Dominazione mortale Nona parte

di
genere
dominazione

Rachel Fink era intenta ad osservarmi silenziosa mentre, con fare nervoso a
causa della lezione appena ricevuta, cercavo di abbottonarmi la camicia che
avevo appena raccolto dal tatami. Mi chiedevo in che modo lei mi considerasse.
Mi ero fatto battere in pochi secondi, mi aveva praticamente ridicolizzato
giocando con la sua superiorità ma era anche vero che, come me, qualsiasi
altro uomo avrebbe fatto la mia stessa fine. Per lei ero quindi un inetto che
si era fatto sconfiggere da una donna oppure, conscia della sua superiorità,
nutriva una specie di compassione per il mio orgoglio ferito? Il suo sorriso
era di soddisfazione, ma l'impressione che ne avevo era che si trattava di una
soddisfazione moderata e non dovuta al fatto che mi aveva appena umiliato e
ridotto all'impotenza, al contrario di ciò che avevo pensato poco prima. La
mia sensazione era che mi stesse soppesando e stesse valutando le mie reazioni
e questo mi fece sentire improvvisamente una specie di cavia. Una sensazione
davvero molto sgradevole. La donna intanto si avvicinò un pochino a me
" Aspetti prima di rivestirsi. Le ho detto poc'anzi che avevo qualche altra
cosa da dimostrarle"
" Vuol combattere ancora contro di me? Mi tiro fuori, signora Fink. Non sono
un vigliacco ma lei mi ha già dimostrato tutto il suo valore" Non avevo
proprio voglia di fare un'altra brutta figura
" Non sia ridicolo, Bravermann. Combattere di nuovo contro di lei non avrebbe
senso. Le ho appena dimostrato che potrei disporre di lei come e quando
voglio. E questo malgrado posso senz'altro considerarla un lottatore di
discreto valore. A meno che lei non abbia tendenze simili a quelle che aveva
il mio caro Jacob"
" Oh no, assolutamente no" dissi quasi risentito
" Peccato, detective. E' un vero peccato. Non puo' nemmeno immaginare quanto
sia piacevole un simile gioco di ruolo all'interno di una coppia. Credo che la
sua donna apprezzerebbe molto. Mi creda, si può essere una donna dominante
senza raggiungere la mia perfezione assoluta e non faccia caso alla mia totale
assenza di modestia. Non è una delle mie doti migliori"
" Oh, me ne sono accorto. Ma non sono certo il tipo che si mette a giudicare
le persone per i loro pregi o per i loro difetti, in special modo quando
lavoro"
" Me ne compiaccio e ritorniamo quindi al motivo per cui le ho detto di
spogliarsi di nuovo, oltre a quello di compiacere i miei occhi"
" La prego signora Fink. Lei e' troppo bella e affascinante per giocare con me
in questo modo"
" Non sto giocando. Sono semplicemente sincera. Lo sono sempre, anche a costo
di essere cruda, a volte. Dirle che lei possiede un corpo atletico e ben
strutturato non significa che io voglia portarla a letto, cosa che in questo
momento è lungi dalle mie intenzioni. E' solo un dato di fatto, una cosa
oggettiva e mi dispiace che lei possa aver frainteso, ma anche lei mi ha
appena detto di trovarmi bella e affascinante. Con questo metro di giudizio
devo dedurre che lei ha intenzione di fare sesso con me?" Oh mio Dio. Ma era
possibile che qualsiasi cosa dicessi lei fosse in grado di girarlo a suo
piacimento? Non avevo avuto chance sul piano fisico e, men che mai, ne avevo
sul piano dialettico con lei. O meglio, contro di lei, considerando il modo
con cui mi aveva rimproverato prima
" Mi faccia tornare al lavoro, la prego. Sono già abbastanza confuso" fui
costretto ad ammettere "Cosa intendeva quando mi ha detto che aveva ancora
qualcosa da dimostrarmi?" le domandai facendo uno sforzo mentale inaudito per
tornare al motivo per cui mi trovavo a piedi nudi su un tatami in un'enorme
stanza adibita a palestra in compagnia di una donna bellissima e mezza nuda
" Si, forse è meglio tornare alla mia dimostrazione. Vede quei manichini?"
" Certo. E' da quando sono entrato in questa stanza che mi chiedo a cosa
possono servire"
" A dir la verità mi era sembrato di notare altri interessi nei suoi occhi"
rispose sorridendo ironicamente. Era ovvio che si stava riferendo al fatto che
da quando si era spogliata ero praticamente con gli occhi di fuori dalle
orbite di fronte a tanta bellezza
" Io veramente mi riferivo....." balbettai, per l'ennesima volta in tremenda
difficoltà
" Lasci stare detective ed eviti spiegazioni. So a cosa si riferiva. Dunque,
torniamo ai nostri manichini che, come avrà senz'altro intuito, non sono
proprio adatti ad una boutique del centro ma hanno delle peculiarità ben
precise. Come vede, sono collegati a una presa elettrica. Ne accenda uno"
Inserii la spina di uno di quei pupazzi fatti a misura d'uomo in una presa di
corrente e il manichino iniziò a lampeggiare
" Ma cosa sono" chiesi meravigliato
" Sono dei manichini speciali. Sono rivestiti con pelle di suino. Lei sa che
la pelle dei maiali ha la stessa consistenza di quella umana?" Accennai di si
con la testa e la donna proseguì "All'interno di ognuno di essi ci sono degli
speciali circuiti che sono collegati con quel computer. Ogni volta che io li
colpisco mi danno immediatamente il riscontro dei danni che causerei a un
essere umano se al posto dei manichini ci fosse appunto un uomo. Ci sono
quattro tipologie di manichini e lei ha acceso quello che rappresenta un uomo
di circa novanta chili. Cinque o sei chili in piu' del suo peso, immagino.
Degli altri tre, due rappresentano uomini potenzialmente più deboli e uno
invece un uomo di grosse dimensioni che supera il quintale di peso"
" A cosa servono? In che modo possono essere utili?" domandai sempre più
allibito
" Ad allenarmi. Mi servono per calcolare con esattezza la dose di forza che mi
servirebbe se dovessi affrontare un uomo e ovviamente erano essenziali per
ciò che facevo con mio marito e per poterlo picchiare senza ucciderlo e senza
procurargli danni gravi e permanenti"
" Incredibile!"
" Pura tecnologia avanzata. Questi sono di ultima generazione e sono
praticamente indistruttibili ma mi alleno con queste figure da diversi anni. I
primi erano più primitivi ma sempre tecnologicamente all'avanguardia. Tra le
tante imprese di mio marito ce n'era una che riguardava appunto il software e
l'hardware e Jacob commissionò questi esemplari proprio per me. Avevamo anche
pensato di commercializzarli ma erano troppo costosi ed abbiamo rinunciato.
Beh, le spiegazioni sono terminate. Ora provi a colpire quello che lei ha
acceso e lo faccia con tutta la sua potenza"
" Io?" feci meravigliato
" Vede qualcun altro in questa stanza? Certo, sto parlando con lei. Colpisca
quel manichino" Ancora un rimprovero da parte sua e ormai ci stavo facendo
l'abitudine. Feci finta di nulla e avanzai verso quel manichino. Mi misi in
posizione e poi tirai un pugno con tutta la forza in mio possesso all'altezza
della faccia. Mi sembrò di colpire un punching ball. Il pugno affondò nel
manichino senza rimbalzare, attutito da quella strana pelle. Pensai che se
fosse stato un uomo l'avrei sicuramente mandato al tappeto. Contemporaneamente
al mio pugno, si accesero alcune luci di colore giallo e rimasi immobile
aspettando l'esito del mio colpo. Rachel Fink mi guardò accennando un lieve
sorriso
" Non c'è male, detective, non c'è male. Vediamo quali danni ha procurato al
suo avversario" Per nulla imbarazzata di stare ancora in slip e reggiseno, la
donna si avvicinò al computer, si chinò sullo schermo mettendo in bella
vista il suo sedere delizioso e mi fece cenno di avvicinarmi
" Ecco, vede, lei ha causato un bel po' di danni. Ha rotto il setto nasale,
gli ha procurato una ferita lacero contusa al sopracciglio sinistro e lo ha
mandato per alcuni istanti in un leggero stato confusionale, ma con 95
probabilità su cento non è riuscito a spedirlo a terra a causa della mole
considerevole dell'avversario. Calcoli però che dopo aver mandato in
confusione il suo avversario lei avrebbe avuto grosse possibilità di trovarlo
indifeso e quindi di poterlo definitivamente sconfiggere in seguito"
" E' incredibile. Questo computer può dirmi persino se lo mando al tappeto
oppure no" dissi ammaliato
" Non glie lo dice il computer ma un programma creato su misura simile a
quello dei crashes test, dove si testano le resistenze delle autovetture in
caso di scontri violenti. Ma, a parte queste considerazione tecniche, lei ha
un bel pugno. Ora tocca a me" Rachel Fink tolse il suo sguardo dal computer e
si avvicinò allo stesso manichino che io avevo appena colpito, poi si voltò
verso di me
" Si ricorda che le avevo detto che io ero in grado di uccidere un uomo già
da quando avevo sedici anni? Beh, di progressi in questi anni ne ho fatti
tanti e quello che le ho mostrato prima è solo una minima parte. Ora io
colpirò questo manichino e posso garantirle che se fosse un uomo, fra pochi
secondi sarebbe un uomo morto in quanto gli sto per procurare una commozione
cerebrale ma soprattutto un'emorragia interna che lo porterà alla morte. Lo
colpirò alla tempia che è la parte meno resistente del cranio e lo farò con
le nocche della mia mano. Mi basterà un pugno, un solo pugno e per qualsiasi
essere umano che si trovasse nella direzione di questo pugno sarebbe la fine"
L'ascoltai ammaliato. Rachel Fink usava un linguaggio forbito senza avere
alcuna esitazione su qualunque argomento, assolutamente conscia di avere delle
capacità non riscontrabili in nessun altro essere umano. Quella donna era
l'impersonificazione della perfezione e lei lo sapeva e, pur rimanendo sempre
nei limiti dell'educazione, faceva pesare questa evidente superiorità in ogni
ambito con arroganza e con una sicurezza mai riscontrata in precedenza. Mi
scansai per lasciarle campo libero e per poterle permettere di colpire il
manichino e lei si mise in posizione, allontanandosi di un paio di metri poi,
con una velocità impressionante, fece un paio di passi e colpì il manichino
nel modo in cui mi aveva anticipato, ruotando la spalla destra in modo da
poter colpire con il suo pugno la tempia del manichino. Era stato un colpo
portato con uno stile perfetto, con una velocità impressionante e soprattutto
con una potenza tale da lasciarmi senza fiato. Rabbrividii al pensiero che
pochi minuti prima, con un colpo simile si era fermata a meno di un centimetro
dalla mia faccia. Stavolta le luci che si accesero furono di colore rosso e
già avevo capito cosa potesse significare. La donna si girò verso di me e mi
osservò
" Guardi sul computer, detective. Guardi lei stesso. Io non ho bisogno di
leggere. So perfettamente cosa ho procurato al manichino e soprattutto cosa
avrei procurato se al posto del manichino ci fosse stato un uomo come lei" Mi
diressi in direzione del computer e lessi il referto Distolsi lo
sguardo dallo schermo e la guardai impressionato
" E' incredibile" riuscii soltanto a dire, faticando per non rimanere a bocca
aperta come un ebete
" Dovrei contraddirla e farle notare come in realtà sia più che credibile
quando si hanno delle capacità come le mie, ma ho capito cosa intendeva. Ora
mi dica, detective, quali danni potrei procurare a questo manichino con un
calcio?"
" Se lo ha ucciso con un pugno, non oso pensare cosa potrebbe fare con un
calcio" Rachel Fink accennò di nuovo un sorriso
" Perché, secondo lei si può uccidere un manichino?"
" Io intendevo....." risposi sempre più confuso
" Lo so cosa intendeva, non c'è bisogno che si corregga. Ma andiamo al
dunque. Ipotizziamo allora che abbia di fronte un uomo che non intendo
uccidere ma al quale vorrei procurare dei danni di una certa entità per
neutralizarlo, spezzandogli ad esempio delle costole. E' meno complicato di
quanto lei possa immaginare, a patto che si sappia dove colpire. Ovviamente,
c'è da tenere in considerazione che nemmeno io posso stabilire con esattezza
quali danni potrebbe poi provocare una costola rotta, soprattutto se dovessi
fratturare la nona, la decima e l'undicesima. Potrebbe perforare ad esempio un
polmone e causare danni persino al cuore, alla milza o al fegato e quindi, se
ho deciso di non provocare eccessivi danni alla persona che ho di fronte, devo
evitare di colpire quelle costole e le prime due che sono altrettanto
pericolose in quanto hanno meno elasticità e possono ledere le strutture
interne del torace, provocare una lesione scomposta e conseguente spostamento
dei frammenti verso l'interno. E' chiaro per lei o ho parlato con un
linguaggio troppo tecnico?" Rachel Fink smise per qualche secondo di parlare.
Ero rimasto ad ascoltarla come un ebete, affascinato e ammirato dalla sua
eloquenza raffinata e dalla sua cultura enciclopedica ma alla fine mi aveva
trattato come un povero idiota
" Può sembrarle strano ma credo di aver compreso" risposi un po' acido
" Non tenga quel tono ironico nei mie confronti, Bravermann, se non vuole che
sia costretta a terminare la mia spiegazione in questo preciso istante. E
posso garantirle che non avrà altre opportunità di rimettere piede in questa
casa. Sono stata abbastanza chiara?" Si, era stata abbastanza chiara ed
esplicita, come al solito
" Non volevo essere ironico, mi creda" mi scusai per l'ennesima volta "Può
gentilmente proseguire con la sua spiegazione?" Rachel Fink mi osservò seria
dritto negli occhi. Sembrava una sfida da far west, con i due contendenti a
guardarsi prima di afferrare le loro colt. Resistetti solo pochi secondi e
poi, inconsciamente, abbassai gli occhi. Mi maledii per averlo fatto, ma non
riuscivo a sostenere quello sguardo. Perché, accidenti? Perché lei mi
metteva così in difficoltà? Non volevo, eppure sembrava che non avessi altra
chance se non quella di chinare la testa
" Molto bene" esclamò alla fine soddisfatta la Fink "Dunque, torniamo
all'ipotesi di prima. Io dovrò quindi colpire l'eventuale persona che si
trovasse al posto del manichino in modo da potergli spezzare le costole
intermedie, diciamo la sesta, la settima e l'ottava. In questo modo, la
persona che verrà colpita sentirà un enorme dolore e sarà quasi
impossibilitata a reagire ma non subirà danni irreversibili e potrà
cavarsela con una prognosi di un mesetto" Rachel Fink aveva terminato di darmi
spiegazioni. Andò davanti al manichino, si mise nella classica posizione di
combattimento e poi agì. Si tratto' di un insieme di movimenti talmente
rapidi che ebbi difficolta' a coglierli completamente. Aveva alzato la gamba
destra, l'aveva piegata e poi l'aveva rilasciata allungandola nella sua
interezza ed era andata a colpire il manichino all'altezza del torace, proprio
come lei aveva preannunciato. Si era mossa con un efficacia straordinaria,
dimostrando un'agilità veramente fuori dall'ordinario e il manichino aveva
cominciato a lampeggiare accendendo le luci gialle. Lei aveva poi ritirato la
sua gamba ed era tornata nella posizione di partenza per poi voltarsi
verso di me, alzando il suo braccio destro ad indicarmi di andare verso il
computer a leggere il referto
" Lo legga ad alta voce" Lo lessi prima dentro di me e stavolta c'era qualche
differenza rispetto a ciò che mi aveva preannunciato Glie lo stavo
facendo presente e lei mi anticipò
" Tenga presente che i giorni di prognosi possono anche variare un po'. Non mi
meraviglierei che il computer ne elargisca una quarantina, rispetto al mese
che avevo anticipato. Ma puo' credermi, non cambia assolutamente niente"
Incredibile! Oltre a tutte le sue capacità, Rachel Fink sapeva anche
anticipare gli esiti di un programma molto sofisticato? Le lessi il referto
stilato dal computer e poi allargai le braccia
" Lei è straordinaria, signora Fink. Lei ha delle capacità assolutamente
uniche" Mi guardò freddamente scrutandomi con quegli occhi ammalianti che
sembravano annientare la mia volontà
" Lo so. Pertanto, prima di dubitare di ciò che le dico, faccia bene
attenzione. Questa piccolissima dimostrazione serve a chiarire gli ultimi suoi
dubbi, spero. Non avrei potuto uccidere mio marito per sbaglio e tantomeno lui
ha avuto un arresto cardiaco per la paura che io potessi fargli troppo male.
So dosare in modo perfetto la mia forza e la mia abilità e potevo picchiare
Jacob in modo anche abbastanza duro senza mai mettere a repentaglio la sua
incolumità fisica. Jacob aveva una fiducia infinita nelle mie capacità e,
come le ho appena dimostrato, questa fiducia era riposta nella persona giusta.
Se lo metta bene in testa. Mio marito è morto per un infarto dovuto ad
un'anomalia del suo miocardio e l'unica cosa di cui io mi possa incolpare è
quella di non aver capito che aveva dei problemi in tal senso. Avrei dovuto
accorgermene e non capisco come non sia riuscita a cogliere quei segnali che
ci sono stati. Perché ci debbono essere stati dei segnali. A meno che....." La bella vedova si interruppe un attimo e poi sorrise. Un sorriso che mi sembrava amaro "Forse ho capito cosa potrebbe essere accaduto" proseguì infine e io rimasi a guardarla in attesa che lei potesse darmi il suo responso personale.

Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-04-03
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