Francesco e Giulia Secondo episodio ( di 2)
di
Davide Sebastiani
genere
comici
Riassunto della puntata precedente.
Francesco diventa lo schiavetto di Giulia. ( Nota dell'autore. Si lo so che il riassunto è un po' stringato ma se no che cazzo di riassunto sarebbe? Se non vi va bene, andate a rileggerlo interamente)
Tornai a casa felice come una befana ( scusa Francesco ma si dice felice come una pasqua) Lo so ma a me l’epifania mi rende più felice della Pasqua. E che cavolo! Sempre a rompere stai, autore. Dunque ero felice. Finalmente ero uno schiavetto. Ma appena entro, mia madre mi guardò preoccupata
“ Francesco, figlio mio, che ti è successo? Puzzi come un maiale. Sei caduto in una discarica?” La rassicurai
“ Ma no mamma. E’ che sono diventato uno schiavetto e mi hanno cagato addosso” risposi
“ Ah meno male. Per un attimo ho temuto il peggio” Disse mia madre ( Noterete la mia modernità. Invece di dipingere la classica madre italiana preoccupata, questa non batte ciglio e accetta che suo figlio sia diventato uno schiavetto) Mi andai a fare una doccia e quando esco mi metto al computer. Clicco su e mi esce il decalogo del perfetto schiavetto. Lo leggessi e mi prendette un colpo
1) Per essere uno schiavetto devi farti sottomettere da tua sorella
2) Tua sorella deve essere rigorosamente più piccola
3) Puoi anche farti sottomettere da una cugina
4) La cugina può anche essere più grande ma sarebbe meglio più piccola
5) Ci sono anche le zie
6) Per non fare proprio il porco puoi essere lo schiavetto di una zia moglie del fratello o della sorella dei tuoi genitori
7) Una zia carnale è concessa ma sei uno schiavetto con le pigne in testa
8) Un’amica della madre è ottimale
9) Può andar bene anche la figlia dell’amica di tua madre
10) Se proprio non riesci a trovare nessuna padrona che rientra in questa categoria, ti concediamo una vicina di casa
In nessun altro caso potrai considerarti schiavetto
Lo leggetti d’un fiato. E io allora? La mia dea, padrona Giulia che non rientrava in nessuna di queste categorie? Oh no, io dovevo avere una padroncina. Decidetti di telefonare a mia cugina Ilaria
“ Ciao Ilaria. Senti, ti andrebbe di diventare la mia dea padrona?”
“ No, ce l’ho già uno schiavetto. E’ tuo cugino Venanzio” Venanzio, quel bastardo. Lo odiavo
“ Va beh, glie lo puoi dire alla zia? Mi va bene pure lei”
“ Ce l’ha già pure mia madre”
“ Senti Ilaria, per favore, io devo diventare assolutamente uno schiavetto”
“ E sti cazzi li vieni a raccontare a me?” disse cordialmente Ilaria che gentilmente mi attacchette il telefono in faccia. Provai con Francesca, un’altra mia cugina
“ Ciao Francè”
“ Ciao Francè”
“ Che mi dici Francè?”
“ E tu Francé” Aspettate che non mi ricordo chi sono io e chi mia cugina
“ Senti Francesca, ti andrebbe di diventare la mia padrona? Ho assolutamente bisogno di qualcuna che mi sputa in bocca, che mi piascia in faccia, che mi caga in testa che…..”
“ Ho capito, vuoi essere uno schiavetto. E che cazzo, non potevi dire solo questo invece di elencarmi tutte le pratiche che vorresti”
“ Insomma, si voglio essere uno schiavetto ma sai, non ho sorelle più piccole e di cugine non ne ho tante, porca puttana. Erano meglio le famiglie di una volta, più numerose”
“ E hai pensato a me. Che carino! Però mi diapiace, ho già uno schiavetto” Mi crolla il mondo addosso
“ Senti, non è che la zia fosse disponibile. Sai, anche le zie sono ammesse”
“ Ma no, lei ce l’ha da diversi anni uno schiavetto. Non ricordo se si fece prima l’amante o lo schiavetto. Va beh, ha poca importanza. Mi diapiace di non poterti aiutare. Potresti provare con qualche amica di tua madre. Sai, dicono che siano molto gettonate tra gli schiavetti moderni”
“ Ma mia madre ha poche amiche e poi mi vergogno con loro” dicetti sconsolato. Purtroppo, nemmeno mia cugina Francesca mi poteva aiutare. Non potevo quindi essere uno schiavetto. Provai di nuovo a cliccare su ma il decalogo era quello. Andetti quindi su < schiavetto perfetto.it>. Forse c’erano qualche differenza.( Non si può sentire sta frase. Correggi) Ma sentilo questo. Io ho in ballo la mia vita, il mio futuro e questo sta guardando la perfetta sintassi. Che stronzo di autore mi sono trovato. Comunque, il decalogo sembrava identico ma poi all’ultima riga lessi
< E’ consentito potersi definire schiavetti anche in caso di dominazione della propria compagna di classe purche lei sia bella e stronza e ride quando ti sottomette> Oh mio Dio. Ero salvo. La mia dea era bella, stronza come poche e rideva come una deficiente quando mi sottometteva. Era perfetta e io potevo con orgoglio definirmi < uno schiavetto>.
Il giorno dopo vado a scuola e appena arrivato viene lei insieme alle altre compagne di classe
“ Ecco Francesco. Sapete ragazze, è il mio nuovo schiavetto eheheheh” dicette alle altre ragazze. Io salutai devotamente la mia dea e lei proseguette
“ Mi hai fatto i compiti?”
“ Si dea”
“ Mi hai portato la colazione?”
“ Si dea”
“ Hai stirato le mie camicette?”
“ Quali camicette?” faccio incredulamente. Mi arrivò subito un calcio
“ Schiavetto, non ci siamo”
“ Ma, dea onnipotente, non mi hai detto che dovevo stirare le tue camicette. Mi hai detto di portarti a cavacecio”
“ Va beh è uguale, Oppure vuoi mettere in discussione la tua Dea?” Ma de che? E mica sono tutto scemo. Lei si mette in groppa su di me che la porto in classe. Nel fratttempo, una delle nostre compagne di classe ci sta guardando con aria un po’ schifata mentre tutte ridono come galline isteriche. Si chiama Maria Elena ed è una bella ragazza proveniente dalla Toscana
“ Mah, non capisco” fa lei”
“ Che c’è Maria Elena, sei contraria agli schiavetti?” le dice la mia dea
“ Ma che cazzo mi frega. Vorrei che lo facessi scomparire nella tazza del cesso. E’ che mi chiedevo quale fosse l’utilità. Per una colazione ed un compito che ti ha portato?”
“ E ti pare poco?”
“ Si, non mi pare abbastanza. Avevo pensato di farmi uno schiavetto ma mio padre è assolutamente contrario a queste cose”
“ Uomo tutto d’un pezzo?”
“ Più che altro pensa al mio futuro. Pensa, mi ha obbligato che fra poco la dovrò dare a qualche pezzo grosso della politica che mi farà fare carriera. E quando avrò fatto carriera, potrò avere tutti gli schiavi di questo mondo. E non deroga eh. Lui è uno che ci tiene alla buona educazione delle figlie”
“ Parole sante ma io intanto c’ho lo schiavetto e in quanto a darla, non sono seconda a nessuna” Rispondette la mia dea con arguzia e intelligenza.
Stetti tutta la mattinata pensando alla mia dea, ai suoi piedini ma anche quella giornata di scuola terminette. Lei si avvicina a me e mi guardò ridendo
“ Oggi alle quattro di pomeriggio a casa mia”
“ Certo dea, anche perché le quattro di mattina sono già passate” Non colse l’ironia e mi diede una decina di calci, qualche sputo e due cazzoti in bocca. Quindi sputò la pizza che stava mangiando e mi fece fare colazione. Che bello essere uno schiavetto! Trascorsi il tempo che mi divideva dalle quattro con molta agitazione. Finalmente, alle quattro ero davanti alla casa di Giulia e mi accogliette sua madre Tatiana
“ Ah, eccoti schiavetto. Adesso Giulia sta scopando. Devi aspettare” Oh che brava ragazza la mia padroncina che si occupa della pulizia della casa ( Francesco, va beh che sei uno sfigato ma ti dovresti svegliare un po’)
“ Non si preoccupi, madre della dea” risposi circonciso….. cioè, come cazzo si dice quando uno vuole essere breve? Insomma, avete capito, no? Brevemende
“ Però possiamo pure andare a dare un’occhiata” proseguette la signora Tatiana e mi accompagnò nella stanza della mia dea Giulia. Mi trovai di fronte a una strana situazione. C’era Giulia con il ragazzo di ieri ed ancora una volta erano nudi ma lei aveva la bocca occupata dall’affare di lui che era veramente grosso. Chissà per quale motivo facevano una cosa del genere. Boh! Comunque, lui non sembrava molto felice perché si lamentava
“ Oddio, non ce la faccio più a trattenermi” gemeva e ansimava. Forse doveva fare la pipì o la cacca. Lei ovviamente non rispondeva avendo la bocca occupata. Fu Tatiana, la madre della dea a parlare
“ Tesoro, ti ho portato il tuo schiavetto. Se vuoi divertirti con lui, proseguo io” Giulia smise per un attimo di fare quello che stava facendo e guarda sua madre
“ Ti piacerebbe eh! Col cazzo che te lo lascio”
“ E’ proprio col cazzo che lo volevo. Senza, cosa ci farei? E comunque, lo dicevo per te, per farti un favore. Mi sarei sacrificata a prendere in bocca quell’affare così grosso, così sensuale, così meravigliosamente eccitante per farti divertire col tuo schiavetto” rispose mentre si leccava le labbra e si toccava sotto. Forse aveva un po’ di prurito. Non capisco del tutto cosa si dicevano. Forse era una specie di linguaggio che usavano tra madre e figlia
“ Tu non ti preoccupare che io mi diverto pure così. Tu intanto tienilo occupato. Pisciagli in bocca, fa qualcosa” rispose la mia dea riprendendo il membro del ragazzo dentro la sua bocca
“ E va bene” disse sconsolata la signora Tatiana guardandomi e poi proseguette “ Se tu ce l’avessi grosso, potremo divertirci e invece hai un cazzetto misero” Non capisco in che modo vuole divertirsi. Certo che le donne hanno uno strano modo di divertirsi. Cosa c’è di maglio di farsi leccare i piedi e di pisciarmi in bocca? Boh! Comunque replicai
“ Veramente non ce l’ho piccolo, madre della dea. E’ lui ad avercelo troppo grosso. Io ce l’ho normale. Insomma…… Quasi normale”
“ Silenzio schiavetto sfigato. Non dirmi bugie. Ho letto tutti i racconti di dominazione e so che voi schiavetti ce l’avete tutti piccolo”
“ Veramente io….” Non termino la frase che mi arrivò una decina di schiaffi” Alla fine mi girava la testa come dopo un girotondo
“ Non farmi arrabbiare se no le prendi” Ah perché quelle che mi aveva dato cos’erano? Carezze? Però la ringraziai “Dai, che ti faccio contento. Ti do una bella pioggia di triglie al forno con patate” concluse pisciandomi finalmente in bocca. Nel frattempo, la dea Giulia e il suo ragazzo avevano terminato. Lei aveva la bocca sporca del suo sperma e sinceramente non riesco a capire. Pensavo che uno potesse eiaculare solamente facendosi le seghe. E su quelle, se permettete, sono un vero maestro insignito dell’onorificenza < Gran segone ad honorem> Quella cosa invece, mi era totalmente nuova. ( Credo che tu debba informarti meglio sul sesso, caro Francesco. Mi sa che stai ancora all ABC. Ma che dico. Stai ai bastoncini dell’asilo)
Mentre si rivestivano, lui venne vicino a me
“ Hai visto che bella pompa che mi ha fatto Giulietta, caro sfigato. Ora vai a prendere qualcosa per ripulirmi altrimenti faccio assaggiare anche a te la mia proboscide eheheheh” ( Permetterete una piccola parentesi. Ma perché lo stallone dovrebbe voler farselo toccare da un altro maschio? Eppure sembra che tutti i maschi dominanti abbiano voglia di farselo prendere dallo sfigato di turno. Conclusione. Ma che gli stalloni dei racconti fossero per caso tutti bisex? Io comunque, non mi sono voluto discostare dalla prassi ed eccovi lo stallone come piace a voi).
Pulii per bene il grosso arnese del fidanzato di Giulia
“ Va bene, padrone?” gli dissi
“ Uhmm, diciamo di si. Comunque, una bella pisciatina, come la vedi?”
“ Ai suoi ordini” risposi felice. Lui prendette la mira e dopo cinque minuti smettò. Cinque minuti d’orologio. Non smetteva più. Sembravano le cascate delle Marmore. ( Ogni stallone che si rispetti deve pisciare a lungo. Più è grosso il pisello e più deve orinare. Se non ci credete, guardate su internet a < perfetto stallone.com> Alla fine mi disse
“ Comunque, io sono Tommaso” ( Devo aprire un’altra parente. Il nome dello stallone mi ha davvero reso complicato il proseguimento del racconto. Come cavolo si potrà chiamare un tizio che ha una verga esagerata? Ho chiesto informazioni ai miei amici che però sono tutto normodotati. Il nome che però sembrava più gettonato era Rocco. Stavo per chiamarlo appunto Rocco quando mia moglie vide la mia espressione dubbiosa e venne vicino a me chiedendomi se potesse aiutarmi “Come può chiamarsi, secondo te, uno che ha un pisello esagerato?” “Esagerato quanto?” mi rispose “Come un porno attore” Lei non ci pensò su nemmeno un attimo “Allora senza dubbio Tommaso” Io la ringraziai ma poi un dubbio mi venne “Scusa amore, non è che per caso c’è un riferimento al fatto che quel tuo collega, quello alto, bello e affascinante si chiama Tommaso?” Lei mi guardò piena d’amore. “Ma no, cosa dici, tesoro? Il mio collega Tommaso non ce l’ha grosso come un porno attore” Sospirai rassicurato e la vidi andare via leccandosi le labbra. Poi mi sembrò di sentire “Di più, molto di più” ma sicuramente era dovuto al volume alto della televisione. Ad ogni modo, ecco spiegato il motivo del nome)
E finalmente rimanemmo soli io e la mia dea. Lei mi fece fare da schiavetto per buona parte del pomeriggio, mandandomi a prenderle le cose, ad accenderle le sigarette usando la mia bocca come posacenere e poi mi inginocchio ai suoi bellissimi piedini e mentre lei messaggiava, io massaggiavo. Noterete anche quanto sono simpatico, cazzo. Lo so che uno schiavetto non deve esserlo ma io lo fui. Rimanetti così per un paio d’ore. Cazzo quant’è noiosa la vita dello schiavetto. Finalmente, arrivò la sorella. Altissima e bellissima. Gli arrivavo alle tette. A proposito, autore, quanto mi hai fatto alto? ( Oh, stai calmino. Sei uno sfigato. Da quando in quà uno schiavetto può pretendere di essere bello? Avevi due possibilità. O essere alto e magro come un chiodo o essere bassino. In entrambi i casi, possibilmente con gli occhiali) Veramente io ci vedo bene ma fa niente. E visto che le arrivo alle tette, probabilmente sono bassino
“ Ma brava Giulia, non mi avevi detto che ti eri fatta lo schiavetto” disse ( Avrete fatto caso come nessuno si meravigli in questa famiglia. Una vera famiglia moderna)
“ Ti presento Laura, la mia sorellona. Lei è cintura nera in tutte le arti marziali esistenti”
“ Cintura nera scura” sottolineò Laura che poi aggiunge “Permetti che mi ci diverta un po’?”
“ Fai pure Laura. Mi aveva rotto il cazzo con tutti questi slinguazzamenti ai piedi” Laura mi afferrò e poi mi fece alcune mosse di karate, di judo, di kung-fu, di ju-jitsu
“ Basta, pietà” urlai ma lei proseguette fino a che non ero diventato una poltiglia umana
“ E che cazzo. Ma dove sono finiti gli schiavetti di una volta. Cerca di resistere un po’” disse Laura alzandomi di peso e prendendomi a schiaffoni. Alt, basta autore. Hai rotto il cazzo con la tua mania delle donne marziali. Tu ti ecciti ma sono io a prendere le botte. Puoi fare gentilmente Laura un po’ meno forte e meno violenta? ( Uffa che palle questo personaggio. E va bene. Giusto perché mi sei simpatico. Ritorniamo indietro al punto in cui Laura entra e Giulia ti presta a lei)
Laura era reduce dalla palestra e mi fece togliere le scarpe ( scusate se non metto la marca. A me della scarpe non frega un cazzo). Aveva delle splendide sneakers puzzolenti ( Allora non ci capiamo Francesco. Ho detto che non voglio mettere il nome delle scarpe). Scusa autore. A te non frega niente delle scarpe ma mi hai creato feticista e per me sono importanti. Intervieni solo nei momenti opportuni. Dunque, le tolgo le scarpe e improvvisamente un puzzo devastante riempì la camera
“ Dai schiavetto, bacia i miei piedini” disse la sorella della dea. A proposito autore, ma la sorella della dea è a sua volta una dea? ( Ma che ne so. Pensa a leccare, sfigato). Guardai quei siluri che aveva al posto dei piedi
“ Scusi, sorella della dea, ma questi lei li chiama piedini? Porterà come minimo 44. Se le prende un colpo rimane in piedi” Mi arriva un calcio alle palle
“ Silenzio, sfigato. Fino a 49 di scarpe devono considerarsi piedini. Hai mai letto qualcuno che li definisce ? No, in effetti, aveva ragione. Io mi diedi da fare e leccai interamente i suoi piedi….. pardon, piedini fino a quando Giulia si intromise
“ Adesso basta che devo scorreggiare” disse mettendo il suo culo meraviglioso sulla mia bocca. Il rumore sembrò smuovere le pareti e io respirai a pieni polmoni la sua flatulenza. Giulia, mia cara dea, ma che te magni? Le carogne al forno? Tra i piedi di Laura e la tua scorreggia, in confronto, a Chernobyl sembra di respirare l’aria delle Dolomiti.
Prima che finisse il pomeriggio, la mia dea, per la mia somma felicità, mi ruttò in faccia ed alla fine mi fece mangiare la sua cioccolata. Aveva preparato con le sue manine d’oro una splendida torta e me ne diede una bella fetta, a dimostrazione che le dee sanno anche cucinare. Ah, e poi mi cagò in testa.
Naturalmente, ogni tanto fecero il loro ingresso anche sua zia e sua cugina che mi pisciarono un po’ in bocca, mi scorreggiarono e mi ruttarono in faccia. ( Avrete notato come gli uoini sono sempre assenti e le donne sono sempre libere e non hanno mai un cazzo da fare? Mica volevate che io le facessi lavorare come tutte le Criste del mondo facendole ritornare a casa stanche morte? Nei racconti non si usa).
Era finito anche quel pomeriggio. Ero felice. Finalmente ero uno schiavetto, un wc umano e lo stavo diventando non solo della mia dea, l’onnipotente, l’onniscente, l’onnnitutto Giulia, ma anche di tutte le femmine della sua famiglia. E queste so' soddisfazioni, se permettete.
Cosa mi restava da chiedere alla vita? Di sposarmi in seguito con una bella troiona che mi avrebbe riempito di corna mentre io avrei osservato felice ( Permettimi Francesco. Ma sei uno sfigato. Come puoi pretendere di sposarti con una bella donna?) Sempre a puntualizzare tu, autore dei miei stivali. I racconti sono pieni di sfigati che si sposano belle ragazze che poi li cornificano. Per quale motivo non posso sposarmela io? ( Perché sono racconti, Francesco, non è la verità. Nella vita vera, è estremamente complicato che uno come te possa sposarsi una bella donna. Uno sfigato si sposa con una sfigata. Stop) Ma allora, io non potrò mai essere lo schiavetto cornuto di mia moglie? E’ quello che desidero di più dalla vita. Tu puoi fare qualcosa, autore? In fondo, sono soltanto un personaggio e non appartengo alla vita reale. ( E va bene. Ti darò una moglie bella e troia. Poi non dire che sono cattivo) Oh grazie autore. Adesso, la mia felicità è davvero completa. Ah, per piacere autore, non me la creare campionessa di arti marziali, Prendere le botte mi va bene ma il troppo storpia. Mi accontento di qualche calcio, di qualche frustata, qualche sculacciata, roba di poco. E poi naturalmente lavorare e darle i soldi che guadagno, non farci mai quelle cose che dea Giulia fa con il suo ragazzo, essere la sua sguattera, farmi maltrattare, deridere. Insomma, essere felice con lei. E mentre tornavo a casa, con la gente che mi evitava perché puzzavo di merda, sapevo che la mia vita sarebbe stata felice. Ero diventato uno schiavetto, un vero schiavetto e lo sarei stato per tutto il resto della mia vita.
Fine seconda e ultima puntata. Ma fine davvero. Sono tollerati solamente elogi, plausi ed esternazioni di grandezza del sottoscritto. Qualunque critica sarà vietata perché se no ci rimango male. E non rompetemi i coglioni con
E il continuo?
Prosegue?
Io farei vomitare a Giulia e Francesco che deve mangiare il suo vomito
Ma lo lasci così?
Io farei leccare il culo di Giulia
Mi piacerebbe che Giulia, Laura e Tatiana sputassero contemporaneamente a Francesco. Chi lo prende più vicino all’occhio destro vince il mongolino d’oro.
Io vorrei che oltre a Tommaso, Giulia si facesse scopare da uno stallone di colore con Francesco che glie lo prende in bocca.
Ecc, eccc. No e poi no. Niente di tutto questo. Scrivetevela da soli una storia. Ecchecazzo.
Francesco diventa lo schiavetto di Giulia. ( Nota dell'autore. Si lo so che il riassunto è un po' stringato ma se no che cazzo di riassunto sarebbe? Se non vi va bene, andate a rileggerlo interamente)
Tornai a casa felice come una befana ( scusa Francesco ma si dice felice come una pasqua) Lo so ma a me l’epifania mi rende più felice della Pasqua. E che cavolo! Sempre a rompere stai, autore. Dunque ero felice. Finalmente ero uno schiavetto. Ma appena entro, mia madre mi guardò preoccupata
“ Francesco, figlio mio, che ti è successo? Puzzi come un maiale. Sei caduto in una discarica?” La rassicurai
“ Ma no mamma. E’ che sono diventato uno schiavetto e mi hanno cagato addosso” risposi
“ Ah meno male. Per un attimo ho temuto il peggio” Disse mia madre ( Noterete la mia modernità. Invece di dipingere la classica madre italiana preoccupata, questa non batte ciglio e accetta che suo figlio sia diventato uno schiavetto) Mi andai a fare una doccia e quando esco mi metto al computer. Clicco su e mi esce il decalogo del perfetto schiavetto. Lo leggessi e mi prendette un colpo
1) Per essere uno schiavetto devi farti sottomettere da tua sorella
2) Tua sorella deve essere rigorosamente più piccola
3) Puoi anche farti sottomettere da una cugina
4) La cugina può anche essere più grande ma sarebbe meglio più piccola
5) Ci sono anche le zie
6) Per non fare proprio il porco puoi essere lo schiavetto di una zia moglie del fratello o della sorella dei tuoi genitori
7) Una zia carnale è concessa ma sei uno schiavetto con le pigne in testa
8) Un’amica della madre è ottimale
9) Può andar bene anche la figlia dell’amica di tua madre
10) Se proprio non riesci a trovare nessuna padrona che rientra in questa categoria, ti concediamo una vicina di casa
In nessun altro caso potrai considerarti schiavetto
Lo leggetti d’un fiato. E io allora? La mia dea, padrona Giulia che non rientrava in nessuna di queste categorie? Oh no, io dovevo avere una padroncina. Decidetti di telefonare a mia cugina Ilaria
“ Ciao Ilaria. Senti, ti andrebbe di diventare la mia dea padrona?”
“ No, ce l’ho già uno schiavetto. E’ tuo cugino Venanzio” Venanzio, quel bastardo. Lo odiavo
“ Va beh, glie lo puoi dire alla zia? Mi va bene pure lei”
“ Ce l’ha già pure mia madre”
“ Senti Ilaria, per favore, io devo diventare assolutamente uno schiavetto”
“ E sti cazzi li vieni a raccontare a me?” disse cordialmente Ilaria che gentilmente mi attacchette il telefono in faccia. Provai con Francesca, un’altra mia cugina
“ Ciao Francè”
“ Ciao Francè”
“ Che mi dici Francè?”
“ E tu Francé” Aspettate che non mi ricordo chi sono io e chi mia cugina
“ Senti Francesca, ti andrebbe di diventare la mia padrona? Ho assolutamente bisogno di qualcuna che mi sputa in bocca, che mi piascia in faccia, che mi caga in testa che…..”
“ Ho capito, vuoi essere uno schiavetto. E che cazzo, non potevi dire solo questo invece di elencarmi tutte le pratiche che vorresti”
“ Insomma, si voglio essere uno schiavetto ma sai, non ho sorelle più piccole e di cugine non ne ho tante, porca puttana. Erano meglio le famiglie di una volta, più numerose”
“ E hai pensato a me. Che carino! Però mi diapiace, ho già uno schiavetto” Mi crolla il mondo addosso
“ Senti, non è che la zia fosse disponibile. Sai, anche le zie sono ammesse”
“ Ma no, lei ce l’ha da diversi anni uno schiavetto. Non ricordo se si fece prima l’amante o lo schiavetto. Va beh, ha poca importanza. Mi diapiace di non poterti aiutare. Potresti provare con qualche amica di tua madre. Sai, dicono che siano molto gettonate tra gli schiavetti moderni”
“ Ma mia madre ha poche amiche e poi mi vergogno con loro” dicetti sconsolato. Purtroppo, nemmeno mia cugina Francesca mi poteva aiutare. Non potevo quindi essere uno schiavetto. Provai di nuovo a cliccare su ma il decalogo era quello. Andetti quindi su < schiavetto perfetto.it>. Forse c’erano qualche differenza.( Non si può sentire sta frase. Correggi) Ma sentilo questo. Io ho in ballo la mia vita, il mio futuro e questo sta guardando la perfetta sintassi. Che stronzo di autore mi sono trovato. Comunque, il decalogo sembrava identico ma poi all’ultima riga lessi
< E’ consentito potersi definire schiavetti anche in caso di dominazione della propria compagna di classe purche lei sia bella e stronza e ride quando ti sottomette> Oh mio Dio. Ero salvo. La mia dea era bella, stronza come poche e rideva come una deficiente quando mi sottometteva. Era perfetta e io potevo con orgoglio definirmi < uno schiavetto>.
Il giorno dopo vado a scuola e appena arrivato viene lei insieme alle altre compagne di classe
“ Ecco Francesco. Sapete ragazze, è il mio nuovo schiavetto eheheheh” dicette alle altre ragazze. Io salutai devotamente la mia dea e lei proseguette
“ Mi hai fatto i compiti?”
“ Si dea”
“ Mi hai portato la colazione?”
“ Si dea”
“ Hai stirato le mie camicette?”
“ Quali camicette?” faccio incredulamente. Mi arrivò subito un calcio
“ Schiavetto, non ci siamo”
“ Ma, dea onnipotente, non mi hai detto che dovevo stirare le tue camicette. Mi hai detto di portarti a cavacecio”
“ Va beh è uguale, Oppure vuoi mettere in discussione la tua Dea?” Ma de che? E mica sono tutto scemo. Lei si mette in groppa su di me che la porto in classe. Nel fratttempo, una delle nostre compagne di classe ci sta guardando con aria un po’ schifata mentre tutte ridono come galline isteriche. Si chiama Maria Elena ed è una bella ragazza proveniente dalla Toscana
“ Mah, non capisco” fa lei”
“ Che c’è Maria Elena, sei contraria agli schiavetti?” le dice la mia dea
“ Ma che cazzo mi frega. Vorrei che lo facessi scomparire nella tazza del cesso. E’ che mi chiedevo quale fosse l’utilità. Per una colazione ed un compito che ti ha portato?”
“ E ti pare poco?”
“ Si, non mi pare abbastanza. Avevo pensato di farmi uno schiavetto ma mio padre è assolutamente contrario a queste cose”
“ Uomo tutto d’un pezzo?”
“ Più che altro pensa al mio futuro. Pensa, mi ha obbligato che fra poco la dovrò dare a qualche pezzo grosso della politica che mi farà fare carriera. E quando avrò fatto carriera, potrò avere tutti gli schiavi di questo mondo. E non deroga eh. Lui è uno che ci tiene alla buona educazione delle figlie”
“ Parole sante ma io intanto c’ho lo schiavetto e in quanto a darla, non sono seconda a nessuna” Rispondette la mia dea con arguzia e intelligenza.
Stetti tutta la mattinata pensando alla mia dea, ai suoi piedini ma anche quella giornata di scuola terminette. Lei si avvicina a me e mi guardò ridendo
“ Oggi alle quattro di pomeriggio a casa mia”
“ Certo dea, anche perché le quattro di mattina sono già passate” Non colse l’ironia e mi diede una decina di calci, qualche sputo e due cazzoti in bocca. Quindi sputò la pizza che stava mangiando e mi fece fare colazione. Che bello essere uno schiavetto! Trascorsi il tempo che mi divideva dalle quattro con molta agitazione. Finalmente, alle quattro ero davanti alla casa di Giulia e mi accogliette sua madre Tatiana
“ Ah, eccoti schiavetto. Adesso Giulia sta scopando. Devi aspettare” Oh che brava ragazza la mia padroncina che si occupa della pulizia della casa ( Francesco, va beh che sei uno sfigato ma ti dovresti svegliare un po’)
“ Non si preoccupi, madre della dea” risposi circonciso….. cioè, come cazzo si dice quando uno vuole essere breve? Insomma, avete capito, no? Brevemende
“ Però possiamo pure andare a dare un’occhiata” proseguette la signora Tatiana e mi accompagnò nella stanza della mia dea Giulia. Mi trovai di fronte a una strana situazione. C’era Giulia con il ragazzo di ieri ed ancora una volta erano nudi ma lei aveva la bocca occupata dall’affare di lui che era veramente grosso. Chissà per quale motivo facevano una cosa del genere. Boh! Comunque, lui non sembrava molto felice perché si lamentava
“ Oddio, non ce la faccio più a trattenermi” gemeva e ansimava. Forse doveva fare la pipì o la cacca. Lei ovviamente non rispondeva avendo la bocca occupata. Fu Tatiana, la madre della dea a parlare
“ Tesoro, ti ho portato il tuo schiavetto. Se vuoi divertirti con lui, proseguo io” Giulia smise per un attimo di fare quello che stava facendo e guarda sua madre
“ Ti piacerebbe eh! Col cazzo che te lo lascio”
“ E’ proprio col cazzo che lo volevo. Senza, cosa ci farei? E comunque, lo dicevo per te, per farti un favore. Mi sarei sacrificata a prendere in bocca quell’affare così grosso, così sensuale, così meravigliosamente eccitante per farti divertire col tuo schiavetto” rispose mentre si leccava le labbra e si toccava sotto. Forse aveva un po’ di prurito. Non capisco del tutto cosa si dicevano. Forse era una specie di linguaggio che usavano tra madre e figlia
“ Tu non ti preoccupare che io mi diverto pure così. Tu intanto tienilo occupato. Pisciagli in bocca, fa qualcosa” rispose la mia dea riprendendo il membro del ragazzo dentro la sua bocca
“ E va bene” disse sconsolata la signora Tatiana guardandomi e poi proseguette “ Se tu ce l’avessi grosso, potremo divertirci e invece hai un cazzetto misero” Non capisco in che modo vuole divertirsi. Certo che le donne hanno uno strano modo di divertirsi. Cosa c’è di maglio di farsi leccare i piedi e di pisciarmi in bocca? Boh! Comunque replicai
“ Veramente non ce l’ho piccolo, madre della dea. E’ lui ad avercelo troppo grosso. Io ce l’ho normale. Insomma…… Quasi normale”
“ Silenzio schiavetto sfigato. Non dirmi bugie. Ho letto tutti i racconti di dominazione e so che voi schiavetti ce l’avete tutti piccolo”
“ Veramente io….” Non termino la frase che mi arrivò una decina di schiaffi” Alla fine mi girava la testa come dopo un girotondo
“ Non farmi arrabbiare se no le prendi” Ah perché quelle che mi aveva dato cos’erano? Carezze? Però la ringraziai “Dai, che ti faccio contento. Ti do una bella pioggia di triglie al forno con patate” concluse pisciandomi finalmente in bocca. Nel frattempo, la dea Giulia e il suo ragazzo avevano terminato. Lei aveva la bocca sporca del suo sperma e sinceramente non riesco a capire. Pensavo che uno potesse eiaculare solamente facendosi le seghe. E su quelle, se permettete, sono un vero maestro insignito dell’onorificenza < Gran segone ad honorem> Quella cosa invece, mi era totalmente nuova. ( Credo che tu debba informarti meglio sul sesso, caro Francesco. Mi sa che stai ancora all ABC. Ma che dico. Stai ai bastoncini dell’asilo)
Mentre si rivestivano, lui venne vicino a me
“ Hai visto che bella pompa che mi ha fatto Giulietta, caro sfigato. Ora vai a prendere qualcosa per ripulirmi altrimenti faccio assaggiare anche a te la mia proboscide eheheheh” ( Permetterete una piccola parentesi. Ma perché lo stallone dovrebbe voler farselo toccare da un altro maschio? Eppure sembra che tutti i maschi dominanti abbiano voglia di farselo prendere dallo sfigato di turno. Conclusione. Ma che gli stalloni dei racconti fossero per caso tutti bisex? Io comunque, non mi sono voluto discostare dalla prassi ed eccovi lo stallone come piace a voi).
Pulii per bene il grosso arnese del fidanzato di Giulia
“ Va bene, padrone?” gli dissi
“ Uhmm, diciamo di si. Comunque, una bella pisciatina, come la vedi?”
“ Ai suoi ordini” risposi felice. Lui prendette la mira e dopo cinque minuti smettò. Cinque minuti d’orologio. Non smetteva più. Sembravano le cascate delle Marmore. ( Ogni stallone che si rispetti deve pisciare a lungo. Più è grosso il pisello e più deve orinare. Se non ci credete, guardate su internet a < perfetto stallone.com> Alla fine mi disse
“ Comunque, io sono Tommaso” ( Devo aprire un’altra parente. Il nome dello stallone mi ha davvero reso complicato il proseguimento del racconto. Come cavolo si potrà chiamare un tizio che ha una verga esagerata? Ho chiesto informazioni ai miei amici che però sono tutto normodotati. Il nome che però sembrava più gettonato era Rocco. Stavo per chiamarlo appunto Rocco quando mia moglie vide la mia espressione dubbiosa e venne vicino a me chiedendomi se potesse aiutarmi “Come può chiamarsi, secondo te, uno che ha un pisello esagerato?” “Esagerato quanto?” mi rispose “Come un porno attore” Lei non ci pensò su nemmeno un attimo “Allora senza dubbio Tommaso” Io la ringraziai ma poi un dubbio mi venne “Scusa amore, non è che per caso c’è un riferimento al fatto che quel tuo collega, quello alto, bello e affascinante si chiama Tommaso?” Lei mi guardò piena d’amore. “Ma no, cosa dici, tesoro? Il mio collega Tommaso non ce l’ha grosso come un porno attore” Sospirai rassicurato e la vidi andare via leccandosi le labbra. Poi mi sembrò di sentire “Di più, molto di più” ma sicuramente era dovuto al volume alto della televisione. Ad ogni modo, ecco spiegato il motivo del nome)
E finalmente rimanemmo soli io e la mia dea. Lei mi fece fare da schiavetto per buona parte del pomeriggio, mandandomi a prenderle le cose, ad accenderle le sigarette usando la mia bocca come posacenere e poi mi inginocchio ai suoi bellissimi piedini e mentre lei messaggiava, io massaggiavo. Noterete anche quanto sono simpatico, cazzo. Lo so che uno schiavetto non deve esserlo ma io lo fui. Rimanetti così per un paio d’ore. Cazzo quant’è noiosa la vita dello schiavetto. Finalmente, arrivò la sorella. Altissima e bellissima. Gli arrivavo alle tette. A proposito, autore, quanto mi hai fatto alto? ( Oh, stai calmino. Sei uno sfigato. Da quando in quà uno schiavetto può pretendere di essere bello? Avevi due possibilità. O essere alto e magro come un chiodo o essere bassino. In entrambi i casi, possibilmente con gli occhiali) Veramente io ci vedo bene ma fa niente. E visto che le arrivo alle tette, probabilmente sono bassino
“ Ma brava Giulia, non mi avevi detto che ti eri fatta lo schiavetto” disse ( Avrete fatto caso come nessuno si meravigli in questa famiglia. Una vera famiglia moderna)
“ Ti presento Laura, la mia sorellona. Lei è cintura nera in tutte le arti marziali esistenti”
“ Cintura nera scura” sottolineò Laura che poi aggiunge “Permetti che mi ci diverta un po’?”
“ Fai pure Laura. Mi aveva rotto il cazzo con tutti questi slinguazzamenti ai piedi” Laura mi afferrò e poi mi fece alcune mosse di karate, di judo, di kung-fu, di ju-jitsu
“ Basta, pietà” urlai ma lei proseguette fino a che non ero diventato una poltiglia umana
“ E che cazzo. Ma dove sono finiti gli schiavetti di una volta. Cerca di resistere un po’” disse Laura alzandomi di peso e prendendomi a schiaffoni. Alt, basta autore. Hai rotto il cazzo con la tua mania delle donne marziali. Tu ti ecciti ma sono io a prendere le botte. Puoi fare gentilmente Laura un po’ meno forte e meno violenta? ( Uffa che palle questo personaggio. E va bene. Giusto perché mi sei simpatico. Ritorniamo indietro al punto in cui Laura entra e Giulia ti presta a lei)
Laura era reduce dalla palestra e mi fece togliere le scarpe ( scusate se non metto la marca. A me della scarpe non frega un cazzo). Aveva delle splendide sneakers puzzolenti ( Allora non ci capiamo Francesco. Ho detto che non voglio mettere il nome delle scarpe). Scusa autore. A te non frega niente delle scarpe ma mi hai creato feticista e per me sono importanti. Intervieni solo nei momenti opportuni. Dunque, le tolgo le scarpe e improvvisamente un puzzo devastante riempì la camera
“ Dai schiavetto, bacia i miei piedini” disse la sorella della dea. A proposito autore, ma la sorella della dea è a sua volta una dea? ( Ma che ne so. Pensa a leccare, sfigato). Guardai quei siluri che aveva al posto dei piedi
“ Scusi, sorella della dea, ma questi lei li chiama piedini? Porterà come minimo 44. Se le prende un colpo rimane in piedi” Mi arriva un calcio alle palle
“ Silenzio, sfigato. Fino a 49 di scarpe devono considerarsi piedini. Hai mai letto qualcuno che li definisce ? No, in effetti, aveva ragione. Io mi diedi da fare e leccai interamente i suoi piedi….. pardon, piedini fino a quando Giulia si intromise
“ Adesso basta che devo scorreggiare” disse mettendo il suo culo meraviglioso sulla mia bocca. Il rumore sembrò smuovere le pareti e io respirai a pieni polmoni la sua flatulenza. Giulia, mia cara dea, ma che te magni? Le carogne al forno? Tra i piedi di Laura e la tua scorreggia, in confronto, a Chernobyl sembra di respirare l’aria delle Dolomiti.
Prima che finisse il pomeriggio, la mia dea, per la mia somma felicità, mi ruttò in faccia ed alla fine mi fece mangiare la sua cioccolata. Aveva preparato con le sue manine d’oro una splendida torta e me ne diede una bella fetta, a dimostrazione che le dee sanno anche cucinare. Ah, e poi mi cagò in testa.
Naturalmente, ogni tanto fecero il loro ingresso anche sua zia e sua cugina che mi pisciarono un po’ in bocca, mi scorreggiarono e mi ruttarono in faccia. ( Avrete notato come gli uoini sono sempre assenti e le donne sono sempre libere e non hanno mai un cazzo da fare? Mica volevate che io le facessi lavorare come tutte le Criste del mondo facendole ritornare a casa stanche morte? Nei racconti non si usa).
Era finito anche quel pomeriggio. Ero felice. Finalmente ero uno schiavetto, un wc umano e lo stavo diventando non solo della mia dea, l’onnipotente, l’onniscente, l’onnnitutto Giulia, ma anche di tutte le femmine della sua famiglia. E queste so' soddisfazioni, se permettete.
Cosa mi restava da chiedere alla vita? Di sposarmi in seguito con una bella troiona che mi avrebbe riempito di corna mentre io avrei osservato felice ( Permettimi Francesco. Ma sei uno sfigato. Come puoi pretendere di sposarti con una bella donna?) Sempre a puntualizzare tu, autore dei miei stivali. I racconti sono pieni di sfigati che si sposano belle ragazze che poi li cornificano. Per quale motivo non posso sposarmela io? ( Perché sono racconti, Francesco, non è la verità. Nella vita vera, è estremamente complicato che uno come te possa sposarsi una bella donna. Uno sfigato si sposa con una sfigata. Stop) Ma allora, io non potrò mai essere lo schiavetto cornuto di mia moglie? E’ quello che desidero di più dalla vita. Tu puoi fare qualcosa, autore? In fondo, sono soltanto un personaggio e non appartengo alla vita reale. ( E va bene. Ti darò una moglie bella e troia. Poi non dire che sono cattivo) Oh grazie autore. Adesso, la mia felicità è davvero completa. Ah, per piacere autore, non me la creare campionessa di arti marziali, Prendere le botte mi va bene ma il troppo storpia. Mi accontento di qualche calcio, di qualche frustata, qualche sculacciata, roba di poco. E poi naturalmente lavorare e darle i soldi che guadagno, non farci mai quelle cose che dea Giulia fa con il suo ragazzo, essere la sua sguattera, farmi maltrattare, deridere. Insomma, essere felice con lei. E mentre tornavo a casa, con la gente che mi evitava perché puzzavo di merda, sapevo che la mia vita sarebbe stata felice. Ero diventato uno schiavetto, un vero schiavetto e lo sarei stato per tutto il resto della mia vita.
Fine seconda e ultima puntata. Ma fine davvero. Sono tollerati solamente elogi, plausi ed esternazioni di grandezza del sottoscritto. Qualunque critica sarà vietata perché se no ci rimango male. E non rompetemi i coglioni con
E il continuo?
Prosegue?
Io farei vomitare a Giulia e Francesco che deve mangiare il suo vomito
Ma lo lasci così?
Io farei leccare il culo di Giulia
Mi piacerebbe che Giulia, Laura e Tatiana sputassero contemporaneamente a Francesco. Chi lo prende più vicino all’occhio destro vince il mongolino d’oro.
Io vorrei che oltre a Tommaso, Giulia si facesse scopare da uno stallone di colore con Francesco che glie lo prende in bocca.
Ecc, eccc. No e poi no. Niente di tutto questo. Scrivetevela da soli una storia. Ecchecazzo.
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