Trasferta di lavoro a Mauritius - 1^parte

di
genere
prime esperienze

Quando la ditta per cui lavoravo decise di mandarmi per tre mesi nelle Mauritius, per seguire da vicino la linea di produzione della locale filiale, la presi molto male.
Essendo il periodo che coincideva con le feste natalizie e di fine d'anno, mi ero infatti programmato una bella vacanza a Parigi con una tipa spettacolare che da qualche settimana stavo frequentando. Per cui quella improvvisa decisione, che per i miei capi era irrevocabile, mi aveva fatto saltare i piani e la cosa mi face incazzare non poco. Furono irremovibili: “Claudio sei l'unico ingegnere che ha approfondito la linea di produzione e soprattutto sei single. Non lasci nessuno solo per queste feste. Per cui abbiamo stabilito sei il candidato ideale per le Mauritius. Inutile dirti che hai tutto spesato e lo stipendio raddoppiato, dunque non puoi dire di no!”

Così nei giorni successivi, avvertito la tizia che non la prese molto bene, presi armi e bagagli e m'imbarcai sul primo aereo per l'isola dell'oceano indiano. All'aeroporto, al mio arrivo, trovai gli emissari della ditta che prima mi accompagnarono a fare un giro veloce alla filiale e poi al mio alloggio affinché mi sistemassi.
Non avevano preso un albergo, ma una casa privata poco fuori dalla capitale, vicino la filiale, ma nel contempo vicino ad una delle bellissime spiagge di sabbia bianca tipiche di Mauritius. Una casa dove vivevano tre donne sole. Madame Joyseena, la figlia Soumedee, che a sua volta aveva una figlia, Ofelie, tipica carnagione creola, alta, fisico da modella, almeno una terza abbondante di seno, capelli lisci lunghi nerissimi, occhi stesso colore, ma grandi e molto espressivi, un sorriso bianchissimo, dolcissimo ma nel contempo da monella maliziosa, mani e piedi curati con le unghia laccate di rosso fuoco. Per quanto era bella e sexy, non appena mi fu presentata fu colpo di fulmine, anche se cercai in tutte le maniere possibili di non darlo a capire.

Queste donne affittavano il piano soprastante la propria casa ai turisti o, come nel mio caso, a chi doveva stare un po' di tempo a Mauritius per lavoro. Era un monovano attrezzato di tutto il necessario, una cucina soggiorno e una camera con letto matrimoniale con bagno. Ma soprattutto una vista sul mare mozzafiato. Peraltro in quel periodo nell'isola è estate piena, quindi nei momenti liberi ne approfittavo per godermi quel mare cristallino.
Le padrone di casa erano persone gentilissime, accoglienti, ma soprattutto molto allegre. Mi presero subito a ben volere, anche perchè io non sono mai stato uno che se la tira. Quindi in brevissimo tempo, più che un cliente, divenni uno di casa. Per cui spesso capitava che la sera si cenava assieme, si parlava delle nostre vite, peraltro agevolato dal fatto che Soumedee e la figlia parlassero l'italiano in quanto per una decina d'anni avevano vissuto in Italia, e soprattutto si ballava perchè in casa amavano la musica e il ballo tradizionale dell'isola.

Ad esibirsi era sempre la bellissima Ofelie, che si muoveva in una maniera così sensuale e sexy, accentuato dall'abbigliamento sempre succinto per il caldo e per il fatto che per la giovane età le piaceva mettersi in mostra: gonnelline e short cortissimi, che le esaltavano culetto e le bellissime gambe, piedini nudi ben curati con anellino al dito e cavigliera, magliettine attillate o canotte, che a stento contenevano il suo bellissimo seno, e quella chioma lunga e nera che in maniera selvaggia le ondeggiava sulle spalle e sul viso. Insomma ogni ballo per me era una delizia, ma nel contempo mi destabilizzava non poco. Eh si, perchè pensavo non fosse normale che la figlia delle mia padrona di casa potesse eccitarmi così tanto.
In più c'è da aggiungere che Ofelie, fin dai primissimi giorni in cui ero li, si legò in maniera particolare a me. Me la trovavo vicino, sempre sorridente e curiosa, in ogni occasione. Mi prendeva per mano e mi faceva visitare la casa e i terreni intorno, noi due da soli. Delle volte capitava che improvvisamente, con assoluta naturalezza, mi si sedesse sulle ginocchia e, sempre, con assoluta naturalezza mi parlasse con la bocca vicinissima alla mia e non lo faceva necessariamente per sedurmi, ma perchè per lei era normale. Però tutto questo, ripeto, mi imbarazzava non poco, le erezioni che mi provocava comprese.

Poi una delle tante tipiche bellissime mattine di sole caldo e di cielo azzurrissimo, le cose presero tutt'altra piega. Capitò infatti che approfittando del fatto che non avevo impegni di lavoro, decisi di scendere in spiaggia e fare il bagno. Quando finii, mi sedetti sotto uno dei tanti alberi caratteristici delle spiagge di Mauritius e mi misi a leggere un libro. Mi stavo rilassando e godendo la pace di quel posto, quando arrivò Ofelie sorridente e coi suoi soliti vestitini sexy, con quel bel sole era ancora più bella, che si sedette accanto a me. Prima mi chiese cosa stessi facendo li da solo, poi mi invitò a fare un bagno con lei. All'inizio declinai, poi però mi lasciai convincere. Era impossibile dirle di no. Quando ti chiedeva qualcosa lo faceva sempre con una dolcezza e nello stesso tempo, con una sensualità che ti disarmavano.
Così scendemmo fino al bagnasciuga. Io ero già in costume. Lei si tolse il suo vestitino e con assoluta tranquillità rimase in topless, mostrandomi due tette bellissime, grosse e sode. Non ebbi nemmeno il tempo di imbarazzarmi, che mi prese per mano ed entrammo in acqua. Lì prima si inabissò e poi riemergendo si strinse a me, sfregando quelle bellissime tette prima sul mio torace, poi dietro perchè voleva essere presa sulle spalle a cavalluccio. La accontentai, ma quelle tette adesso pure dietro la nuca, mi provocarono un'erezione, ed essendo io abbastanza dotato, pure molto vistosa . Lei rideva e si divertiva. Non si accorse di nulla. Inizialmente. Poi, per quanto tentassi di nasconderla, passandomi davanti vi si strusciò accidentalmente con una gamba. Si bloccò. Me la guardò e si stupì di come fosse grande e dura. Improvvisamente gli mise una mano, premendo per sentirne meglio la consistenza, e si mise ridere. Io istintivamente mi tirai indietro e le dissi imbarazzatissimo: “Che fai Ofelie?”. La ragazza, sempre ridendo:”Niente...sono curiosa...è grande e duro...me lo fai vedere?”

Divenni di mille colori dall'imbarazzo. Quella richiesta non me sarei mai aspettata: “Ofelie...che dici?...ma che ti faccio vedere dai...” Lei, con quella famosa espressione per cui impossibile dirgli di no, peraltro bagnata aveva una carica erotica pazzesca, mi incalza: “Daiiii...ti prego...dai...non c'è nessuno...dai, fammelo vedere...ti prego...ti prego...ti prego...ti prego” e mentre mi prega si strinse forte a me strusciandomi ancora quelle tette fantastiche sul petto. Io tento un'altra resistenza: “Ofelie...no dai...finiscila...non è poss...”. M'interruppi perchè stretta a me, mi aveva già infilato la mano nel costume. Me lo prese. Con l'altra mano mi abbassò il costume quel tanto che bastava. Avevo il cazzo nudo. Già scappellato, dritto e duro. Io preoccupato, ma nello stesso tempo eccitato, tentai di risollevare il costume, ma lei mi bloccò e io: “No Ofelie, per favore...se ci vede qualcuno...mi metti nei guai..”
Lei ridendo: “Ma siamo soli...non c'è nessuno...e io lo voglio solo vedere...”. Effettivamente, tutt'intorno non c'era anima viva. Eravamo completamente soli in quell'acqua cristallina e in quello scenario da paradiso. Così l'eccitazione prese il sopravvento sugli scrupoli e la lasciai fare.

La ragazza, vistosamente soddisfatta di quanto ottenuto, me lo afferrò bene, lo premette con più decisione ed esclamò: “Wow è durissimo...e quanto è grande...mi piace!”. Io avevo l'eccitazione a mille: una gran ficona in topless col mio cazzo in mano, in quel paradiso tropicale. Tentai di resistere. Impossibile. Lei mi guarda con quel sorriso da monella maliziosa e mi fa: ”Posso?”. Non attende la mia risposta e inizia a masturbarmi lentamente. Chiusi gli occhi e iniziai a godere, mentre lei soddisfatta mi manipolava dolcemente il cazzo su e giù con una lentezza tale da farmi raddoppiare l'arrapamento. Così, perso ogni freno inibitorio, la avvicinai a me. La strinsi e la baciai in bocca. Fu un attimo, poi la ragazza si staccò dicendomi: “No...questo no...ti voglio toccare solo quello...per il bacio ti devi fidanzare con me...” e continuò a segarmi dolcemente.
Io, ormai totalmente in estasi pre sborrata, le risposi: “Si Ofelie...si...ci fidanziamo...si..certo che ci fidanziamo...ma anche ti sposo e ti faccio la mia principessa...sei fantastica..mi stai facendo impazzire...dai, riavvicinati...”. Mi sorrise ancora maliziosamente e ritornò sulla mia bocca. Nel frattempo le chiesi di aumentare la velocità della sega, perchè stavo letteralmente impazzendo di goduria, lei eseguì provocandomi una sborrata industriale mentre le nostre lingue si contorcevano tra loro.

Tornando a casa, per tutto il breve tragitto ci guardavamo in faccia e sbuffavamo a ridere. Poi arrivati a destinazione ognuno andò per i fatti propri. Io feci alcune ore di lavoro alla filiale, lei si mise ad aiutare la madre in casa. La sera cenammo tutti assieme. Ofelie si sedette di fonte a me e iniziò a guardarmi intensamente con quella sua smorfia da monella maliziosa, infischiandosene ci fossero nonna e mamma sedute allo stesso tavolo. Poi improvvisamente sentii il suo piede sul cazzo. Bloccai la masticazione e le feci segnale con gli occhi di smetterla perchè c'erano i suoi. Ma lei continuò a massaggiarmelo più intensamente, tanto da farmelo venire duro. Abbassai gli occhi e vidi quel piedino dalle unghia smaltate di rosso, perfetto, curatissimo, con quell'anellino nel medio, muoversi sensualmente sulla patta dei miei pantaloni, che mi aumentò erezione ed eccitazione. Tanto che finita la cena provai un enorme imbarazzo ad alzarmi perchè avevo un rigonfiamento in quella zona da paura. Il fatto che mi arrapava da impazzire e che oramai mi ero lasciando andare, le piaceva tantissimo, per cui si divertì a provocarmi. Dovetti andare in bagno per calmarmi con una sega, mentre lei, che aveva capito, rideva divertita.


Finita la cena e dopo la solita chiacchierata, salutai e salii nel mio appartamento. Ofelie, con una scusa, mi seguì. Mi agganciò poco prima che salissi la scala e mi appioppò un bacio in bocca così appassionato da togliermi il respiro. Poi soddisfatta mi guarda e mi dice: “Ora siamo fidanzati...domani mattina, come usate in Italia, ti porto il caffè a letto...va bene?”. Le dissi ok e se ne tornò in cucina.
Arrivato a letto, diviso tra i sensi di colpa e l'eccitazione di questa avventura pazzesca, mi addormentai quasi subito.
scritto il
2023-01-05
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