Cuckold Cap 17
di
Pensionato
genere
etero
“ C U C K O L D “
Cap. diciassette
Mentre leggevo quel resoconto minuzioso di quanto aveva subito mia moglie, sempre più mi convincevo che il suo non era un subire ma un accettare e poi un condividere, sapevo che lei aveva goduto, e godeva nel narrarmelo, perché altrimenti non sarebbero state necessarie tutte quelle descrizioni minuziose, forse il nostro rapporto non era del tutto compromesso, immaginavo lo splendido corpo di Francesca alla mercé di tutte quelle persone, lei che smaniava, godeva: peccato che non ci fossero immagini, ma qualche volta le parole risvegliano la fantasia e non solo quella.....
Gunter entra nella stanza mi rivolge uno splendido sorriso:”Sei stata perfetta, le persone sono molte soddisfatte e questo vuol dire grossi guadagni per me e forse per te, ma non hai ancora finito, devi farti una bella doccia e prepararti al prossimo round!”
In effetti erano passate solo due ore dal mio ingresso in sala, e quindi, secondo i miei calcoli, non dovevano essere passate le undici di sera: la notte era ancora giovane.
Mi metto sotto il getto d'acqua prima caldissimo e poi freddo, mi caccio due dita in gola e vomito tutto quel liquido che avevo ingurgitato, mi sciacquo la bocca, mi lavo con cura ogni centimetro quadrato di pelle e ne usco rinata e pronta alla nuova sfida.
Gunter mi dà una tazza bollente di caffè, mi aiuta a prepararmi: vengo vestita all'araba con una serie di veli che possono essere facilmente rimossi, ma che ora mi coprono tutta, poi indica un tavolo dove sono evidenti tre piste di polvere bianca e vicino una cannula di metallo:”Ti consiglio di usufruirne, è coca pura, ti aiuterà, ti aspettano ore difficili, ma so che puoi farcela!” Rimango interdetta, ma ho già ceduto al suo ricatto e ritengo di non dovere andare oltre e quindi rifiuto:”Guarda che questi sono senza scrupoli!” “Non importa, sono pronta!” Mi mette una mascherina che copre la metà inferiore del mio volto e mi accompagna in un'altra stanza: quando entro mi si piegano le gambe: è una vera e propria stanza delle torture, con tutta lo oggettistica relativa.
Addossati alle pareti ci sono circa una dozzina di persone abbigliate all'araba con kaftani di vari colori, alcuni con il turbante a quadri bianchi e rossi assicurati alla testa da un cordone nero.
Insieme a me questa volta ci altre due ragazze, abbigliate come me, una bionda ed una rossa, insomma sono presenti tutte le varianti cromatiche delle donne occidentali. Gunter mi abbraccia da dietro ci spostiamo in un angolo della sala: inizia una musica di chiara impostazione araba, le due ragazze cominciano a ballare una simil danza del ventre, ogni volta che si avvicinano ad un uomo questi strappa loro un velo, cosicché nel giro di pochi minuti rimangono nude: sono molto ben fatte: entrambe con un seno di quarta alto e sodo, così come il sedere, le cosce lunghe e muscolose, la pancia piatta. Due energumeni neri le assicurano a due croci di Sant'Andrea con le braccia e le gambe ben divaricate, una di fronte alla platea e l'altra di spalle: i due “boia” introducono due ruote della fortuna: in una sono rappresentate parti del corpo umano insieme ad un numero, nell'altro sono disegni che non capisco bene, ma probabilmente si riferiscono all'oggettistica che fa bella mostra di sé sulle pareti della stanza. Rabbrividisco, perché mi è facile immaginare il seguito, mi stringo a Gunter e, mentre lui mi stringe un seno, sento la sua virilità spingere sul mio fondo schiena: ancora non mi rendo conto del perché non abbia voluto semplicemente scopare con me, non mi sarei certamente rifiutata, sia per il ricatto sia perché, in fondo, è un gran bel ragazzo. Intanto nella sala il gioco è iniziato: il primo arabo si avvicina alla ruota e la gira; la lamella si ferma nel settore “boobs five”, ruota la seconda ed esce un frustino da cavallo, che gli viene consegnato da un boia; si avvicina alla rossa, sadicamente. fa scoccare il frustino nell'aria provocando un sibilo sinistro che mi fa accapponare la pelle, mi stringo ancora di più a Gunter che sembra gradire, poi scocca il colpo che prende la ragazza proprio sui seni, lei urla e la carne si segna subito di una striscia rossastra, sadicamente l'uomo non le dà il tempo di riprendere fiato e la colpisce di nuovo: un nuovo urlo riempe la sala, la ragazza si divincola scompostamente ma è legata saldamente, i suoi movimenti sono, se può essere, più eccitanti ancora della situazione. “Povera ragazza” sussurro, Gunter cerca di rassicurarmi :” Nel dolore sta anche il piacere, non solo di chi lo infligge, ma anche di chi lo subisce” mentre mi pizzica il capezzolo. Lo spettacolo va avanti, il frustino è passato di mano ed altri soggetti portano alla fine questo primo round; il gioco si ripete e man mano tutte le parti del corpo delle ragazze risultano violate, non c'è più un centimetro quadrato che non abbia subito colpi rendendo la pelle di un colore fra il rosso e violaceo.
Ora tocca a me, non so cosa mi aspetta, ma non sono tranquilla, il dolore non è mai stato il mio forte, guardo Gunter negli occhi, ma lui distoglie lo sguardo: non è un buon segno:” Vai Francesca, mi dispiace, ma i patti sono patti e questi pagano molto bene!”
La musica araba risuona di nuovo nella stanza, inizio la danza più languida che posso, passo vicino al primo uomo che mentre mi toglie il primo velo:”Cagna infedele!” mi apostrofa in italiano e poi prosegue :“ You would like to fuck, and you will fuck!”(1); quello che mi toglie il secondo velo sogghigna, ma non dice nulla; seguito a volteggiare ed oltre a togliermi i veli non succede altro, alla fine rimango nuda davanti a loro, mi tocco per eccitarli ma da parte loro non c'è nessuna reazione, almeno evidente.
Ad un cenno di uno di loro i due enrgumeni neri mi prendono per le braccia e mi fanno sdraiare prona su una specie di cavallina (oggetto ginnico n.d.a.) ricoperta di pelliccia dal pelo morbido, piacevole sulla pelle, meno piacevole è quando mi assicurano le mani e le caviglie alle gambe dell'attrezzo. Penso:”Siamo alle solite, ora si divertiranno con le mia fessure, niente di nuovo!” Nulla di più sbagliato: Gunter mi si avvicina:” Stai tranquilla, non è poi così terribile, vedrai.”
Sento aprirsi la porta lle mie spalle, data la mia posizione non posso girarmi, si leva un brusio, sento un ansare rumoroso: un brivido mi corre lungo la schiena, la mia paura sembra eccitare gli spettatori che si scatenano in ululati ed applausi: il negrone passa davanti ai miei occhi portando al guinzaglio un grosso cane fulvo, potrebbe essere un alano, ha la grossa coda arricciata che mette in risalto gli attributi che ballonzolano ad ogni suo passo, dal fodero esce un gosso pene rosso ed umido: è già pronto per l'accoppiamento e penso, con ribrezzo, che sarò io la sua cagna:”No, no, noooo!” grido ma sembro ottenere l'effetto contrario, li eccito “Fuck, fuck, fuck!” scandiscono all'unisono.
Immaginavo la scena e mi eccito all'inverosimile: Francesca che ha un rapporto con un animale, superava ogni mia immaginazione, non l'avevamo mai nemmeno pensato ed ora la realtà superava di granlunga la fantasia. Seguito a leggere.
Le luci si abbassano, un occhio di bue mi illumina, il cane è dietro di me, sento il suo fiato caldo sulle mie natiche, all'improvviso quella che ritengo la sua lingua si insinua fra le gambe, mi lecca in un colpo solo sia la fica che il culo, dopo un primo momento di ribrezzo devo riconoscere che invece è eccitante sentire quella lingua calda e ruvida accarezzare la mia intimità, mi sfugge un mugolio di piacere che manda in visibilio il pubblico, che applaude entisiasta, ed in quel momento scatta in me qualcosa che non so
(1) Ti piacerebbe scopare, e scoperai!
descrivere o definire, sta di fatto che se loro vogliono godere guardando, io voglio godere partecipando: per questo mi sistemo meglio e, per quanto me lo permettono le legature, spingo verso l'alto il bacino per favorire il mio amico a quattro zampe; lo sento eccitato, mi infila il suo tartufo umido fra le natiche, sbuffa, sbava, sento la sua saliva calda che mi cola fra le gambe; mi sale addosso come a volermi ingroppare, il suo uccello cerca disperatamente un buco, ma non riesce a centrarlo, ora batte contro le natiche, ora contro le cosce,è troppo irruente, capisco che va guidato:”Slegatemi!” urlo “ Non ve ne pentirete! Non ho nessuna voglia di scappare, ma così non risolviamo nulla!”
Gunter mi si avvicina:”Non fare cavolate! Te ne pentiresti maramente!”
“Non ti preoccupare! Slegami ed assisterete ad uno spettacolo memorabile! Vedrai che i tuoi clienti saranno entusiasti.”
Mi slega, mi giro e lascio che il cane mi venga sopra, e mentre mima l'accoppiamento senza concludere nulla, con la lingua mi bagna il viso, apro la bocca, lo lascio introfularsi dentro, ci scambiamo un bacio come due innamorati infoiati, mi passa sopra e quando il suo membro è all'altezza del mio viso gli blocco le zampe posteriori: sembra che sia abituato, infatti si ferma iniziando la solita danza avanti ed indietro, sollevo il viso fino a permettergli di entrarmi in bocca con il suo pene rosso e duro come il marmo: mi possiede la bocca con foga canina, sento i mormorii degli spettatori, ma non mi importa, sono in uno stato di estasi, mi sto bagando mentre il mio “amico” mi spruzza in gola gli schizzi con cui i cani segnano il loro territorio.
Ha un sapore aspro, è caldo, ma non voglio che mi si scarichi in bocca prima di comletare il bestiale accoppiamento; mi libero e chiamo Gunter:” Mi devi aiutare, almeno nella prima fase” gli asussurro “Aiutami a farlo entrare!”
Mi guarda in un modo strano, chiama uno dei due aiutanti di colore e gli dà ordini in tedesco, ma vedo che ha capito benissimo quello che deve fare. Mentre mi faccio portare una poltrona dove appoggio le braccia tendendo in avanti il ventre, allargando bene le gambe; in mezzo viene fatto entrere l'animale, è abbastanza grosso da mettersi in modo tale da penetrarmi nella posizione del missionario: viene aiutato ma una volta raggiunto l'obiettivo è inarrestabile, spinge con foga, lo sento dentro caldissimo, mi strappa mugolii di piacere, guardo Gunter, ha gli occhi fuori dalle orbite, si passa la linga sulle labbra, vedo che si avvicina ad uno degli spettatori e gli sussurra qualcosa all'orecchio; ottiene un sorrisino compiacente ed un cenno di assenso: intanto il cane viene riempendomi di liquido caldo, scande si gira e si blocca: sento il suo pene crescere dentro di me, questo aumenta il mio piacere, la mia vagina comincia a pulsare incontrollata, mi agito, ma l'animale non si stacca, sento dolore ma anche piacere, che non trova soluzione di continuità, Gunter intanto si avvicina al mio viso, ha i calzoni aperti, ed una erezione magnifica: cerca la mia bocca, che gli offro ben contenta, sono in uno stato di piacere parossistico, con le dita penetro anche l'ano: sono tutta impegnata, respiro affannosamente sto godendo come non mai. All'improvviso vedo fuochi d'artificio davanti ai miei occhi: Gunter mi si scarica in bocca e il cane si stacca facendomi godere ancora una volta, sentendo i suo liquido seminale scorrermi fra le chiappe posandosi sulle dita inpegnate nel fingering anale; ne raccolgo una buona quantità e me lo porto alle labbra, lo annuso: ha un qualcosa di selvatico, poi lo verso in bocca mischiandolo con quello di Gunter e, con un sospiro di soddisfazione, ingoio tutto. Ho completamente dimenticato il contorno di spettatori, che tornano a farsi sentire con ululati e battimani, ma anche con frasi sprezzanti sulla mia dirittura morale, sul fatto che sia una infedele che scopa come una cagna.
A questo punto, Tommy, ti chiederai come mi sento: ti debbo dire la verità, dopo questa esperienza mi sento completamente soddisfatta, ma al tempo stesso ho voglia di riprovare, perché mi è sembrato di aver tocccato il culmine dell'estasi sessuale, ho già preso accordi con Gunter, ci sarà un seguito, per cui mi trasferirò in Germania, lui organizzerà altri incontri e quando non ne avrò più voglia, avremo raggranellato una somma che ci permeterà di vivere felici su un isola tropicale per il resto dei nostri giorni.
Per cui con questa ti saluto, sappi che ti ho amato e che non smetterò mai di ringraziarti per avermi mostrata la strada del piacere, ti portero sempre nel cuore; ADDIO TOMMASO.
F I N E
N.B. I fatti ed i personaggi del presente racconto sono immaginari, ogni riferimento a persone e vicende veramente accadute, è puramente casuale.
Cap. diciassette
Mentre leggevo quel resoconto minuzioso di quanto aveva subito mia moglie, sempre più mi convincevo che il suo non era un subire ma un accettare e poi un condividere, sapevo che lei aveva goduto, e godeva nel narrarmelo, perché altrimenti non sarebbero state necessarie tutte quelle descrizioni minuziose, forse il nostro rapporto non era del tutto compromesso, immaginavo lo splendido corpo di Francesca alla mercé di tutte quelle persone, lei che smaniava, godeva: peccato che non ci fossero immagini, ma qualche volta le parole risvegliano la fantasia e non solo quella.....
Gunter entra nella stanza mi rivolge uno splendido sorriso:”Sei stata perfetta, le persone sono molte soddisfatte e questo vuol dire grossi guadagni per me e forse per te, ma non hai ancora finito, devi farti una bella doccia e prepararti al prossimo round!”
In effetti erano passate solo due ore dal mio ingresso in sala, e quindi, secondo i miei calcoli, non dovevano essere passate le undici di sera: la notte era ancora giovane.
Mi metto sotto il getto d'acqua prima caldissimo e poi freddo, mi caccio due dita in gola e vomito tutto quel liquido che avevo ingurgitato, mi sciacquo la bocca, mi lavo con cura ogni centimetro quadrato di pelle e ne usco rinata e pronta alla nuova sfida.
Gunter mi dà una tazza bollente di caffè, mi aiuta a prepararmi: vengo vestita all'araba con una serie di veli che possono essere facilmente rimossi, ma che ora mi coprono tutta, poi indica un tavolo dove sono evidenti tre piste di polvere bianca e vicino una cannula di metallo:”Ti consiglio di usufruirne, è coca pura, ti aiuterà, ti aspettano ore difficili, ma so che puoi farcela!” Rimango interdetta, ma ho già ceduto al suo ricatto e ritengo di non dovere andare oltre e quindi rifiuto:”Guarda che questi sono senza scrupoli!” “Non importa, sono pronta!” Mi mette una mascherina che copre la metà inferiore del mio volto e mi accompagna in un'altra stanza: quando entro mi si piegano le gambe: è una vera e propria stanza delle torture, con tutta lo oggettistica relativa.
Addossati alle pareti ci sono circa una dozzina di persone abbigliate all'araba con kaftani di vari colori, alcuni con il turbante a quadri bianchi e rossi assicurati alla testa da un cordone nero.
Insieme a me questa volta ci altre due ragazze, abbigliate come me, una bionda ed una rossa, insomma sono presenti tutte le varianti cromatiche delle donne occidentali. Gunter mi abbraccia da dietro ci spostiamo in un angolo della sala: inizia una musica di chiara impostazione araba, le due ragazze cominciano a ballare una simil danza del ventre, ogni volta che si avvicinano ad un uomo questi strappa loro un velo, cosicché nel giro di pochi minuti rimangono nude: sono molto ben fatte: entrambe con un seno di quarta alto e sodo, così come il sedere, le cosce lunghe e muscolose, la pancia piatta. Due energumeni neri le assicurano a due croci di Sant'Andrea con le braccia e le gambe ben divaricate, una di fronte alla platea e l'altra di spalle: i due “boia” introducono due ruote della fortuna: in una sono rappresentate parti del corpo umano insieme ad un numero, nell'altro sono disegni che non capisco bene, ma probabilmente si riferiscono all'oggettistica che fa bella mostra di sé sulle pareti della stanza. Rabbrividisco, perché mi è facile immaginare il seguito, mi stringo a Gunter e, mentre lui mi stringe un seno, sento la sua virilità spingere sul mio fondo schiena: ancora non mi rendo conto del perché non abbia voluto semplicemente scopare con me, non mi sarei certamente rifiutata, sia per il ricatto sia perché, in fondo, è un gran bel ragazzo. Intanto nella sala il gioco è iniziato: il primo arabo si avvicina alla ruota e la gira; la lamella si ferma nel settore “boobs five”, ruota la seconda ed esce un frustino da cavallo, che gli viene consegnato da un boia; si avvicina alla rossa, sadicamente. fa scoccare il frustino nell'aria provocando un sibilo sinistro che mi fa accapponare la pelle, mi stringo ancora di più a Gunter che sembra gradire, poi scocca il colpo che prende la ragazza proprio sui seni, lei urla e la carne si segna subito di una striscia rossastra, sadicamente l'uomo non le dà il tempo di riprendere fiato e la colpisce di nuovo: un nuovo urlo riempe la sala, la ragazza si divincola scompostamente ma è legata saldamente, i suoi movimenti sono, se può essere, più eccitanti ancora della situazione. “Povera ragazza” sussurro, Gunter cerca di rassicurarmi :” Nel dolore sta anche il piacere, non solo di chi lo infligge, ma anche di chi lo subisce” mentre mi pizzica il capezzolo. Lo spettacolo va avanti, il frustino è passato di mano ed altri soggetti portano alla fine questo primo round; il gioco si ripete e man mano tutte le parti del corpo delle ragazze risultano violate, non c'è più un centimetro quadrato che non abbia subito colpi rendendo la pelle di un colore fra il rosso e violaceo.
Ora tocca a me, non so cosa mi aspetta, ma non sono tranquilla, il dolore non è mai stato il mio forte, guardo Gunter negli occhi, ma lui distoglie lo sguardo: non è un buon segno:” Vai Francesca, mi dispiace, ma i patti sono patti e questi pagano molto bene!”
La musica araba risuona di nuovo nella stanza, inizio la danza più languida che posso, passo vicino al primo uomo che mentre mi toglie il primo velo:”Cagna infedele!” mi apostrofa in italiano e poi prosegue :“ You would like to fuck, and you will fuck!”(1); quello che mi toglie il secondo velo sogghigna, ma non dice nulla; seguito a volteggiare ed oltre a togliermi i veli non succede altro, alla fine rimango nuda davanti a loro, mi tocco per eccitarli ma da parte loro non c'è nessuna reazione, almeno evidente.
Ad un cenno di uno di loro i due enrgumeni neri mi prendono per le braccia e mi fanno sdraiare prona su una specie di cavallina (oggetto ginnico n.d.a.) ricoperta di pelliccia dal pelo morbido, piacevole sulla pelle, meno piacevole è quando mi assicurano le mani e le caviglie alle gambe dell'attrezzo. Penso:”Siamo alle solite, ora si divertiranno con le mia fessure, niente di nuovo!” Nulla di più sbagliato: Gunter mi si avvicina:” Stai tranquilla, non è poi così terribile, vedrai.”
Sento aprirsi la porta lle mie spalle, data la mia posizione non posso girarmi, si leva un brusio, sento un ansare rumoroso: un brivido mi corre lungo la schiena, la mia paura sembra eccitare gli spettatori che si scatenano in ululati ed applausi: il negrone passa davanti ai miei occhi portando al guinzaglio un grosso cane fulvo, potrebbe essere un alano, ha la grossa coda arricciata che mette in risalto gli attributi che ballonzolano ad ogni suo passo, dal fodero esce un gosso pene rosso ed umido: è già pronto per l'accoppiamento e penso, con ribrezzo, che sarò io la sua cagna:”No, no, noooo!” grido ma sembro ottenere l'effetto contrario, li eccito “Fuck, fuck, fuck!” scandiscono all'unisono.
Immaginavo la scena e mi eccito all'inverosimile: Francesca che ha un rapporto con un animale, superava ogni mia immaginazione, non l'avevamo mai nemmeno pensato ed ora la realtà superava di granlunga la fantasia. Seguito a leggere.
Le luci si abbassano, un occhio di bue mi illumina, il cane è dietro di me, sento il suo fiato caldo sulle mie natiche, all'improvviso quella che ritengo la sua lingua si insinua fra le gambe, mi lecca in un colpo solo sia la fica che il culo, dopo un primo momento di ribrezzo devo riconoscere che invece è eccitante sentire quella lingua calda e ruvida accarezzare la mia intimità, mi sfugge un mugolio di piacere che manda in visibilio il pubblico, che applaude entisiasta, ed in quel momento scatta in me qualcosa che non so
(1) Ti piacerebbe scopare, e scoperai!
descrivere o definire, sta di fatto che se loro vogliono godere guardando, io voglio godere partecipando: per questo mi sistemo meglio e, per quanto me lo permettono le legature, spingo verso l'alto il bacino per favorire il mio amico a quattro zampe; lo sento eccitato, mi infila il suo tartufo umido fra le natiche, sbuffa, sbava, sento la sua saliva calda che mi cola fra le gambe; mi sale addosso come a volermi ingroppare, il suo uccello cerca disperatamente un buco, ma non riesce a centrarlo, ora batte contro le natiche, ora contro le cosce,è troppo irruente, capisco che va guidato:”Slegatemi!” urlo “ Non ve ne pentirete! Non ho nessuna voglia di scappare, ma così non risolviamo nulla!”
Gunter mi si avvicina:”Non fare cavolate! Te ne pentiresti maramente!”
“Non ti preoccupare! Slegami ed assisterete ad uno spettacolo memorabile! Vedrai che i tuoi clienti saranno entusiasti.”
Mi slega, mi giro e lascio che il cane mi venga sopra, e mentre mima l'accoppiamento senza concludere nulla, con la lingua mi bagna il viso, apro la bocca, lo lascio introfularsi dentro, ci scambiamo un bacio come due innamorati infoiati, mi passa sopra e quando il suo membro è all'altezza del mio viso gli blocco le zampe posteriori: sembra che sia abituato, infatti si ferma iniziando la solita danza avanti ed indietro, sollevo il viso fino a permettergli di entrarmi in bocca con il suo pene rosso e duro come il marmo: mi possiede la bocca con foga canina, sento i mormorii degli spettatori, ma non mi importa, sono in uno stato di estasi, mi sto bagando mentre il mio “amico” mi spruzza in gola gli schizzi con cui i cani segnano il loro territorio.
Ha un sapore aspro, è caldo, ma non voglio che mi si scarichi in bocca prima di comletare il bestiale accoppiamento; mi libero e chiamo Gunter:” Mi devi aiutare, almeno nella prima fase” gli asussurro “Aiutami a farlo entrare!”
Mi guarda in un modo strano, chiama uno dei due aiutanti di colore e gli dà ordini in tedesco, ma vedo che ha capito benissimo quello che deve fare. Mentre mi faccio portare una poltrona dove appoggio le braccia tendendo in avanti il ventre, allargando bene le gambe; in mezzo viene fatto entrere l'animale, è abbastanza grosso da mettersi in modo tale da penetrarmi nella posizione del missionario: viene aiutato ma una volta raggiunto l'obiettivo è inarrestabile, spinge con foga, lo sento dentro caldissimo, mi strappa mugolii di piacere, guardo Gunter, ha gli occhi fuori dalle orbite, si passa la linga sulle labbra, vedo che si avvicina ad uno degli spettatori e gli sussurra qualcosa all'orecchio; ottiene un sorrisino compiacente ed un cenno di assenso: intanto il cane viene riempendomi di liquido caldo, scande si gira e si blocca: sento il suo pene crescere dentro di me, questo aumenta il mio piacere, la mia vagina comincia a pulsare incontrollata, mi agito, ma l'animale non si stacca, sento dolore ma anche piacere, che non trova soluzione di continuità, Gunter intanto si avvicina al mio viso, ha i calzoni aperti, ed una erezione magnifica: cerca la mia bocca, che gli offro ben contenta, sono in uno stato di piacere parossistico, con le dita penetro anche l'ano: sono tutta impegnata, respiro affannosamente sto godendo come non mai. All'improvviso vedo fuochi d'artificio davanti ai miei occhi: Gunter mi si scarica in bocca e il cane si stacca facendomi godere ancora una volta, sentendo i suo liquido seminale scorrermi fra le chiappe posandosi sulle dita inpegnate nel fingering anale; ne raccolgo una buona quantità e me lo porto alle labbra, lo annuso: ha un qualcosa di selvatico, poi lo verso in bocca mischiandolo con quello di Gunter e, con un sospiro di soddisfazione, ingoio tutto. Ho completamente dimenticato il contorno di spettatori, che tornano a farsi sentire con ululati e battimani, ma anche con frasi sprezzanti sulla mia dirittura morale, sul fatto che sia una infedele che scopa come una cagna.
A questo punto, Tommy, ti chiederai come mi sento: ti debbo dire la verità, dopo questa esperienza mi sento completamente soddisfatta, ma al tempo stesso ho voglia di riprovare, perché mi è sembrato di aver tocccato il culmine dell'estasi sessuale, ho già preso accordi con Gunter, ci sarà un seguito, per cui mi trasferirò in Germania, lui organizzerà altri incontri e quando non ne avrò più voglia, avremo raggranellato una somma che ci permeterà di vivere felici su un isola tropicale per il resto dei nostri giorni.
Per cui con questa ti saluto, sappi che ti ho amato e che non smetterò mai di ringraziarti per avermi mostrata la strada del piacere, ti portero sempre nel cuore; ADDIO TOMMASO.
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N.B. I fatti ed i personaggi del presente racconto sono immaginari, ogni riferimento a persone e vicende veramente accadute, è puramente casuale.
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