già sulle labbra.
Davanti a lui c’era questa quarantenne vestita con un vestito attillato, molto scollato con le tette alzate e i capezzoli in evidenza sotto il vestito. Il vestito faceva intuire anche il perizoma grazie alla morbidezza del suo corpo. Delle calze autoreggenti con il bordo che spuntava da sotto la gonna cortissima e le scarpe con la zeppa e il tacco altissimo.
Lui la guardò e poi le disse “sei… molto diversa da come sei al lavoro…”
“Ma certo tesoro… se venissi vestita così al lavoro penserebbero che sono una… cosa sembro?”
“…”
“Dai dimmelo!”
“Ma no… dai…”
“Dimmelo che mi fa piacere!”
“Mmm…”
“Dai mi sono vestita così apposta!”
Ebbe una ultima esitazione poi con un sorriso disse “una troia!”
“Bravo! Sì!” Si rivolse a me “hai capito amore? Tua moglie è una troia!”
Mi chiese se ero sicuro e se voleva che andassi avanti con “la troia di tua moglie”, annuii estasiato.
Prima le infilò la lingua in bocca, poi le mise le mani sul culo palpandola oscenamente. Le sollevò il vestito scoprendole il perizoma e glielo tirò giù davanti tirandole fuori le tette.
“Adesso vai un po’ in giro così, avanti che vediamo…”
Sì mise a camminare sui tacchi così esposta, lui si accomodò sul divano e tirò fuori il cazzo dai pantaloni. Lei lo guardò e si avvicinò ma lui la fece allontanare “no no te lo devi guadagnare… adesso mi fai un bello spogliarello da gran troia, e resti solo in autoreggenti e scarpe”.
Arretrò di un paio di passi e impacciata si mise a fare una sorta di balletto spogliandosi e palpandosi. Poi tornò da lui che era ancora seduto sul divano. Allungó una mano in mezzo alle sue gambe toccandole il poco pelo e le labbra. Si girò verso di me “ehi cornuto, la prossima volta la troia la voglio depilata del tutto.” Sorpreso mi scusai e dissi che avrei provveduto.
Poi la fece girare e le palpò nuovamente il culo.
Infilò una mano in mezzo e le toccó il buchetto causandole un brivido.
“Dimmi un po’ troia, ti piace nel culo?”
Divenne tutta rossa mentre era girata ed esaminata così “io… sono vergine là dietro…”.
Intervenni io “ci avevamo provato ma poi abbiamo rinunciato…”
“E tu troia non lo hai fatto con nessun altro?”
“Io… noi… abbiamo iniziato da poco…”
“Ok non ti preoccupare, provvederemo anche a questo… almeno il cazzo lo sai succhiare? Mettiti in ginocchio e fammi vedere”
Si girò e si avventò sul suo cazzo appoggiando subito le labbra sulla cappella e poi facendolo scivolare in bocca.
“Ehi cornuto, è brava a succhiare il cazzo… beve la sborra? Non è che sputa?”
“No no è fantastica e beve sempre”
Mia moglie mi guardò mentre aveva quel cazzo in bocca, non ce la facevo più e iniziai a toccarmi.
Poi mi chiese da quanto stavamo insieme e se la prima volta che mi aveva fatto un pompino aveva anche ingoiato.
Gli risposi che dopo un paio di uscite eravamo arrivati a cose più serie ci eravamo appartati in auto e mi aveva fatto un gran pompino ingoiando tutto.
Mia moglie mi guardò di nuovo.
“Vedi cornuto, se una fa così vuoi dire che è abituata a farlo, probabilmente con tutti. Vero? Sentiamo… dicci un po’ troia…”
Si interruppe continuando a segarlo “ma io…”
“Succhiavi cazzi? Magari hai iniziato presto…”
“Io sì col mio primo ragazzo avevo paura di scopare così lo soddisfavo con la bocca…”
“E poi?” “Beh ma niente… insomma c’è stato qualche altro…”
Provó a smettere di parlare succhiandogli di nuovo il cazzo.
“Cosa non ci vuoi dire? Eh? Dai confessa, tuo marito deve sapere”
“E va bene…” allungò la mano e prese il mio cazzo in mano, segandomelo insieme a quello di lui.
“Si sparse la voce, diventai popolare tra i ragazzi… io mi divertivo perché mi chiedevano tutti di uscire… non c’era molto da fare al paese da cui vengo, l’ho fatto a molti.”
“Cosa? A molti?” Riprese a succhiare per chiudere il discorso. Si arrese e confessó tutto.
“Si tesoro ero la succhiacazzi del paese, davvero… al matrimonio non mi sei accorto di risatine e colpi di gomito tra i presenti, ne avevo spompinati diversi, li guardavo e sorridevo perché ricordavo i loro cazzi. Quando mi iscrissi all’università in città non conoscevano la mia fama e lo facevo solo se uscivo seriamente con qualcuno.”
A quelle parole sborrai immediatamente. Da giovane era così e ora ai quaranta stava riprendendo il discorso.
Soddisfatto per averla fatta confessare le prese la testa e la caló sul cazzo. Lei riprese il pompino e lo fece venire ovviamente in bocca e ingoiando tutto e pulendo con cura con la lingua.
Si rialzò e si guardò nuda, assaporandosi ancora la bocca che sapeva di cazzo. Mi guardò ancora la mano piena del mio sperma e il cazzo del ragazzo che si stava afflosciando.
“Avanti fammi vedere come me lo fai tornare duro di nuovo”
Lei allora allungò la mano e lo condusse in camera da letto. Sì stese sulla schiena e apri le gambe, cominciò a masturbarsi allargandosi bene le labbra, era già bagnatissima da prima. Lui la osservó mentre mugolava poi si avvicinò e mise le braccia dietro le sue ginocchia sollevandole le gambe e il bacino. Ora aveva la figa completamente esposta. Lui le puntó il cazzo tra le labbra penetrandola. Le gettó la testa indietro e si gustó quel bastone che le era entrato dentro di colpo e fino in fondo.
Continuarono incitandosi a vicenda e dicendosi di tutto finché non vennero entrambi in dichiarandolo con gemiti e parolacce.
Lui uscì lasciandola piena e gocciolante.
Mia moglie mi chiamò “Amore… voglio che mi lecchi.”
“Come? Adesso?”
La guardai in mezzo alle gambe, un rivolo di sperma le stava uscendo tra le labbra ancora spalancate e pulsanti.
“Ma hai ancora tutto il suo…”
“Sì lo benissimo, ti prego leccami così e fammi venire un’altra volta”
Di fronte a quella richiesta non riuscii a dire di no, mi misi in mezzo alle sue gambe e mi misi a leccarla riempiendomi la bocca dei sapori dei due orgasmi.
3
voti
voti
valutazione
9
9
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Top manager top sottomesso 2racconto sucessivo
Top manager e top sottomesso 3
Commenti dei lettori al racconto erotico