Trasferta di lavoro a Mauritius - 2^parte
di
Ottobre Rosso 66
genere
prime esperienze
L'indomani, di mattina presto, Ofelie fu di parola. Mi svegliò con teneri baci sulla guancia. La guardai, mi apparve come un sogno, ma era reale. Era lei, bellissima. Sorriso accattivante, capelli sciolti sulle spalle. Indossava una camicia da notte rosa corta al ginocchio semitrasparente, dal quale potevo intravedere le sue bellissime tette nude e degli slip neri, aveva la tazzina del caffè in mano. Mi diede un bacio breve sulle labbra, me la porse e mentre io bevevo, salì sul letto mettendosi in ginocchio.
Ora, io ogni mattina già mi sveglio con un'erezione pazzesca. Figuriamoci con Ofelie in camiciola da notte sul letto che mi guarda in quel modo. Quindi ebbi un istinto di pudore, nonostante ormai il ghiaccio fosse stato rotto il giorno prima su quella spiaggia, per cui cercai di nasconderla con le lenzuola. Ma lei se ne accorse e lentamente iniziò a scostarle fino a lasciarmi scoperto con i pantaloncini del pigiama da cui la si vedeva prepotente. Mi sorrise ancora. Poi prima mi accarezzò l'enorme protuberanza sui pantaloncini, poi scostò l'elastico, li abbassò ed il cazzo uscii di scatto come quei pupazzi a molla delle scatole magiche. Ce lo avevo durissimo, scappellato e accostato sull'addome superava l'ombelico. Ofelie, che intanto si era messa in ginocchio fra le mie gambe, iniziò a passarci dolcemente un dito per tutta la sua lunghezza. Dalla cappella alle palle, andata e ritorno, per alcuni secondi. Io vidi le stelle dal piacere. Poi chiuse due dita sotto la cappella e delicatamente iniziò a segarmi, mentre mi dava piccoli baci sulle labbra. Io andai in estasi totale. Lei se ne accorse e un po' spudoratamente mi chiede: “Posso assaggiarlo con la lingua e poi in bocca?”.
Non le risposi, la fissai soltanto perchè sapevo era inutile farlo. Infatti col suo solito sorriso malizioso mi lasciò per un attimo il cazzo. Lentamente si posizionò stesa di pancia, in modo da avere il cazzo a portata di bocca, piegò all'insù le gambe, incrociò i piedi. Riprese il cazzo in mano e iniziò a passarci dolcemente la lingua così come fece prima col dito: dalla cappella alle palle e viceversa. Me lo leccò così lungamente. Io ero in ipnosi da godimento. Poi prese a succhiarmi dolcemente la cappella, segandomi lentamente con la mano. Dopo un po' lo prese tutto in bocca, alternando colpi di lingua. A quel punto non resistetti più e dalla goduria, con lei che rideva divertita, sborrai tipo le fontane di lava dell'Etna.
“Oh Dio mio, Ofelie sei stata fantastica...oh Dio Dio...sei stata bravissima, ma allora sei già stata con un ragazzo?” le chiesi. Lei, continuando a giocare con la mano sul cazzo che si stava afflosciando, mi rispose: “No, mai avuto ragazzi...tu sei il primo...è che guardo i video porno sul tablet...ne ho visto uno che faceva questo e mi è piaciuto...così ho voluto farti una sorpresa!”. Poi aggiunse: “Ne ho visto un altro dove un uomo leccava...li sotto (con un dito indicò la sua fica) ad una ragazza e a lei piaceva tanto...mi piacerebbe provarlo...”
Non me lo feci dire un'altra volta. Le dissi di togliersi gli slip e scambiarci la posizione. Così, posizionato in mezzo alla sue bellissime cosce, mi si parò davanti la sua fichetta pelosa e vergine. Dolcemente iniziai a leccarla sulle labbra semidischiuse fino a quando non si aprirono del tutto, facendo uscire l'umore e scoprendo un piccolo clitoride, che iniziai a titillare prima con un dito e poi con la lingua. Ofelie, iniziò a godere: “Ah siii...buonoooo...è bellissimo Claudio!”. Continuai a leccare e succhiare per un bel po'. Poi eccitato a mille, le leccai l'interno delle cosce. Scesi fino ai polpacci, arrivai ai piedi e glieli leccai nelle piante, fra le dita. Per poi tornare sulla fica, dove ripresi a leccare e a succhiarle il clitoride fino a farla arrivare all'orgasmo.
“Mamma mia che bello, Claudio. E' bellissima questa cosa...me la rifai un'altra volta, vero?” mi disse rinvenendo dall'estasi dell'orgasmo. Le dissi “Certo. Tutte le volte che vorrai. Sei la mia principessa, no? Ogni tuo desiderio sarà un ordine per me!”
Restammo abbracciati per un bel po' a letto. Tra un bacio appassionato ed un altro, Ofelie, guardandomi profondamente negli occhi, mi chiese: “Quando lo facciamo l'amore?...tutto...completo”. Rimasi inizialmente senza parole, poi, visto che ero eccitato come un caimano, nuovamente, le risposi: “Anche adesso...subito!”. Ma lei mi rispose: “Adesso no...adesso devo tornare sotto...non voglio fare una cosa di fretta...lo voglio fare con calma e bene...per me è la prima volta...” poi si prese un attimo di pausa e aggiunse: “Sta notte...sta notte la passiamo assieme?...”. Le dissi: “Si certo...non vedo l'ora...ma a tua madre e tua nonna cosa dici?” e lei: “Tranquillo...loro vanno a letto presto...io non appena resto sola, faccio finta di andare in camera mia e invece salgo da te...anche io non vedo l'ora di passare una notte intera con te!”.
Così ci salutammo con un ultimo bacio di fuoco e ci lasciammo.
Arrivata la sera, cenai da solo nel mio appartamento. Mangiai con poco appetito. Ero troppo eccitato e impaziente di avere Ofelie nel mio letto. Dovetti farmi un sega sotto la doccia per calmarmi. Un po' più rilassato, prima creai l'atmosfera facendo una luce soffusa con una federa sulla bajoux, poi mi distesi sul letto e aspettai l'ora X.
Ofelie non tardò tanto ad arrivare. Bellissima, con la stessa camiciola da notte semitrasparente della mattina. Con quella luce soffusa mi apparve ancora più arrapante. Decisa ma delicatamente si distese su di me, così da iniziare a baciarci appassionatamente. Le toccai il culo, le gambe, poi le bellissime tette. Quelle tette che fecero iniziare questa splendida avventura. Poi dopo un po' la feci stendere sul letto, la aiutai a togliersi la camicia e gli slip. Rimase tutta nuda stesa sul letto a guardarmi con quell'espressione arrapante da monella. Mamma mia che favola di ragazza! Così iniziai a leccarla dolcemente e lentamente. Mi gustai centimetro per centimetro quella pelle color ebano, profumata e liscia, partendo dal collo, dietro le orecchie, le succhiai i capezzoli, scesi per le gambe e le leccai i piedi. Risalii, le allargai le cosce e le leccai la fichetta già bagnata. Ofelie era in estasi e mi strapazzava i capelli. Voleva prendermi il cazzo, che come è facile intuire era tesissimo e duro come la pietra, così le insegnai a mettersi a 69.
Questa posizione le piacque molto. Aveva la fica e il culo sulla mia faccia, con me che glieli leccavo alternativamente, mentre lei con la mano e la bocca giocava sul mio cazzo. E come me lo lavorava bene. E menomale mi ero fatto una sega sotto la doccia, altrimenti per come usava lingua, bocca e mano sul mio pisellone scappellato, sarei già esploso in una sborrata incommensurabile.
Quindi arrivò il momento della penetrazione. La feci stendere dolcemente per mettermi su di lei nella posizione del missionario, la avvertì che essendo vergine avrebbe potuto provare un po' di dolore, ma la rassicurai dicendole che avrei fatto molto piano. Così le appoggiai la cappella sulle labbra della fichetta bagnata e quasi aperta. La baciai dolcemente e con lentezza la iniziai a penetrare. Le feci mettere le gambe sulle mie spalle e affondai dolcemente il cazzo nella vulva. Ofelie prese a mugugnare. Il suo era un misto fra dolore e piacere. Lentissimo, delicatissimo, ma deciso, il mio cazzo affondava sempre più in quella fica dolcissima. Ad un certo punto Ofeliè emise un gridolino di dolore. Era il segno che avevo rotto l'imene. Non era più vergine. Passato il breve dolore, mi guardò fisso negli occhi per qualche istante. Dopo di che mi sorrise, il suo solito sorriso, e li capii che era contenta di avere donato la sua verginità a me. Ci abbracciammo forte e dopo un po' iniziai ad aumentare il ritmo della scopata fino ad arrivare alla sborrata, che avvenne sul suo addome: qualche istante prima uscii il cazzo dalla fica, glielo feci prendere in mano e lei masturbandomi mi fece venire.
Non era certo finita li. Io sono un tipo sessualmente abbastanza prestante. Ma quello che mi stava succedendo con Ofelie lì a Mauritius superò ogni mia aspettativa. Mi venne un appetito sessuale due volte superiore a quello che normalmente ho in Italia. L'effetto che mi fece quella ragazza mi sconvolse, sia pur piacevolmente, Ofelie non mi bastava mai. Dunque dopo pochissimo ritornai duro e voglioso. La baciai, le dissi che volevo farle provare l'orgasmo da penetrazione e la feci mettere alla pecorina. La penetrai da dietro, mentre allungando le braccia le presi le tette. Iniziai a scoparla in crescendo e glielo feci raggiungere. Ofelie urlò di piacere e io le sborrai sul sedere. Poi mi abbracciò forte e mi disse che mi amava da impazzire. Così un ultimo bacio di fuoco e crollammo abbracciati per la stanchezza ed il sonno.
La mattina seguente, al primo albeggiare, il suo profumo e i suoi capelli sul viso mi svegliarono ancora abbracciato a lei. Ero di nuovo duro ed eccitato da impazzire. Così la svegliai con dolcezza, fra carezze e bacetti, e non appena mi sorrise, mi misi sopra di lei. Prima le leccai la fica e poi la scopai. Ma stavolta fu più bello della notte prima, perchè raggiungemmo all'unisono l'orgasmo.
Da quel momento in poi, non appena soli, lo facemmo ovunque: in spiaggia, a letto, sul divano. Tutti i giorni, a tutte le ore e più volte al giorno. Tre mesi stupendi con quel sogno di ragazza chiamato Ofelie. E pensare a come ero incazzato coi miei capi quando mi ordinarono di venire qui a Mauritius a lavorare, facendomi saltare il piano vacanza a Parigi con quella tipa di cui adesso non ricordo più nemmeno il nome, mi viene da ridere perchè adesso li vorrei ringraziare baciandoli tutti!
Tre mesi che per tanto, come tutte le cose belle, finirono troppo presto. La mia missione lavorativa era completata, dovevo rientrare in Italia. Il distacco da Ofelie fu duro, non solo per lei, che piangeva implorandomi di rimanere, ma pure per me. E anche qui, come per l'appetito sessuale, la cosa mi stupì parecchio, visto che fino a qualche secondo prima di mettere piede su l'isola, non ero mai stato più di una settimana con la stessa donna, con Ofelie invece tre mesi, senza avere occhi e pensiero per altre, se non per lei.
Alla fine partii. Ma prima di salire sul taxi, che mi avrebbe condotto in aeroporto, ci baciammo per l'ultima volta. Le asciugai con un dito i lacrimoni che scendevano copiosi dai suoi occhioni neri e le feci la promessa solenne che presto sarei ritornato in vacanza, così avremmo potuto riprendere la nostra storia da sogno.
Ora, io ogni mattina già mi sveglio con un'erezione pazzesca. Figuriamoci con Ofelie in camiciola da notte sul letto che mi guarda in quel modo. Quindi ebbi un istinto di pudore, nonostante ormai il ghiaccio fosse stato rotto il giorno prima su quella spiaggia, per cui cercai di nasconderla con le lenzuola. Ma lei se ne accorse e lentamente iniziò a scostarle fino a lasciarmi scoperto con i pantaloncini del pigiama da cui la si vedeva prepotente. Mi sorrise ancora. Poi prima mi accarezzò l'enorme protuberanza sui pantaloncini, poi scostò l'elastico, li abbassò ed il cazzo uscii di scatto come quei pupazzi a molla delle scatole magiche. Ce lo avevo durissimo, scappellato e accostato sull'addome superava l'ombelico. Ofelie, che intanto si era messa in ginocchio fra le mie gambe, iniziò a passarci dolcemente un dito per tutta la sua lunghezza. Dalla cappella alle palle, andata e ritorno, per alcuni secondi. Io vidi le stelle dal piacere. Poi chiuse due dita sotto la cappella e delicatamente iniziò a segarmi, mentre mi dava piccoli baci sulle labbra. Io andai in estasi totale. Lei se ne accorse e un po' spudoratamente mi chiede: “Posso assaggiarlo con la lingua e poi in bocca?”.
Non le risposi, la fissai soltanto perchè sapevo era inutile farlo. Infatti col suo solito sorriso malizioso mi lasciò per un attimo il cazzo. Lentamente si posizionò stesa di pancia, in modo da avere il cazzo a portata di bocca, piegò all'insù le gambe, incrociò i piedi. Riprese il cazzo in mano e iniziò a passarci dolcemente la lingua così come fece prima col dito: dalla cappella alle palle e viceversa. Me lo leccò così lungamente. Io ero in ipnosi da godimento. Poi prese a succhiarmi dolcemente la cappella, segandomi lentamente con la mano. Dopo un po' lo prese tutto in bocca, alternando colpi di lingua. A quel punto non resistetti più e dalla goduria, con lei che rideva divertita, sborrai tipo le fontane di lava dell'Etna.
“Oh Dio mio, Ofelie sei stata fantastica...oh Dio Dio...sei stata bravissima, ma allora sei già stata con un ragazzo?” le chiesi. Lei, continuando a giocare con la mano sul cazzo che si stava afflosciando, mi rispose: “No, mai avuto ragazzi...tu sei il primo...è che guardo i video porno sul tablet...ne ho visto uno che faceva questo e mi è piaciuto...così ho voluto farti una sorpresa!”. Poi aggiunse: “Ne ho visto un altro dove un uomo leccava...li sotto (con un dito indicò la sua fica) ad una ragazza e a lei piaceva tanto...mi piacerebbe provarlo...”
Non me lo feci dire un'altra volta. Le dissi di togliersi gli slip e scambiarci la posizione. Così, posizionato in mezzo alla sue bellissime cosce, mi si parò davanti la sua fichetta pelosa e vergine. Dolcemente iniziai a leccarla sulle labbra semidischiuse fino a quando non si aprirono del tutto, facendo uscire l'umore e scoprendo un piccolo clitoride, che iniziai a titillare prima con un dito e poi con la lingua. Ofelie, iniziò a godere: “Ah siii...buonoooo...è bellissimo Claudio!”. Continuai a leccare e succhiare per un bel po'. Poi eccitato a mille, le leccai l'interno delle cosce. Scesi fino ai polpacci, arrivai ai piedi e glieli leccai nelle piante, fra le dita. Per poi tornare sulla fica, dove ripresi a leccare e a succhiarle il clitoride fino a farla arrivare all'orgasmo.
“Mamma mia che bello, Claudio. E' bellissima questa cosa...me la rifai un'altra volta, vero?” mi disse rinvenendo dall'estasi dell'orgasmo. Le dissi “Certo. Tutte le volte che vorrai. Sei la mia principessa, no? Ogni tuo desiderio sarà un ordine per me!”
Restammo abbracciati per un bel po' a letto. Tra un bacio appassionato ed un altro, Ofelie, guardandomi profondamente negli occhi, mi chiese: “Quando lo facciamo l'amore?...tutto...completo”. Rimasi inizialmente senza parole, poi, visto che ero eccitato come un caimano, nuovamente, le risposi: “Anche adesso...subito!”. Ma lei mi rispose: “Adesso no...adesso devo tornare sotto...non voglio fare una cosa di fretta...lo voglio fare con calma e bene...per me è la prima volta...” poi si prese un attimo di pausa e aggiunse: “Sta notte...sta notte la passiamo assieme?...”. Le dissi: “Si certo...non vedo l'ora...ma a tua madre e tua nonna cosa dici?” e lei: “Tranquillo...loro vanno a letto presto...io non appena resto sola, faccio finta di andare in camera mia e invece salgo da te...anche io non vedo l'ora di passare una notte intera con te!”.
Così ci salutammo con un ultimo bacio di fuoco e ci lasciammo.
Arrivata la sera, cenai da solo nel mio appartamento. Mangiai con poco appetito. Ero troppo eccitato e impaziente di avere Ofelie nel mio letto. Dovetti farmi un sega sotto la doccia per calmarmi. Un po' più rilassato, prima creai l'atmosfera facendo una luce soffusa con una federa sulla bajoux, poi mi distesi sul letto e aspettai l'ora X.
Ofelie non tardò tanto ad arrivare. Bellissima, con la stessa camiciola da notte semitrasparente della mattina. Con quella luce soffusa mi apparve ancora più arrapante. Decisa ma delicatamente si distese su di me, così da iniziare a baciarci appassionatamente. Le toccai il culo, le gambe, poi le bellissime tette. Quelle tette che fecero iniziare questa splendida avventura. Poi dopo un po' la feci stendere sul letto, la aiutai a togliersi la camicia e gli slip. Rimase tutta nuda stesa sul letto a guardarmi con quell'espressione arrapante da monella. Mamma mia che favola di ragazza! Così iniziai a leccarla dolcemente e lentamente. Mi gustai centimetro per centimetro quella pelle color ebano, profumata e liscia, partendo dal collo, dietro le orecchie, le succhiai i capezzoli, scesi per le gambe e le leccai i piedi. Risalii, le allargai le cosce e le leccai la fichetta già bagnata. Ofelie era in estasi e mi strapazzava i capelli. Voleva prendermi il cazzo, che come è facile intuire era tesissimo e duro come la pietra, così le insegnai a mettersi a 69.
Questa posizione le piacque molto. Aveva la fica e il culo sulla mia faccia, con me che glieli leccavo alternativamente, mentre lei con la mano e la bocca giocava sul mio cazzo. E come me lo lavorava bene. E menomale mi ero fatto una sega sotto la doccia, altrimenti per come usava lingua, bocca e mano sul mio pisellone scappellato, sarei già esploso in una sborrata incommensurabile.
Quindi arrivò il momento della penetrazione. La feci stendere dolcemente per mettermi su di lei nella posizione del missionario, la avvertì che essendo vergine avrebbe potuto provare un po' di dolore, ma la rassicurai dicendole che avrei fatto molto piano. Così le appoggiai la cappella sulle labbra della fichetta bagnata e quasi aperta. La baciai dolcemente e con lentezza la iniziai a penetrare. Le feci mettere le gambe sulle mie spalle e affondai dolcemente il cazzo nella vulva. Ofelie prese a mugugnare. Il suo era un misto fra dolore e piacere. Lentissimo, delicatissimo, ma deciso, il mio cazzo affondava sempre più in quella fica dolcissima. Ad un certo punto Ofeliè emise un gridolino di dolore. Era il segno che avevo rotto l'imene. Non era più vergine. Passato il breve dolore, mi guardò fisso negli occhi per qualche istante. Dopo di che mi sorrise, il suo solito sorriso, e li capii che era contenta di avere donato la sua verginità a me. Ci abbracciammo forte e dopo un po' iniziai ad aumentare il ritmo della scopata fino ad arrivare alla sborrata, che avvenne sul suo addome: qualche istante prima uscii il cazzo dalla fica, glielo feci prendere in mano e lei masturbandomi mi fece venire.
Non era certo finita li. Io sono un tipo sessualmente abbastanza prestante. Ma quello che mi stava succedendo con Ofelie lì a Mauritius superò ogni mia aspettativa. Mi venne un appetito sessuale due volte superiore a quello che normalmente ho in Italia. L'effetto che mi fece quella ragazza mi sconvolse, sia pur piacevolmente, Ofelie non mi bastava mai. Dunque dopo pochissimo ritornai duro e voglioso. La baciai, le dissi che volevo farle provare l'orgasmo da penetrazione e la feci mettere alla pecorina. La penetrai da dietro, mentre allungando le braccia le presi le tette. Iniziai a scoparla in crescendo e glielo feci raggiungere. Ofelie urlò di piacere e io le sborrai sul sedere. Poi mi abbracciò forte e mi disse che mi amava da impazzire. Così un ultimo bacio di fuoco e crollammo abbracciati per la stanchezza ed il sonno.
La mattina seguente, al primo albeggiare, il suo profumo e i suoi capelli sul viso mi svegliarono ancora abbracciato a lei. Ero di nuovo duro ed eccitato da impazzire. Così la svegliai con dolcezza, fra carezze e bacetti, e non appena mi sorrise, mi misi sopra di lei. Prima le leccai la fica e poi la scopai. Ma stavolta fu più bello della notte prima, perchè raggiungemmo all'unisono l'orgasmo.
Da quel momento in poi, non appena soli, lo facemmo ovunque: in spiaggia, a letto, sul divano. Tutti i giorni, a tutte le ore e più volte al giorno. Tre mesi stupendi con quel sogno di ragazza chiamato Ofelie. E pensare a come ero incazzato coi miei capi quando mi ordinarono di venire qui a Mauritius a lavorare, facendomi saltare il piano vacanza a Parigi con quella tipa di cui adesso non ricordo più nemmeno il nome, mi viene da ridere perchè adesso li vorrei ringraziare baciandoli tutti!
Tre mesi che per tanto, come tutte le cose belle, finirono troppo presto. La mia missione lavorativa era completata, dovevo rientrare in Italia. Il distacco da Ofelie fu duro, non solo per lei, che piangeva implorandomi di rimanere, ma pure per me. E anche qui, come per l'appetito sessuale, la cosa mi stupì parecchio, visto che fino a qualche secondo prima di mettere piede su l'isola, non ero mai stato più di una settimana con la stessa donna, con Ofelie invece tre mesi, senza avere occhi e pensiero per altre, se non per lei.
Alla fine partii. Ma prima di salire sul taxi, che mi avrebbe condotto in aeroporto, ci baciammo per l'ultima volta. Le asciugai con un dito i lacrimoni che scendevano copiosi dai suoi occhioni neri e le feci la promessa solenne che presto sarei ritornato in vacanza, così avremmo potuto riprendere la nostra storia da sogno.
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