La Bibliotecaria. III Parte.

di
genere
etero


Senza por tempo in mezzo, quella medesima sera, dopo aver cenato, indirizzai la mia "passeggiata ciclistica di digestione" verso il luogo ove, con tutta probabilità, avrei potuto trovare la "soluzione" al "problema" di "Claudia".
Pertanto, "feci vela" verso una "certa villetta", ubicata sulle pendici della più alta di quelle dolci colline che circondano, ad occidente, la ridente cittadina balneare di ***.
Erano le ventidue e, dalle finestre dell'edificio, traspariva una tenue luce, indice di "esercizio aperto" se non proprio di "attività in corso".
Suonai al campanello, la porta venne aperta tramite il comando a distanza ed io entrai.
Subito, Donna Angela, la "maitresse", mi venne incontro, "vestita", soltanto, da una camicia hawaiana, blu e completamente sbottonata.
Era costei una simpatica campana, verace al cento per cento, bionda tinta, tarchiatella e leggermente "curvy".
La sua pelle era liscia come la seta ed aveva il colore del miele.
Mi condusse verso un salottino ben arredato e, dopo esserci accomodati, proruppe sonoramente:
- Neh, signuri', ben tornato...
Trovo, a questo punto, necessario informare il Lettore di come, nella plurilustre frequentazione della ridente cittadina di ***, non avevo goduto soltanto degli spontanei favori di alcune delle "protagoniste" dei miei scritti.
Diverse volte, "faut de mieux", ero ricorso a Donna Angela od alle sue, invero sempre "impeccabili", "sottoposte".
Esaurita l'alluvione dei convenevoli di prammatica, esposi la "situazione" e, dopo avermi ascoltato con tutta l'attenzione, Donna Angela esclamò:
- E a ru' sta' o' problema -
e chiamo' a gran voce:
- Stefania?,...Stefania?...
E Stefania entrò nella stanza.
Il Lettore si immagini di veder apparire, "d'emblee", una "mannequin", alta sul metro ed ottanta e tutt'altro che così magra da poter concorrere al titolo di "Miss Anoressia", con gli occhi di zaffiro e completamente, ripeto: completamente, nuda.
I suoi seni erano "a coppa di champagne" ed il suo "lato b" meritava, senza dubbio, una "standing ovation"
Dalla sua testa, una cascata di riccioli, biondo cenere, le ricadeva sino a metà delle spalle.
Rimasi, letteralmente, a bocca aperta!
- Neh Stefa', a u' signurino, qui, piacerebbe ammirare una sua amica lesbicare cu' tte' e, magari, poi, scopare tutt' e tre assieme...
- Nessun problema - esclamò Stefania gratificandomi di un sorriso al neon - sono una bisex completa, per cui...
- Una domanda, signorina: Lei dispone di un "olisbo"?
- Di un che?
- Di un "godemichet"?
- Vale a dire?
- Né, Stefa' - interloquì Donna Angela col tono di stesse perdendo "a' pacienza", - o' c... finto o' teni?
- Certamente - rispose la ragazza con un tono di voce quasi di riso, ma venato d'orgoglio.
- Per la precisione ne ho due: uno con bretelline ed un altro a doppia penetrazione!
- Perfetto, telefonerò per accordarci sul giorno.
Curiosamente, nel far ritorno a casa, e fino al momento di "scivolare nelle braccia di Morfeo", due furono gl'interrogativi che arrovellarono il mio cervello:
1) di quale regione del pianeta fosse stata mai originaria Stefania;
2) se la stessa fosse stata una bionda "naturale".
Per quanto riguarda il primo interrogativo, debbo affermare, che la ragazza parlava un Italiano perfetto, e senza inflessione alcuna.
Tuttavia pronunziava le gutturali accentuandone la durezza.
Per la precisione, pronunziava le parole "ciliegia" e "gelato" con la "c" e la "g" dolce, ma pronunziava le parole "casa" e "gatto" calcando, e di molto, sulle consonanti iniziali.
Per quanto riguarda i suoi capelli, l'essere Stefania "totalmente" depilata, impediva, a chiunque, una qualunque deduzione circa la naturalità del loro colore.
Nel pomeriggio seguente, feci visita a "Claudia" e, dalla biblioteca stessa, telefonammo a Donna Angela per fissare per l'indomani, sempre alle ventidue.
Quella sera, ci demmo appuntamento poco lontano dalla "meta".
Incontratici, procedemmo, in fila indiana, con "Claudia" che mi seguiva ad una decina di passi. Giunto, per primo, a destinazione, suonai al portoncino, ne attesi l'apertura ed entrai, lasciandolo socchiuso; quando anche "Claudia" fu entrata, chiusi del tutto e la guidai verso il "salottino d'attesa".
Non passarono tre minuti, e Donna Angela fece il suo "trionfale" ingresso nella stanza.
- Né... benvenuti... benvenuti... Stefania si sta preparando...posso, offrire, intanto, qualcosa?
Accettammo, entrambi, un bel bicchierone di aranciata fresca.
Ne avevamo appena sorseggiato una metà che Stefania entrò nella stanza.
Indossava un ridottissimo bikini, non tanga, bianco, ed un paio di sandaletti, del medesimo colore, ovviamente con tacchi a spillo ed allacciati alla caviglia.
Sul suo viso, nessuna traccia di trucco, ma l'insieme era portato a perfezione dalla catenina a girovita.
Ci alzammo in piedi ed io non potei non esclamare:
- Stefania, sei un apparizione, stasera...
La ragazza mi sorrise, luminosamente, per poi ringraziarmi;
indi si diresse verso "Claudia".
Le prese entrambe le mani e le portò sulle sue spalle, la guardò negli occhi ed esclamò:
- Lei è bellissima, Signora...
Anche "Claudia" sorrise poi, con la più totale naturalezza, si baciarono.
Il mio scettro era talmente duro da iniziare a dolermi sicché, ansioso di "iniziare le danze" dissi:
- Signore, vogliamo accomodarci?
"Claudia" e Stefania mi seguirono mano nella mano, occhi negli occhi.
Quando fummo in camera da letto, chiusa la porta, "Claudia" stava accennando a spogliarsi, quando esclamai:
- No, "Claudia", tocca a noi spogliarti e prepararti...
Così, io e Stefania le allentammo la cinta dello "chemisier" per poi passare ai bottoni...
Sorpresa!
"Claudia" non indossava "lingerie":
sotto lo "chemisier" grigioverde, di lino, era completamente nuda!
Passammo a denudare Stefania ed infine fu il mio turno.
Quando contemplò il mio scettro, in totale erezione, la ragazza esclamò:
- Wow...peerooo'...
Dovette aver notato la fuoriuscita di qualche goccia di "rujel di desire", perché mi mise il medio della mano destra sotto il meato per poi portarlo alla bocca.
Assaporò, a fior di labbra, la mia secrezione per poi baciare, nuovamente ed a lungo, "Claudia".
Quest'ultima, staccatasi dalle labbra della bionda amante, mi guardò negli occhi e mi disse:
- Hai il sapore del miele, di un miele leggermente salato.
Subito, le due femmine si sdraiarono sul letto mentre io, sempre in preda alla massima erezione, presi possesso di una poltroncina.
Ripresero a baciarsi per diversi minuti, sino a quando Stefania si staccò dalle labbra di "Claudia" per passare ad adorarle dapprima il seno poi, via via scendendo, l'addome ed il clitoride.
Per nulla disturbata dal folto giardino intimo di "Claudia", Stefania le allargò le grandi labbra, per poi immergere la sua lingua nel suo "fiore di carne", giù sempre più giù, sino alla "turgida gemma".
"Claudia" mugolava, si agitava, contorcendosi come una vipera in preda agli spasimi della morte, urlava.
Potevo distinguere, chiaramente, la vasta macchia di secrezioni vaginali che, di minuto in minuto, si allargava sul lenzuolo.
"Claudia" ebbe una quantità di orgasmi, fino a quando entrambe assunsero la posizione di sessantanove.
Fu, allora, la volta di Stefania a godere.
Con abilità sopraffina, agevolata dalla depilazione, "Claudia" prese d'assalto il pube di Stefania.
Dapprima lo "mitragliò" con una quantità di lievissimi baci tutt'attorno alle grandi labbra per poi immergere la sua lingua nella "grotta d'amore" della ragazza.
Fu allora, che ebbi la netta impressione che Stefania, nonostante la "professione" al momento "esercitata", non avrebbe dovuto avere la vagina granché dilatata.
Ciò in quanto, al momento della penetrazione da parte di "Claudia",
la ragazza cacciò come un grido, seppur sommesso.
Il tutto avveniva mentre l'una penetrava, con l'indice ed il medio, l'orifizio anale dell'altra, portando il piacere dell'amante al parossismo.
Gli amplessi si successero a valanga, sino a quando Stefania, riferendosi allo scrivente, disse:
- Poverino, soffre come una bestia, facciamo giocare anche lui.
Le due donne scesero dal letto, si alzarono e, con mosse felinamente sinuose, mi si avvicinarono,
Iniziarono, contemporaneamente, a palpeggiare il mio scettro.
La cosa durò diversi minuti fino a quando "Claudia" disse:
- Dai, sdraiati sul letto...
Obbedii e, immediatamente dopo, "Claudia" si impalò su di me.
Aveva appena accennato a muoversi che Stefania le disse:
- Aspetta...
Rapida, aprì il cassetto del comodino e ne estrasse il "godemichet" a doppia penetrazione.
Lo spalmò, con cura, da entrambe le parti, di olio per bambini, indi se ne introdusse una metà nella vagina per poi collocarsi alle spalle di "Claudia".
Questa, a sua volta, aveva ben compreso a "cosa" voleva arrivare Stefania, per cui si abbassò sin quasi ad appiattirsi sul mio torace.
Inaspettatamente, vidi gli occhi di Stefania assumere un'espressione crudele, quasi sadica, quando, il glande del "godemichet", inizio' a penetrare l'orifizio anale di "Claudia".
Conclusa l'operazione, "Claudia" dette un lungo "Oooooh" di piacere, mentre Stefania inspirava ed espirava, lentamente.
Subito incrociai lo sguardo con Stefania e le dissi:
- Avanti, ragazza, avanti.
Iniziammo così, contemporaneamente, a galoppare nel corpo di "Claudia" mentre questa lanciava dei veri e propri ululati di piacere, muovendo la testa a trecentosessanta gradi, come se fosse la protagonista di una lubrica danza.
Ci scambiammo di posto, ed ancora "Claudia" continuò a godere come invasata.
Cambiammo ancora posizione: Stefania si mise "a la levrette", mentre "Claudia" aveva portato il proprio pube all'altezza del viso della sua amante, si da poterle praticare un superbo "cunnilingus".
Nei minuti che durò l'"operazione", nella stanza echeggiavano le urla di piacere delle due donne.
Dal mio canto, avevo penetrato Stefania in entrambi i canali senza che questa avesse sollevato la benché minima "obiezione".
Nel frattempo, si stava avvicinando il momento in cui le due "femmine" si sarebbero scambiate di posizione,
il che avvenne poco dopo.
Col senno del poi, posso, a distanza di quasi trent'anni, affermare che "Claudia" era di sicuro più esperta di Stefania, ma molto più "tranquilla" nell'esplicitare la propria sessualità.
Stefania, invece, era come "posseduta" dal demone dell'irruenza giovanile unito ad un desiderio che, a mio sommesso avviso, confinava, alla grande, con la ninfomania.
Sentivo che, ormai, ero prossimo ad "esplodere", per cui uscii da "Claudia" e feci sedere, entrambe le donne, sui loro talloni, con i loro visi di fronte al mio scettro.
Mi produssi in una eiaculazione di una quantità più unica che rara, ed il getto del mio liquore andò a colpire le lingue di entrambe.
Quando l'ultima goccia di seme ebbe lasciato il mio corpo, le due donne si scambiarono un lunghissimo bacio.
Un'ora più tardi, mentre la riaccompagnavo verso la sua autovettura, "Claudia" mi disse:
- Ho goduto come non mai...ma non sapevo di essere così zoccola...
- Zoccola...zoccola e Stefania, allora?
- L'ho capito benissimo che quella ragazza è "quasi" una ninfomane...
- Casi suoi: comunque, perché essere così severa con te stessa?
Hai usufruito, appieno, della tua libertà sessuale e questo ti dovrebbe, anzi, ti deve bastare...
- Già...dovrebbe bastare...
Come sarei venuto a sapere in seguito, "gli uomini e il tempo" avrebbero cancellato tutte le perplessità dalla mente di "Claudia"
la quale avrebbe, addirittura, contratto matrimonio che mi risulta essere felicissimo.
Giunti al luogo ove aveva parcheggiato, ci baciammo.
"Claudia" salì in auto ed andò via, mentre io mi dirigevo, pedalando, verso casa.
EPILOGO.
Quell'estate, continuai, beninteso, a frequentare la Biblioteca Comunale di ***, senza, tuttavia, avere ulteriori "incontri ravvicinati" con "Claudia".
Poco prima di tornare a Roma e perdurando l'assenza di Donna Rebecca, feci, nuovamente, "visita" a Donna Angela.
Stefania non c'era: si era già trasferita altrove, ma trovai di "consolarmi" con una giovane e piccante mulatta, evidentemente reduce da un "master", conclusosi "a pieni voti", all'ombra delle "due torri".
Dopo la "consumazione", chiacchierando con la "maitresse", potei apprendere diverse cose su Stefania.
Per prima cosa, che era nata in Svezia ed era figlia di un'italiana e di uno svedese.
Inoltre, che studiava architettura e si manteneva agli studi esercitando, in patria, la professione di "escort": ovviamente!
Era giunta in Italia per una "vacanza di lavoro", soggiornando in vari piccoli centri dell'Italia settentrionale e centrale e che, al momento, si sarebbe dovuta trovare "ai patrii lidi".
Infine, che "Claudia", nelle settimane che seguirono il nostro incontro "a trois", si era intrattenuta più volte con Stefania.
Dalle ultime notizie, apprese in un colloquio occasionale, avuto con l'ormai anziana Donna Angela, nell'estate del 2020, beninteso in assenza di "Lady Rowena", appresi che Stefania si era laureata ed esercitava la professione di architetto in Svezia.
Infine, aveva contratto matrimonio ed aveva avuto due bambini.
Con l'andare del tempo, compresi anche le ragioni dell'atteggiamento, per così dire "schizoide", tenuto da "Claudia".
Il suo indulgere alla volgarita', costituiva il "completamento", del suo "sentirsi", e, vieppiù, "essere" prostituta.
In altri termini, "Claudia" era "volgare" quando si sentiva trattata da, o, "sua sponte", voleva essere, una prostituta.
Diversamente, si comportava con un'educazione, puramente e semplicemente, da manuale, degna della più raffinata "Lady" inglese;
ben paragonabile al "modus operandi" della mia "Lady Rowena".
Ciò, anche in occasione di qualche nostro "incontro ravvicinato".
A riprova, basti ricordare che, la prima volta, in biblioteca, quando le dissi di averla riconosciuta per la prostituta della Suburra, si comportò, potrei ben scrivere "naturalmente", come la più luridamente infoiata delle zoccole.
Diversamente, sia a casa sua, sia a casa Donna Angela, benché totalmente invasata dalla libidine, mai, ripeto: mai, indulse al benché minimo accenno di volgarita' o di turpiloquio.
Esimio Dottor Freud, quanto infinito è l'universo sul quale il Vostro genio, per primo, ebbe a "posare il piede"...







scritto il
2022-08-11
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