Francesco e Giulia Primo episodio ( di 2)

di
genere
comici

Il mio nome è Francesco (volevo usare un nome atipico nelle storie fetish di questo sito e credo di esserci riuscito) e ho diciotto anni e due giorni ( vi ho fregato eh. Volevate cogliermi in fallo con un personaggio minorenne. Tiè!) e sto andando a squola dove frequento l’ultimo anno di liceo scientifico con ottimi risultati, come potete vedere dal modo splendido di scrivere che possedo. Cioè che posseggio. Va beh, che ho con l’acca ahahah. Appena entro notai ( non cominciate a rompermi sul fatto dei verbi al passato o al presente perché se no ero uno scrittore) la mia compagna di classe Giulia (anche questo è un nome scelto appositamente perché poco usato) Lei ha diciasette anni…… Cioè ha quasi diciotto anni…… No li ha compiuti l’altro ieri diciotto anni. Siamo nati lo stesso giorno embè. Si può? Dunque. Giulia si avvicina a me e sento il quore battere forte. Lei è la più bella della classe. Ha splendidi capelli biondi ( se vi piacciono le more ditelo e le cambio il colore dei capelli) , alta un metro e sessantaquattro e una inticchia, occhi azzurri e bellissimi piedini di taglia 38: Ah mi sono dimenticato di dirvi che io sono un feticista con pulsioni da schiavo e amo lo spitting, il pissing, lo scatting, il farting, il rutting anche se non ho mai provato un cazzo. E poi sono il classico perdente ( mi sembra giusto sottolinearlo. Ogni personaggio maschile è sempre uno sfigato. Pare sia vietato essere sottomessi o feticisti e avere un bel carattere, amici e una vita come quella degli altri ragazzi). Insomma Giulia si avvicinette a me
“ Ciao Francesco. Ti va di fare i compiti insieme a me?” mi dicette ( devo sottolineare come fossi indeciso sul modo di far avvicinare i due personaggi e dopo due notti insonni sono riuscito a trovare una scusa veramente nuova. Applausi). Io gli dico
“ Ne sarei felice, Giulia, oh Giulia”
“ Va bene. Alle quattro a casa mia” (Come notate, ho cercato di sintetizzare i dialoghi per non allungarmi inutilmente in sterili e inutili chiacchiere che non hanno niente a che vedere con la storia)
Mangiai di corsa e scendetti per andare a casa di Giulia ( vi starete chiedendo come cazzo fa Francesco a sapere dove abita Giulia visto che lei non glie l’ha detto. Ma perché non pensate a cose più importanti? Lo sa. Anzi, non lo sa ma la trova ugualmente. Ho voluto dotare il protagonista di un intuito formidabile)
Mi apre la madre
“ Ciao, tu devi essere Francesco. Vieni che Giulia ti sta aspettando” Mi portò in una stanza dove c’erano due che stavano facendo qualcosa sul letto che non riuscivo a comprendere. Lui era un tipo palestrato alto, bello moro e lei la mia Giulia che dice cose senza senso
“ Dai sfondamela, fammelo sentire tutto” Ah, sono completamente nudi e lui sta sopra di lei. Boh! Forse avranno freddo e si stanno riscaldando. ( forse l’intuito di Francesco non è proprio il massimo come scritto in precedenza) Comunque la madre mi guarda e mi disse
“ Vuoi ripassare fra un paio d’ore? Mi sa che Giulia è impegnata ahahahah”
“ Come crede lei, signora” A quel punto sento la voce del ragazzo che dice
“ Oddio, sto arrivando” Che strano! Ma non è gia qui? Però la madre mi disse
“ Mi sa che hanno quasi finito. Ti conviene rimanere” E così aspetto un po’ fino a quando i due si rialzarono. Lui ha un membro che è tre volte il mio ( ogni sottomesso deve averlo per forza piccolo. Da adolescente, se lo misura e se ce l’ha piccolo decide di diventare uno schiavo) e poi si avvicinette a me
“ Io adesso ho da fare. Se tocchi Giulia ti spiezzo in due” mi dice rivestendosi. Anche Giulia si rivestette. Peccato perché aveva due tette meravigliose. Cioè, ce l’ha ancora però in quel momento ce l’aveva. Insomma, mica vi posso spiegare tutto per filo e per segno.
Cominciamo a fare i compiti e io le guardo i piedini. Lei se ne accorgette
“ Ma tu guarda questo! Ti piacciono i miei piedini?” Mi chiedette
“ Io veramente…….” Balbetto balbettando
“ E allora mettiti in ginocchio, schiavetto e baciali eheheh” ( due appunti da fare. Ogni ragazza che scopre che il ragazzo è un feticista o un sub si mette a ridere. Capirete che non potevo esimermi dal farla ridere anch’io. E’ assolutamente obbligatorio. Secondo appunto. La velocità con la quale fa sottomettere il ragazzo. Di solito, alla prima riga lei se ne accorge, alla seconda lo fa inginocchiare e alla terza lui è diventato il suo schiavo. Io invece mi sono voluto dilungare affrontando le problematiche psicologiche dei protagonisti e la difficoltà di lei nel comprendere le strane esigenze del ragazzo che ha di fronte. Spero che non direte che sono troppo palloso). Per un attimo non so cosa fare. E ti credo. Con l’autore che mi interrompe sempre non mi ricordo a che punto ero arrivato. Ah si, la dea che mi ha ordinato di inginocchiarmi dinanzi ai suoi piedini
Le dico
“ Si dea”
“ Bene” facette lei “ Da oggi tu sei il mio schiavetto” (mi sono sempre chiesto il perché di questo diminuitivo. Non ho trovato una risposta e mi sono adeguato. Anche il mio protagonista è uno
“ Ne sono felice, dea” ( ehm, scusa Francesco ma è necessario di nuovo il mio intervento. E’ assolutamente necessario nei racconti che lo schiavo chiami la ragazza che l’ha sottomesso. Mi dicono che il sito metta una multa in caso contrario e che i lettori si incazzano come iene se questo non avviene. Puoi continuare, Francesco” Finalmente. Grazie mille, autore. Dunque, la mia dea vuole che io diventi il suo schiavo….. ehm, scusa autore, non vorrei che poi mi facessi pagare la multa, dicevo schiavetto, perché ha compreso che io lo sono veramente. Cazzo che intuito ha la mia dea. Veramente un essere superiore. ( Sei proprio uno sfigato, Francesco. La multa c’è se non la chiami dea. Per favore, non farmi intervenire di continuo) Lei intanto mi guarda mentre le bacio i piedi
“ Continua schiavetto. Dicevo che da adesso in poi mi farai i compiti, mi porterai la colazione e soprattutto mi porterai a cavacecio (E evidente che Giulia sia romana e la parola significa che dovrà portarla in groppa)
“ Come vuoi tu, Giulia” le rispondetti e lei mi da un calcio in faccia
“ Io sono la tua dea. La tua unica dea e non puoi permetterti di chiamarmi per nome”
“ Scusa dea”
“ Dicevo che sarò la tua unica dea e padrona”
“ Certamente dea” le rispondei proprio mentre entrava sua madre
“ Ma che bella scena eheheheheh. Hai trovato un nuovo schiavetto, a quanto vedo. Bene, adesso bacia anche i miei piedi” Lei dicette ( ammirerete la mia sintesi. Una madre che entra e trova una scena del genere potrebbe farsi un sacco di domande ma non voglio perdermi in inutili arzigogolamenti psicologici). La dea intanto mi dà un altro calcio
“ Hai sentito cosa ha detto la mamma, schiavetto. Vai e baciale i piedi”
“ Con tutte le scarpe? “ chiedetti e per tutta risposta mi arriva un altro calcio
“ Non fare domande idiota. Bacia tutto. Scarpe e piedi” Va beh ma la mia sembrava una domanda coerente. Bacio le scarpe e poi i piedi che puzzano un pochino e poi lei mi piscia in bocca
“ Bevi la mia pioggia d’orata”
“ Non vorrei contraddirla, madre della dea, ma si dice dorata” Mi arriva l’ennesimo calcio
“ Idiota. Ho detto d’orata perché ho mangiato un’orata al forno e la mia pipì sa di orata” Vorrei dirle che mi sembrava che aveva mangiato (i congiuntivi non sono il pezzo forte del nostro Francesco) gli asparagi per come puzzava la sua pipì ma evito di farglielo presente. Tatiana esce. Chi è Tatiana? E che cavolo! Un po’di intuito. E la madre della dea. Dicevo che Tatiana esce ed entra sua sorella Amalia, la zia della dea
“ Mi ha detto Tatiana che hai uno schiavetto. Ti dispiace se ne approfitto?” Si fa adorare anche lei i piedi e poi si siede su di me e mi scorreggia in faccia. Io la ringrazio e dopo qualche minuto entra la nonna che mi caga in testa e se ne va. Dopo altri minuti arriva la cugina che mi rutta in faccia e poi la sera un paio di amiche che mi fanno il pacchetto completo
“ Scusa dea, ma non avevi detto che tu saresti stata l’unica mia padrona? No perché se continuano ad arrivare altre donne non ne esco vivo”
“ Eheheheheh” ride la dea, come accordi presi in precedenza con l’autore. Io mi sento un pochetto sporco ma non osai andarmene senza un ordine. Finalmente, lei smise di ridere (pare che più grossa sia la risata e maggiore sia la sua dominazione) e mi dicette
“ Bene schiavetto. Puoi andare ma ricordati che sei sempre il mio schiavetto e devi stare ai miei ordini”
“ Si dea padrona” le risposi e me ne andai

Fine del primo e forse ultimo episodio .
Se volete che continui fatemelo sapere. Se vi è piaciuto, ditelo agli amici. Se non vi è piaciuto, fatevi i cazzi vostri

Continua...
scritto il
2023-07-24
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