Cuckold 13 Cap
di
Pensionato
genere
etero
“ C U C K O L D “
Cap. tredici
Tornando a casa, con i finestrini aperti per sopportare l'olezzo che emanava, Francesca si abbandonò sul sedile, sommariamente vestita, era bellissima, anche così disfatta, stanca suscitò in me un desiderio di possederla, così, seduta stante, ancora con i segni delle ingiurie subite e sopportate; le accarezzai dolcemente l'interno cosce fino ad arrivare proprio lì, era bagnata di sperma, di liquidi vari; mi scansò la mano, con un mugolio:
“Scusami amore, ma sono tutta indolenzita, ci sono andati giù pesanti, anche se era proprio così che volevo!”
“E' che sei bellissima, e ti desidero come non mai!”
Mi rivolse uno stanco sorriso e mi baciò sulla guancia.
“E' stato molto stancante, ma penso di aver raggiunto un punto ottimale di separazione fra sesso e sentimento; mi piace fare sesso, anche duro, ma senza compromettere quello che provo per te, anzi, mi sembra di farlo per te, per poter proseguire nella nostra storia che oramai dura da più di dieci anni e che non saprei come sarebbe andata se non ci fossero stati questi intermezzi, chiamiamoli così!”
Passò quasi un mese, ogni tanto parlavamo delle esperienze vissute e ne sognavamo altre, programmandole in ogni minimo particolare, era il nostro modo di dirci che avevamo voglia l'uno dell'altro, con cui davamo inizio ai nostri giochi, che ormai non avevano più tabù: non c'erano giochi sessuali che non potevano essere soddisfatti con piacere dell'una e dell'altra parte; alla fine decidemmo di mettere in pratica una delle nostre sceneggiature: protagonista, naturalmente, Francesca, altri interpreti due trans: uno particolarmente effeminato, un altro un maschio con il seno.
Come al solito, sfruttai il mio lavoro, cercando gli interpreti nel data base dell'altra commissariato, dove erano registrati tutti coloro che avevano avuto a che fare con la polizia per prostituzione, adescamento e quant'altro.
Dopo un'attenta ricerca ritenni di aver trovato coloro che avrebbero soddisfatto le nostre voglie: Lola, al secolo Anselmo Santos, un colosso di quasi due metri, che pensai fosse ben dotato e Brigitte, al secolo Candido Pereira, un efebo biondo e delicato; battevano nella stessa zona, li cercai quella sera stessa e, naturalmente, le o li trovai al loro posto, dopo una rapida trattativa, li feci salire in macchina e me li portai a casa. Attento a non farmi vedere dai vicini, li feci entrare ed accomodare in salotto: si sedettero con mosse femminee:
“Ascoltate, ora vi dirò come si svolgerà la serata: se vi atterrete alle direttive ci sarà da divertirsi per tutti e per voi anche una lauta ricompensa,
Dovrete passare la notte con mia moglie, sarete libere di fare di tutto, salvo atti violenti, per il resto tutto è ammesso, io non interverrò ma sarò presente e guarderò, potrò darvi delle direttive su cosa fare a cui voi vi adeguerete immediatamente. Avete capito? Naturalmente di questa serata non deve saperne niente nessuno e non è detto che, se saremo soddisfatti, non si possa ripetere; accettate?”
“Sicuramente!” risposero all'unisono con le loro voci profonde le due.
“Bene, allora ora vi presento mia moglie; Francesca vieni!!” chiamai e lei apparve, come una fata, indossando un negligé nero trasparente, aperto sul davanti che metteva in mostra un corpo ancora perfetto, gambe lunghe, un seno prosperoso che ben conoscevo: era truccata in modo perfetto, i capelli raccolti nella solita coda di cavallo, abituale per le sue performance sessuali, le mani curate erano poste sui fianchi, come a dire: eccomi, sono qui, che ne dite?
Le due trans la mangiavano con gli occhi, si passarono la lingua sulle labbra, si alzarono all'unisono, come di fronte ad una visione; mi avvicinai a Francesca e la baciai;
“ Vai , dai il meglio di te!” le sussurrai all'orecchio, lei mi rivolse un sorriso complice e si avviò verso i due: fu proprio lei a prendere l'iniziativa, mentre mi ritiravo nello studio per seguire la scena dallo schermo: in quella maniera non mi sentivo colpevole per quello che accadeva nella stanza da letto, meno coinvolto, ma non meno partecipe: accesi il computer che mi restituì l'immagine di Francesca che carezzava i membri dei due trans, che a loro volta le palpeggiavano il seno ed il sedere: si girò a favore di telecamera facendo scivolare languidamente ai suoi piedi il negligé, si inginocchiò in mezzo ai due, che si tolsero gli shorts e, come avevo previsto, il gigante era molto ben fornito, mentre Brigitte non era il massimo, ma aveva delle dita lunghissime e promettenti.
Francesca cominciò a succhiarli alternativamente; Lola, se non fosse stato per il procace seno, non avrebbe avuto problemi con qualsiasi donna, si vedeva che aveva voglia matta di possedere quella bellissima milf che era inginocchiata di fronte a lui, infatti non indugiò più: sollevò Francesca e la distese sul letto, le scansò le mutandine e in un sol colpo entrò dentro di lei strappandole un sospiro di piacere, iniziando a scoparla con furore; immaginai che con quella veemenza non sarebbe durato molto e questo non mi piaceva, per cui aprii l'interfono con la stanza:
“Lola, fai piano, cerca di non venire subito, altrimenti finisce il divertimento!”
“Non ti preoccupare, sono abituata” rispose con una voce cavernosa ed affannata “Chiedi alla tua donna se si diverte!”
“ Oh è magnifico, amore!” intervenne Francesca “Mi sta facendo godere come non mai!”
Intanto Brigitte girò intorno alla coppia e si mise a cavalcioni del viso di Francesca, si allargò i glutei e le tappò la bocca con il suo buchetto grinzoso:
“Dai leccamelo ed entra dentro di me con la lingua!” le ordinò con un tono di comando che mi sorprese, mentre con la destra si segava il piccolo cilindro molle.
Dal volto trasfigurato del trans, capii che Francesca stava svolgendo bene il suo compito;
“Che troie queste donne di famiglia, basta solo dar loro delle opportunità e loro non tradiscono!” ansimò Brigitte.
I due trans si trovavano faccia a faccia e si baciarono con trasporto, poi Brigitte liberò Francesca dalla sua scomoda posizione, si passò la mano fra i glutei ritraendola bagnata della sua saliva, che leccò, Lola intanto vece voltare Francesca, con modi rudi che però lei sembrò accettare con piacere, le appoggiò all'ano la punta del suo membro lucido e turgido e con un colpo solo lo fece sparire dentro di lei, tra i suoi glutei: Francesca sembrò rimanere per un attimo senza fiato, a bocca aperta alla ricerca di aria, per poi emettere un lunghissimo mugolio di piacere; recuperata la parola:
“Si dai spaccamelo! Ti sento nelle mie viscere, oh Tommi godo! Grazie amore per queste sensazioni, ti ripagherò! Tu non fermarti, spingi forte!”
Favorito dalla posizione Lola slacciò il corsetto di Francesca, lasciandola solo con il tanga che poco proteggeva la sua intimità, infatti seguitava a subire la sodomizzazione, fra sospiri e gridolini; intanto Brigitte cercava, con scarsi risultati, di masturbarsi di fronte al viso di Francesca:
“Certo che il tuo pistolino, non va molto bene!” le disse fra un colpo e l'altro;
“Ho altre qualità, bellezza!” le rispose “Spalanca bene la bocca!” le sputò in bocca; presa alla sprovvista Francesca cercò di schivare la palla di saliva, ma non fece in tempo, per cui dovette ingoiarla; il gioco stava prendendo una piega che mi eccitava, Francesca doveva essere umiliata, perché io traessi il massimo godimento dalla situazione; dopo l'ennesimo affondo Lola uscì dal culo di Francesca e cercò la sua bocca: questa non sembrava convinta: sul membro erano evidenti dei residui di sostanza organica: attraverso la telecamera Francesca mi rivolse uno sguardo fra il disgustato ed il curioso: intervenni con l'interfono:
“Francesca, dipende da te, ma sappi che mi sto eccitando all'inverosimile, ho il cazzo in mano e mi sto masturbando!”
Forse avrebbe voluto pensarci ancora un po', ma quella porca di Brigitte non le diede il tempo, le prese la nuca e la spinse con forza verso il pene teso di fronte a lei: le sue labbra all'inizio rimasero chiuse ermeticamente, è troppo per lei, pensai, poi all'improvviso si dischiusero e ricevette in bocca l'asta e la restituì lucida e pulita, dopo averla succhiata rumorosamente.
“Non hai ancora finito!”, le ruggì Lola, che aveva ormai la situazione in pugno e comandava il gioco, “adesso ci dobbiamo divertire insieme a Brigitte!” Come a comando la trans si mise carponi e lasciò che Lola la sodomizzasse, mentre lei leccava i seni di Francesca, mugolando di piacere. Brigitte era molto indaffarata: cercava di accompagnare con i movimento del bacino i colpi che le venivano inferti, con una mano si masturbava, anche se con scarsi risultati, mentre l'altra si intrufolava fra le gambe di Francesca masturbandola a sua volta: era uno spettacolo allucinante: tre corpi, sudati, uniti da un file rouge fatto di pene, mano, dita.
La cosa andò avanti per diversi minuti, la prima a raggiungere l'orgasmo fu proprio Francesca, che si inarcò e zampillò un liquido trasparente dalla sua vagina; fu quasi un segnale: Brigitte fece vedere la sua mano bagnata ed all'apparenza appiccicosa, che svelta passò sulle labbra di Francesca, mentre Lola, uscita dall'ano di Brigitte cercò subito la bocca di Francesca, la obbligò ad ingoiare la sua asta, poi si ritrasse e le venne in viso con una sperma bianco e denso, anche se in modica quantità, probabilmente la cura di ormoni che doveva seguire inibiva la produzione dello sperma.
Brigitte si tuffò sul viso bagnato, lo leccò e scambiò il liquido raccolto con la bocca di Francesca. Si baciarono tutti insieme e immaginai gli odori ed i sapori che si stavano scambiando e provai il desiderio di essere in mezzo a loro, ma mantenni fede alla mia promessa: non intervenire mai nei giochi a cui sottoponevo e si sottoponeva Francesca.
Adesso erano tutti e tre abbandonati sul letto, si tenevano per mano, era una scena surreale: tre donne, di cui due dotate di pene ed una superba milf, nudi ed all'apparenza soddisfatti, stesi sul mio letto nella mia camera, nella mia casa: seguitai a masturbarmi quando all'improvviso Francesca si alzò e condusse per mano i due trans fuori dalla stanza, con l'interfono:
“Dove state andando?” chiesi.
“Vieni seguici in bagno, abbiamo bisogno di una doccia, non credi?” mi rispose Francesca voltandosi verso la telecamera mandandomi uno sguardo assassino e piano di sottintesi.
“Naturalmente rimarrai sulla porta e non potrai partecipare!”
Il nostro è un bel bagno grande con un cabina doccia molto spaziosa, ci entrano comodamente due persone:
“Che ne dite se iniziassimo con una doccia naturale, mi avete fatto venire sete!” esordì Francesca, che entrò in cabina con Brigitte, ambedue si inginocchiarono mentre Lola da fuori iniziò a inondarle di urina gialla, inquadrando ora l'una ora l'altra che aspettavano a bocca spalancata quasi fosse ambrolsia quel liquido non proprio profumato. Francesca e Brigitte bevvero oltre che massaggiarsi i seni con il getto che sembrava non finire mai: ma finì ed allora Francesca invitò anche Brigitte ad urinare su di lei:
“Dai forza, non ne hai voglia anche te? Fammi bere anche la tua!”
Il trans non se lo fece ripetere: si mise di fronte a lei a gambe larghe, ancora gocciolante della precedente doccia; la posizione era prettamente maschile e se il getto di sperma era stato nullo, non fu così per l'urina, che sgorgò copiosa, riempendo la bocca di Francesca che bevve finchè potè e poi sputò l'eccesso.
Finito che ebbero, feci uscire i trans dal bagno, liberai il mio membro duro, volevo “usare” Francesca così: bagnata, lorda come era, che a malapena riusciva a tenere aperti gli occhi, perché gocce di urina le scivolavano lungo il bel viso: le forzai la bocca, lo spinsi fino alla gola, le bloccai la nuca:
“Hai goduto? Adesso fai godere anche me! Ingoia tutto, puttana!”
Dopo pochi colpi le scaricai in bocca sia lo sperma che la tensione accumulata, la quantità era così tanta che non riuscì ad ingoiarla tutta e due rivoli di sperma le uscirono dagli angoli della bocca; alzò lo sguardo verso di me e ci vidi tutta quella sottomissione che avrei voluto vedere, fece un debole sorriso:
“Adesso fammi lavare, non ne posso più!”
(continua......)
Cap. tredici
Tornando a casa, con i finestrini aperti per sopportare l'olezzo che emanava, Francesca si abbandonò sul sedile, sommariamente vestita, era bellissima, anche così disfatta, stanca suscitò in me un desiderio di possederla, così, seduta stante, ancora con i segni delle ingiurie subite e sopportate; le accarezzai dolcemente l'interno cosce fino ad arrivare proprio lì, era bagnata di sperma, di liquidi vari; mi scansò la mano, con un mugolio:
“Scusami amore, ma sono tutta indolenzita, ci sono andati giù pesanti, anche se era proprio così che volevo!”
“E' che sei bellissima, e ti desidero come non mai!”
Mi rivolse uno stanco sorriso e mi baciò sulla guancia.
“E' stato molto stancante, ma penso di aver raggiunto un punto ottimale di separazione fra sesso e sentimento; mi piace fare sesso, anche duro, ma senza compromettere quello che provo per te, anzi, mi sembra di farlo per te, per poter proseguire nella nostra storia che oramai dura da più di dieci anni e che non saprei come sarebbe andata se non ci fossero stati questi intermezzi, chiamiamoli così!”
Passò quasi un mese, ogni tanto parlavamo delle esperienze vissute e ne sognavamo altre, programmandole in ogni minimo particolare, era il nostro modo di dirci che avevamo voglia l'uno dell'altro, con cui davamo inizio ai nostri giochi, che ormai non avevano più tabù: non c'erano giochi sessuali che non potevano essere soddisfatti con piacere dell'una e dell'altra parte; alla fine decidemmo di mettere in pratica una delle nostre sceneggiature: protagonista, naturalmente, Francesca, altri interpreti due trans: uno particolarmente effeminato, un altro un maschio con il seno.
Come al solito, sfruttai il mio lavoro, cercando gli interpreti nel data base dell'altra commissariato, dove erano registrati tutti coloro che avevano avuto a che fare con la polizia per prostituzione, adescamento e quant'altro.
Dopo un'attenta ricerca ritenni di aver trovato coloro che avrebbero soddisfatto le nostre voglie: Lola, al secolo Anselmo Santos, un colosso di quasi due metri, che pensai fosse ben dotato e Brigitte, al secolo Candido Pereira, un efebo biondo e delicato; battevano nella stessa zona, li cercai quella sera stessa e, naturalmente, le o li trovai al loro posto, dopo una rapida trattativa, li feci salire in macchina e me li portai a casa. Attento a non farmi vedere dai vicini, li feci entrare ed accomodare in salotto: si sedettero con mosse femminee:
“Ascoltate, ora vi dirò come si svolgerà la serata: se vi atterrete alle direttive ci sarà da divertirsi per tutti e per voi anche una lauta ricompensa,
Dovrete passare la notte con mia moglie, sarete libere di fare di tutto, salvo atti violenti, per il resto tutto è ammesso, io non interverrò ma sarò presente e guarderò, potrò darvi delle direttive su cosa fare a cui voi vi adeguerete immediatamente. Avete capito? Naturalmente di questa serata non deve saperne niente nessuno e non è detto che, se saremo soddisfatti, non si possa ripetere; accettate?”
“Sicuramente!” risposero all'unisono con le loro voci profonde le due.
“Bene, allora ora vi presento mia moglie; Francesca vieni!!” chiamai e lei apparve, come una fata, indossando un negligé nero trasparente, aperto sul davanti che metteva in mostra un corpo ancora perfetto, gambe lunghe, un seno prosperoso che ben conoscevo: era truccata in modo perfetto, i capelli raccolti nella solita coda di cavallo, abituale per le sue performance sessuali, le mani curate erano poste sui fianchi, come a dire: eccomi, sono qui, che ne dite?
Le due trans la mangiavano con gli occhi, si passarono la lingua sulle labbra, si alzarono all'unisono, come di fronte ad una visione; mi avvicinai a Francesca e la baciai;
“ Vai , dai il meglio di te!” le sussurrai all'orecchio, lei mi rivolse un sorriso complice e si avviò verso i due: fu proprio lei a prendere l'iniziativa, mentre mi ritiravo nello studio per seguire la scena dallo schermo: in quella maniera non mi sentivo colpevole per quello che accadeva nella stanza da letto, meno coinvolto, ma non meno partecipe: accesi il computer che mi restituì l'immagine di Francesca che carezzava i membri dei due trans, che a loro volta le palpeggiavano il seno ed il sedere: si girò a favore di telecamera facendo scivolare languidamente ai suoi piedi il negligé, si inginocchiò in mezzo ai due, che si tolsero gli shorts e, come avevo previsto, il gigante era molto ben fornito, mentre Brigitte non era il massimo, ma aveva delle dita lunghissime e promettenti.
Francesca cominciò a succhiarli alternativamente; Lola, se non fosse stato per il procace seno, non avrebbe avuto problemi con qualsiasi donna, si vedeva che aveva voglia matta di possedere quella bellissima milf che era inginocchiata di fronte a lui, infatti non indugiò più: sollevò Francesca e la distese sul letto, le scansò le mutandine e in un sol colpo entrò dentro di lei strappandole un sospiro di piacere, iniziando a scoparla con furore; immaginai che con quella veemenza non sarebbe durato molto e questo non mi piaceva, per cui aprii l'interfono con la stanza:
“Lola, fai piano, cerca di non venire subito, altrimenti finisce il divertimento!”
“Non ti preoccupare, sono abituata” rispose con una voce cavernosa ed affannata “Chiedi alla tua donna se si diverte!”
“ Oh è magnifico, amore!” intervenne Francesca “Mi sta facendo godere come non mai!”
Intanto Brigitte girò intorno alla coppia e si mise a cavalcioni del viso di Francesca, si allargò i glutei e le tappò la bocca con il suo buchetto grinzoso:
“Dai leccamelo ed entra dentro di me con la lingua!” le ordinò con un tono di comando che mi sorprese, mentre con la destra si segava il piccolo cilindro molle.
Dal volto trasfigurato del trans, capii che Francesca stava svolgendo bene il suo compito;
“Che troie queste donne di famiglia, basta solo dar loro delle opportunità e loro non tradiscono!” ansimò Brigitte.
I due trans si trovavano faccia a faccia e si baciarono con trasporto, poi Brigitte liberò Francesca dalla sua scomoda posizione, si passò la mano fra i glutei ritraendola bagnata della sua saliva, che leccò, Lola intanto vece voltare Francesca, con modi rudi che però lei sembrò accettare con piacere, le appoggiò all'ano la punta del suo membro lucido e turgido e con un colpo solo lo fece sparire dentro di lei, tra i suoi glutei: Francesca sembrò rimanere per un attimo senza fiato, a bocca aperta alla ricerca di aria, per poi emettere un lunghissimo mugolio di piacere; recuperata la parola:
“Si dai spaccamelo! Ti sento nelle mie viscere, oh Tommi godo! Grazie amore per queste sensazioni, ti ripagherò! Tu non fermarti, spingi forte!”
Favorito dalla posizione Lola slacciò il corsetto di Francesca, lasciandola solo con il tanga che poco proteggeva la sua intimità, infatti seguitava a subire la sodomizzazione, fra sospiri e gridolini; intanto Brigitte cercava, con scarsi risultati, di masturbarsi di fronte al viso di Francesca:
“Certo che il tuo pistolino, non va molto bene!” le disse fra un colpo e l'altro;
“Ho altre qualità, bellezza!” le rispose “Spalanca bene la bocca!” le sputò in bocca; presa alla sprovvista Francesca cercò di schivare la palla di saliva, ma non fece in tempo, per cui dovette ingoiarla; il gioco stava prendendo una piega che mi eccitava, Francesca doveva essere umiliata, perché io traessi il massimo godimento dalla situazione; dopo l'ennesimo affondo Lola uscì dal culo di Francesca e cercò la sua bocca: questa non sembrava convinta: sul membro erano evidenti dei residui di sostanza organica: attraverso la telecamera Francesca mi rivolse uno sguardo fra il disgustato ed il curioso: intervenni con l'interfono:
“Francesca, dipende da te, ma sappi che mi sto eccitando all'inverosimile, ho il cazzo in mano e mi sto masturbando!”
Forse avrebbe voluto pensarci ancora un po', ma quella porca di Brigitte non le diede il tempo, le prese la nuca e la spinse con forza verso il pene teso di fronte a lei: le sue labbra all'inizio rimasero chiuse ermeticamente, è troppo per lei, pensai, poi all'improvviso si dischiusero e ricevette in bocca l'asta e la restituì lucida e pulita, dopo averla succhiata rumorosamente.
“Non hai ancora finito!”, le ruggì Lola, che aveva ormai la situazione in pugno e comandava il gioco, “adesso ci dobbiamo divertire insieme a Brigitte!” Come a comando la trans si mise carponi e lasciò che Lola la sodomizzasse, mentre lei leccava i seni di Francesca, mugolando di piacere. Brigitte era molto indaffarata: cercava di accompagnare con i movimento del bacino i colpi che le venivano inferti, con una mano si masturbava, anche se con scarsi risultati, mentre l'altra si intrufolava fra le gambe di Francesca masturbandola a sua volta: era uno spettacolo allucinante: tre corpi, sudati, uniti da un file rouge fatto di pene, mano, dita.
La cosa andò avanti per diversi minuti, la prima a raggiungere l'orgasmo fu proprio Francesca, che si inarcò e zampillò un liquido trasparente dalla sua vagina; fu quasi un segnale: Brigitte fece vedere la sua mano bagnata ed all'apparenza appiccicosa, che svelta passò sulle labbra di Francesca, mentre Lola, uscita dall'ano di Brigitte cercò subito la bocca di Francesca, la obbligò ad ingoiare la sua asta, poi si ritrasse e le venne in viso con una sperma bianco e denso, anche se in modica quantità, probabilmente la cura di ormoni che doveva seguire inibiva la produzione dello sperma.
Brigitte si tuffò sul viso bagnato, lo leccò e scambiò il liquido raccolto con la bocca di Francesca. Si baciarono tutti insieme e immaginai gli odori ed i sapori che si stavano scambiando e provai il desiderio di essere in mezzo a loro, ma mantenni fede alla mia promessa: non intervenire mai nei giochi a cui sottoponevo e si sottoponeva Francesca.
Adesso erano tutti e tre abbandonati sul letto, si tenevano per mano, era una scena surreale: tre donne, di cui due dotate di pene ed una superba milf, nudi ed all'apparenza soddisfatti, stesi sul mio letto nella mia camera, nella mia casa: seguitai a masturbarmi quando all'improvviso Francesca si alzò e condusse per mano i due trans fuori dalla stanza, con l'interfono:
“Dove state andando?” chiesi.
“Vieni seguici in bagno, abbiamo bisogno di una doccia, non credi?” mi rispose Francesca voltandosi verso la telecamera mandandomi uno sguardo assassino e piano di sottintesi.
“Naturalmente rimarrai sulla porta e non potrai partecipare!”
Il nostro è un bel bagno grande con un cabina doccia molto spaziosa, ci entrano comodamente due persone:
“Che ne dite se iniziassimo con una doccia naturale, mi avete fatto venire sete!” esordì Francesca, che entrò in cabina con Brigitte, ambedue si inginocchiarono mentre Lola da fuori iniziò a inondarle di urina gialla, inquadrando ora l'una ora l'altra che aspettavano a bocca spalancata quasi fosse ambrolsia quel liquido non proprio profumato. Francesca e Brigitte bevvero oltre che massaggiarsi i seni con il getto che sembrava non finire mai: ma finì ed allora Francesca invitò anche Brigitte ad urinare su di lei:
“Dai forza, non ne hai voglia anche te? Fammi bere anche la tua!”
Il trans non se lo fece ripetere: si mise di fronte a lei a gambe larghe, ancora gocciolante della precedente doccia; la posizione era prettamente maschile e se il getto di sperma era stato nullo, non fu così per l'urina, che sgorgò copiosa, riempendo la bocca di Francesca che bevve finchè potè e poi sputò l'eccesso.
Finito che ebbero, feci uscire i trans dal bagno, liberai il mio membro duro, volevo “usare” Francesca così: bagnata, lorda come era, che a malapena riusciva a tenere aperti gli occhi, perché gocce di urina le scivolavano lungo il bel viso: le forzai la bocca, lo spinsi fino alla gola, le bloccai la nuca:
“Hai goduto? Adesso fai godere anche me! Ingoia tutto, puttana!”
Dopo pochi colpi le scaricai in bocca sia lo sperma che la tensione accumulata, la quantità era così tanta che non riuscì ad ingoiarla tutta e due rivoli di sperma le uscirono dagli angoli della bocca; alzò lo sguardo verso di me e ci vidi tutta quella sottomissione che avrei voluto vedere, fece un debole sorriso:
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