La svolta - Capitolo 1
di
duke69
genere
etero
Tutto è cominciato per caso ad una mostra d’arte. Io e mio marito Fabio non siamo mai stati appassionati d’arte, ma durante una passeggiata al sabato pomeriggio fummo attratti dal cartello pubblicitario e decidemmo di dare una occhiata. L’ingresso era libero, le quattro sale interne nelle quali si sviluppava la mostra erano assai affollate da signore e signori ben distinti, di età compresa tra i cinquanta e i sessant’anni.
Il mio nome è Barbara e ho 46 anni, invece Fabio ne ha 51. Tutto sommato li portiamo bene dimostrando almeno dieci anni di meno:
io sono alta 1 metro e 60 centimetri, uso spesso delle scarpe con tacco da 10 cm per compensare la mia bassa statura, ho una carnagione chiara, dei capelli lunghi biondo scuro, due occhi castani con riflessi verdi, un naso delicato, come tutto il viso del resto, e un neo sulla guancia destra poco sopra il labbro;
Fabio invece è alto circa 1 metro e 70 centimetri, ha il colore della pelle olivastro, in contrasto con il colore chiaro della mia pelle, capelli e occhi castani, bocca sottile e un viso abbastanza comune. Fabio indossa occhiali da vista dalle lenti rotonde e fisicamente ha una corporatura esile con un po’ di pancetta, del resto non ha mai fatto sport, mentre io sono “formosetta” con un sedere un po’ pronunciato e tutto il resto ben dimensionato. Io insegno matematica e scienze in un liceo, invece Fabio lavora in una biblioteca.
Caratterialmente sono un tipo timido e anche Fabio rimane un po’ introverso. Ormai stiamo insieme da circa vent’anni e ci vogliamo bene, tuttavia spesso la nostra vita di coppia è andata in crisi: sessualmente parlando mi è sempre mancato qualcosa. Avrei voluto fossimo una coppia più passionale e invece, un po’ per la mia timidezza e un po’ per la scarsa intraprendenza di Fabio, la nostra vita sessuale si è ancor più appiattita, non che abbia mai decollato più di tanto se escludiamo i primi mesi di fidanzamento. Per intenderci, il rapporto sessuale è sempre condotto da lui nella classica posizione del missionario, sostanzialmente perché non è in grado di gestire la propria resistenza. Basta che mi sieda sopra di lui e dopo qualche affondo raggiunge subito l’orgasmo. I preliminari sono ormai abbastanza scarsi fatta eccezione per qualche masturbazione con le mani e qualche timido pompino che si limita alla cappella: questo anche per colpa mia, perché ho sempre provato un po’ di avversione rispetto ai rapporti orali, che mi causano nausea.
Non appena entrati ebbi la sensazione di avere degli occhi puntati addosso; dopo una decina di minuti si avvicinò da noi un tizio sulla cinquantina vestito in giacca e cravatta, alto quasi un metro e ottanta, ben piazzato, con capelli corti brizzolati e un viso spigoloso con zigomi pronunciati. Sfoggiava un gran bel sorriso caratterizzato da denti bianchissimi e uno sguardo penetrante a dir poco magnetico. Il suo arrivo fu’ preceduto da un profumo inebriante.
“Buonasera Signori! E benvenuti alla mostra!”
“Grazie! Non siamo soliti frequentare questi ambienti e speriamo di non essere di troppo…io sono Fabio Rini e questa è mia moglie Barbara.”
“No, assolutamente! L’arte è un bene comune e qualsiasi opera d’arte deve essere accessibile a chiunque! Avete attirato la mia curiosità considerato che da anni faccio questo lavoro ed è la prima volta che vi vedo per cui sono qui solo per presentarmi e offrirmi a voi come guida: io sono Ettore Verri e mi occupo dell’organizzazione di questa mostra d’arte”.
“Grazie! Gentilissimo, a me e mia moglie farà sicuramente piacere poter disporre di una guida che ci illustri le opere esposte”.
“Bene, allora seguitemi!”
Ettore ci condusse in giro per la mostra per almeno un’ora. Si rivelò un uomo ancor più affascinante di quello che ci era già sembrato all’inizio. Tuttavia, il suo sguardo mi metteva un po’ di soggezione e in alcuni casi anche un pizzico di imbarazzo, specialmente quando scrutava nel mio decolté; per tale ragione non ricordo praticamente nulla di ciò che ci espose durante il tour, mentre Fabio era completamente preso dalla dialettica di Ettore.
In sostanza alla fine ci congedammo con un invito presso la sua villa, all’interno della quale erano custodite alcune opere che nel corso del tempo aveva collezionato e che ci avrebbe mostrato.
E così, qualche giorno dopo, ci recammo presso la sua villa grande e sfarzosa, dove marmi e legno di vario tipo la facevano da padrona. Alla serata partecipò anche una amica di Ettore, di nome Elena, una bellissima ragazza di 25 anni, bruna con gli occhi verdi, alta e con un fisico da modella: probabilmente era più di una amica…! La cena, preparata da un cuoco e servita da una cameriera dall’abbigliamento alquanto succinto, fu piacevole e servì a consolidare il nostro rapporto di amicizia in cui io e Fabio, complice il vino, ci lasciammo andare anche a qualche confessione intima sulla nostra vita di coppia.
Durante la serata, mentre Fabio era rimasto all’esterno a chiacchierare con Elena, intenta a fumarsi una sigaretta, rimasi da sola con Ettore. La sua presenza continuava a crearmi una sorta di eccitazione: ero effettivamente affascinata da lui.
“Come va Barbara? La cena è stata di tuo gradimento?”
“Si! Il tuo cuoco è veramente bravo!”
“Beh, si… non è proprio alle mie dipendenze, lo chiamo quando ci sono queste occasioni, eventi o gala di un certo rilievo! Ti vedo un po’ instabile Barbara, tutto ok?”
“Si, ma forse ho bevuto un bicchiere di troppo, non ci sono abituata e ora che mi sono messa in piedi mi sento un po’ strana…”
“Vieni, ti accompagno in bagno. Magari una rinfrescata ti farà bene.”
“Si, grazie!”
Una volta arrivati alla porta del bagno, mi accompagnò all’interno e non mi lasciò sola rimanendo con me, anche per darmi un eventuale sostegno o semplicemente per galanteria come quando mi porse l’asciugamano. Continuava a farmi complimenti ogni volta che ne aveva l’occasione, e ad un certo punto mi mise una mano sul fianco insinuando le dita all’interno della tasca posteriore dei pantaloni fino a premere sulla natica e bisbigliandomi all’orecchio:
“Tuo marito è un uomo fortunato ad avere una donna così bella…!”
Non ne sono sicura ma credo che in quel momento Ettore abbia sfiorato il mio orecchio con la punta della lingua: non ebbi né il tempo, né la volontà di reagire in qualche modo, anche soltanto rispondendo alla sua affermazione che in quel momento entrava e usciva dalle mie orecchie senza che ne focalizzassi il senso, per cui continuai a camminare come se nulla fosse.
Prima di andare via, al termine della serata, Ettore mi chiese il numero di telefono: lo scrissi su un tovagliolo di carta e solo dopo averlo fatto mi resi conto di avere compiuto tale gesto di nascosto a Fabio.
Nei giorni successivi passai qualche momento di ansia legata alla aspettativa che Ettore mi avrebbe telefonato o lasciato un messaggio. Poi, trascorsa una settimana, quando cominciavo a non pensarci più, arrivò un messaggio su Whatsapp:
“Ciao Barbara, sto allestendo una mostra in zona, vicino alla scuola dove insegni, se ti va e puoi fare un break ci prendiamo un caffè”.
Risposi immediatamente come una ragazzina al primo appuntamento e nel pomeriggio ci incontrammo in una caffetteria lì vicino.
Riusciva ad essere convincente su tutto quello che diceva, anche quando iniziò ad entrare in merito alla mia sfera personale e sessuale.
“Da quanto ho capito, tu Barbara hai bisogno di un uomo vero che ti soddisfi. Non credere si tratti di un aspetto banale della vita, anzi, una piena soddisfazione sessuale può portare giovamento a tanti altri aspetti della tua vita e anche a quella di Fabio.”
“Si, quanto mi stai dicendo è razionale e anche chiaro, ma che cosa dovrei fare?”.
“Devi semplicemente lasciarti andare, rompere i tuoi freni inibitori e cercarti un padrone che ti guidi nel tuo percorso di rinascita.”
“Oddio! ...non sono sicura di riuscirci…e Fabio?”.
“Fabio farà quello che è nella sua natura, il cuckold!”
“uff…sono un po’ confusa…!”
“Non ti preoccupare, è normale! Ci devi pensare su, io potrei essere la tua guida…però hai tempo fino a domani per chiamarmi e decidere che cosa vorrai fare”.
Quando uscimmo fuori dalla caffetteria e fu il momento di salutarci, Ettore mi diede un bacio sensuale sulle labbra. Rimasi sorpresa dal gesto e sorrisi imbarazzata non sapendo cosa dire, a quel punto Ettore mi disse:
“Lasciati andare!”
E mi diede un bacio entrando con la sua lingua nella mia bocca: chiusi gli occhi e ricambiai con passione in un vortice di lingue.
L’idea che mi potesse sottomettere mi dava i brividi, ma se avessi potuto scegliere un padrone avrei scelto lui! Tuttavia, ancora non mi rendevo pienamente conto a che cosa sarei andata incontro e come sarebbe potuta cambiare la mia vita con Fabio. Ero estremamente eccitata ma allo stesso tempo impaurita. Quella sera cenai con Fabio senza quasi proferire parola, del resto lui guardava una partita di calcio alla TV, trascurandomi come spesso accadeva.
La tentazione era troppo forte così il giorno successivo chiamai Ettore.
“…è una gran bella notizia Barbara! Questa sera mi vedrò con Fabio…noi ci vedremo domani che se non ricordo male è il tuo giorno di riposo…”
“Si, eh…non sapevo di te e Fabio… comunque ricordi bene, domani non lavoro, cosa vuoi fare?”
“Non preoccuparti, tieni lo smartphone a portata di mano, ti chiamo io e rispondi prima del terzo squillo! Relativamente a Fabio, gli ho chiesto io di non rivelarti del nostro incontro…”
Quella sera Fabio si comportò in modo strano, era taciturno e particolarmente inquieto. Solo il giorno seguente avrei capito il perché. Ettore mi chiamò alle 09.00 del mattino, risposi immediatamente e lui fu freddo e telegrafico:
“Passo a prenderti alle 09.30! fatti trovare pronta sul marciapiede con 5 minuti di anticipo, truccata ed elegante.”
Non riuscii a dire nulla, neppure a salutare. Mi preparai velocemente: indossai una camicetta blu scuro, una gonna beige lunga fino alle ginocchia, delle calze velate a rete e un paio di scarpe blu con tacco da dieci centimetri. Alle 09.30 in punto arrivò una limousine, l’autista scese aprì la portiera e mi fece entrare all’interno, dove c’era Ettore che mi attendeva:
“Ottima scelta la gonna, Barbara! Ti consente di fare sveltine in qualsiasi luogo e momento, quindi di essere sempre pronta e disponibile!”
“Ah…ehm, grazie!”
“Camicetta sbottonata! Almeno due bottoni ancora, il solco tra i seni deve essere sempre visibile.”
Mi sbottonai la camicetta quasi scoprendo la mia terza di seno, tuttavia coperto dal reggiseno. Il suo tono di voce era talmente deciso nel darmi gli ordini che feci quanto mi era stato ordinato con un po’ di soggezione.
“Solleva la gonna e fammi vedere le mutandine!”
Sollevai fino a mettere in evidenza il tessuto nero delle mutandine.
“La prossima volta indossa un perizoma o un tanga! ...Ti depili Barbara?”
“Come, scusa?”
“La fica! Ti depili la fica?”
“ehm…non sempre, qualche volta”
“Liscia, voglio che sia sempre liscia, non voglio vedere nemmeno un pelo, hai capito?”
“Si, ho capito!”
Santo cielo! Mi stava comandando a bacchetta e non avevo il coraggio di oppormi, anzi, mi sentivo strana come se mi stessi bagnando, e l’eccitazione era solo all’inizio. Non ero mai stata in un’auto così lussuosa e anche questo incideva particolarmente a rendere l’atmosfera bollente, ma quello che mi stendeva era lo sguardo penetrante di Ettore seduto di fronte a me.
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
Il mio nome è Barbara e ho 46 anni, invece Fabio ne ha 51. Tutto sommato li portiamo bene dimostrando almeno dieci anni di meno:
io sono alta 1 metro e 60 centimetri, uso spesso delle scarpe con tacco da 10 cm per compensare la mia bassa statura, ho una carnagione chiara, dei capelli lunghi biondo scuro, due occhi castani con riflessi verdi, un naso delicato, come tutto il viso del resto, e un neo sulla guancia destra poco sopra il labbro;
Fabio invece è alto circa 1 metro e 70 centimetri, ha il colore della pelle olivastro, in contrasto con il colore chiaro della mia pelle, capelli e occhi castani, bocca sottile e un viso abbastanza comune. Fabio indossa occhiali da vista dalle lenti rotonde e fisicamente ha una corporatura esile con un po’ di pancetta, del resto non ha mai fatto sport, mentre io sono “formosetta” con un sedere un po’ pronunciato e tutto il resto ben dimensionato. Io insegno matematica e scienze in un liceo, invece Fabio lavora in una biblioteca.
Caratterialmente sono un tipo timido e anche Fabio rimane un po’ introverso. Ormai stiamo insieme da circa vent’anni e ci vogliamo bene, tuttavia spesso la nostra vita di coppia è andata in crisi: sessualmente parlando mi è sempre mancato qualcosa. Avrei voluto fossimo una coppia più passionale e invece, un po’ per la mia timidezza e un po’ per la scarsa intraprendenza di Fabio, la nostra vita sessuale si è ancor più appiattita, non che abbia mai decollato più di tanto se escludiamo i primi mesi di fidanzamento. Per intenderci, il rapporto sessuale è sempre condotto da lui nella classica posizione del missionario, sostanzialmente perché non è in grado di gestire la propria resistenza. Basta che mi sieda sopra di lui e dopo qualche affondo raggiunge subito l’orgasmo. I preliminari sono ormai abbastanza scarsi fatta eccezione per qualche masturbazione con le mani e qualche timido pompino che si limita alla cappella: questo anche per colpa mia, perché ho sempre provato un po’ di avversione rispetto ai rapporti orali, che mi causano nausea.
Non appena entrati ebbi la sensazione di avere degli occhi puntati addosso; dopo una decina di minuti si avvicinò da noi un tizio sulla cinquantina vestito in giacca e cravatta, alto quasi un metro e ottanta, ben piazzato, con capelli corti brizzolati e un viso spigoloso con zigomi pronunciati. Sfoggiava un gran bel sorriso caratterizzato da denti bianchissimi e uno sguardo penetrante a dir poco magnetico. Il suo arrivo fu’ preceduto da un profumo inebriante.
“Buonasera Signori! E benvenuti alla mostra!”
“Grazie! Non siamo soliti frequentare questi ambienti e speriamo di non essere di troppo…io sono Fabio Rini e questa è mia moglie Barbara.”
“No, assolutamente! L’arte è un bene comune e qualsiasi opera d’arte deve essere accessibile a chiunque! Avete attirato la mia curiosità considerato che da anni faccio questo lavoro ed è la prima volta che vi vedo per cui sono qui solo per presentarmi e offrirmi a voi come guida: io sono Ettore Verri e mi occupo dell’organizzazione di questa mostra d’arte”.
“Grazie! Gentilissimo, a me e mia moglie farà sicuramente piacere poter disporre di una guida che ci illustri le opere esposte”.
“Bene, allora seguitemi!”
Ettore ci condusse in giro per la mostra per almeno un’ora. Si rivelò un uomo ancor più affascinante di quello che ci era già sembrato all’inizio. Tuttavia, il suo sguardo mi metteva un po’ di soggezione e in alcuni casi anche un pizzico di imbarazzo, specialmente quando scrutava nel mio decolté; per tale ragione non ricordo praticamente nulla di ciò che ci espose durante il tour, mentre Fabio era completamente preso dalla dialettica di Ettore.
In sostanza alla fine ci congedammo con un invito presso la sua villa, all’interno della quale erano custodite alcune opere che nel corso del tempo aveva collezionato e che ci avrebbe mostrato.
E così, qualche giorno dopo, ci recammo presso la sua villa grande e sfarzosa, dove marmi e legno di vario tipo la facevano da padrona. Alla serata partecipò anche una amica di Ettore, di nome Elena, una bellissima ragazza di 25 anni, bruna con gli occhi verdi, alta e con un fisico da modella: probabilmente era più di una amica…! La cena, preparata da un cuoco e servita da una cameriera dall’abbigliamento alquanto succinto, fu piacevole e servì a consolidare il nostro rapporto di amicizia in cui io e Fabio, complice il vino, ci lasciammo andare anche a qualche confessione intima sulla nostra vita di coppia.
Durante la serata, mentre Fabio era rimasto all’esterno a chiacchierare con Elena, intenta a fumarsi una sigaretta, rimasi da sola con Ettore. La sua presenza continuava a crearmi una sorta di eccitazione: ero effettivamente affascinata da lui.
“Come va Barbara? La cena è stata di tuo gradimento?”
“Si! Il tuo cuoco è veramente bravo!”
“Beh, si… non è proprio alle mie dipendenze, lo chiamo quando ci sono queste occasioni, eventi o gala di un certo rilievo! Ti vedo un po’ instabile Barbara, tutto ok?”
“Si, ma forse ho bevuto un bicchiere di troppo, non ci sono abituata e ora che mi sono messa in piedi mi sento un po’ strana…”
“Vieni, ti accompagno in bagno. Magari una rinfrescata ti farà bene.”
“Si, grazie!”
Una volta arrivati alla porta del bagno, mi accompagnò all’interno e non mi lasciò sola rimanendo con me, anche per darmi un eventuale sostegno o semplicemente per galanteria come quando mi porse l’asciugamano. Continuava a farmi complimenti ogni volta che ne aveva l’occasione, e ad un certo punto mi mise una mano sul fianco insinuando le dita all’interno della tasca posteriore dei pantaloni fino a premere sulla natica e bisbigliandomi all’orecchio:
“Tuo marito è un uomo fortunato ad avere una donna così bella…!”
Non ne sono sicura ma credo che in quel momento Ettore abbia sfiorato il mio orecchio con la punta della lingua: non ebbi né il tempo, né la volontà di reagire in qualche modo, anche soltanto rispondendo alla sua affermazione che in quel momento entrava e usciva dalle mie orecchie senza che ne focalizzassi il senso, per cui continuai a camminare come se nulla fosse.
Prima di andare via, al termine della serata, Ettore mi chiese il numero di telefono: lo scrissi su un tovagliolo di carta e solo dopo averlo fatto mi resi conto di avere compiuto tale gesto di nascosto a Fabio.
Nei giorni successivi passai qualche momento di ansia legata alla aspettativa che Ettore mi avrebbe telefonato o lasciato un messaggio. Poi, trascorsa una settimana, quando cominciavo a non pensarci più, arrivò un messaggio su Whatsapp:
“Ciao Barbara, sto allestendo una mostra in zona, vicino alla scuola dove insegni, se ti va e puoi fare un break ci prendiamo un caffè”.
Risposi immediatamente come una ragazzina al primo appuntamento e nel pomeriggio ci incontrammo in una caffetteria lì vicino.
Riusciva ad essere convincente su tutto quello che diceva, anche quando iniziò ad entrare in merito alla mia sfera personale e sessuale.
“Da quanto ho capito, tu Barbara hai bisogno di un uomo vero che ti soddisfi. Non credere si tratti di un aspetto banale della vita, anzi, una piena soddisfazione sessuale può portare giovamento a tanti altri aspetti della tua vita e anche a quella di Fabio.”
“Si, quanto mi stai dicendo è razionale e anche chiaro, ma che cosa dovrei fare?”.
“Devi semplicemente lasciarti andare, rompere i tuoi freni inibitori e cercarti un padrone che ti guidi nel tuo percorso di rinascita.”
“Oddio! ...non sono sicura di riuscirci…e Fabio?”.
“Fabio farà quello che è nella sua natura, il cuckold!”
“uff…sono un po’ confusa…!”
“Non ti preoccupare, è normale! Ci devi pensare su, io potrei essere la tua guida…però hai tempo fino a domani per chiamarmi e decidere che cosa vorrai fare”.
Quando uscimmo fuori dalla caffetteria e fu il momento di salutarci, Ettore mi diede un bacio sensuale sulle labbra. Rimasi sorpresa dal gesto e sorrisi imbarazzata non sapendo cosa dire, a quel punto Ettore mi disse:
“Lasciati andare!”
E mi diede un bacio entrando con la sua lingua nella mia bocca: chiusi gli occhi e ricambiai con passione in un vortice di lingue.
L’idea che mi potesse sottomettere mi dava i brividi, ma se avessi potuto scegliere un padrone avrei scelto lui! Tuttavia, ancora non mi rendevo pienamente conto a che cosa sarei andata incontro e come sarebbe potuta cambiare la mia vita con Fabio. Ero estremamente eccitata ma allo stesso tempo impaurita. Quella sera cenai con Fabio senza quasi proferire parola, del resto lui guardava una partita di calcio alla TV, trascurandomi come spesso accadeva.
La tentazione era troppo forte così il giorno successivo chiamai Ettore.
“…è una gran bella notizia Barbara! Questa sera mi vedrò con Fabio…noi ci vedremo domani che se non ricordo male è il tuo giorno di riposo…”
“Si, eh…non sapevo di te e Fabio… comunque ricordi bene, domani non lavoro, cosa vuoi fare?”
“Non preoccuparti, tieni lo smartphone a portata di mano, ti chiamo io e rispondi prima del terzo squillo! Relativamente a Fabio, gli ho chiesto io di non rivelarti del nostro incontro…”
Quella sera Fabio si comportò in modo strano, era taciturno e particolarmente inquieto. Solo il giorno seguente avrei capito il perché. Ettore mi chiamò alle 09.00 del mattino, risposi immediatamente e lui fu freddo e telegrafico:
“Passo a prenderti alle 09.30! fatti trovare pronta sul marciapiede con 5 minuti di anticipo, truccata ed elegante.”
Non riuscii a dire nulla, neppure a salutare. Mi preparai velocemente: indossai una camicetta blu scuro, una gonna beige lunga fino alle ginocchia, delle calze velate a rete e un paio di scarpe blu con tacco da dieci centimetri. Alle 09.30 in punto arrivò una limousine, l’autista scese aprì la portiera e mi fece entrare all’interno, dove c’era Ettore che mi attendeva:
“Ottima scelta la gonna, Barbara! Ti consente di fare sveltine in qualsiasi luogo e momento, quindi di essere sempre pronta e disponibile!”
“Ah…ehm, grazie!”
“Camicetta sbottonata! Almeno due bottoni ancora, il solco tra i seni deve essere sempre visibile.”
Mi sbottonai la camicetta quasi scoprendo la mia terza di seno, tuttavia coperto dal reggiseno. Il suo tono di voce era talmente deciso nel darmi gli ordini che feci quanto mi era stato ordinato con un po’ di soggezione.
“Solleva la gonna e fammi vedere le mutandine!”
Sollevai fino a mettere in evidenza il tessuto nero delle mutandine.
“La prossima volta indossa un perizoma o un tanga! ...Ti depili Barbara?”
“Come, scusa?”
“La fica! Ti depili la fica?”
“ehm…non sempre, qualche volta”
“Liscia, voglio che sia sempre liscia, non voglio vedere nemmeno un pelo, hai capito?”
“Si, ho capito!”
Santo cielo! Mi stava comandando a bacchetta e non avevo il coraggio di oppormi, anzi, mi sentivo strana come se mi stessi bagnando, e l’eccitazione era solo all’inizio. Non ero mai stata in un’auto così lussuosa e anche questo incideva particolarmente a rendere l’atmosfera bollente, ma quello che mi stendeva era lo sguardo penetrante di Ettore seduto di fronte a me.
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