Prendersi delle grandi soddisfazioni al lavoro - cap 5
di
Amico segreto
genere
dominazione
Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
Finalmente arrivò venerdì, non so come feci il giorno prima a non masturbarmi, ogni momento libero di testa, mi immaginavo, anzi forse è meglio dire mi studiavo mentalmente come e cosa avrei voluto farle.
Il mattino passai dal mio pied-à-terre, il mio angolino segreto a San Baronto, una località turistica in collina sulla Vandinievole ad una ventina di km da dove sono nato, abito e lavoro.
Preparai sul mobiletto del bagno, un clistere e la vasellina, un rasoio usa e getta e una schiuma da barba da viaggio, un accappatoio taglia M affiancato al mio XXL, con la curiosità di scoprire cosa avrebbe usato.
Presi anche un terzo di Cialis, meglio non avere ansie da prestazione, doveva essere una goduta memorabile, così agognata che tutto doveva filare lisco.
Il letto era rifatto dalla gentilissima signora delle pulizia, che mi ero ricordato di chiamare all’ultimo momento chiedendole il favore, che più di una volta mi aveva detto che lei faceva le pulizie in casa sua, in chiesa e in canonica o poi solo da me, come a dire nel sacro e nel profano.
Le prime volte gli chiedevo sempre discrezione, il pied-à-terre mi serviva per clienti facoltosi o per stare da solo e chiudere fuori il mondo, li ci avevo terminato il mio primo libro, che poi non era una bugia ma una mezza verità, era anche “lo scannatoio” che avevo acquistato da un mio amico impresario, dopo che a lui non serviva più perchè si era fatto un attico a Marina di Castagneto Carducci, con sul terrazzo vista mare la iacuzzi ed un cartello “terrazzo nudista è vietato l’utilizzo del costume”, credo che tutte le escort della toscana abbiano capito di chi parlo.
Ma tornando a noi, lo specchio 3x3 a parete dietro la testata del letto, oltre ad essere molto pacchiano, ne era un po’ il simbolo del maggiore utilizzo.
Finito di pensare all’organizzazione, invio un messaggio a Betta:
Ciao B, non credo di arrivare prima delle 15:30, tu prendi confidenza con l’appartamento, preparati con calma, rilassati mi farebbe piacere trovarti pronta.
Passo dall’ufficio a prendere il caffè e alcuni documenti e scappo all’appuntamento che non ero riuscito ad evitare, intravedo Betta impegnata in una telefonata lunga tutta la mia permanenza, abbiamo solo il tempo di uno sguardo e un sorriso.
Il tempo non passava mai, alle 15:15 monto sulla mia Stelvio verde, volevo andare con la Tesla che più anonima come auto, ma stamani ero veramente soprappensiero.
Mentre metto le chiavi nella toppa, busso a casa mia, sento una vocina soave che mi dice: “avanti” la visione è paradisiaca, sul letto in posa come una venere c’è Betta con un completo intimo bordeaux, sono tre pezzi, perizoma o brasiliana non riesco a vedere, reggiseno con il ferretto e un body di pizzo che parte dal collo passa dei seni e si allarga solo sui lati delle cosce, un vedo e non vedo da togliere il fiato.
Il fisico di Betta ne è esaltato, tutta nuda non avrebbe fatto lo stesso effetto e lo rimarca pure lei: “non sapevo se aspettarti con l’accappatoio o nuda sotto le lenzuola, ma poi mi sono detta, cosa ci può essere di meglio di un completo sexy”
Sono estasiato, credo di avere anche un’espressione ebete, e per fortuna me l’aspettavo altrimenti sai che figurone.
Betta fa la gattona, è padrona del gioco, per adesso, manifesta una sicurezza anche sorprendente, visto che, se è stata sincera, non ha mai recitato un ruolo così disinibito, se non ricordo male è sposata da 7/8 anni.
Guardo il bagno e vedo il clistere ancora intatto, mi legge nel pensiero e dice: “mi sono fatta consigliare da un’amica, l’avevo già fatto a casa sia quello che l’altro”.
Sicura e consapevole, sembra anche vogliosa di trasgredire o per lo meno di valutare quanta vergogna-dolore e quanto piacere possa essere nascosto in una cosa mai fatta, ma ne sono fortemente convinto, pensata spesso e volentieri.
Io: “l’altro?” facendo il finto tonto.
Betta: “si la vasellina” “Daniele te lo chiedo per favore, sii delicato, ho una paura fottuta di sentire troppo male per continuare, e non vorrei deluderti”
Io: “Te l’ho promesso che le prime volte ne terrò conto, come dovresti sapere un Uomo gode nel far provare piacere”
Betta: “Io avrei detto che in fatto di sesso siete degli stronzi egoisti, pensa un po’”
Iniziandomi a spogliare continuo dicendogli: “A proposito di stronzi, la prima volta avevi accennato ad un diritto di esclusiva della passera, è ancora valida come richiesta? perchè ti aiuterebbe a rilassarti e provare meno dolore”
Betta: “Non se la merita l’esclusiva, visto che il suo uccello ha più di un nido”
Io: “Così mi piaci” gli prendo il mento con la mano destra, la bacio profondamente con la lingua, chiude gli occhi e partecipa, gli sussurro “mi faccio una doccia intanto toccatela un po’, devi essere bella calda”
Betta: “Sto già morendo di voglia, stento a riconoscermi”
Credo di aver fatto la doccia più veloce del mondo, soprattutto per togliermi il liquido preseminale che mi aveva già bagnato gli slip.
La trovo che si è tolta solo il peri lasciandosi sia reggiseno che body, appena mi vede ferma la mano quasi a coprirsi, è più rossa nel viso, gli piace essere guidata.
Io: “continua fatti vedere bene” quasi mi dimenticavo: “Betta ti devo anche avvisare che ci sono tre telecamere tutte qui, nel bagno no, serviranno solo a me o a te per rivedere alcune cose, spero non sia un problema?”
E’ sorpresa e preoccupata dall’espressione: “Daniele credo di conoscerti bene, spero che nel sesso tu non sia il bastardo che sicuramente non sei nella vita”
Mentre mi siedo a cazzo ritto sulla poltrona: “Ti piacerà vederti all’opera, è molto eccitante sai”
Continuo guidandola: “toccati, brava con l’altra mano vai al seno, stringi il capezzolo, aprila con le dita fammi vedere bene come è eccitata la tua fica, mettiti un dito nel culo, fammi vedere quanto è unto”
Ad un certo punto e lei che mi dice: “Come fai a resistere? io non ne posso più, ti prego scopami”
Salgo sul letto, gli metto le ginocchia tra la testa e mi calo giù nel classico 69, non faccio in tempo a trovare la fica con la lingua che mi ha preceduto, l’ha preso in mano decisa e se l’è portato in bocca.
Non sono un mandingo ma credo di avere un bel cazzo, bello bianco dritto, 19 cm, con l’aiutino anche 20cm, si scappella bene in quanto a 17 anni alla perdita della verginità ho sanguinato io invece che la tedeschina con cui sono stato, mi si ruppe il frenulo, tornai a casa con un’assorbente della tedescona, sua madre.
Mi giro e la monto alla missionaria, non gli stacco la lingua di bocca, nella passera mi piace abboccarlo attendere un attimo, farla fremere, e spingerlo dentro con lentezza, è bagnatissima ma stretta per l’età che ha, non la usa tanto, con i piedi si strizza a me e asseconda i miei movimenti.
Gode si inarca tutta, l’avevo portata ad uno stato di eccitazione quasi quanto il mio, non riesce a trattenersi mi dimostra che gli piace e che ne aveva una gran voglia.
Spalanca gli occhi, e mi chiede se può venire, forse si ricorda che lei dovrebbe dare piacere a me, aumento il ritmo senza dirgli niente, quando mi accorgo che strizza le pareti vaginali, gli ordino: “Fammi vedere come godi troia”.
Urla il suo orgasmo, continuo a montarla, spingo forte, dura un minuto buono, urla “Ahhh, oddio, godo, ahhh, ancora, oddio, ahhh, godo ancora” mi fermo con il cazzo bello piantato dentro.
Ho fatto bene ad aiutarmi perchè oltre ad indurirlo, ne diminuisce un po’ la sensibilità, che con una figa da paura come Betta, è indispensabile, trent’anni fa sarei venuto già tre volte a questo punto.
Dopo un orgasmo così la devo far riprendere, è ancora piena di me, credo che preferirebbe uscissi per poter chiudere le gambe e assaporarsi tutto, invece rimango così fermo, sicuro del mantenimento dell’erezione, per riaccenderla, non regge il mio sguardo fino a che non glielo dico.
Quando mi alzo mi metto seduto in poltrona, e capisce che voglio ascoltarla, voglio i suoi commenti.
“Non avevo mai goduto così intensamente, averti sopra è così diverso da Paolo, sarai 25 kg di più, cosi alto, così grosso, siete proporzionati anche li (forse mi ha voluto dire che ce l’ho più grosso del marito), ma la differenza che più ha colpito, che non mi sei saltato addosso subito, ero così eccitata quando sei entrato che potevo godere dopo due secondi, si vede che hai esperienza e conosci le donne e non sei un egoista a letto, come tutte le mie precedenti esperienze.
“Non mi tocco spesso e farlo davanti a te, mentre mi dici fai questo fai quello, credo di non essermi mai vergognata così tanto, ma ero anche così eccitata, quasi da non riconoscermi, e poi l’umiliante appellativo finale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”
Io: “Betta se vuoi godere ancora, vieni qui in ginocchio”
Non se lo fa ripetere due volte, si mette al lavoro con la bocca per riportarlo in posizione d’attacco, quando lo vede bello pronto mi chiede: “mi devo mettere a pecora?”
Io: “Si sul bordo del letto” le guido nella posizione: “schiena giù, guancia destra sul materasso, guarda la telecamera e allargati le chiappe con le mani” così ho il buco del culo dall’alto verso il basso, un’altra spruzzatina di vasellina, una spalmatina, il dito indice unge anche il dentro piano piano, lo sondo anche aggiungendo il dito medio, ha solo un’espirazione più forte, ma non si lamenta.
Io: “Sei pronta Betta?”
Mi risponde prontamente: “Si”
Io: “mi farebbe piacere che me lo chiedessi te”
Pensa bene le parole, secondo me non vuol apparite ne troppo educanda ne troppo disinibita: “Ti devo dire di incularmi?”
Mentre lo abbocco gli dico: “Facciamo così, più sarai convincente nella richiesta, più delicato sarà, se invece non ti impegni mi sentirò libero di essere un po’ più duro, significherebbe che ti piace hard ma non riesci ad ammetterlo”
Stavolta risponde veloce: “No no fai piano, ho paura che mi faccia male” “Ti prego di essere delicato, ma ti do il permesso di mettermelo dietro, per la prima volta”
Intanto la cappella è entrata senza problemi, l’ho aspettata davanti e naturalmente lo faccio anche dietro.
Betta: “Mi sento carne da macello, venire qui, con il culo unto per farmelo sverginare, dal mio capo, ripresa con le telecamere, ahhh” va meglio del previsto sono dentro per un terzo, mi avvolge tutto, è decisamente stretto senza vasellina avrebbe fatto male anche a me.
Io: “Brava continua così bella rilassata vedrai che una volta aperto sarà un nuovo modo di godere e mi raccomando sgrillettati un po’ che si rilassano le pareti” esegue prontamente.
Io: “Adesso cercalo te vieni indietro, spingi come se tu fossi in bagno”
Betta: “Madonna mi brucia tutto, adesso avrei preferito fosse stato più piccolo, cazzo che male”
Gli grido: “rilassati più stringi e peggio è” è ancora troppo in tensione, sembra quasi che non riesca a spengere il cervello.
Cambio tattica: “Betta lo vuoi l’aumento? Allora fatti rompere il culo senza tante storie, e voglio sentirti gridare, decidi se di piacere o di dolore”
Betta: “mmm abbi pazienza le prime volte poi mi farò inculare ogni volta che vorrai”
Affondo un altro po’ l’ultima parte sento proprio le pareti anali che mi lasciano strada, “Manca poco e lo hai preso tutto” inizio a muoverlo avanti ed indietro, l’ho fatta abituare a tre quarti, mi sono lasciato gli ultimi centimetri per fargli sentire le palle sulla passera.
Adesso ha il respiro pesantissimo, il viso stravolto, è tutta sudata, è una visione paradisiaca, si tocca la passera, sta colando come una fontana.
Glielo faccio notare: ”Stai colando come fontana, brava, devi essere la troia che non sei mai stata”
Betta: “Porco che non sei altro, mi stai rompendo il culetto (usando questo termine mi fa sorridere), riempimi, vieni fammi sentire quando godi”
Fino adesso non mai usato il ritmo che avrei voluto, ho cercato di farla abituare e di arrivarci con i suoi tempi, adesso non resisto più ho voglia di prendermela come piace a me, ma gli chiedo: “Vuoi fare una pausa Betta?”
Mi urla subito: “no godimi in culo”
La prendo bene per i fianchi e inizio a stantuffarla, sento bene quando la cappella forza l’ultima parte del retto, millimetro dopo millimetro.
Lei urla un ritmico: “Ahhh, ahhh, ahhh, ahhh, ahhh”
Arrivo in fondo e volgarmente gli dico: “Ora si che sei una rotta in culo”
Lei: “Mi hai sfondato, ahhh, mi brucia tutto, ahhh, vieni porco, vienimi dentro”
Io: “La prossima volta godrai così con il culo pieno” “Oggi invece farai godere solo me”
Da sotto lascia la passera e con la mano destra mi prende le palle in mano, è la goccia che fa traboccare il vaso, vengo copiosamente, mentre lei ha lacrime agli occhi e mi urla: “Si, si vieni, godi” è stravolta.
Continua.........
Finalmente arrivò venerdì, non so come feci il giorno prima a non masturbarmi, ogni momento libero di testa, mi immaginavo, anzi forse è meglio dire mi studiavo mentalmente come e cosa avrei voluto farle.
Il mattino passai dal mio pied-à-terre, il mio angolino segreto a San Baronto, una località turistica in collina sulla Vandinievole ad una ventina di km da dove sono nato, abito e lavoro.
Preparai sul mobiletto del bagno, un clistere e la vasellina, un rasoio usa e getta e una schiuma da barba da viaggio, un accappatoio taglia M affiancato al mio XXL, con la curiosità di scoprire cosa avrebbe usato.
Presi anche un terzo di Cialis, meglio non avere ansie da prestazione, doveva essere una goduta memorabile, così agognata che tutto doveva filare lisco.
Il letto era rifatto dalla gentilissima signora delle pulizia, che mi ero ricordato di chiamare all’ultimo momento chiedendole il favore, che più di una volta mi aveva detto che lei faceva le pulizie in casa sua, in chiesa e in canonica o poi solo da me, come a dire nel sacro e nel profano.
Le prime volte gli chiedevo sempre discrezione, il pied-à-terre mi serviva per clienti facoltosi o per stare da solo e chiudere fuori il mondo, li ci avevo terminato il mio primo libro, che poi non era una bugia ma una mezza verità, era anche “lo scannatoio” che avevo acquistato da un mio amico impresario, dopo che a lui non serviva più perchè si era fatto un attico a Marina di Castagneto Carducci, con sul terrazzo vista mare la iacuzzi ed un cartello “terrazzo nudista è vietato l’utilizzo del costume”, credo che tutte le escort della toscana abbiano capito di chi parlo.
Ma tornando a noi, lo specchio 3x3 a parete dietro la testata del letto, oltre ad essere molto pacchiano, ne era un po’ il simbolo del maggiore utilizzo.
Finito di pensare all’organizzazione, invio un messaggio a Betta:
Ciao B, non credo di arrivare prima delle 15:30, tu prendi confidenza con l’appartamento, preparati con calma, rilassati mi farebbe piacere trovarti pronta.
Passo dall’ufficio a prendere il caffè e alcuni documenti e scappo all’appuntamento che non ero riuscito ad evitare, intravedo Betta impegnata in una telefonata lunga tutta la mia permanenza, abbiamo solo il tempo di uno sguardo e un sorriso.
Il tempo non passava mai, alle 15:15 monto sulla mia Stelvio verde, volevo andare con la Tesla che più anonima come auto, ma stamani ero veramente soprappensiero.
Mentre metto le chiavi nella toppa, busso a casa mia, sento una vocina soave che mi dice: “avanti” la visione è paradisiaca, sul letto in posa come una venere c’è Betta con un completo intimo bordeaux, sono tre pezzi, perizoma o brasiliana non riesco a vedere, reggiseno con il ferretto e un body di pizzo che parte dal collo passa dei seni e si allarga solo sui lati delle cosce, un vedo e non vedo da togliere il fiato.
Il fisico di Betta ne è esaltato, tutta nuda non avrebbe fatto lo stesso effetto e lo rimarca pure lei: “non sapevo se aspettarti con l’accappatoio o nuda sotto le lenzuola, ma poi mi sono detta, cosa ci può essere di meglio di un completo sexy”
Sono estasiato, credo di avere anche un’espressione ebete, e per fortuna me l’aspettavo altrimenti sai che figurone.
Betta fa la gattona, è padrona del gioco, per adesso, manifesta una sicurezza anche sorprendente, visto che, se è stata sincera, non ha mai recitato un ruolo così disinibito, se non ricordo male è sposata da 7/8 anni.
Guardo il bagno e vedo il clistere ancora intatto, mi legge nel pensiero e dice: “mi sono fatta consigliare da un’amica, l’avevo già fatto a casa sia quello che l’altro”.
Sicura e consapevole, sembra anche vogliosa di trasgredire o per lo meno di valutare quanta vergogna-dolore e quanto piacere possa essere nascosto in una cosa mai fatta, ma ne sono fortemente convinto, pensata spesso e volentieri.
Io: “l’altro?” facendo il finto tonto.
Betta: “si la vasellina” “Daniele te lo chiedo per favore, sii delicato, ho una paura fottuta di sentire troppo male per continuare, e non vorrei deluderti”
Io: “Te l’ho promesso che le prime volte ne terrò conto, come dovresti sapere un Uomo gode nel far provare piacere”
Betta: “Io avrei detto che in fatto di sesso siete degli stronzi egoisti, pensa un po’”
Iniziandomi a spogliare continuo dicendogli: “A proposito di stronzi, la prima volta avevi accennato ad un diritto di esclusiva della passera, è ancora valida come richiesta? perchè ti aiuterebbe a rilassarti e provare meno dolore”
Betta: “Non se la merita l’esclusiva, visto che il suo uccello ha più di un nido”
Io: “Così mi piaci” gli prendo il mento con la mano destra, la bacio profondamente con la lingua, chiude gli occhi e partecipa, gli sussurro “mi faccio una doccia intanto toccatela un po’, devi essere bella calda”
Betta: “Sto già morendo di voglia, stento a riconoscermi”
Credo di aver fatto la doccia più veloce del mondo, soprattutto per togliermi il liquido preseminale che mi aveva già bagnato gli slip.
La trovo che si è tolta solo il peri lasciandosi sia reggiseno che body, appena mi vede ferma la mano quasi a coprirsi, è più rossa nel viso, gli piace essere guidata.
Io: “continua fatti vedere bene” quasi mi dimenticavo: “Betta ti devo anche avvisare che ci sono tre telecamere tutte qui, nel bagno no, serviranno solo a me o a te per rivedere alcune cose, spero non sia un problema?”
E’ sorpresa e preoccupata dall’espressione: “Daniele credo di conoscerti bene, spero che nel sesso tu non sia il bastardo che sicuramente non sei nella vita”
Mentre mi siedo a cazzo ritto sulla poltrona: “Ti piacerà vederti all’opera, è molto eccitante sai”
Continuo guidandola: “toccati, brava con l’altra mano vai al seno, stringi il capezzolo, aprila con le dita fammi vedere bene come è eccitata la tua fica, mettiti un dito nel culo, fammi vedere quanto è unto”
Ad un certo punto e lei che mi dice: “Come fai a resistere? io non ne posso più, ti prego scopami”
Salgo sul letto, gli metto le ginocchia tra la testa e mi calo giù nel classico 69, non faccio in tempo a trovare la fica con la lingua che mi ha preceduto, l’ha preso in mano decisa e se l’è portato in bocca.
Non sono un mandingo ma credo di avere un bel cazzo, bello bianco dritto, 19 cm, con l’aiutino anche 20cm, si scappella bene in quanto a 17 anni alla perdita della verginità ho sanguinato io invece che la tedeschina con cui sono stato, mi si ruppe il frenulo, tornai a casa con un’assorbente della tedescona, sua madre.
Mi giro e la monto alla missionaria, non gli stacco la lingua di bocca, nella passera mi piace abboccarlo attendere un attimo, farla fremere, e spingerlo dentro con lentezza, è bagnatissima ma stretta per l’età che ha, non la usa tanto, con i piedi si strizza a me e asseconda i miei movimenti.
Gode si inarca tutta, l’avevo portata ad uno stato di eccitazione quasi quanto il mio, non riesce a trattenersi mi dimostra che gli piace e che ne aveva una gran voglia.
Spalanca gli occhi, e mi chiede se può venire, forse si ricorda che lei dovrebbe dare piacere a me, aumento il ritmo senza dirgli niente, quando mi accorgo che strizza le pareti vaginali, gli ordino: “Fammi vedere come godi troia”.
Urla il suo orgasmo, continuo a montarla, spingo forte, dura un minuto buono, urla “Ahhh, oddio, godo, ahhh, ancora, oddio, ahhh, godo ancora” mi fermo con il cazzo bello piantato dentro.
Ho fatto bene ad aiutarmi perchè oltre ad indurirlo, ne diminuisce un po’ la sensibilità, che con una figa da paura come Betta, è indispensabile, trent’anni fa sarei venuto già tre volte a questo punto.
Dopo un orgasmo così la devo far riprendere, è ancora piena di me, credo che preferirebbe uscissi per poter chiudere le gambe e assaporarsi tutto, invece rimango così fermo, sicuro del mantenimento dell’erezione, per riaccenderla, non regge il mio sguardo fino a che non glielo dico.
Quando mi alzo mi metto seduto in poltrona, e capisce che voglio ascoltarla, voglio i suoi commenti.
“Non avevo mai goduto così intensamente, averti sopra è così diverso da Paolo, sarai 25 kg di più, cosi alto, così grosso, siete proporzionati anche li (forse mi ha voluto dire che ce l’ho più grosso del marito), ma la differenza che più ha colpito, che non mi sei saltato addosso subito, ero così eccitata quando sei entrato che potevo godere dopo due secondi, si vede che hai esperienza e conosci le donne e non sei un egoista a letto, come tutte le mie precedenti esperienze.
“Non mi tocco spesso e farlo davanti a te, mentre mi dici fai questo fai quello, credo di non essermi mai vergognata così tanto, ma ero anche così eccitata, quasi da non riconoscermi, e poi l’umiliante appellativo finale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”
Io: “Betta se vuoi godere ancora, vieni qui in ginocchio”
Non se lo fa ripetere due volte, si mette al lavoro con la bocca per riportarlo in posizione d’attacco, quando lo vede bello pronto mi chiede: “mi devo mettere a pecora?”
Io: “Si sul bordo del letto” le guido nella posizione: “schiena giù, guancia destra sul materasso, guarda la telecamera e allargati le chiappe con le mani” così ho il buco del culo dall’alto verso il basso, un’altra spruzzatina di vasellina, una spalmatina, il dito indice unge anche il dentro piano piano, lo sondo anche aggiungendo il dito medio, ha solo un’espirazione più forte, ma non si lamenta.
Io: “Sei pronta Betta?”
Mi risponde prontamente: “Si”
Io: “mi farebbe piacere che me lo chiedessi te”
Pensa bene le parole, secondo me non vuol apparite ne troppo educanda ne troppo disinibita: “Ti devo dire di incularmi?”
Mentre lo abbocco gli dico: “Facciamo così, più sarai convincente nella richiesta, più delicato sarà, se invece non ti impegni mi sentirò libero di essere un po’ più duro, significherebbe che ti piace hard ma non riesci ad ammetterlo”
Stavolta risponde veloce: “No no fai piano, ho paura che mi faccia male” “Ti prego di essere delicato, ma ti do il permesso di mettermelo dietro, per la prima volta”
Intanto la cappella è entrata senza problemi, l’ho aspettata davanti e naturalmente lo faccio anche dietro.
Betta: “Mi sento carne da macello, venire qui, con il culo unto per farmelo sverginare, dal mio capo, ripresa con le telecamere, ahhh” va meglio del previsto sono dentro per un terzo, mi avvolge tutto, è decisamente stretto senza vasellina avrebbe fatto male anche a me.
Io: “Brava continua così bella rilassata vedrai che una volta aperto sarà un nuovo modo di godere e mi raccomando sgrillettati un po’ che si rilassano le pareti” esegue prontamente.
Io: “Adesso cercalo te vieni indietro, spingi come se tu fossi in bagno”
Betta: “Madonna mi brucia tutto, adesso avrei preferito fosse stato più piccolo, cazzo che male”
Gli grido: “rilassati più stringi e peggio è” è ancora troppo in tensione, sembra quasi che non riesca a spengere il cervello.
Cambio tattica: “Betta lo vuoi l’aumento? Allora fatti rompere il culo senza tante storie, e voglio sentirti gridare, decidi se di piacere o di dolore”
Betta: “mmm abbi pazienza le prime volte poi mi farò inculare ogni volta che vorrai”
Affondo un altro po’ l’ultima parte sento proprio le pareti anali che mi lasciano strada, “Manca poco e lo hai preso tutto” inizio a muoverlo avanti ed indietro, l’ho fatta abituare a tre quarti, mi sono lasciato gli ultimi centimetri per fargli sentire le palle sulla passera.
Adesso ha il respiro pesantissimo, il viso stravolto, è tutta sudata, è una visione paradisiaca, si tocca la passera, sta colando come una fontana.
Glielo faccio notare: ”Stai colando come fontana, brava, devi essere la troia che non sei mai stata”
Betta: “Porco che non sei altro, mi stai rompendo il culetto (usando questo termine mi fa sorridere), riempimi, vieni fammi sentire quando godi”
Fino adesso non mai usato il ritmo che avrei voluto, ho cercato di farla abituare e di arrivarci con i suoi tempi, adesso non resisto più ho voglia di prendermela come piace a me, ma gli chiedo: “Vuoi fare una pausa Betta?”
Mi urla subito: “no godimi in culo”
La prendo bene per i fianchi e inizio a stantuffarla, sento bene quando la cappella forza l’ultima parte del retto, millimetro dopo millimetro.
Lei urla un ritmico: “Ahhh, ahhh, ahhh, ahhh, ahhh”
Arrivo in fondo e volgarmente gli dico: “Ora si che sei una rotta in culo”
Lei: “Mi hai sfondato, ahhh, mi brucia tutto, ahhh, vieni porco, vienimi dentro”
Io: “La prossima volta godrai così con il culo pieno” “Oggi invece farai godere solo me”
Da sotto lascia la passera e con la mano destra mi prende le palle in mano, è la goccia che fa traboccare il vaso, vengo copiosamente, mentre lei ha lacrime agli occhi e mi urla: “Si, si vieni, godi” è stravolta.
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