Donna Sabrina.
di
Sir Wilfred
genere
etero
Nell'estate del 1996, trascorrevo, come ogni estate, da oltre trent'anni, le mie vacanze a ***, nella più totale tranquillità.
La sera, dopo un'intera giornata trascorsa a pedalare, passavo, il più delle volte, per una certa strada ove abitavano, ed in parte abitano tuttora, famiglie di annosa amicizia.
In tale strada, stava di casa la famiglia di Donna Sabrina, composta dal marito, il Signor Mauro, all'epoca già anzianotto, dalla moglie, Donna Sabrina appunto, e da un nutrito numero di figlie.
Donna Sabrina, a voler ritenere esatti i miei calcoli, doveva essere, per lo meno, dai quindici ai venti anni più giovane del marito il quale, a sua volta, andava per i settanta.
Trovo, a questo punto necessario, avvertire i Lettori di una mia prerogativa: fin da giovane adulto, sono stato in grado di riconoscere, e distinguere, una "femmina" da una "donna".
Ad onor del vero, l'operazione non comportò difficoltà nel caso di Donna Tiziana, o Donna Rebecca, o le Signore Dina e Lina.
Le loro "segrete libidini" erano rivelate, senza soverchi sforzi, dall'osservazione, per così dire, "somatica" dei singoli soggetti.
Di gran lunga più difficile, fu con Donna Alessandra, dato il suo abbigliamento assolutamente privo di qualsivoglia "richiamo" sessuale.
Donna Sabrina, dal suo canto, aveva l'aspetto, "sfocato", di una qualsivoglia casalinga, anche se, per quanto concerne la corporatura, era assai simile alla Signora Dina.
Quello che mi indusse ad una "azione esplorativa", fu l'aver appreso, pel momento in maniera assolutamente casuale e vaga, che Donna Sabrina "aveva avuto un passato".
Inoltre, la "chiusura" della Signora Lina, e l'assenza di Donna Rebecca per una crociera, corroborarono, ulteriormente, il mio proposito.
"Ex hoc, et ergo, propter hoc", una sera andai in "avanscoperta", favorito dalla circostanza di aver incontrato il marito della suddetta appiedato e piuttosto lontano dalla sua abitazione.
Giunsi sul posto, accolto, come sempre, con la più totale cordialità, e mi fu dato da sedere.
Posizionai la seggiola alla sinistra di quella di Donna Sabrina, e leggermente più in dietro, in modo tale da poter mettere in atto delle "avances pedestri", con il favore delle tenebre, e senza troppe difficoltà.
Attesi circa una decina di minuti, poi passai all'azione.
A tutta prima, Donna Sabrina sembrò non reagire, per cui, moderatamente, "premetti sull'acceleratore"; fu solo allora che, la donna iniziò a "dare riscontro" al mio "messaggio".
La "conversazione" durò circa una ventina di minuti, fino a quando il buon Morfeo non iniziò a reclamare i suoi sacrosanti diritti.
Fortuna volle che, allo sciogliersi della compagnia, io e Donna Sabrina rimanemmo un poco defilati dagli altri pel tempo necessario a che io le potessi dire:
- Scommetto che le tue mutandine sono zuppe di secrezioni...
- L'hai detto... - mi rispose Donna Sabrina bisbigliando.
- Scommetto che adesso correrai in casa a spararti un ditalino...
- Proprio così...
- Povero tuo marito, stanotte...
- Noooo! Appena rincasato si metterà a dormire...
- E tu?...
- Per domani ho comperato le melanzane...
- Capisco - dissi sorridendo ironicamente, poi aggiunsi:
- Buon divertimento!
Per circa una settimana, fui costretto a starmene buono buono, causa la presenza del marito.
Fu la mattina del venerdì successivo che, gironzolando in bicicletta pel paese, mi capitò di vedere il marito di Donna Sabrina intento a salire sull'autocorriera diretta a ***, cittadina piuttosto distante dal "locus imminentis delicti".
Subito mi diressi a casa sua; quando vi giunsi trovai Donna Sabrina in piedi, sul marciapiedino antistante l'uscio, intenta ad annaffiare alcuni vasi di fiori.
- Perdoni il disturbo, Donna Sabrina, potrebbe ospitarmi nella sua "toilette"? Avrò bevuto due litri abbondanti di acqua...con questo caldo...e adesso...
- Ma prego, accomodati...
Entrammo, e Donna Sabrina mi guido' verso il bagno; quando fummo a circa a metà corridoio, mi fermai, poggiai entrambe le mani sulle spalle della donna e la volsi, delicatamente, verso una specchiera.
- Tu sai perché sono qui...
- Si, ma...
- Tranquilla,ho visto tuo marito salire sul pullmann...
Donna Sabrina non rispose. Le mie mani raggiunsero la cintina del vestitino da casa a fiorellini che indossava, la slacciarono e questo cadde sul pavimento.
Contemplai il corpo della donna nella penombra, poi la volsi verso di me e la baciai, a lungo.
Di certo, non era un corpo di una ventenne, ma il tempo l'aveva scolpito in modo sopraffino, rendendolo follemente desiderabile proprio in grazia dei segni dell'età.
Mano nella mano ci recammo nella sala da pranzo, li le tolsi il reggiseno e le mutandine e l'adagiai sul tavolo.
Mi denudai, completamente, e la presi. La sua vagina, ornata da un folto vello tendente al chiaro, era madida di secrezioni ed il mio scettro entrò, anzi, scivolò nel suo corpo praticamente senza attrito. Iniziai a galoppare follemente nelle sue carni tenendola per i fianchi mentre lei, con la più totale delicatezza, con le dita mi sfiorava il torace e l'addome.
- Ancora, ancora, non ti fermare, non venire...annientami, annientami...sono una vacca in calore, una zoccola di strada...
Uscii da lei e la feci girare a pancia in giù, sul ripiano del tavolo.
Ripresi a coitarla, fino a quando non raggiunse lo "zenith" del calore; fu allora che "misi il turbo", iniziando, come mio solito, ad agire sul suo clitoride, che trovai durissimo.
- Aaagh...Aaagh...mi vuoi far morire, mi fai morire...
Quando sentii che stavo per esplodere, uscii di nuovo dal suo corpo e la feci sdraiare, ancora una volta, sul ripiano del tavolo.
Ripresi il coito per un'altra decina di minuti scarsa poi...
L'eruzione di sperma le inondò completamente il seno ed il ventre;
alcune gocce raggiunsero le sue labbra e le sue cosce.
Mi appoggiai ad una sedia, ansimando. Ero esausto, ma totalmente soddisfatto, non solo "fisicamente" ma anche "psichicamente".
Avevo "domato" una una "femmina allo stato puro", selvaggia, la cui sensualità non era, in alcun modo, imbrigliata da qualsivoglia condizionamento, morale o di qualsivoglia altra natura.
Proprio per questo, proprio la congiunzione carnale con una creatura "ctonia", che, spogliatasi di ogni orpello per essere solo una rovente femmina di "homo sapiens sapiens", usufruiva, nel modo più totale, della sua libertà sessuale, quei momenti trascorsi in intimità con Donna Sabrina non possono che definirsi come "indimenticabili".
Stette immobile per qualche minuto poi, leccate, con la sua lingua, le gocce del mio seme che avevano raggiunto le sue labbra, si alzò, per dirigersi in bagno.
La seguii, per avere l'ultima, e definitiva prova del suo esser "femmina" dopo quella seduta di sesso, "al calor bianco", non del tutto sufficiente.
Si sedette sul "bidet", dando le spalle al muro, ed allora ebbi conferma dei miei "sospetti": Donna Sabrina era una "vera" femmina, e delle più calde.
Restando in piedi, di fronte, le carezzai il viso; ella aprì la bocca ed ingoiò il mio scettro, ancora perfettamente eretto.
Per un altro quarto d'ora vissi in un'altra dimensione ove un lento inferno ed un veloce paradiso si alternavano l'un l'altro: alla fine, esplosi di nuovo, riempiendole la bocca di un bollente fiume di bianca, cremosa, lava.
Quando, rivestito, giunsi sulla porta di casa, Donna Sabrina, ancora nuda, mi baciò nuovamente per poi dirmi:
- Ogni venerdì, mio marito va a ***...
E mi fece l'occhiolino.
La sera, dopo un'intera giornata trascorsa a pedalare, passavo, il più delle volte, per una certa strada ove abitavano, ed in parte abitano tuttora, famiglie di annosa amicizia.
In tale strada, stava di casa la famiglia di Donna Sabrina, composta dal marito, il Signor Mauro, all'epoca già anzianotto, dalla moglie, Donna Sabrina appunto, e da un nutrito numero di figlie.
Donna Sabrina, a voler ritenere esatti i miei calcoli, doveva essere, per lo meno, dai quindici ai venti anni più giovane del marito il quale, a sua volta, andava per i settanta.
Trovo, a questo punto necessario, avvertire i Lettori di una mia prerogativa: fin da giovane adulto, sono stato in grado di riconoscere, e distinguere, una "femmina" da una "donna".
Ad onor del vero, l'operazione non comportò difficoltà nel caso di Donna Tiziana, o Donna Rebecca, o le Signore Dina e Lina.
Le loro "segrete libidini" erano rivelate, senza soverchi sforzi, dall'osservazione, per così dire, "somatica" dei singoli soggetti.
Di gran lunga più difficile, fu con Donna Alessandra, dato il suo abbigliamento assolutamente privo di qualsivoglia "richiamo" sessuale.
Donna Sabrina, dal suo canto, aveva l'aspetto, "sfocato", di una qualsivoglia casalinga, anche se, per quanto concerne la corporatura, era assai simile alla Signora Dina.
Quello che mi indusse ad una "azione esplorativa", fu l'aver appreso, pel momento in maniera assolutamente casuale e vaga, che Donna Sabrina "aveva avuto un passato".
Inoltre, la "chiusura" della Signora Lina, e l'assenza di Donna Rebecca per una crociera, corroborarono, ulteriormente, il mio proposito.
"Ex hoc, et ergo, propter hoc", una sera andai in "avanscoperta", favorito dalla circostanza di aver incontrato il marito della suddetta appiedato e piuttosto lontano dalla sua abitazione.
Giunsi sul posto, accolto, come sempre, con la più totale cordialità, e mi fu dato da sedere.
Posizionai la seggiola alla sinistra di quella di Donna Sabrina, e leggermente più in dietro, in modo tale da poter mettere in atto delle "avances pedestri", con il favore delle tenebre, e senza troppe difficoltà.
Attesi circa una decina di minuti, poi passai all'azione.
A tutta prima, Donna Sabrina sembrò non reagire, per cui, moderatamente, "premetti sull'acceleratore"; fu solo allora che, la donna iniziò a "dare riscontro" al mio "messaggio".
La "conversazione" durò circa una ventina di minuti, fino a quando il buon Morfeo non iniziò a reclamare i suoi sacrosanti diritti.
Fortuna volle che, allo sciogliersi della compagnia, io e Donna Sabrina rimanemmo un poco defilati dagli altri pel tempo necessario a che io le potessi dire:
- Scommetto che le tue mutandine sono zuppe di secrezioni...
- L'hai detto... - mi rispose Donna Sabrina bisbigliando.
- Scommetto che adesso correrai in casa a spararti un ditalino...
- Proprio così...
- Povero tuo marito, stanotte...
- Noooo! Appena rincasato si metterà a dormire...
- E tu?...
- Per domani ho comperato le melanzane...
- Capisco - dissi sorridendo ironicamente, poi aggiunsi:
- Buon divertimento!
Per circa una settimana, fui costretto a starmene buono buono, causa la presenza del marito.
Fu la mattina del venerdì successivo che, gironzolando in bicicletta pel paese, mi capitò di vedere il marito di Donna Sabrina intento a salire sull'autocorriera diretta a ***, cittadina piuttosto distante dal "locus imminentis delicti".
Subito mi diressi a casa sua; quando vi giunsi trovai Donna Sabrina in piedi, sul marciapiedino antistante l'uscio, intenta ad annaffiare alcuni vasi di fiori.
- Perdoni il disturbo, Donna Sabrina, potrebbe ospitarmi nella sua "toilette"? Avrò bevuto due litri abbondanti di acqua...con questo caldo...e adesso...
- Ma prego, accomodati...
Entrammo, e Donna Sabrina mi guido' verso il bagno; quando fummo a circa a metà corridoio, mi fermai, poggiai entrambe le mani sulle spalle della donna e la volsi, delicatamente, verso una specchiera.
- Tu sai perché sono qui...
- Si, ma...
- Tranquilla,ho visto tuo marito salire sul pullmann...
Donna Sabrina non rispose. Le mie mani raggiunsero la cintina del vestitino da casa a fiorellini che indossava, la slacciarono e questo cadde sul pavimento.
Contemplai il corpo della donna nella penombra, poi la volsi verso di me e la baciai, a lungo.
Di certo, non era un corpo di una ventenne, ma il tempo l'aveva scolpito in modo sopraffino, rendendolo follemente desiderabile proprio in grazia dei segni dell'età.
Mano nella mano ci recammo nella sala da pranzo, li le tolsi il reggiseno e le mutandine e l'adagiai sul tavolo.
Mi denudai, completamente, e la presi. La sua vagina, ornata da un folto vello tendente al chiaro, era madida di secrezioni ed il mio scettro entrò, anzi, scivolò nel suo corpo praticamente senza attrito. Iniziai a galoppare follemente nelle sue carni tenendola per i fianchi mentre lei, con la più totale delicatezza, con le dita mi sfiorava il torace e l'addome.
- Ancora, ancora, non ti fermare, non venire...annientami, annientami...sono una vacca in calore, una zoccola di strada...
Uscii da lei e la feci girare a pancia in giù, sul ripiano del tavolo.
Ripresi a coitarla, fino a quando non raggiunse lo "zenith" del calore; fu allora che "misi il turbo", iniziando, come mio solito, ad agire sul suo clitoride, che trovai durissimo.
- Aaagh...Aaagh...mi vuoi far morire, mi fai morire...
Quando sentii che stavo per esplodere, uscii di nuovo dal suo corpo e la feci sdraiare, ancora una volta, sul ripiano del tavolo.
Ripresi il coito per un'altra decina di minuti scarsa poi...
L'eruzione di sperma le inondò completamente il seno ed il ventre;
alcune gocce raggiunsero le sue labbra e le sue cosce.
Mi appoggiai ad una sedia, ansimando. Ero esausto, ma totalmente soddisfatto, non solo "fisicamente" ma anche "psichicamente".
Avevo "domato" una una "femmina allo stato puro", selvaggia, la cui sensualità non era, in alcun modo, imbrigliata da qualsivoglia condizionamento, morale o di qualsivoglia altra natura.
Proprio per questo, proprio la congiunzione carnale con una creatura "ctonia", che, spogliatasi di ogni orpello per essere solo una rovente femmina di "homo sapiens sapiens", usufruiva, nel modo più totale, della sua libertà sessuale, quei momenti trascorsi in intimità con Donna Sabrina non possono che definirsi come "indimenticabili".
Stette immobile per qualche minuto poi, leccate, con la sua lingua, le gocce del mio seme che avevano raggiunto le sue labbra, si alzò, per dirigersi in bagno.
La seguii, per avere l'ultima, e definitiva prova del suo esser "femmina" dopo quella seduta di sesso, "al calor bianco", non del tutto sufficiente.
Si sedette sul "bidet", dando le spalle al muro, ed allora ebbi conferma dei miei "sospetti": Donna Sabrina era una "vera" femmina, e delle più calde.
Restando in piedi, di fronte, le carezzai il viso; ella aprì la bocca ed ingoiò il mio scettro, ancora perfettamente eretto.
Per un altro quarto d'ora vissi in un'altra dimensione ove un lento inferno ed un veloce paradiso si alternavano l'un l'altro: alla fine, esplosi di nuovo, riempiendole la bocca di un bollente fiume di bianca, cremosa, lava.
Quando, rivestito, giunsi sulla porta di casa, Donna Sabrina, ancora nuda, mi baciò nuovamente per poi dirmi:
- Ogni venerdì, mio marito va a ***...
E mi fece l'occhiolino.
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