Cuckold 11Cap

di
genere
etero

“ C U C K O L D “
Cap. undici

Era innegabile che la nostra intesa sessuale migliorò, ma ci restava un senso di pudore che ci impediva di parlarne liberamente, se non nell'intimità della nostra alcova, magari dopo che avevamo soddisfatto i nostri bisogni e solo a quel punto ci abbandonavamo ai nostri sogni e desideri sessuali: la cosa certa era che per me vedere sottomessa ed umiliata Francesca era il massimo, mentre per lei lo era esibirsi e subirle quelle umiliazioni.
Un giorno Francesca tornò a casa allegra ed euforica:
“Sai che ho un'amica del cuore a scuola, Rossella, abbiamo parlato dimostrandosi disposta ad avere un rapporto saffico con me!”
Mi guardai bene dal rilevarle che sapevo tutto grazie ai miei aggeggi tecnologici (vedi cap. 7 n.d.a.), mi finsi sorpreso ed allo stesso tempo entusiasta:
“Ma c'è un ma: non vuole altri partecipanti o spettatori, non si sente pronta per questo, mentre per altro... Le ho spiegato la nostra situazione ma non c'è stato verso, le ho illustrato le mie preferenze, che l'hanno eccitata; mi ha detto che ha per me delle belle sorprese, ma per quanto ti riguarda non c'è storia; devi restarne fuori. Mi dispiace, ma non vorrei rinunciare, amore.”
“Non ti preoccupare, qualcosa mi inventerò!”
Naturalmente già avevo pensato a come risolvere la situazione, ma finsi di prendere tempo. Il giorno dopo presi sottobraccio Francesca e la portai in camera da letto, le mostrai la piccola telecamera ed i microfoni che erano già piazzati da tempo, ed ultimamente inutilizzati:
“Queste sono oggettini che usiamo per tenere sotto controllo sospetti, ho collegato il tutto con il mio computer, quindi potrò vedere tutto nell'altra stanza ed anche registrare, per poi rivederlo insieme; che ne pensi?”
“Amore, è magnifico! Non vedo l'ora!” e mi baciò appassionatamente, accompagnandolo con carezze molto intime, che mi eccitarono, mi sbottonai i pantaloni e la costrinsi a farmi un pompino lì seduta stante e lei non si sottrasse....
Si rialzò dopo aver ingoiato tutto e mi sorrise soddisfatta, oramai eravamo una coppia nel vero senso della parola, conoscevamo i nostri desideri nascosti e quello che ci dava reciproco piacere, ma, forse c'era ancora da scoprire...
Prendemmo accordi minuziosi: Francesca avrebbe azionato le riprese poco prima dell'arrivo di Rossella, mentre io sarei dovuto rientrare poco dopo l'inizio dei “giochi” e, senza fare il minimo rumore, posizionarmi nello studio a gustarmi la scena.
L'incontro era programmato per il giovedì pomeriggio: aspettai in macchina abbastanza lontano da non essere riconosciuto, ma, allo stesso tempo in un luogo d dove potessi controllare l'ingresso del palazzo: del resto ero abituato a questo tipo di appostamenti!
Puntuale vidi arrivare la Y nera di Rossella, che trovò parcheggio vicino all'ingresso: scese, un lungo spolverino leggero nascondeva la sua mise, potei solo notare delle scarpe dal tacco vertiginoso, inoltre portava a spalla un borsone sportivo: la cosa mi incuriosì. Traversò la strada con un incedere sicuro, nonostante i tacchi, attese che Francesca le aprisse e scomparve nell'ingresso.
Aspettai con impazienza che passassero i minuti concordati e poi anch'io salii in casa: appoggiai l'orecchio al portone, ma da dentro non giungeva nessun rumore, silenziosamente aprii e andai nello studio: il cuore mi batteva a mille, un poco perché non ci si abitua mai ad azioni del genere, un poco perché sapevo che spettacolo mi si sarebbe prospettato e ciò mi eccitava; mi sistemai comodo sulla poltrona, slacciai i pantaloni e liberai il membro che già era in tiro, poi, finalmente, accesi il computer: porca miseria!!!!
La scena che mi si presentò era favolosa: Rossella in intimo di pelle nera con borchie di metallo, portava al guinzaglio Francesca che, nuda, a quattro zampe la seguiva per la stanza:
“Vieni cagna, sii ubbidiente se non vuoi che ti punisca!” la voce non tradiva emozione, anzi era chiaro che non fosse la prima volta che si trovava in quella situazione; dopo la passeggiata Rossella si mise anche lei a quattro zampe ponendo il sedere proprio di fronte al viso di Francesca:
“Dai ora leccami il culo, fai come fanno i cani, voglio sentire la tua lingua che mi penetra l'ano!” così dicendo si allargò i glutei, spostando il sottile filo del tenga, la fortuna volle che fossero proprio in favore di telecamera, così potei vedere il buchetto grinzoso quasi in primo piano, la cosa, naturalmente mi eccitò all'inverosimile ed impugnai il mio membro segandolo con calma, perché volevo seguire ancora la scena che si prospettava caldissima.
Vidi la lingua rosea di Francesca passare e ripassare sull'intimità di Rossella e poi cercare di introdursi nel piccolo pertugio; favorita dalla posizione, mi lanciò uno sguardo e mi fece l'occhiolino a farmi capire che andava tutto bene e le piaceva, come piaceva a me.
Mentre Rossella inarcava la schiena, Francesca si umettò il dito medio con il quale la sodomizzò, introducendolo tutto nel culetto latteo dell'amica; lo mosse quasi a volerlo avvitare per poi estrarlo e leccarlo voluttuosamente, la cosa mi mandò in visibilio, presi a segarmi più velocemente:”Hai un sapore meraviglioso, ma adesso tu devi assaggiare il mio, sai come fare?”
“Non ti preoccupare, Francesca, ho tutto il necessario!” e la baciò, mentre frugava nel borsone estraendo un grosso stap-on nero; era di una forma che non avevo mai visto, smisi di smanettarmi e mi avvicinai allo schermo e capii; era uno strumento che permetteva ad entrambe di godere simultaneamente: Rossella se ne introdusse un vertice, a forma di plug, bloccando lo strap-on la cui base allargata corrispondeva perfettamente al suo sesso, dal quale, ora, sembrava uscire un enorme cazzo nero.
Costrinse Francesca a prenderlo in bocca:”Insalivalo bene, così entrerà più facilmente!” disse spingendoglielo fino in gola tanto forte da provocarle dei conati di vomito, ma ottenne l'effetto voluto: adesso il fallo di gomma era lucido di saliva: la fece mettere carponi, lo impugnò. Lo appoggiò all'ano dell'amica, tirò un poco il guinzaglio: Francesca aveva la schiena inarcata e la testa protesa indietro, la bocca aperta come alla ricerca di aria, aspettava solo il momento della penetrazione che avvenne all'improvviso in un sol colpo; il membro scomparve alla vista: era tutto piantato nell'intestino:
“Urla pure, ma so che ti piace, puttana!” disse Rossella cominciando a muoversi prima lentamente e poi sempre più velocemente, accompagnando l'accoppiamento con manate sui glutei indifesi di Francesca, che presto si arrossarono; lei intanto faceva di no con la testa, ma il guinzaglio, saldamente tenuto dall'amante le impedivano i movimenti, dalla gola le uscivano solo dei rantoli confusi; mi spaventai e pensai di intervenire per interrompere quel diabolico amplesso, ma poi vidi Rossella allentare la presa, carezzarle i seni, stendersi su di lei per baciarle il collo, senza interrompere il movimento, che però era diventato più dolce, le carezzò la schiena; i corpi erano sudati e luccicavano, sul letto si vedevano chiazze di umido dovute, evidentemente, agli umori femminili che erano abbondantemente fuorusciti, ansimavano entrambe, probabilmente avevano raggiunto l'orgasmo ed ora si abbandonavano alle coccole: Rossella si sfilò l'arnese e lo portò fra i loro visi leccando la parte che aveva sodomizzato Francesca, mentre questa leccava il plug che era uscito dal culo dell'amica: come avrei voluto essere fra loro e comandare il gioco! Ripresi a masturbarmi, non riuscivo a distogliere gli occhi da quei corpi così diversi, ma allo stesso tempo resi simili dall'accoppiamento: si baciarono di nuovo, poi vidi Francesca sussurrare qualcosa, che non capii, all'orecchio di Francesca, che sorrise e scosse la testa come a rifiutare una richiesta: Rossella si fece seria, le passò un dito sulle labbra, la guardò fisso negli occhi:”Non puoi rifiutarmelo! Sei la mia schiava! Dobbiamo suggellare il nostro rapporto, e non accetto rifiuti!” Così dicendo le strinse con forza un seno, strappandole una smorfia di dolore, appena lasciò la presa Francesca emise un sospiro di piacere: ma che le aveva chiesto?
Cercavo di pensare, ma non ci riuscivo; la mia mente era confusa dalla masturbazione in atto, e dalla visione che avevo davanti agli occhi.
Rossella tornò dolce, carezzò il viso di Francesca, si avvicinò all'orecchio e, nel mentre la sua lingua saettava, le sussurrò di nuovo qualcosa che non potei udire.
Francesca rivolse lo sguardo verso la telecamera, non riuscii a percepire quello che mi voleva dire con quello sguardo, un poco spaventato, un poco curioso, un poco rassegnato, ma sempre eccitato
Rossella strattonò il guinzaglio e con Francesca che la seguiva carponi uscirono dalla stanza. Naturalmente non potei seguirle, perché sarei stato scoperto, quindi rimasi in attesa, che si prolungò per circa dieci minuti; rientrarono sempre nella stessa formazione: Rossella avanti che portava al guinzaglio Francesca, che era tutta bagnata fin dai capelli, la fece distendere sul letto, prese a leccarla e baciarla alternativamente, Francesca rispondeva con slancio ed accettava che le lunghe dita dell'amica violassero le sue aperture, fino ad essere scossa da movimenti involontari che dimostravano il raggiungimento dell'ennesimo orgasmo.
Il successivo quarto d'ora fu dedicato a carezze e baci mentre le gambe si incrociavano, i seni si sfioravano provocando in entrambe sospiri e mugolii di piacere.
Poi decisero che era arrivato il momento di sciogliere quell'abbraccio, e, mentre anch'io raggiungevo la mia personale soddisfazione, abbracciate uscirono dalla stanza.
Spensi il computer, rimasi immobile, sentii lo scroscio della doccia.
Passò quasi una mezz'ora abbondante, poi le sentii parlottare nell'ingresso e la porta di casa che si chiudeva.
Raggiunsi Francesca, ancora avvolta nel candido accappatoio, la baciai:
“Sei stata splendida, mi sono segato come un ragazzino! Avete preso accordi per altri incontri?”
“ Vedremo...”
“ Toglimi una curiosità, che ti ha sussurrato Rossella, non ho potuto capire?”
Distolse lo sguardo, prese un respiro profondo:
“Mi ha detto che aveva un bisogno fisiologico e che la dovevo accompagnare!”
“Ah che porcellina!”
“Aspetta non ho finito: mi ha detto che avrei dovuto partecipare!”
Vedendo il mio sguardo interrogativo, mi carezzò e proseguì:
“All'inizio ho rifiutato, ma è stata molto convincente e siamo andate in bagno; lì mi ha fatto sdraiare nella doccia e mi ha urinato prima addosso e poi in bocca ordinandomi di berla!”
“Porca miseria, così no, devo parlarle!” e feci per alzarmi, ma Francesca mi trattenne:
“No....no Tommaso, mi...mi è piaciuto!” mi disse guardandomi negli occhi.
Rimasi basito, immaginai la scena eccitandomi immediatamente:
“Vuoi che lo faccia anche con te?”
“Sei sicura, amore?” non stavo nella pelle, era una situazione che mai mi sarei sognato di chiedere, anche se in fondo alla mia mente una depravazione del genere mi aveva sempre attratto.
“Non so Francesca, mi piacerebbe, ma..... sei sicura?”
Per tutta risposta mi prese la mano, ci recammo in bagno. Fece scivolare l'accappatoio dalle sue spalle, entrò in doccia, e si inginocchiò dinanzi a me:
“Dai, porco, pisciami in bocca che ho sete di te!”, quelle parole sortirono l'effetto contrario, con il pene ritto allo spasimo, non riuscivo ad urinare, lei mi guardava sottomessa, ma per quanto mi sforzassi non ci fu verso; allora lo prese in bocca cominciando un pompino sontuoso, e, mentre si masturbava, mi fece venire, in poco tempo, nella sua bocca; dopo l'orgasmo calò la mia tensione, e sentii il bisogno di liberare la vescica: prima uscì un piccolo rivolo che le bagnò il seno, ma, successivamente, il getto aumentò di volume e di intensità e potei indirizzarlo verso la sua bocca spalancata come quella di uccellino nel nido, che in breve si riempì: mi trattenni e lei ingoiò guardandomi negli occhi:
“E' calda e saporita, dai amore, non temere, mi piace da morire!”
Andai avanti per almeno cinque minuti, le feci bere tutto il mio liquido giallo, lei non ne perse nemmeno una goccia; quando terminai la feci alzare, la baciai ed anch'io potei sentire il sapore aspro che le era rimasto in bocca.
Fu questa una pietra miliare del nostro rapporto, oramai sapevo che potevo chiederle tutto, e lei tutto avrebbe accettato. A questo punto si potrebbe ritenere conclusa l'evoluzione del comportamento sessuale di Francesca, ma la sua metamorfosi, dal punto di vista sessuale, il rapporto fra noi era diventato perfetto, anche le mie fantasie più scabrose trovavano in lei la protagonista entusiasta, non la volevo umiliare, era lei che si umiliava perché le piaceva, godeva nel vedermi emozionato ed eccitato, infatti fu proprio lei a suggerire l'avventura successiva.
I suoi pensieri li ritrovai nella cartella del diario che notai aveva cambiato intestazione: “Diario di una ninfomane?”
Ho cambiato il nome a questa cartella, ma ho messo un punto interrogativo, perché non so se questo comportamento è da ninfomane o meno: traggo piacere da qualsiasi atto inerente il sesso, anche il più aberrante ed umiliante; è un piacere profondo, che prende tutto di me, partendo dalle viscere per arrivare al cervello: non so se questo sia un comportamento da ninfomane, ma se così fosse bisognerebbe togliere quel punto interrogativo. La mia ultima esperienza è stata con Rossella, poi replicata con Tommi, della così detta “pioggia dorata”, che all'inizio mi era sembrata una richiesta aberrante da parte della mia amica, ma, una volta ceduto alle sue richieste, mi è piaciuto, si mi è PIACIUTO, tanto da replicarlo di lì a poco con Tommi, e mi è PIACIUTO anche con lui.
A seguire questa mia specie di diario sembra una escalation di prestazioni sessuali, mentre per me è la scoperta di me stessa, la consapevolezza del mio corpo che aumenta ogni volta, il sentire di essere libera; in quei momenti mi sento sola ma non abbandonata, è una scelta razionale, e razionalmente voglio proseguire in primo luogo per il mio piacere, e poi per noi; Tommi e Francesca.

(continua........)



“ C U C K O L D “
Cap. undici

Era innegabile che la nostra intesa sessuale migliorò, ma ci restava un senso di pudore che ci impediva di parlarne liberamente, se non nell'intimità della nostra alcova, magari dopo che avevamo soddisfatto i nostri bisogni e solo a quel punto ci abbandonavamo ai nostri sogni e desideri sessuali: la cosa certa era che per me vedere sottomessa ed umiliata Francesca era il massimo, mentre per lei lo era esibirsi e subirle quelle umiliazioni.
Un giorno Francesca tornò a casa allegra ed euforica:
“Sai che ho un'amica del cuore a scuola, Rossella, abbiamo parlato dimostrandosi disposta ad avere un rapporto saffico con me!”
Mi guardai bene dal rilevarle che sapevo tutto grazie ai miei aggeggi tecnologici (vedi cap. 7 n.d.a.), mi finsi sorpreso ed allo stesso tempo entusiasta:
“Ma c'è un ma: non vuole altri partecipanti o spettatori, non si sente pronta per questo, mentre per altro... Le ho spiegato la nostra situazione ma non c'è stato verso, le ho illustrato le mie preferenze, che l'hanno eccitata; mi ha detto che ha per me delle belle sorprese, ma per quanto ti riguarda non c'è storia; devi restarne fuori. Mi dispiace, ma non vorrei rinunciare, amore.”
“Non ti preoccupare, qualcosa mi inventerò!”
Naturalmente già avevo pensato a come risolvere la situazione, ma finsi di prendere tempo. Il giorno dopo presi sottobraccio Francesca e la portai in camera da letto, le mostrai la piccola telecamera ed i microfoni che erano già piazzati da tempo, ed ultimamente inutilizzati:
“Queste sono oggettini che usiamo per tenere sotto controllo sospetti, ho collegato il tutto con il mio computer, quindi potrò vedere tutto nell'altra stanza ed anche registrare, per poi rivederlo insieme; che ne pensi?”
“Amore, è magnifico! Non vedo l'ora!” e mi baciò appassionatamente, accompagnandolo con carezze molto intime, che mi eccitarono, mi sbottonai i pantaloni e la costrinsi a farmi un pompino lì seduta stante e lei non si sottrasse....
Si rialzò dopo aver ingoiato tutto e mi sorrise soddisfatta, oramai eravamo una coppia nel vero senso della parola, conoscevamo i nostri desideri nascosti e quello che ci dava reciproco piacere, ma, forse c'era ancora da scoprire...
Prendemmo accordi minuziosi: Francesca avrebbe azionato le riprese poco prima dell'arrivo di Rossella, mentre io sarei dovuto rientrare poco dopo l'inizio dei “giochi” e, senza fare il minimo rumore, posizionarmi nello studio a gustarmi la scena.
L'incontro era programmato per il giovedì pomeriggio: aspettai in macchina abbastanza lontano da non essere riconosciuto, ma, allo stesso tempo in un luogo d dove potessi controllare l'ingresso del palazzo: del resto ero abituato a questo tipo di appostamenti!
Puntuale vidi arrivare la Y nera di Rossella, che trovò parcheggio vicino all'ingresso: scese, un lungo spolverino leggero nascondeva la sua mise, potei solo notare delle scarpe dal tacco vertiginoso, inoltre portava a spalla un borsone sportivo: la cosa mi incuriosì. Traversò la strada con un incedere sicuro, nonostante i tacchi, attese che Francesca le aprisse e scomparve nell'ingresso.
Aspettai con impazienza che passassero i minuti concordati e poi anch'io salii in casa: appoggiai l'orecchio al portone, ma da dentro non giungeva nessun rumore, silenziosamente aprii e andai nello studio: il cuore mi batteva a mille, un poco perché non ci si abitua mai ad azioni del genere, un poco perché sapevo che spettacolo mi si sarebbe prospettato e ciò mi eccitava; mi sistemai comodo sulla poltrona, slacciai i pantaloni e liberai il membro che già era in tiro, poi, finalmente, accesi il computer: porca miseria!!!!
La scena che mi si presentò era favolosa: Rossella in intimo di pelle nera con borchie di metallo, portava al guinzaglio Francesca che, nuda, a quattro zampe la seguiva per la stanza:
“Vieni cagna, sii ubbidiente se non vuoi che ti punisca!” la voce non tradiva emozione, anzi era chiaro che non fosse la prima volta che si trovava in quella situazione; dopo la passeggiata Rossella si mise anche lei a quattro zampe ponendo il sedere proprio di fronte al viso di Francesca:
“Dai ora leccami il culo, fai come fanno i cani, voglio sentire la tua lingua che mi penetra l'ano!” così dicendo si allargò i glutei, spostando il sottile filo del tenga, la fortuna volle che fossero proprio in favore di telecamera, così potei vedere il buchetto grinzoso quasi in primo piano, la cosa, naturalmente mi eccitò all'inverosimile ed impugnai il mio membro segandolo con calma, perché volevo seguire ancora la scena che si prospettava caldissima.
Vidi la lingua rosea di Francesca passare e ripassare sull'intimità di Rossella e poi cercare di introdursi nel piccolo pertugio; favorita dalla posizione, mi lanciò uno sguardo e mi fece l'occhiolino a farmi capire che andava tutto bene e le piaceva, come piaceva a me.
Mentre Rossella inarcava la schiena, Francesca si umettò il dito medio con il quale la sodomizzò, introducendolo tutto nel culetto latteo dell'amica; lo mosse quasi a volerlo avvitare per poi estrarlo e leccarlo voluttuosamente, la cosa mi mandò in visibilio, presi a segarmi più velocemente:”Hai un sapore meraviglioso, ma adesso tu devi assaggiare il mio, sai come fare?”
“Non ti preoccupare, Francesca, ho tutto il necessario!” e la baciò, mentre frugava nel borsone estraendo un grosso stap-on nero; era di una forma che non avevo mai visto, smisi di smanettarmi e mi avvicinai allo schermo e capii; era uno strumento che permetteva ad entrambe di godere simultaneamente: Rossella se ne introdusse un vertice, a forma di plug, bloccando lo strap-on la cui base allargata corrispondeva perfettamente al suo sesso, dal quale, ora, sembrava uscire un enorme cazzo nero.
Costrinse Francesca a prenderlo in bocca:”Insalivalo bene, così entrerà più facilmente!” disse spingendoglielo fino in gola tanto forte da provocarle dei conati di vomito, ma ottenne l'effetto voluto: adesso il fallo di gomma era lucido di saliva: la fece mettere carponi, lo impugnò. Lo appoggiò all'ano dell'amica, tirò un poco il guinzaglio: Francesca aveva la schiena inarcata e la testa protesa indietro, la bocca aperta come alla ricerca di aria, aspettava solo il momento della penetrazione che avvenne all'improvviso in un sol colpo; il membro scomparve alla vista: era tutto piantato nell'intestino:
“Urla pure, ma so che ti piace, puttana!” disse Rossella cominciando a muoversi prima lentamente e poi sempre più velocemente, accompagnando l'accoppiamento con manate sui glutei indifesi di Francesca, che presto si arrossarono; lei intanto faceva di no con la testa, ma il guinzaglio, saldamente tenuto dall'amante le impedivano i movimenti, dalla gola le uscivano solo dei rantoli confusi; mi spaventai e pensai di intervenire per interrompere quel diabolico amplesso, ma poi vidi Rossella allentare la presa, carezzarle i seni, stendersi su di lei per baciarle il collo, senza interrompere il movimento, che però era diventato più dolce, le carezzò la schiena; i corpi erano sudati e luccicavano, sul letto si vedevano chiazze di umido dovute, evidentemente, agli umori femminili che erano abbondantemente fuorusciti, ansimavano entrambe, probabilmente avevano raggiunto l'orgasmo ed ora si abbandonavano alle coccole: Rossella si sfilò l'arnese e lo portò fra i loro visi leccando la parte che aveva sodomizzato Francesca, mentre questa leccava il plug che era uscito dal culo dell'amica: come avrei voluto essere fra loro e comandare il gioco! Ripresi a masturbarmi, non riuscivo a distogliere gli occhi da quei corpi così diversi, ma allo stesso tempo resi simili dall'accoppiamento: si baciarono di nuovo, poi vidi Francesca sussurrare qualcosa, che non capii, all'orecchio di Francesca, che sorrise e scosse la testa come a rifiutare una richiesta: Rossella si fece seria, le passò un dito sulle labbra, la guardò fisso negli occhi:”Non puoi rifiutarmelo! Sei la mia schiava! Dobbiamo suggellare il nostro rapporto, e non accetto rifiuti!” Così dicendo le strinse con forza un seno, strappandole una smorfia di dolore, appena lasciò la presa Francesca emise un sospiro di piacere: ma che le aveva chiesto?
Cercavo di pensare, ma non ci riuscivo; la mia mente era confusa dalla masturbazione in atto, e dalla visione che avevo davanti agli occhi.
Rossella tornò dolce, carezzò il viso di Francesca, si avvicinò all'orecchio e, nel mentre la sua lingua saettava, le sussurrò di nuovo qualcosa che non potei udire.
Francesca rivolse lo sguardo verso la telecamera, non riuscii a percepire quello che mi voleva dire con quello sguardo, un poco spaventato, un poco curioso, un poco rassegnato, ma sempre eccitato
Rossella strattonò il guinzaglio e con Francesca che la seguiva carponi uscirono dalla stanza. Naturalmente non potei seguirle, perché sarei stato scoperto, quindi rimasi in attesa, che si prolungò per circa dieci minuti; rientrarono sempre nella stessa formazione: Rossella avanti che portava al guinzaglio Francesca, che era tutta bagnata fin dai capelli, la fece distendere sul letto, prese a leccarla e baciarla alternativamente, Francesca rispondeva con slancio ed accettava che le lunghe dita dell'amica violassero le sue aperture, fino ad essere scossa da movimenti involontari che dimostravano il raggiungimento dell'ennesimo orgasmo.
Il successivo quarto d'ora fu dedicato a carezze e baci mentre le gambe si incrociavano, i seni si sfioravano provocando in entrambe sospiri e mugolii di piacere.
Poi decisero che era arrivato il momento di sciogliere quell'abbraccio, e, mentre anch'io raggiungevo la mia personale soddisfazione, abbracciate uscirono dalla stanza.
Spensi il computer, rimasi immobile, sentii lo scroscio della doccia.
Passò quasi una mezz'ora abbondante, poi le sentii parlottare nell'ingresso e la porta di casa che si chiudeva.
Raggiunsi Francesca, ancora avvolta nel candido accappatoio, la baciai:
“Sei stata splendida, mi sono segato come un ragazzino! Avete preso accordi per altri incontri?”
“ Vedremo...”
“ Toglimi una curiosità, che ti ha sussurrato Rossella, non ho potuto capire?”
Distolse lo sguardo, prese un respiro profondo:
“Mi ha detto che aveva un bisogno fisiologico e che la dovevo accompagnare!”
“Ah che porcellina!”
“Aspetta non ho finito: mi ha detto che avrei dovuto partecipare!”
Vedendo il mio sguardo interrogativo, mi carezzò e proseguì:
“All'inizio ho rifiutato, ma è stata molto convincente e siamo andate in bagno; lì mi ha fatto sdraiare nella doccia e mi ha urinato prima addosso e poi in bocca ordinandomi di berla!”
“Porca miseria, così no, devo parlarle!” e feci per alzarmi, ma Francesca mi trattenne:
“No....no Tommaso, mi...mi è piaciuto!” mi disse guardandomi negli occhi.
Rimasi basito, immaginai la scena eccitandomi immediatamente:
“Vuoi che lo faccia anche con te?”
“Sei sicura, amore?” non stavo nella pelle, era una situazione che mai mi sarei sognato di chiedere, anche se in fondo alla mia mente una depravazione del genere mi aveva sempre attratto.
“Non so Francesca, mi piacerebbe, ma..... sei sicura?”
Per tutta risposta mi prese la mano, ci recammo in bagno. Fece scivolare l'accappatoio dalle sue spalle, entrò in doccia, e si inginocchiò dinanzi a me:
“Dai, porco, pisciami in bocca che ho sete di te!”, quelle parole sortirono l'effetto contrario, con il pene ritto allo spasimo, non riuscivo ad urinare, lei mi guardava sottomessa, ma per quanto mi sforzassi non ci fu verso; allora lo prese in bocca cominciando un pompino sontuoso, e, mentre si masturbava, mi fece venire, in poco tempo, nella sua bocca; dopo l'orgasmo calò la mia tensione, e sentii il bisogno di liberare la vescica: prima uscì un piccolo rivolo che le bagnò il seno, ma, successivamente, il getto aumentò di volume e di intensità e potei indirizzarlo verso la sua bocca spalancata come quella di uccellino nel nido, che in breve si riempì: mi trattenni e lei ingoiò guardandomi negli occhi:
“E' calda e saporita, dai amore, non temere, mi piace da morire!”
Andai avanti per almeno cinque minuti, le feci bere tutto il mio liquido giallo, lei non ne perse nemmeno una goccia; quando terminai la feci alzare, la baciai ed anch'io potei sentire il sapore aspro che le era rimasto in bocca.
Fu questa una pietra miliare del nostro rapporto, oramai sapevo che potevo chiederle tutto, e lei tutto avrebbe accettato. A questo punto si potrebbe ritenere conclusa l'evoluzione del comportamento sessuale di Francesca, ma la sua metamorfosi, dal punto di vista sessuale, il rapporto fra noi era diventato perfetto, anche le mie fantasie più scabrose trovavano in lei la protagonista entusiasta, non la volevo umiliare, era lei che si umiliava perché le piaceva, godeva nel vedermi emozionato ed eccitato, infatti fu proprio lei a suggerire l'avventura successiva.
I suoi pensieri li ritrovai nella cartella del diario che notai aveva cambiato intestazione: “Diario di una ninfomane?”
Ho cambiato il nome a questa cartella, ma ho messo un punto interrogativo, perché non so se questo comportamento è da ninfomane o meno: traggo piacere da qualsiasi atto inerente il sesso, anche il più aberrante ed umiliante; è un piacere profondo, che prende tutto di me, partendo dalle viscere per arrivare al cervello: non so se questo sia un comportamento da ninfomane, ma se così fosse bisognerebbe togliere quel punto interrogativo. La mia ultima esperienza è stata con Rossella, poi replicata con Tommi, della così detta “pioggia dorata”, che all'inizio mi era sembrata una richiesta aberrante da parte della mia amica, ma, una volta ceduto alle sue richieste, mi è piaciuto, si mi è PIACIUTO, tanto da replicarlo di lì a poco con Tommi, e mi è PIACIUTO anche con lui.
A seguire questa mia specie di diario sembra una escalation di prestazioni sessuali, mentre per me è la scoperta di me stessa, la consapevolezza del mio corpo che aumenta ogni volta, il sentire di essere libera; in quei momenti mi sento sola ma non abbandonata, è una scelta razionale, e razionalmente voglio proseguire in primo luogo per il mio piacere, e poi per noi; Tommi e Francesca.

(continua........)













scritto il
2022-02-11
1 . 5 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Cuckold 10 Cap

racconto sucessivo

Cuckold 12Cap
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.