Cuckold Cap 16

di
genere
etero

“ C U C K O L D “
Cap. sedici

Non volli nemmeno dare molto peso alla scusa che Francesca mi propinò per avere il sabato sera libero da me, credo che mi abbia detto che aveva una cena con la troupe del film porno o qualcosa del genere, ma nemmeno la ascoltavo, pensavo a cosa avessi sbagliato con lei.
Passai il sabato sera e buona parte della notte in un club con spettacolo, dove quasi mi sbronzai guardando delle belle ragazze molto svestite, ma rifiutando le avance di alcune di loro, non ero sicuramente dell'umore giusto.
Verso le due tornai in albergo, naturalmente Francesca non c'era, andai a letto e mi addormentai quasi subito. La mattina dopo, doveva essere il giorno del ritorno a Milano, mi svegliai verso le dieci e non c'era nessuna traccia di Francesca, cominciai a preoccuparmi, la chiamai al telefono, ma rispose la voce registrata:” Il cliente non è al momento raggiungibile....” Per occupare il tempo iniziai a fare i bagagli e mi accorsi che mancavano diversi suoi indumenti, ma non mi preoccupai, pensai che si fosse portato dei ricambi da utilizzare dopo la serata, ma vidi che mancava anche il suo portatile: questo era grave.
Non volevo telefonare al mio amico della polizia di Monaco, avrei avuto troppe cose da spiegare; mentre ragionavo per trovare la soluzione migliore, il cellulare mandò il cicalino d'avvertimento segnalandomi l'arrivo di un messaggio: Francesca: apri la posta elettronica; mi dispiace Tommy. Ciao.
Il perché di quel mi dispiace lo capii leggendo la lunga e-mail; mi sedetti su una panchina e cominciai a leggere:
Caro Tommy, non mi cercare, sto ritornando a Milano con Gunter che si è offerto di accompagnarmi; devo dire che non sono in condizioni ottime, ieri sera mi hanno messo a dura prova, per la prima volta ho goduto soffrendo, mi è piaciuto moltissimo, Gunter in questo pochissimo tempo mi ha capito molto più di quello che abbiamo fatto noi due insieme nella nostra lunga convivenza, ha scoperto quello che voglio dal mio corpo, quello che posso dare, i miei limiti, sono fondamentalmente una schiava e lui è il mio master. So da tempo che mi hai forzato il computer e segui il mio “diario” eccitandoti per cui voglio inviarti quello che ho scritto dell'esperienza di ieri sera, sappi che è roba forte, trova un posto tranquillo dove puoi masturbarti in santa pace, pensando a me ed ai nostri bei ricordi.
Oramai era scesa la sera, tornai in albergo prolungai il mio soggiorno fino al giorno dopo e mi feci servire la cena in camera, ma poco più che l'assaggiai, mi sistemai sul letto e questa volta utilizzai la posta elettronica del mio portatile.
Gunter è passato a prendermi verso le sette di sera, in auto ha iniziato a darmi le prime istruzioni: si trattava, come del resto sapevo, di una serata privata a cui avrebbero partecipato magnati russi ed arabi cui amici potenti di Gunter volevano offrire una serata diversa, nemmeno lui sapeva quante persone avrebbero partecipato, lui avrebbe fornito le ragazze ed io ero il pezzo forte della serata. La scaletta sarebbe stata così concepita: le ragazze avrebbero riscaldato l'ambiente, poi avrei fatto il mio ingresso e gli ospiti mi avrebbero avuta a loro disposizione incondizionatamente dieci minuti ciascuno.
Un brivido mi corre lungo la schiena, mi agito sul sedile, Gunter allunga la mano fra le mie gambe, mi penetra con le dita, vedo che l'autista sistema lo specchietto a favore dello spettacolo: spero che lo cosa non lo distragga troppo dalla guida.
Dopo circa un'ora di viaggio, Gunter scusandosi mi benda: la cosa mi eccita ancora di più, passano circa dieci minuti e dopo una breve sosta sento della ghiaia scricchiolare sotto le ruote della vettura, vuol dire che probabilmente abbiamo imboccato un vialetto privato e stiamo giungendo alla meta: uno strano tremore mi prende le gambe, e quando mi aiutano a scendere cammino incerta e per la benda e perché le gambe sembrano non sorreggermi.
Vengo aiutata a superare una serie di scalini ed introdotta in una stanza, dove mi viene tolta la benda dagli occhi: siamo io e Gunter in una grande stanza con tavoli pieni di accessori per sesso sadomaso, da fruste e frustini di tutte le misura e materiali, corde, sextoy e dildo di tutte le misure, plug anali, maschere. cappucci e busti di lattice, manette e tutto quello che può sognare un amante del genere: brividi non so di paura o di piacere mi scorrono lungo la schiena e Gunter sempre con quel sorrisino stampato in volto:
“ Cara Francesca stai per provare quello che qualsiasi donna con le tue inclinazioni vorrebbe provare, anche il dolore, vedrai, può dare piacere. Questa sera abbiamo due tipologie di uomini degli oligarchi russi, che si aspettano che te sia pronta a ricevere le loro attenzioni sessuali in ogni forma, insomma ti scoperanno in tutte le posizioni, qualcuno vorrà anche umiliarti; ti informo che ci sono anche delle donne e sono le più pericolose, di solito infliggono umiliazioni che vorrebbero che fossero inflitte loro, ma non hanno il coraggio di parlarne. Poi abbiamo degli emiri arabi, lì la situazione è molto diversa: avere a disposizione una infedele da torturare è in cima ai loro desideri, quindi infliggerti dolore sarà il loro piacere. Ok?”
“Ok!” ho risposto, ma la mia voce non è uscita sicura come avrei voluto, era innegabile che la paura di non farcela mi stava salendo dallo stomaco con conati che a stento trattenevo. “Bene Francesca prepariamoci, per primi ci toccano i russi, gli arabi intanto sono a cena, li teniamo separati perché non corre buon sangue fra loro,” Mi spoglio velocemente, Gunter prende un plug anale, mi fa piegare e me lo introduce:” Serve a prepararlo!”
Mi fa indossare un bustino in lattice, che mi stringe in vita e mette in risalto il seno ed il sedere (come se ce ne fosse stato bisogno, no caro?)-eppure pensa a me- mi mette un collare a cui aggancia un guinzaglio, mentre mi ammanetta i polsi dietro la schiena. Aspettiamo qualche minuto, non mi stacca gli occhi di dosso, si strofina la patta, forse vorrebbe essere lui a godere di me, ma sa che non può, almeno per ora.
Mi strattona il guinzaglio:”Tocca a te! Comportati bene, mi raccomando; ricordati che possono fare tutto di te e tu non ti opporrai; ok?” Lo guardo con aria di sfida;”Andiamo!” ma dentro di me la sicurezza è molto meno di quella che ostento.
Vengo introdotta in una stanza: nel mezzo troneggia una specie di cavalletto a forma di sedia rovesciata, ai quattro angoli delle manette saldamente ancorate al pavimento: in cerchio, tutt'intorno, una decina di persone incappucciate e vestite con una lunga tunica bianca, mentre un altra, munita di cinepresa, riprende tutta la scena: Gunter mi fa fare un giro come un cavallo mostrato a potenziali acquirenti, poi mi fa avvicinare al cavalletto, mi costringe ad “accomodarmi” su di essa: la posizione è scomoda ho il viso a terra, mentre il sedere sporge in alto: i polsi e le caviglie sono saldamente ancorate a terra che mi costringono a tenere larghe le gambe: immagino lo spettacolo che si presenta agli occhi dei convenuti, questo mi eccita, mi sento già bagnata. Sento alle mie spalle avvicinarsi qualcuno, all'improvviso un violento schiaffo mi colpisce la natica, poi un altro: sento il calore crescere dentro di me, ho la sensazione, comunque, che la mano non sia quella i un uomo, infatti poi una figura si accovaccia dinanzi a me, si solleva la tonaca: il mio sospetto si trasforma in certezza; stende le gambe vicino alla mia testa e mi incolla il sesso alla mia bocca:”Kiss her, bicht!”(1) mi ordina: comincia un gioco di lingua che entra ed esce, è eccitata, si bagna e bagna il mio viso, fino a che un tremore la prende dai piedi sino ai fianchi, vengo investita da un getto di liquido dolciastro, mentre lei si abbandona con un sospiro di soddisfazione,
Strofino il viso sul pavimento, cercando di ripulirmi un poco, ma un secondo dopo vengo penetrata da dietro con forza, per come sono legata non posso vedere che mi sta scopando, mi piace, il movimento si fa sempre più veloce e profondo, mi sfuggono mugolii di piacere, che strappano risatine e commenti ai presenti;”Is enjoying !”(2); il tutto dura una decina di minuti finché non lo sento svuotarsi dentro di me; ma non c'è un attimo di riposo: ecco che un altro si impossessa del mio ano, lo sento allargarsi, all'inizio provo dolore,ma, quasi subito si trasforma in piacere, la posizione è ottimale per la sodomia, esce e sento che mi allarga lo sfintere penetrandolo con le dita, poi rientra e mentre mi cavalca come una giumenta, mi inserisce le dita in bocca; senza nemmeno attendere l'ordine le lecco, riempendole di saliva, questo lo deve eccitare molto perché lo sento mugolare al subito un fiotto caldo mi invade le viscere: lo sperma mi cola fra la gambe, vengo slegata, mi alzo, le gambe sono un poco tremanti per la posizione in cui ero stata costretta, ma dura poco, mi fanno inginocchiare e mi circondano, dalle loro tuniche bianche escono dei membri di varia grandezza, ma tutti in tiro: deve essere che lo spettacolo precedente è loro piaciuto, li avvicinano al mio viso, mi danno da sorreggere una coppa di cristallo ampia, di quelle per mettere i cioccolatini, dove già si vede del liquido biancastro: capisco che hanno raccolto quello che prima era uscito dal mio corpo; iniziano a masturbarsi, qualcuno me lo spinge in bocca, ed ecco che il primo raggiunge l'orgasmo e mi riempe il viso di sperma, che subito una mano femminile indirizza verso la coppa, e così via in un bukkake di circa dieci persone; quando tutti hanno dato “ il loro contributo” ecco che la donna, forse era l'unica, mi toglie la coppa dalle mani se la porta fra le gambe e ci rovescia dentro, fra le risa dei presenti, il contenuto della sua vescica, poi anche un paio di uomini seguono il suo esempio: è piena sino all'orlo, la avvicinano alle mia labbra:” Drink! Drink! Drink!” mi ritmano tutti insieme battendo le mani: il liquido giallastro e maleodorante sciaborda, lo sento bagnarmi le labbra, è caldo, aspro, apro la bocca e lo lascio scivolare in gola, fra i mormorii estasiati dei presenti ingoio tutto, reprimo i conati di vomito che mio malgrado mi assalgono: riapro gli occhi, li vedo allontanarsi verso la porta, solo pochi si voltano verso di me, non so se per compassione o per conservare un ricordo di una donna che era stata alla loro mercé; come mi sono sentita, ti domanderai; non saprei descriverlo, sono stata in uno stato di trance, gli odori, i sapori, funzionavano come anestetico per le penetrazioni, anche dolorose che avevo subito, poi quella umiliazione finale....no, non ero pentita di quanto avevo fatto non sapendo di quello che ancora mi aspettava.




continua /....)



1) “Baciala, troia!” 2) “Sta godendo!”
scritto il
2022-02-20
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