Sono ninfomane anzi no, sono una troia
di
Andrea2022
genere
incesti
Sono Andrea e forse la mia storia si identifica con l'ambiguità del mio nome per metà maschio e metà femmina.
Il mio approccio col sesso come buona parte delle donne ha avuto inizio col gioco del dottore che facevo con mio fratello ed un mio cuginetto.
La cosa è stata approfondita, in senso metaforico e fisico, il giorno del compimento del mio diciottesimo compleanno.
Non che mio fratello non ci avesse provato prima ma io, mi ero ripromessa di giungere vergine a quella fatidica data per festeggiarla col regalo più grande che mi potessi fare e fare al mio compagno di giochi preferito: Mio fratello!
Conoscevamo già tutto dei nostri corpi, del sesso.
Nei preliminari, eravamo addirittura maestri.
Per quella occasione (il festeggiamento della mia maggiore età) i nostri genitori si erano traferiti per due giorno alla nostra casetta in montagna lasciandoci la casa (e i soldi) per festeggiare insieme ai nostri amici.
La festa era riuscita benissimo anche se io e mio fratello, per non essere smascherati, abbiamo dovuto contenere i nostri impulsi vedendo alcuni nostri amici spingersi ben oltre i normali petting tra ragazzi.
Una coppia si era messa a scopare senza ritegno in cucina mentre un'altra era rientrata dal giardino di casa esibendo, come un trofeo, tra gli applausi, il perizoma bagnato della ragazza.
Quando finalmente tutti se ne erano andati, io e mio fratello, dopo aver steso, per non sporcare, un telo di spugna sul lettone dei nostri genitori, avevamo fatto l'amore e dopo avergli regalato la mia verginità e goduto come mai prima, avevo gridato: "Che meraviglia finalmente donna!"
E mio fratello come un eco: "Che meraviglia finalmente uomo!"
Avevamo fatto l'amore per tutta la notte e buona parte del giorno successivo.
Per l'occasione non avevo voluto sprecare neanche una stilla del suo seme e a differenza delle volte precedenti in cui lo facevo venire nelle mia bocca, sul mio seno o sui peli pubici, in quei due giorni l'avevo sempre fatto godere dentro la mia pancia giacché mi ero preparata da tempo prendendo la pillola che rubavo a mia madre.
Ne sono seguiti giorni meravigliosi nei quali mi sentivo davvero la ragazza e la donna più felice del mondo.
Nei giorni e settimane e mesi che ne erano seguiti, entrambi (io e mio fratello) avevamo l'impressione che i nostri genitori si fossero accorti della nostra tresca anche se non ce ne davano esplicite prove con critiche e ammonimenti
Il fatto comunque che alcune mattine mi vedevano uscire dalla sua stanza o vedevano lui uscire dalla mia senza mai chiedercene conto, accentuava i nostri sospetti che via via divenivano quasi certezze.
Capitava anche che si assentassero senza apparenti motivi per qualche giorno avendo cura di avvisarci del loro rientro per darci il tempo di riordinare la casa e riassettare il nostro aspetto:
-Come sei bella oggi Andrea!-
Diceva mia madre al suo rientro subito incalzata da mio padre che aggiungeva:
-Solo oggi la trovi più bella?
E' da un po' che la nostra bambina crescendo diventa una signorina più bella ed affascinante.
Anche suo fratello d'altra parte si è fatto più uomo e che uomo col suo fisico e i suoi tratti decisamente virili!-
Col passare dei giorni io e mio fratello prendevamo quei complimenti come veri e propri atteggiamenti di complicità al punto che avevamo preso a fare l'amore anche di giorno quando anche loro erano in casa.
Non capitava di rado che mentre eravamo impegnati nel pieno di un amplesso, la mamma bussasse alla porta della mia camera o quella di mio fratello per dire: "Sbrigatevi ragazzi.. la cena è pronta!"
Talvolta capitava anche all'ora di pranzo e sempre diceva "Sbrigatevi" senza mai provare ad aprire la porta.
Per i miei 19 anni mio padre aveva voluto organizzare la festa in famiglia: "Visto che il tuo compleanno capita di venerdì, propongo di festeggiarlo in famiglia mentre coi vostri amici, potrete farlo la domenica con la casa che possiamo lasciarvi libera come l'ultima volta."
Aveva detto trovando subito d'accordo me e mio fratello.
Quella sera (del mio 18esimo) la mamma si era superata.
Aveva preparato una cena coi fiocchi bagnata con dell'Amarone e terminata con una incredibile torta con 19 candeline e una bottiglie di Don Perignon.
Naturalmente il centro tavola era decorato da un bouquet di 19 rose rosse dai due candelieri d'argento che vedevo solo nelle grandissime occasioni di famiglia.
Una giornata memorabile dunque!
La sorpresa però, era giunta solo alla fine degli auguri e del ripetuto cin cin con lo Champagne.
-Auguri amore!"
Mi aveva detto la mamma sfiorandomi le labbra con la bocca prima di prendere mio fratello per mano e sparire insieme a lui nella penombra del corridoio.
-Dove vanno?-
Avevo chiesto curiosa a mio padre:
-Vanno a fare l'amore per festeggiare te!-
Mi aveva risposto porgendomi la mano in un invito a seguirlo.
Una scarica elettrica non avrebbe potuto scuotere il mio corpo più di quel semplice gesto.
La mia mamma aveva portato con se il figlio per farci l'amore e lo stesso invito aveva fatto mio padre verso di me.
All'iniziale scossa era seguito un lieve tremore mentre mi sentivo bagnare tra le cosce.
In quei momenti la ragione mi portava a pensare che mi sbagliavo e che comunque quel pensiero era velleitario, inopportuno ed immorale
La mia mente!
Il mio corpo al contrario mi diceva che era giusto così facendomi scoprire che inconsciamente, da sempre desideravo fare l'amore con mio padre e che quello era il momento tanto atteso.
Avevo allungato anch'io la mano verso la sua che, dopo avermi stretta come una morsa, mi aveva guidata verso lo stesso lettone sul quale mi aveva sverginata mio fratello.
segue
Il mio approccio col sesso come buona parte delle donne ha avuto inizio col gioco del dottore che facevo con mio fratello ed un mio cuginetto.
La cosa è stata approfondita, in senso metaforico e fisico, il giorno del compimento del mio diciottesimo compleanno.
Non che mio fratello non ci avesse provato prima ma io, mi ero ripromessa di giungere vergine a quella fatidica data per festeggiarla col regalo più grande che mi potessi fare e fare al mio compagno di giochi preferito: Mio fratello!
Conoscevamo già tutto dei nostri corpi, del sesso.
Nei preliminari, eravamo addirittura maestri.
Per quella occasione (il festeggiamento della mia maggiore età) i nostri genitori si erano traferiti per due giorno alla nostra casetta in montagna lasciandoci la casa (e i soldi) per festeggiare insieme ai nostri amici.
La festa era riuscita benissimo anche se io e mio fratello, per non essere smascherati, abbiamo dovuto contenere i nostri impulsi vedendo alcuni nostri amici spingersi ben oltre i normali petting tra ragazzi.
Una coppia si era messa a scopare senza ritegno in cucina mentre un'altra era rientrata dal giardino di casa esibendo, come un trofeo, tra gli applausi, il perizoma bagnato della ragazza.
Quando finalmente tutti se ne erano andati, io e mio fratello, dopo aver steso, per non sporcare, un telo di spugna sul lettone dei nostri genitori, avevamo fatto l'amore e dopo avergli regalato la mia verginità e goduto come mai prima, avevo gridato: "Che meraviglia finalmente donna!"
E mio fratello come un eco: "Che meraviglia finalmente uomo!"
Avevamo fatto l'amore per tutta la notte e buona parte del giorno successivo.
Per l'occasione non avevo voluto sprecare neanche una stilla del suo seme e a differenza delle volte precedenti in cui lo facevo venire nelle mia bocca, sul mio seno o sui peli pubici, in quei due giorni l'avevo sempre fatto godere dentro la mia pancia giacché mi ero preparata da tempo prendendo la pillola che rubavo a mia madre.
Ne sono seguiti giorni meravigliosi nei quali mi sentivo davvero la ragazza e la donna più felice del mondo.
Nei giorni e settimane e mesi che ne erano seguiti, entrambi (io e mio fratello) avevamo l'impressione che i nostri genitori si fossero accorti della nostra tresca anche se non ce ne davano esplicite prove con critiche e ammonimenti
Il fatto comunque che alcune mattine mi vedevano uscire dalla sua stanza o vedevano lui uscire dalla mia senza mai chiedercene conto, accentuava i nostri sospetti che via via divenivano quasi certezze.
Capitava anche che si assentassero senza apparenti motivi per qualche giorno avendo cura di avvisarci del loro rientro per darci il tempo di riordinare la casa e riassettare il nostro aspetto:
-Come sei bella oggi Andrea!-
Diceva mia madre al suo rientro subito incalzata da mio padre che aggiungeva:
-Solo oggi la trovi più bella?
E' da un po' che la nostra bambina crescendo diventa una signorina più bella ed affascinante.
Anche suo fratello d'altra parte si è fatto più uomo e che uomo col suo fisico e i suoi tratti decisamente virili!-
Col passare dei giorni io e mio fratello prendevamo quei complimenti come veri e propri atteggiamenti di complicità al punto che avevamo preso a fare l'amore anche di giorno quando anche loro erano in casa.
Non capitava di rado che mentre eravamo impegnati nel pieno di un amplesso, la mamma bussasse alla porta della mia camera o quella di mio fratello per dire: "Sbrigatevi ragazzi.. la cena è pronta!"
Talvolta capitava anche all'ora di pranzo e sempre diceva "Sbrigatevi" senza mai provare ad aprire la porta.
Per i miei 19 anni mio padre aveva voluto organizzare la festa in famiglia: "Visto che il tuo compleanno capita di venerdì, propongo di festeggiarlo in famiglia mentre coi vostri amici, potrete farlo la domenica con la casa che possiamo lasciarvi libera come l'ultima volta."
Aveva detto trovando subito d'accordo me e mio fratello.
Quella sera (del mio 18esimo) la mamma si era superata.
Aveva preparato una cena coi fiocchi bagnata con dell'Amarone e terminata con una incredibile torta con 19 candeline e una bottiglie di Don Perignon.
Naturalmente il centro tavola era decorato da un bouquet di 19 rose rosse dai due candelieri d'argento che vedevo solo nelle grandissime occasioni di famiglia.
Una giornata memorabile dunque!
La sorpresa però, era giunta solo alla fine degli auguri e del ripetuto cin cin con lo Champagne.
-Auguri amore!"
Mi aveva detto la mamma sfiorandomi le labbra con la bocca prima di prendere mio fratello per mano e sparire insieme a lui nella penombra del corridoio.
-Dove vanno?-
Avevo chiesto curiosa a mio padre:
-Vanno a fare l'amore per festeggiare te!-
Mi aveva risposto porgendomi la mano in un invito a seguirlo.
Una scarica elettrica non avrebbe potuto scuotere il mio corpo più di quel semplice gesto.
La mia mamma aveva portato con se il figlio per farci l'amore e lo stesso invito aveva fatto mio padre verso di me.
All'iniziale scossa era seguito un lieve tremore mentre mi sentivo bagnare tra le cosce.
In quei momenti la ragione mi portava a pensare che mi sbagliavo e che comunque quel pensiero era velleitario, inopportuno ed immorale
La mia mente!
Il mio corpo al contrario mi diceva che era giusto così facendomi scoprire che inconsciamente, da sempre desideravo fare l'amore con mio padre e che quello era il momento tanto atteso.
Avevo allungato anch'io la mano verso la sua che, dopo avermi stretta come una morsa, mi aveva guidata verso lo stesso lettone sul quale mi aveva sverginata mio fratello.
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