Cuckold 10 Cap
di
Pensionato
genere
etero
“ C U C K O L D “
Cap. dieci
Nei giorni che seguirono rafforzammo la nostra intesa sessuale, ci fu il nostro primo rapporto anale, con reciproca soddisfazione, ma sentivamo che c'era qualcosa che ci mancava, ci mancava il proibito, che per me era rappresentato nel poter vedere Francesca posseduta, sottomessa ad un altro uomo o, addirittura, ad altri uomini insieme.
Una sera ce ne stavamo distesi sul divano, guardando distrattamente la televisione, le carezzavo i capelli, lei posò la mano sul mio petto, mi sbottonò la camicia giocando con i miei capezzoli, prima con le dita, poi con la lingua; mi misi comodo favorendo la sua discesa verso il mio ventre gonfio di desiderio, mi liberò il pene e, delicatamente, cominciò a leccarlo prima di ingoiarlo e segarlo con le labbra sempre più velocemente: lì, in quella condizione, scattò l'idea:
“Francesca, smetti un secondo, ho avuto un'idea!”
“Ti pare il momento? Se non te ne fossi accorto, ti sto facendo un pompino! Una volta ne saresti stato entusiasta!”
“Che ne dici se continuiamo in un posto pubblico? Per esempio in un cinema?”
“Uhmm potrebbe essere interessante! Cinema normale o cinema porno?”
“Decidi te, per me non c'è differenza! Anzi, no! Cinema porno, perché mi è venuta in mente una situazione che forse lì sarà più fattibile.”
“Dimmi, sono curiosa!”
“Sarà una sorpresa, ma dovrai essere disposta a seguire i miei ordini!”
“Sai che mi piace obbedire!”
“Dai prepariamoci, siamo in tempo per l'ultimo spettacolo!”
Grazie al mio primo incarico alla buon costume, sapevo dove trovare un cinemucolo che trasmettesse pellicole porno, frequentato da vecchi che cercavano di ricordare, giovanissimi che invece cercavano la loro educazione sessuale, quasi nessuna donna e quelle poche sicuramente esercitavano il mestiere più antico del mondo ed erano alla ricerca di clienti, per cui la maschera che ci accolse ci guardò con sorpresa, vedendo una coppia ben vestita:
“Due platea” chiesi, ed entrammo; il tempo di abituarci al buio, uno sguardo allo schermo dove l'attrice era impegnata in una fellatio con un nero con un cazzo dalle dimensioni mostruose, scegliemmo due poltroncine, se così possono essere definite due sgabelli di infimo legno consunto e macchiato, in penultima fila: il cinema naturalmente era quasi vuoto, sulla nostra fila c'era un anziano che dormiva, proprio davanti a noi una coppia di ragazzi che ridacchiavano e si davano di gomito, guardando il film. Ci sedemmo, seguimmo la scena dove l'uomo di colore stava sodomizzando la donna bianca che, per la verità, aveva un sedere un poco cadente, niente a che vedere con quello di Francesca, sodo e ben sostenuto che cominciai a carezzare sopra la stoffa leggera della gonna, lei pose la mano sulla mia patta, mi strinse la verga già indurita, slacciò i miei pantaloni e lo estrasse segandolo pianissimo, la mano era calda, la voce rotta dal desiderio e dalla situazione nuova ed eccitante:
“Che bella idea hai avuto!” e si tuffò sulla cappella lucida, prese a succhiarla, non riuscivo a stare fermo le sussurrai:
“Fai più rumore possibile! Voglio vedere che succede!”
Non se lo fece ripetere e rumori inequivocabili uscirono dalla sua bocca, fino ad attirare l'attenzione dei due giovani e del signore che si risvegliò dal suo torpore. I primi si girarono rimanendo a bocca aperta per lo spettacolo che vedevano dal vivo e non sullo schermo, si scambiarono una sguardo, poi il più intraprendente:
“Quanto vuole la puttana per farti il pompino?”
“ Cinquanta euro con ingoio” risposi prontamente, mentre Francesca si fermò e mi guardò interrogativa; intanto anche l'anziano si era avvicinato curioso:
“Bella troia!” esclamò con la voce impastata dal sonno, intanto spinsi Francesca a ricominciare il suo lavoretto:
“ Dici che con cento euro ci si fa tutti e quattro?”
“ No, nooo!” cercò di protestare Francesca dalla sua scomoda posizione,
“Ma si, siamo a fine giornata, ci sono i saldi!” dissi cercando di fare lo spiritoso, ma sentii i denti della mia compagna stringersi pericolosamente intorno al glande, forse mi voleva far capire che non era pronta per tanto, ma decisi di proseguire nel gioco forzandole la mano.
Le sollevai la testa, la guardai negli occhi cercando di infonderle coraggio, facendole capire di come ero eccitato dalla situazione:
“Dai, puttana, facci vedere le poppe, e voi signori sfoderate le spade!”
Mi sentivo molto spiritoso e cercavo di nascondere la libidine con battute di bassa lega: Francesca sembrò aver accettato di partecipare al gioco, anche se la sentivo tremare sotto le mie mani; la misi seduta sulle mie ginocchia girata verso gli improvvisati spettatori che avevano tirato fuori la loro attrezzatura e se la stavano smanettando; cominciai a sbottonarle la camicetta, le carezzai i seni, i due giovani ci misero sopra le mani, Francesca si irrigidì, chiuse gli occhi ma li lasciò fare, le abbassarono il reggiseno, le strinsero i capezzoli, strappandole un sospiro, che non capii se fosse di piacere o di sopportazione:
“Belli, troia, ma adesso succhiaci i cazzi e guadagnati i soldi!”, saltarono la fila e le si pararono di fronte al viso, con le mani sui fianchi, spingendo in avanti i loro lucidi attrezzi già tesi allo spasimo; compresi che non sarebbero durati molto, la giovane età e la fregola non giocavano a loro favore; l'anziano, invece, non era ancora pronto, trastullava l'appendice molliccia; Francesca gliela prese in mano, portò allo scoperto il glande che non brillava per pulizia, pieno di smegma, ed abbastanza maleodorante: i due giovani non si tenevano più, si ostacolavano per ottenere la posizione migliore, per essere il primo ad ottenere i favori di Francesca; lei per contro si ritrasse, ebbi il timore che tutto andasse a ramengo:
“Dai amore, puoi farcela, mi stai eccitando come non mai, sei meravigliosa!”
“Nooo, non posso, mi fa schifo!”
“Oh allora che facciamo!” si spazientirono i due e spinsero i loro membri sulle labbra di Francesca, che, girò il viso; ebbi voglia di schiaffeggiarla, non poteva tirarsi indietro proprio sul più bello, ma venni preceduto da uno dei ragazzi che le mollò un ceffone, impaziente di ottenere quanto pattuito; con mia grandissima sorpresa, la sentii rilassarsi, mi rivolse uno sguardo come a dire “adesso vedrai” spalancò la bocca e ricevette a turno i due cazzi che oscillavano davanti al suo viso; come avevo previsto non durarono molto ed alla terza o quarta “succhiata” si liberarono quasi contemporaneamente: lordarono il volto di Francesca, che leccò la sborra che le colava dalle guance, si girò verso l'anziano che, con gli occhi chiusi, le venne in mano; si alzò si girò verso di me, mi guardò: “Sei contento , cornuto? Guarda come sono ridotta ed adesso riscuoti, fai il pappone fino alla fine!”
Si alzò e si diresse verso la toilette, dopo dieci minuti tornò a sedersi accanto a me, mi si strinse guardandomi con occhi pieni d'amore, sembrava un cucciolo che cercava coccole, la baciai, conservava in bocca il sapore di sperma, mi eccitai di nuovo, ma decisi che per quella sera, poteva bastare; ci alzammo e tornammo a casa, mentre sentivo su di noi lo sguardo invidioso dei due ragazzi: chissà se avevano capito la situazione?
Non vedevo l'ora di sentire dalla stessa voce di Francesca le sensazioni che aveva provato, perché, alla fin fine, era quello che mi eccitava!
Nudi sul letto, dopo un amplesso vigoroso per scaricare l'adrenalina accumulata, mentre le carezzavo il pube appena coperto da una peluria ben curata, le chiesi:
“Allora, amore, che cosa mi dici dell'esperienza? Ti andrebbe di riprovarla?”
“Certamente, all'inizio non avrei voluto, ma lo schiaffo ricevuto da quel ragazzo è stato liberatorio, il fatto che tu non sia intervenuto in mia difesa mi ha liberato dai freni inibitori, mi è venuta la voglia di stupirti, quasi di punirti, come se fossi io lo strumento di punizione, con il mio umiliarmi subendo due sconosciuti, perché so che mi ami e vedere chi si ama sottomettersi alle voglie di altri non può essere che una punizione!”
“ Si, credo che hai inquadrato precisamente la situazione, non so che mi accade, ma è molto eccitante, per me, il vederti alla mercé di altri uomini; alle volte la mente umana è strana, non so dirti quello che mi succede in quelle situazioni, sta di fatto che a me piace moltissimo e, per fortuna, piace anche a te! O no?”
Rimase in silenzio, il suo sguardo, però, sembrò tradire il suo pensiero, e me ne accertai pochi giorni dopo nel suo “diario”
“L'altra sera con Tommi abbiamo sperimentato una situazione estrema: siamo andati al cinema e lì ci eravamo accordati che lo avrei spompinato davanti a tutti attendendo le reazioni degli altri spettatori. Sono stata costretta a subire le voglie di tre altri uomini senza che Tommi intervenisse, anzi mi spronava ad accontentarli, mentre si godeva lo spettacolo. Devo dire che all'inizio ho provato un grosso disgusto e quasi avrei voluto sottrarmi, ma, poi, la sua bramosia nel vedermi in quella condizione, mi ha fatto decidere di proseguire. Alla fine ne sono uscita soddisfatta, sentivo dentro di me una piacevole sensazione di benessere, la vergogna ed il disgusto erano un lontano ricordo ed anche adesso, a distanza di giorni, sono appagata ed il solo ripensarci mi eccita. I sesso anche se “tecnicamente” non ha più segreti, rimane comunque un mistero in merito ai meccanismi mentali che scatena o che lo scatenano, ma è innegabile che, una volra scaricata la libido, la vita appaia molto più serena ed affrontabile.”
(continua....)
.
Cap. dieci
Nei giorni che seguirono rafforzammo la nostra intesa sessuale, ci fu il nostro primo rapporto anale, con reciproca soddisfazione, ma sentivamo che c'era qualcosa che ci mancava, ci mancava il proibito, che per me era rappresentato nel poter vedere Francesca posseduta, sottomessa ad un altro uomo o, addirittura, ad altri uomini insieme.
Una sera ce ne stavamo distesi sul divano, guardando distrattamente la televisione, le carezzavo i capelli, lei posò la mano sul mio petto, mi sbottonò la camicia giocando con i miei capezzoli, prima con le dita, poi con la lingua; mi misi comodo favorendo la sua discesa verso il mio ventre gonfio di desiderio, mi liberò il pene e, delicatamente, cominciò a leccarlo prima di ingoiarlo e segarlo con le labbra sempre più velocemente: lì, in quella condizione, scattò l'idea:
“Francesca, smetti un secondo, ho avuto un'idea!”
“Ti pare il momento? Se non te ne fossi accorto, ti sto facendo un pompino! Una volta ne saresti stato entusiasta!”
“Che ne dici se continuiamo in un posto pubblico? Per esempio in un cinema?”
“Uhmm potrebbe essere interessante! Cinema normale o cinema porno?”
“Decidi te, per me non c'è differenza! Anzi, no! Cinema porno, perché mi è venuta in mente una situazione che forse lì sarà più fattibile.”
“Dimmi, sono curiosa!”
“Sarà una sorpresa, ma dovrai essere disposta a seguire i miei ordini!”
“Sai che mi piace obbedire!”
“Dai prepariamoci, siamo in tempo per l'ultimo spettacolo!”
Grazie al mio primo incarico alla buon costume, sapevo dove trovare un cinemucolo che trasmettesse pellicole porno, frequentato da vecchi che cercavano di ricordare, giovanissimi che invece cercavano la loro educazione sessuale, quasi nessuna donna e quelle poche sicuramente esercitavano il mestiere più antico del mondo ed erano alla ricerca di clienti, per cui la maschera che ci accolse ci guardò con sorpresa, vedendo una coppia ben vestita:
“Due platea” chiesi, ed entrammo; il tempo di abituarci al buio, uno sguardo allo schermo dove l'attrice era impegnata in una fellatio con un nero con un cazzo dalle dimensioni mostruose, scegliemmo due poltroncine, se così possono essere definite due sgabelli di infimo legno consunto e macchiato, in penultima fila: il cinema naturalmente era quasi vuoto, sulla nostra fila c'era un anziano che dormiva, proprio davanti a noi una coppia di ragazzi che ridacchiavano e si davano di gomito, guardando il film. Ci sedemmo, seguimmo la scena dove l'uomo di colore stava sodomizzando la donna bianca che, per la verità, aveva un sedere un poco cadente, niente a che vedere con quello di Francesca, sodo e ben sostenuto che cominciai a carezzare sopra la stoffa leggera della gonna, lei pose la mano sulla mia patta, mi strinse la verga già indurita, slacciò i miei pantaloni e lo estrasse segandolo pianissimo, la mano era calda, la voce rotta dal desiderio e dalla situazione nuova ed eccitante:
“Che bella idea hai avuto!” e si tuffò sulla cappella lucida, prese a succhiarla, non riuscivo a stare fermo le sussurrai:
“Fai più rumore possibile! Voglio vedere che succede!”
Non se lo fece ripetere e rumori inequivocabili uscirono dalla sua bocca, fino ad attirare l'attenzione dei due giovani e del signore che si risvegliò dal suo torpore. I primi si girarono rimanendo a bocca aperta per lo spettacolo che vedevano dal vivo e non sullo schermo, si scambiarono una sguardo, poi il più intraprendente:
“Quanto vuole la puttana per farti il pompino?”
“ Cinquanta euro con ingoio” risposi prontamente, mentre Francesca si fermò e mi guardò interrogativa; intanto anche l'anziano si era avvicinato curioso:
“Bella troia!” esclamò con la voce impastata dal sonno, intanto spinsi Francesca a ricominciare il suo lavoretto:
“ Dici che con cento euro ci si fa tutti e quattro?”
“ No, nooo!” cercò di protestare Francesca dalla sua scomoda posizione,
“Ma si, siamo a fine giornata, ci sono i saldi!” dissi cercando di fare lo spiritoso, ma sentii i denti della mia compagna stringersi pericolosamente intorno al glande, forse mi voleva far capire che non era pronta per tanto, ma decisi di proseguire nel gioco forzandole la mano.
Le sollevai la testa, la guardai negli occhi cercando di infonderle coraggio, facendole capire di come ero eccitato dalla situazione:
“Dai, puttana, facci vedere le poppe, e voi signori sfoderate le spade!”
Mi sentivo molto spiritoso e cercavo di nascondere la libidine con battute di bassa lega: Francesca sembrò aver accettato di partecipare al gioco, anche se la sentivo tremare sotto le mie mani; la misi seduta sulle mie ginocchia girata verso gli improvvisati spettatori che avevano tirato fuori la loro attrezzatura e se la stavano smanettando; cominciai a sbottonarle la camicetta, le carezzai i seni, i due giovani ci misero sopra le mani, Francesca si irrigidì, chiuse gli occhi ma li lasciò fare, le abbassarono il reggiseno, le strinsero i capezzoli, strappandole un sospiro, che non capii se fosse di piacere o di sopportazione:
“Belli, troia, ma adesso succhiaci i cazzi e guadagnati i soldi!”, saltarono la fila e le si pararono di fronte al viso, con le mani sui fianchi, spingendo in avanti i loro lucidi attrezzi già tesi allo spasimo; compresi che non sarebbero durati molto, la giovane età e la fregola non giocavano a loro favore; l'anziano, invece, non era ancora pronto, trastullava l'appendice molliccia; Francesca gliela prese in mano, portò allo scoperto il glande che non brillava per pulizia, pieno di smegma, ed abbastanza maleodorante: i due giovani non si tenevano più, si ostacolavano per ottenere la posizione migliore, per essere il primo ad ottenere i favori di Francesca; lei per contro si ritrasse, ebbi il timore che tutto andasse a ramengo:
“Dai amore, puoi farcela, mi stai eccitando come non mai, sei meravigliosa!”
“Nooo, non posso, mi fa schifo!”
“Oh allora che facciamo!” si spazientirono i due e spinsero i loro membri sulle labbra di Francesca, che, girò il viso; ebbi voglia di schiaffeggiarla, non poteva tirarsi indietro proprio sul più bello, ma venni preceduto da uno dei ragazzi che le mollò un ceffone, impaziente di ottenere quanto pattuito; con mia grandissima sorpresa, la sentii rilassarsi, mi rivolse uno sguardo come a dire “adesso vedrai” spalancò la bocca e ricevette a turno i due cazzi che oscillavano davanti al suo viso; come avevo previsto non durarono molto ed alla terza o quarta “succhiata” si liberarono quasi contemporaneamente: lordarono il volto di Francesca, che leccò la sborra che le colava dalle guance, si girò verso l'anziano che, con gli occhi chiusi, le venne in mano; si alzò si girò verso di me, mi guardò: “Sei contento , cornuto? Guarda come sono ridotta ed adesso riscuoti, fai il pappone fino alla fine!”
Si alzò e si diresse verso la toilette, dopo dieci minuti tornò a sedersi accanto a me, mi si strinse guardandomi con occhi pieni d'amore, sembrava un cucciolo che cercava coccole, la baciai, conservava in bocca il sapore di sperma, mi eccitai di nuovo, ma decisi che per quella sera, poteva bastare; ci alzammo e tornammo a casa, mentre sentivo su di noi lo sguardo invidioso dei due ragazzi: chissà se avevano capito la situazione?
Non vedevo l'ora di sentire dalla stessa voce di Francesca le sensazioni che aveva provato, perché, alla fin fine, era quello che mi eccitava!
Nudi sul letto, dopo un amplesso vigoroso per scaricare l'adrenalina accumulata, mentre le carezzavo il pube appena coperto da una peluria ben curata, le chiesi:
“Allora, amore, che cosa mi dici dell'esperienza? Ti andrebbe di riprovarla?”
“Certamente, all'inizio non avrei voluto, ma lo schiaffo ricevuto da quel ragazzo è stato liberatorio, il fatto che tu non sia intervenuto in mia difesa mi ha liberato dai freni inibitori, mi è venuta la voglia di stupirti, quasi di punirti, come se fossi io lo strumento di punizione, con il mio umiliarmi subendo due sconosciuti, perché so che mi ami e vedere chi si ama sottomettersi alle voglie di altri non può essere che una punizione!”
“ Si, credo che hai inquadrato precisamente la situazione, non so che mi accade, ma è molto eccitante, per me, il vederti alla mercé di altri uomini; alle volte la mente umana è strana, non so dirti quello che mi succede in quelle situazioni, sta di fatto che a me piace moltissimo e, per fortuna, piace anche a te! O no?”
Rimase in silenzio, il suo sguardo, però, sembrò tradire il suo pensiero, e me ne accertai pochi giorni dopo nel suo “diario”
“L'altra sera con Tommi abbiamo sperimentato una situazione estrema: siamo andati al cinema e lì ci eravamo accordati che lo avrei spompinato davanti a tutti attendendo le reazioni degli altri spettatori. Sono stata costretta a subire le voglie di tre altri uomini senza che Tommi intervenisse, anzi mi spronava ad accontentarli, mentre si godeva lo spettacolo. Devo dire che all'inizio ho provato un grosso disgusto e quasi avrei voluto sottrarmi, ma, poi, la sua bramosia nel vedermi in quella condizione, mi ha fatto decidere di proseguire. Alla fine ne sono uscita soddisfatta, sentivo dentro di me una piacevole sensazione di benessere, la vergogna ed il disgusto erano un lontano ricordo ed anche adesso, a distanza di giorni, sono appagata ed il solo ripensarci mi eccita. I sesso anche se “tecnicamente” non ha più segreti, rimane comunque un mistero in merito ai meccanismi mentali che scatena o che lo scatenano, ma è innegabile che, una volra scaricata la libido, la vita appaia molto più serena ed affrontabile.”
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