Cuckold Cap 15
di
Pensionato
genere
etero
“ C U C K O L D “
Cap. quindici
Durante il tragitto di ritorno in albergo, cercai di interrogare Francesca su quanto accaduto nelle due ore che era “sfuggita” al mio controllo, ricevendo come risposta solo dei monosillabi e degli sbuffi. Non capivo il perché di quell'atteggiamento, ma cercai di rimanere calmo, avendo sempre la possibilità di accedere al diario di Francesca, dove sapevo che lei avrebbe, senz'altro, trascritto le sue emozioni ed i suoi pensieri reconditi.
Quindi smisi di fare domande e cercai di mostrarmi come al solito moderatamente curioso, ma senza insistere più di tanto; Francesca mostrò di gradire questo mio cambiamento, diventando dolce e carina. L'unica cosa che volli sapere fu se avrebbe proseguito con quella esperienza: “Debbo, Tommaso!”.
Quel “debbo” mi lasciò perplesso, ma non lo diedi a vedere, affermando con noncuranza: ” Certo quando si prende una decisione, poi bisogna portarla a termine!” “Sicuramente!” fu il suo laconico commento.
Quella sera la sentii trafficare sino a notte inoltrata sul suo portatile, che non abbandonava mai e ci aveva seguito anche a Monaco. La mattina dopo, a colazione, le chiesi del suo lavoro notturno; mi rispose che aveva risposto a Giorgio accettando di registrare i due film previsti per i successivi giorni.
Ma non era la solita Francesca, si era chiusa, era preoccupata e, di conseguenza, ero preoccupato anche io, ma per quanto mi concentrassi su quanto era successo il giorno precedente, non riuscivo a capire, probabilmente era qualcosa successa in quelle due ore nella sala di registrazione. Finita la colazione,mi disse che andava a fare una passeggiata nel parco dell'albergo, rifiutando la mia offerta di accompagnarla.
Non mi rimaneva che violare il suo computer e sperare di trovare le risposte alle mie domande.
La segui dal terrazzino della camera e quando la vidi inoltrarsi lentamente nel parco, mi diressi verso il piccolo tavolino dove era posato il suo portatile, mi stesi sul letto lo aprii e.....
CAZZO, CAZZO,CAZZO, sapevo che sarebbe potuto succedere e cercavo di elaborare piani per uscire da quella incresciosa posizione, ma mai avrei pensato di essere scoperta a Monaco, ed invece è successo.
Quando Tommaso è uscito dallo studio dove eravamo insieme a Giorgio, quest'ultimo con un gesto della mano mi ha fatto capire che mi dovevo spogliare:” Dai su iniziamo!” mi dice passando al “tu” :”Fammi vedere come sei fatta, anche se me lo immagino benissimo, sai, ho esperienza nel campo!” Non appena sono rimasta come mamma mi ha fatto, si è avvicinato per palparmi il seno ed il culo, poi ha infilato due dita uno per apertura, li ha estratti li ha guardati con fare soddisfatto e me li ha cacciati in bocca e fino a qui niente di nuovo:” Adesso diventerai attiva, un attimo che chiamo l'attore!” Sono rimasta sorpresa che non avesse voluto “testarmi” in prima persona; ha preso il telefono e ha detto di far entrare Gunter; e qui la sorpresa: Gunter altri non era che un professore di ginnastica tedesco che avevo conosciuto durante uno scambio culturale fra i due istituti. Era l'accompagnatore di una classe di un liceo di Monaco che si gemellò, circa un anno e mezzo fa con la nostra quinta. Parlava molto bene l'italiano. I nostri rapporti non erano stati dei più idilliaci, ci aveva provato con me in modo abbastanza pesante ed insistente, per consolarsi poi, visto il mio categorico rifiuto, con la sua omologa della nostra scuola. Debbo dire che è un bel ragazzo, lui lo sa e lo fa pesare, crede che tutte le donne gli debbono cadere ai piedi e sottomettersi alle sue voglie. Allora io non avevo nessun interesse per il sesso e quindi lo trattai con disprezzo arrivando a minacciarlo di denunciarlo per molestie se non avesse smesso di importunarmi.
Siamo rimasti entrambi interdetti: mi sono coperta istintivamente il seno ed il pube, mentre lui, appena riavutosi dalla sorpresa, si è stampato sul viso un sorrisetto maligno : “Vi conoscete?”, ha domandato Giorgio; “Diciamo così!” ha chiosato Gunter e baciandomi sulle guance mi ha sussurrato all'orecchio:” Se non vuoi che al tuo liceo scoprano il tuo secondo lavoro,è meglio che tu faccia quello per cui sei venuta fino a qui!”
L'ho scansato con una spinta, cercando di ragionare sulla situazione, ho chiesto un time out a Giorgio, che mi guardava interdetto:”Che c'è Francesca? Non mi dirai che sei in soggezione? In questo mestiere non è permesso, se non per esigenze di copione!” ed è scoppiato in una risata:”Hai ragione!” Ho risposto, ho preso la decisione che al momento mi faceva guadagnare tempo, mi sono avvicinata a Gunter che mi aspettava a torso nudo, ben scolpito, con tutti i muscoli al posto giusto e ben sviluppati; certo se allora non fossi stata così poco attratta dal sesso,una botta e via forse gliela avrei concessa; gli ho preso il viso fra le mani poi sono scesa sulle spalle, gli ho carezzato i pettorali, poi scivolando lungo i fianchi mi sono inginocchiata di fronte a lui; gli ho slacciato la cinta ed abbassato i jeans mettendo in mostra un arnese molto ben messo, proporzionato al suo fisico, bello, oggettivamente parlando, e questo mi ha aiutato nella fellatio che è seguita, ma lui si è infoiato ed ha cominciato a spingere, come volesse farmelo ingoiare; avevo la bocca piena del suo pene e della mia saliva, stavo quasi per soffocare, quando è intervenuto Giorgio:”Basta Gunter, così la strozzi! Non che cosa ci sia fra voi o che cosa non ci sia stato, ma ora basta; per me va bene Francesca, fammi sapere entro domani mattina.” ed è uscito dalla stanza. Io ero in terra cercando di riprendere fiato, mentre dalla bocca mi colava saliva mista a vomito che la manovra di Guntar aveva innescato. Lui mi si è avvicinato, per la verità, in modo un poco goffo, dato i pantaloni abbassati e mentre si risistemava, mi ha sibilato:”Non pensare che sia finita così, voglio tutto di te, così imparerai come ci si comporta fra colleghi! Posso sapere tutto di te, dove stai qui a Monaco, dove stai a Milano, e naturalmente so quale è il tuo liceo e come si chiama il tuo dirigente scolastico, quindi ti conviene assecondarmi. Ci sentiamo presto!” e così dicendo mi ha sputato in viso. Ho deciso che non dirò nulla a Tommaso, lui sicuramente interverrebbe, mettendo a rischio la sua e la mia carriera: non posso permetterlo e poi, in fine, questa situazione non è forse meglio di quella artificiale di un film porno?
Questa ultima frase mi lasciò interdetto, il problema che io ero comunque fuori, non avevo il controllo della situazione, non potevo proteggere Francesca, e, questo, non mi piaceva. Cercavo di ragionare, ma non ci riuscivo, non potevo nemmeno esercitare il mio potere istituzionale, a meno che......
Quella sera, a letto, Francesca aveva riacquistato tutto il suo sangue freddo, la adoravo, una donna risoluta, che in questo ultimo anno aveva scoperto il suo corpo e lo voleva usare per il suo piacere e per il mio. Non l'avrei mai abbandonata e la mattina dopo andai presso il commissariato di polizia di Monaco, dove sapevo che lavorava un collega che avevo conosciuto durante un'operazione interforze contro una banda di trafficanti di droga; mi feci annunciare e dopo i saluti di rito gli feci presente la ragione della mia visita.
Sorvolando sulle vere ragioni della nostra venuta a Monaco, gli raccontai di un casuale incontro con tale Gunter professore di ginnastica presso il liceo scientifico, che un po' di tempo prima, a Milano, aveva importunato pesantemente mia moglie e non avrei voluto che ci rovinasse la vacanza; solo per quello mi ero rivolto a lui. Mi rispose che avrebbe controllato e che nel caso di sviluppi ci saremmo dovuti rivolgere direttamente a lui. Ringraziai Franz, uscendo telefonai a Francesca: “ Cosa hai risposto a Giorgio?” “Cosa avrei dovuto rispondere: che accetto, abbiamo un appuntamento per mezzogiorno agli studi; che fai vieni?” “Credo che ti accompagnerò, ma solo fino all'ingresso e poiché non posso assistere, me ne andrò a spasso per Monaco.”
Per fortuna Francesca teneva quella specie di diario da cui attingevo le notizie ed i suoi pensieri più reconditi che alle volte era meglio di un filmato per la mia libido.
Tornò verso le sei del pomeriggio, si mise sotto la doccia per almeno un'ora, uscendone fresca e profumata; mi chiese di portarla fuori a cena in un bel ristorante cosa che accettai volentieri.
Ci sistemammo al tavolo che ci avevano assegnato, aspettando quello che avevamo ordinato, le chiesi come era andata. Fu un poco evasiva e mi disse che avrei dovuto aspettare il CD delle riprese, ma poi sorridendo:”Lo dovremo vedere insieme, perché è vietato ai minori.”
Ad un tratto la vidi irrigidirsi, vidi che fissava un punto alle mie spalle, feci per girarmi:” Non girarti, per favore! Ho visto una persona che speravo di non incontrare più! Scusami vado alla toilette:” Si alzò e si diresse verso il fondo del locale; subito dopo vidi passare un uomo ben piazzato, alto, atletico che si diresse anche lui verso i servizi.
Non potei fare a meno di pensare che fosse quel Gunter di cui avevo saputo per caso leggendo il suo diario: mi alzai ed anch'io andai verso la zona posteriore del ristorante dove era situata la toilette, che, naturalmente, era divisa fra uomini e donne; non c'era nessuno, socchiusi la parte del settore donne, ma non potei vedere nulla, quindi entri nella parte maschile che era completamente vuota, entrai nell'ultimo box, dove mi parve di sentire qualche rumore provenire dal box speculare femminile; appoggiai l'orecchio al sottile muro divisorio, e quello che percepii mi fece venire la pelle d'oca: erano senz'altro mugolii e rumori che facevano intendere, senza ombra di dubbio, che si stava consumando un pompino violento; durò poco, sentii il sospiro liberatorio di lui ed anche le parole benché fosse quasi un sussurro:” Adesso ingoia tutto, puttana!” “Ecco fatto porco, guarda la mia bocca, è vuota!” era senz'altro la voce di Francesca:” Adesso sarai contento, a mai più rivederci!” “Calma, calma, prof. Ora che ti ho ritrovata non te la puoi cavare così semplicemente. Non ricordi come mi hai trattato a Milano? Dovrai ancora farmi un favore. Ho un gruppo di persone, molto influenti, che possono fare molto per me, che sapendo quale è il mio secondo lavoro, vogliono che organizzi per loro uno spettacolino un poco particolare con le ragazze del mio giro. Te sarai l'attrazione principale, non prendere impegni per sabato sera! Adesso usciamo distanziati, ritocca il trucco, quel cornuto di tuo marito non deve capire nulla, anche se vorrebbe partecipare. Che coppia!”
Mi sentii insultato, avrei voluto sfondare quel sottile separé e spaccargli la faccia. Un conto è organizzare tutto di comune accordo, ma questo invece, se Francesca non mi avesse detto nulla, mi sarebbe sembrato un vero e proprio tradimento.
Ritornai al tavolo prima di loro:”Tutto a posto Francesca?” ”Si, si amore, tutto a posto.” Finimmo di mangiare, non molto bene per la verità, Ci concedemmo una passeggiata sotto i portici di Marienplatz per poi tornare in albergo; non una parola di quanto successo al ristorante, ne rimasi deluso, non avrei voluto che così Francesca si stesse allontanando da me.
Quella sera a letto ci baciammo distrattamente,augurandoci la buonanotte e ci girammo di spalle. Dopo dieci minuti, finsi di dormire profondamente, evidentemente Francesca aspettava quel momento, infatti si alzò, pensai che dovesse confidare al suo amico elettronico i suoi pensieri, visto che non aveva voluto condividerli con me. Invece sentii che parlava al telefono con qualcuno, colsi solo brani di conversazione:”....sei un porco......che cosa ti aspetti da me......no, no questo no.......siete una setta.......ci devo pensare........mi stai facendo bagnare.........ahh mi sto toccando.........porco......siii sono la tua puttana.......sabato potrai fare tutto di me......”
Evidentemente parlava con Gunter:” Tommaso, poverino, vuole proteggermi, non ha capito ancora nulla........siii mi sto ancora masturbando!”
Non sapevo cosa pensare, quel “Tommaso non ha capito ancora nulla” mi colpì come un pugno allo stomaco: cosa non avevo capito? Forse che lei stava prendendo una strada tutta sua senza mettermi al corrente? Tutto dipendeva da quel fortuito incontro con Gunter? Certo mi sentivo sfuggire la situazione di mano, non poter assistere, almeno come spettatore, mi faceva capire che ora ero nella categoria dei cornuti puri, da quando eravamo a Monaco non avevamo avuto alcun rapporto completo, non sapevo nulla del filmato, e solo di sfuggita avevo colto il rapporto fra Francesca ed il tedesco. Ero curioso di sapere che cosa si sarebbe inventata per il sabato sera: eravamo arrivati alle banali scuse fra coniugi fedifraghi, stavamo cadendo in basso.
Il venerdì Francesca aveva l'ultimo impegno con le riprese a cui si presentò puntuale, ma senza entusiasmo: ero sicuro che fosse concentrata per la festa del sabato sera.
Non potendo, come al solito, assistere tornai in albergo con l'intento di consultare il suo diario, perché potesse chiarirmi le idee ed anche studiare le mie mosse successive.
Sono frastornata, non capisco più nulla, o, forse, capisco tutto ma ho paura di dirmelo. L'altra sera dopo la seduta presso gli studi, che si è svolta senza lode e senza infamia , voluta andare a cena con Tommy. Tutto pensavo tranne di incontrare quel porco di Gunter; forse ci aveva seguiti; si era seduto alle spalle di Tommy per cui io lo potevo vedere senza che mio marito si accorgesse di nulla: dopo gesti osceni indicando in sequenza la patta dei suoi pantaloni e poi la bocca, mi ha fatto segno con la testa di andare nella toilette, dove mi ha raggiunto e scaraventato dentro un box: guardandomi negli occhi, con il solito sorriso maligno stampato sul viso, mi ha fatto sedere sulla tazza, ha abbassato i pantaloni:”Finisci quello che hai iniziato nella sala registrazione, puttana” e mi ha obbligato a riceverlo tutto in bocca:”Succhia troia, succhia e guardami!” Il problema è stato che mi piaceva, godevo di quella situazione, succhiavo con gusto e non aspettavo altro che si liberasse nella mia bocca. Ho fatto finta di essere disgustata , ma dentro ero eccitata alla massima potenza, avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto, lì seduta stante. Ora non so che mi aspetta sabato, ma penso che non sarà una passeggiata, sarà tutto fuori controllo, in un luogo sconosciuto e sarò sola......ma mi attira, non vedo l'ora di mettermi alla prova: venerdì sera ci sentiremo per prendere accordi.
Cazzo dovevo intercettare la telefonata per saperne di più, ma non sapevo come fare, ma una mezza idea mi era venuta.
continua (…...)
Cap. quindici
Durante il tragitto di ritorno in albergo, cercai di interrogare Francesca su quanto accaduto nelle due ore che era “sfuggita” al mio controllo, ricevendo come risposta solo dei monosillabi e degli sbuffi. Non capivo il perché di quell'atteggiamento, ma cercai di rimanere calmo, avendo sempre la possibilità di accedere al diario di Francesca, dove sapevo che lei avrebbe, senz'altro, trascritto le sue emozioni ed i suoi pensieri reconditi.
Quindi smisi di fare domande e cercai di mostrarmi come al solito moderatamente curioso, ma senza insistere più di tanto; Francesca mostrò di gradire questo mio cambiamento, diventando dolce e carina. L'unica cosa che volli sapere fu se avrebbe proseguito con quella esperienza: “Debbo, Tommaso!”.
Quel “debbo” mi lasciò perplesso, ma non lo diedi a vedere, affermando con noncuranza: ” Certo quando si prende una decisione, poi bisogna portarla a termine!” “Sicuramente!” fu il suo laconico commento.
Quella sera la sentii trafficare sino a notte inoltrata sul suo portatile, che non abbandonava mai e ci aveva seguito anche a Monaco. La mattina dopo, a colazione, le chiesi del suo lavoro notturno; mi rispose che aveva risposto a Giorgio accettando di registrare i due film previsti per i successivi giorni.
Ma non era la solita Francesca, si era chiusa, era preoccupata e, di conseguenza, ero preoccupato anche io, ma per quanto mi concentrassi su quanto era successo il giorno precedente, non riuscivo a capire, probabilmente era qualcosa successa in quelle due ore nella sala di registrazione. Finita la colazione,mi disse che andava a fare una passeggiata nel parco dell'albergo, rifiutando la mia offerta di accompagnarla.
Non mi rimaneva che violare il suo computer e sperare di trovare le risposte alle mie domande.
La segui dal terrazzino della camera e quando la vidi inoltrarsi lentamente nel parco, mi diressi verso il piccolo tavolino dove era posato il suo portatile, mi stesi sul letto lo aprii e.....
CAZZO, CAZZO,CAZZO, sapevo che sarebbe potuto succedere e cercavo di elaborare piani per uscire da quella incresciosa posizione, ma mai avrei pensato di essere scoperta a Monaco, ed invece è successo.
Quando Tommaso è uscito dallo studio dove eravamo insieme a Giorgio, quest'ultimo con un gesto della mano mi ha fatto capire che mi dovevo spogliare:” Dai su iniziamo!” mi dice passando al “tu” :”Fammi vedere come sei fatta, anche se me lo immagino benissimo, sai, ho esperienza nel campo!” Non appena sono rimasta come mamma mi ha fatto, si è avvicinato per palparmi il seno ed il culo, poi ha infilato due dita uno per apertura, li ha estratti li ha guardati con fare soddisfatto e me li ha cacciati in bocca e fino a qui niente di nuovo:” Adesso diventerai attiva, un attimo che chiamo l'attore!” Sono rimasta sorpresa che non avesse voluto “testarmi” in prima persona; ha preso il telefono e ha detto di far entrare Gunter; e qui la sorpresa: Gunter altri non era che un professore di ginnastica tedesco che avevo conosciuto durante uno scambio culturale fra i due istituti. Era l'accompagnatore di una classe di un liceo di Monaco che si gemellò, circa un anno e mezzo fa con la nostra quinta. Parlava molto bene l'italiano. I nostri rapporti non erano stati dei più idilliaci, ci aveva provato con me in modo abbastanza pesante ed insistente, per consolarsi poi, visto il mio categorico rifiuto, con la sua omologa della nostra scuola. Debbo dire che è un bel ragazzo, lui lo sa e lo fa pesare, crede che tutte le donne gli debbono cadere ai piedi e sottomettersi alle sue voglie. Allora io non avevo nessun interesse per il sesso e quindi lo trattai con disprezzo arrivando a minacciarlo di denunciarlo per molestie se non avesse smesso di importunarmi.
Siamo rimasti entrambi interdetti: mi sono coperta istintivamente il seno ed il pube, mentre lui, appena riavutosi dalla sorpresa, si è stampato sul viso un sorrisetto maligno : “Vi conoscete?”, ha domandato Giorgio; “Diciamo così!” ha chiosato Gunter e baciandomi sulle guance mi ha sussurrato all'orecchio:” Se non vuoi che al tuo liceo scoprano il tuo secondo lavoro,è meglio che tu faccia quello per cui sei venuta fino a qui!”
L'ho scansato con una spinta, cercando di ragionare sulla situazione, ho chiesto un time out a Giorgio, che mi guardava interdetto:”Che c'è Francesca? Non mi dirai che sei in soggezione? In questo mestiere non è permesso, se non per esigenze di copione!” ed è scoppiato in una risata:”Hai ragione!” Ho risposto, ho preso la decisione che al momento mi faceva guadagnare tempo, mi sono avvicinata a Gunter che mi aspettava a torso nudo, ben scolpito, con tutti i muscoli al posto giusto e ben sviluppati; certo se allora non fossi stata così poco attratta dal sesso,una botta e via forse gliela avrei concessa; gli ho preso il viso fra le mani poi sono scesa sulle spalle, gli ho carezzato i pettorali, poi scivolando lungo i fianchi mi sono inginocchiata di fronte a lui; gli ho slacciato la cinta ed abbassato i jeans mettendo in mostra un arnese molto ben messo, proporzionato al suo fisico, bello, oggettivamente parlando, e questo mi ha aiutato nella fellatio che è seguita, ma lui si è infoiato ed ha cominciato a spingere, come volesse farmelo ingoiare; avevo la bocca piena del suo pene e della mia saliva, stavo quasi per soffocare, quando è intervenuto Giorgio:”Basta Gunter, così la strozzi! Non che cosa ci sia fra voi o che cosa non ci sia stato, ma ora basta; per me va bene Francesca, fammi sapere entro domani mattina.” ed è uscito dalla stanza. Io ero in terra cercando di riprendere fiato, mentre dalla bocca mi colava saliva mista a vomito che la manovra di Guntar aveva innescato. Lui mi si è avvicinato, per la verità, in modo un poco goffo, dato i pantaloni abbassati e mentre si risistemava, mi ha sibilato:”Non pensare che sia finita così, voglio tutto di te, così imparerai come ci si comporta fra colleghi! Posso sapere tutto di te, dove stai qui a Monaco, dove stai a Milano, e naturalmente so quale è il tuo liceo e come si chiama il tuo dirigente scolastico, quindi ti conviene assecondarmi. Ci sentiamo presto!” e così dicendo mi ha sputato in viso. Ho deciso che non dirò nulla a Tommaso, lui sicuramente interverrebbe, mettendo a rischio la sua e la mia carriera: non posso permetterlo e poi, in fine, questa situazione non è forse meglio di quella artificiale di un film porno?
Questa ultima frase mi lasciò interdetto, il problema che io ero comunque fuori, non avevo il controllo della situazione, non potevo proteggere Francesca, e, questo, non mi piaceva. Cercavo di ragionare, ma non ci riuscivo, non potevo nemmeno esercitare il mio potere istituzionale, a meno che......
Quella sera, a letto, Francesca aveva riacquistato tutto il suo sangue freddo, la adoravo, una donna risoluta, che in questo ultimo anno aveva scoperto il suo corpo e lo voleva usare per il suo piacere e per il mio. Non l'avrei mai abbandonata e la mattina dopo andai presso il commissariato di polizia di Monaco, dove sapevo che lavorava un collega che avevo conosciuto durante un'operazione interforze contro una banda di trafficanti di droga; mi feci annunciare e dopo i saluti di rito gli feci presente la ragione della mia visita.
Sorvolando sulle vere ragioni della nostra venuta a Monaco, gli raccontai di un casuale incontro con tale Gunter professore di ginnastica presso il liceo scientifico, che un po' di tempo prima, a Milano, aveva importunato pesantemente mia moglie e non avrei voluto che ci rovinasse la vacanza; solo per quello mi ero rivolto a lui. Mi rispose che avrebbe controllato e che nel caso di sviluppi ci saremmo dovuti rivolgere direttamente a lui. Ringraziai Franz, uscendo telefonai a Francesca: “ Cosa hai risposto a Giorgio?” “Cosa avrei dovuto rispondere: che accetto, abbiamo un appuntamento per mezzogiorno agli studi; che fai vieni?” “Credo che ti accompagnerò, ma solo fino all'ingresso e poiché non posso assistere, me ne andrò a spasso per Monaco.”
Per fortuna Francesca teneva quella specie di diario da cui attingevo le notizie ed i suoi pensieri più reconditi che alle volte era meglio di un filmato per la mia libido.
Tornò verso le sei del pomeriggio, si mise sotto la doccia per almeno un'ora, uscendone fresca e profumata; mi chiese di portarla fuori a cena in un bel ristorante cosa che accettai volentieri.
Ci sistemammo al tavolo che ci avevano assegnato, aspettando quello che avevamo ordinato, le chiesi come era andata. Fu un poco evasiva e mi disse che avrei dovuto aspettare il CD delle riprese, ma poi sorridendo:”Lo dovremo vedere insieme, perché è vietato ai minori.”
Ad un tratto la vidi irrigidirsi, vidi che fissava un punto alle mie spalle, feci per girarmi:” Non girarti, per favore! Ho visto una persona che speravo di non incontrare più! Scusami vado alla toilette:” Si alzò e si diresse verso il fondo del locale; subito dopo vidi passare un uomo ben piazzato, alto, atletico che si diresse anche lui verso i servizi.
Non potei fare a meno di pensare che fosse quel Gunter di cui avevo saputo per caso leggendo il suo diario: mi alzai ed anch'io andai verso la zona posteriore del ristorante dove era situata la toilette, che, naturalmente, era divisa fra uomini e donne; non c'era nessuno, socchiusi la parte del settore donne, ma non potei vedere nulla, quindi entri nella parte maschile che era completamente vuota, entrai nell'ultimo box, dove mi parve di sentire qualche rumore provenire dal box speculare femminile; appoggiai l'orecchio al sottile muro divisorio, e quello che percepii mi fece venire la pelle d'oca: erano senz'altro mugolii e rumori che facevano intendere, senza ombra di dubbio, che si stava consumando un pompino violento; durò poco, sentii il sospiro liberatorio di lui ed anche le parole benché fosse quasi un sussurro:” Adesso ingoia tutto, puttana!” “Ecco fatto porco, guarda la mia bocca, è vuota!” era senz'altro la voce di Francesca:” Adesso sarai contento, a mai più rivederci!” “Calma, calma, prof. Ora che ti ho ritrovata non te la puoi cavare così semplicemente. Non ricordi come mi hai trattato a Milano? Dovrai ancora farmi un favore. Ho un gruppo di persone, molto influenti, che possono fare molto per me, che sapendo quale è il mio secondo lavoro, vogliono che organizzi per loro uno spettacolino un poco particolare con le ragazze del mio giro. Te sarai l'attrazione principale, non prendere impegni per sabato sera! Adesso usciamo distanziati, ritocca il trucco, quel cornuto di tuo marito non deve capire nulla, anche se vorrebbe partecipare. Che coppia!”
Mi sentii insultato, avrei voluto sfondare quel sottile separé e spaccargli la faccia. Un conto è organizzare tutto di comune accordo, ma questo invece, se Francesca non mi avesse detto nulla, mi sarebbe sembrato un vero e proprio tradimento.
Ritornai al tavolo prima di loro:”Tutto a posto Francesca?” ”Si, si amore, tutto a posto.” Finimmo di mangiare, non molto bene per la verità, Ci concedemmo una passeggiata sotto i portici di Marienplatz per poi tornare in albergo; non una parola di quanto successo al ristorante, ne rimasi deluso, non avrei voluto che così Francesca si stesse allontanando da me.
Quella sera a letto ci baciammo distrattamente,augurandoci la buonanotte e ci girammo di spalle. Dopo dieci minuti, finsi di dormire profondamente, evidentemente Francesca aspettava quel momento, infatti si alzò, pensai che dovesse confidare al suo amico elettronico i suoi pensieri, visto che non aveva voluto condividerli con me. Invece sentii che parlava al telefono con qualcuno, colsi solo brani di conversazione:”....sei un porco......che cosa ti aspetti da me......no, no questo no.......siete una setta.......ci devo pensare........mi stai facendo bagnare.........ahh mi sto toccando.........porco......siii sono la tua puttana.......sabato potrai fare tutto di me......”
Evidentemente parlava con Gunter:” Tommaso, poverino, vuole proteggermi, non ha capito ancora nulla........siii mi sto ancora masturbando!”
Non sapevo cosa pensare, quel “Tommaso non ha capito ancora nulla” mi colpì come un pugno allo stomaco: cosa non avevo capito? Forse che lei stava prendendo una strada tutta sua senza mettermi al corrente? Tutto dipendeva da quel fortuito incontro con Gunter? Certo mi sentivo sfuggire la situazione di mano, non poter assistere, almeno come spettatore, mi faceva capire che ora ero nella categoria dei cornuti puri, da quando eravamo a Monaco non avevamo avuto alcun rapporto completo, non sapevo nulla del filmato, e solo di sfuggita avevo colto il rapporto fra Francesca ed il tedesco. Ero curioso di sapere che cosa si sarebbe inventata per il sabato sera: eravamo arrivati alle banali scuse fra coniugi fedifraghi, stavamo cadendo in basso.
Il venerdì Francesca aveva l'ultimo impegno con le riprese a cui si presentò puntuale, ma senza entusiasmo: ero sicuro che fosse concentrata per la festa del sabato sera.
Non potendo, come al solito, assistere tornai in albergo con l'intento di consultare il suo diario, perché potesse chiarirmi le idee ed anche studiare le mie mosse successive.
Sono frastornata, non capisco più nulla, o, forse, capisco tutto ma ho paura di dirmelo. L'altra sera dopo la seduta presso gli studi, che si è svolta senza lode e senza infamia , voluta andare a cena con Tommy. Tutto pensavo tranne di incontrare quel porco di Gunter; forse ci aveva seguiti; si era seduto alle spalle di Tommy per cui io lo potevo vedere senza che mio marito si accorgesse di nulla: dopo gesti osceni indicando in sequenza la patta dei suoi pantaloni e poi la bocca, mi ha fatto segno con la testa di andare nella toilette, dove mi ha raggiunto e scaraventato dentro un box: guardandomi negli occhi, con il solito sorriso maligno stampato sul viso, mi ha fatto sedere sulla tazza, ha abbassato i pantaloni:”Finisci quello che hai iniziato nella sala registrazione, puttana” e mi ha obbligato a riceverlo tutto in bocca:”Succhia troia, succhia e guardami!” Il problema è stato che mi piaceva, godevo di quella situazione, succhiavo con gusto e non aspettavo altro che si liberasse nella mia bocca. Ho fatto finta di essere disgustata , ma dentro ero eccitata alla massima potenza, avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto, lì seduta stante. Ora non so che mi aspetta sabato, ma penso che non sarà una passeggiata, sarà tutto fuori controllo, in un luogo sconosciuto e sarò sola......ma mi attira, non vedo l'ora di mettermi alla prova: venerdì sera ci sentiremo per prendere accordi.
Cazzo dovevo intercettare la telefonata per saperne di più, ma non sapevo come fare, ma una mezza idea mi era venuta.
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