Cambiai furgone.
di
Manganello.
genere
etero
Quel pomeriggio decisi di smetterla a trovarmi durante il mio lavoro di idraulico nei guai col furgone con avaria al motore, così uscii di casa, diretto ad acquistarne uno nuovo. Dopo due ore uscivo dalla concessionaria con un nuovo furgone che era il doppio del precedente come dimensioni sopratutto interne. Volli provare a quale velocità arrivava e perciò lo lancia dove era solo possibile a Roma: al Grande Raccordo Anulare! Mi soddisfò con i suoi 130 KM e, mentre sfrecciavo sull'asfalto, chiaramente come un formaggio groviera...perciò pieno di buchi, vidi due donne che gesticolavano e mi fermai a chiedere cosa le era accaduto: la loro auto era andata fuori dalla strada per uno scoppio di pneumatico, così mi chiedevano un passaggio. Prima cosa le feci salire a bordo poi chiamai col cellulare il soccorso stradale. Attendemmo che giungesse il soccorso e chiesi poi a loro dove potevo accompagnarle se a casa o altrove. Poco dopo eravamo a casa loro che vollero trattenermi a cena, sapendo che non avevo nessuno ad attendermi a casa mia, così, metre parlavo in salotto con la giovanissima, l'altra che poi seppi era la zia, era intenta a preparare la cena in cucina. La ragazza mi osservava con l'espressione di chi vorrebbe mangiarmi...e poi io non ero certo un adone, avevo quasi cinquantanni...ma, per farla breve, Stamira, così si chiamava, venne ad inginocchiarsi sul tappeto davanti a me e, senza esitare, iniziò a slacciarmi i calzoni e prese in mano il cazzone, sgranando gli occhioni per le mie poco modeste dimensioni. Poi se lo infilò in bocca ed iniziò un bocchino che secondo me avrebbe saputo fare così bene solo una puttana di professione e la ragazza non poteva avere tanta esperienza in merito. Il bocchino si rivelò però magistrale ed io ne godetti pazzamente che se non avessi già saputo che la zia era con noi due in casa, di certo avrei urlato di gioia, di godimento e, quando Stamira se ne andò in bagno a sciaqquarsi la bocca, poco dopo ritornò da me e m'infilò la lingua in bocca ed allora non ci vidi più e quasi faticai molto ad infilarle la mano sotto la gran quantità degli indumenti che aveva addosso per palparle la fighina, il sodo muscoloso culetto che agguantai con la delicatezza classica di un mezzo cingolato e lei quasi gemette per il dolore provato ma anche lei volle agguantare il mio culo che strinse palpandolo furiosamente. Mentre stavamo pomiciando, non ci accorgemmo minimamente che la zia era entrata lì e notò i nostro giochi. Zia Soleima esordì dicendo che se volevo potevo incularla la morettina ma la sua fighina era già impegnata, promessa ad un potente personaggio marocchino come loro due e poi, dopo cena, se volevo, potevo scopare lei, incularla ed altro ma la nipotina era impegnata, in cambio di Cammelli e bei soldi in Marocco. Ci mettemmo a tavola dove gustai piatti chiaramente sconosciuti per me e la cena si concluse con dolci fatti sul momento in grandi occasioni, poi prendemmo il caffè. In seguito ci sedemmo sul divano ma subito dopo le due donne si alzarono e cominciarono il lungo spogliarello, in quanto indossavano molte vesti ed infine rivelarono i loro corpo niente male, sopratutto Soleima che a quarant'anni per loro era già anzianità, si manteneva assai bene, appetitosa! Stamira si rivelò una superfiga e subito mi venne spontaneo spogliarmi anch'io e, presa per mano Stamira, la feci sedere sul divano e le spalancai le cosce ben tornite, ben sode e mi misi a leccarle la fighina ciucciandole in seguito il grilletto, il clitoride, ma la voglia di possederla era tanta ed allora la feci rigirare a pancia sotto e, messala in ginocchio...alla pecorina...le leccai l'ano a lungo e poi la sodomizzai, senza minimamente pensare che col mio batacchione avrebbe provato un dolore magari poco sopportabile e così fu sentendola così lamentarsi gemendo di continuo e singhiozzando. Continuai ugualmente fino a sborrarle dentro il forellino una gran quantità di sperma e dopo mi rivolsi a Soleima chiedendole di farmi un bocchino per riprendermi in forma, cioè drizzandomi il cazzo per poterla scopare e poi inculare. Lei mi fece un gran bocchino e quando mi sentii pronto la baciai in bocca e dopo le leccai la figa che però già si era bagnata velocemente ed io la penetrai scopandola facendola gridare per l'enorme cazzo che le avevo infilato sconquassandola un bel pò. La sopai lentamente, lungamente e quando non ne potei più a trattenermi, le innondai la figa di sborra che straboccò come un fiume in piena. Rimasi un attimo fermo dentro di lei poi sfilai il manganello che trasferii subito nel ben grosso culone, soffice che palpai in ogni suo punto. Che goduria ragazzi! Poi notai che era passata mezzanotte ed allora iniziai a ringraziarle entrambi per l'ospitalità ricevuta da loro ma quando Soleima capì che stavo per andarmene via, allora mi prese per mano guidandomi alla "camera degli ospiti". M'ndicò il bagno e mi chiese di passare la notte lì. Allora lei mi baciò ancora in bocca, suggerendomi di fermarmi da loro così al mattino avrei avuto un buon risveglio ed allora accettai e diedi la buonanotte baciandole ancora ambedue in bocca. Chiusi la porta e poi mi lasciai andare addormentandomi. Dopo un poco di tempo però sentii come uno strano formicolio al cazzo ed alle palle: era Stamira e non un sogno come pensavo! Mi stava palpando il cazzone e poi s'infilò sotto le coperte stringendosi a me e mi disse che dopo che aveva conosciuto un cazzone come il mio, non voleva essere sverginata da un cazzettino minuscolo come quello del suo promesso sposo che aveva più volte sbocchinato e le aveva penetrato il culetto! Le sorrisi ma poi le dissi che le loro leggi erano quelle ed allora non poteva presentarsi dal suo promesso sposo con la figa svrginata. Lei subito mi zittì, chiedendomi se poteva tenermi con lui a casa mia ed allora mi avrebbe donato la sua virtù per sempre, fino alla morte. Quella sua affermazione mi diede una scarica di Adrenalina e, dopo aver riflettuto che io non rapivo nessuna minorenne, ma lei mi avrebbe seguito di sua spontanea volontà, le dissi di raccogliere i suoi vestiti e la sua roba e...senza creare un minimo rumore, sgattaiolammo da casa di sua zia, prendemmo il furgone e ce ne volammo via, io come un incosciente, lei come una giovanissima ugualmente incosciente. Quando arrivammo a casa mia, lei osservò preoccupata il grande disordine che c'era lì ma almeno casa mia la tenevo ben pulita: Le feci vedere la casa interamente in ogni suo angolo e poi la presi in braccio, come di solito si fà con la sposa appena preso possesso della casa e la posai con dolcezza sul mio lettone ben rifatto e ben pulito, profumato. Lei non perse tempo e si spogliò tutta, poi aprì le braccia invitandomi con un gesto a sdraiarmi accanto a lei. Mi spogliai velocemente, iniziando poi a baciarla, accarezzarla, scesi alla fighina e ci infilai un dito toccandole il punto "G" dove lei sentì un gran piacere, scesi a leccargliela tutta e, dopo baci dapertutto, le accostai il cazzone alla fighetta che si strinse e poi allargò. Glielo feci entrare un poco e poi tornai indietro facendolo uscire fuori, baciandola continuamente in bocca e sul collo, sui seni, poi le diedi un colpetto ma deciso, così indietreggiai di nuovo ed ancora colpii nuovamente ma in quel momento fui consapevole di quanto le stavo facebdo ed allora la penetrai interamente e lei, nel sentirsi strappato il delicatissimo velo che garantiva la sua virtù, urlò un poco e poi si mise a piangere, consapevole di non avere più una minima garanzia di purezza. La confortai baciandola e dopo, uscito col cazzo dalla fighetta, lasciai che la lingua le dasse solo godimento per un breve periodo, poi però la feci rimettersi a cosce spalancate e le penetrai di nuovo facendola ancora gemere per il dolore che non le si attenuava. Infine le diedi dei colpi con irruenza e le sborrai tantissimo e lì finalemnet lei cominciò a godere, solo godere e non più anche dolore. La scopai per non sò quante volte e lì iniziò così la mia, la nostra nuova vita.
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