Come sono diventato sottomesso a mia moglie. Primo episodio. Storia vera
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Una delle cose che amo di più è la possibilità di potermi raccontare e di condividere con altri le mie sensazioni. Impossibile farlo nella vita quotidiana mentre questa può essere l'occasione adatta. Credo che proprio la condivisione dovrebbe essere l’elemento basilare di un sito come questo anche se poi ho molti dubbi riguardo la veridicità di alcuni. Come dicevo, nella vita normale, dove si deve anche apparire, raccontare di certe pulsioni senza apparire un disadattato nella migliore delle ipotesi, è impossibile, visto che spesso queste pulsioni sono perlomeno strane. L’opportunità che ti offre un sito del genere per poter esprimere finalmente ciò che siamo veramente è davvero unica. Vorrei quindi esporvi come sono, come ero da ragazzo e come sono diventato, sperando che a voi possa interessare.
“ Quando vi siete resi conto delle vostre pulsioni?” E’ una domanda piuttosto ricorrente in ogni forum che parla di bdsm, di fetish e di dominazione. Personalmente, da quando ho memoria. Credo proprio di esserci nato e in tutti questi anni i cambiamenti sono stati davvero minimi. Fin da piccolo infatti, ho sempre avuto la stessa passione e questa passione è per le donne esperte in arti marziali o comunque forti fisicamente. Attenzione però. Non muscolose. Anzi, ho sempre immaginato la mia donna ideale piuttosto femminile, con un abbigliamento sexy e provocante. All’epoca però, non fantasticavo su una padrona, che è forse la più grossa differenza con quello che poi ho cominciato a desiderare in seguito. Sognavo semplicemente di avere una ragazza che fosse naturalmente bellissima, molto alta, atletica, intelligente e, ovviamente, grandissima esperta di arti marziali. Ma inizialmente, non sognavo di sottomettermi a lei bensì di farci coppia, di essere amato da lei e di viverci una grande storia d’amore. Sognavo di essere difeso da lei, coccolato ma appunto, non sottomesso. Nei miei sogni ad occhi aperti il nostro rapporto era quasi paritario. Certo, le avrei portato il giusto rispetto che una ragazza con tutte quelle doti meritava ma la sottomissione non era contemplata, anche se sognavo che fosse lei a dirigere il nostro rapporto nel più classico scambio dei ruoli che poi ha sempre contraddistinto i miei desideri. Piuttosto, m’immaginavo che lei fosse un po’ dominante con gli altri. Oh, non immaginatevi fruste e orpelli simili. Niente di particolare. Gli altri avrebbero dovuto soltanto riconoscere la sua superiorità, rapportandosi con timore nei suoi confronti riconoscendone le doti superiori di cui era in possesso. E lei li avrebbe trattati con la consapevolezza di essere superiore, senza umiliarli, a meno che ovviamente non fosse stata costretta, ma rapportandosi comunque con autorità. E naturalmente sarei stato pazzo d’orgoglio per una come lei. Nient’altro. E tutto questo, ripeto, fin da ragazzino. Comunque, non perdevo certo di vista la realtà. Sapevo perfettamente che erano sogni, anche se al solo pensarci mi eccitavo, e sapevo anche che sarebbe stato molto complicato, se non impossibile, realizzarli. Verso i quattordici anni, provai comunque a vedere se fosse stato possibile dare un aiutino alla realizzazione di quei sogni iscrivendomi ad una palestra di karate. Hai visto mai che incontro una bella ragazza cintura nera che si innamora di me? Beh, dico subito che sprecai 5/6 mesi. Ero bravino ma frequentavo un corso per principianti dove la più brava era più schiappa di me ma abbandonai soprattutto perché il mio sport preferito era il calcio e non potevo conciliare gli allenamenti del calcio con quelli del karate.
Saltiamo a piè pari a quando avevo diciotto anni anche perché non amo parlare di minori anche se in fondo la mia poteva definirsi pur sempre una semplice voglia di amore, un sentimento dolce e tenero anche se sviluppato in maniera un po’ particolare e un po’ perché durante quegli anni che mi condussero verso la maggiore età non cambiai molto le mie sensazioni. Ma adesso, posso andare un po’ più a fondo alle pulsioni sessuali che accompagnavano quei miei strani desideri. Ho già detto che mi eccitavo nel vedere donne marziali, donne che combattevano e sconfiggevano con facilità un nugolo di maschi. Perché? Beh, in seguito avrei scoperto che si trattava di un desiderio, anche se piuttosto anomalo, di sottomissione ma fino ai diciotto anni me lo sarò chiesto un milione di volte ed ogni volta la risposta non c’era o comunque non me la sapevo dare. M’interrogavo, cercavo dentro di me una risposta che non riuscivo a dare e l’unica cosa di cui fossi certo era che andavo pazzo per questa tipologia femminile: forte, decisa, sicura e altera ma con sprazzi di infinita dolcezza.
Fine primo episodio
“ Quando vi siete resi conto delle vostre pulsioni?” E’ una domanda piuttosto ricorrente in ogni forum che parla di bdsm, di fetish e di dominazione. Personalmente, da quando ho memoria. Credo proprio di esserci nato e in tutti questi anni i cambiamenti sono stati davvero minimi. Fin da piccolo infatti, ho sempre avuto la stessa passione e questa passione è per le donne esperte in arti marziali o comunque forti fisicamente. Attenzione però. Non muscolose. Anzi, ho sempre immaginato la mia donna ideale piuttosto femminile, con un abbigliamento sexy e provocante. All’epoca però, non fantasticavo su una padrona, che è forse la più grossa differenza con quello che poi ho cominciato a desiderare in seguito. Sognavo semplicemente di avere una ragazza che fosse naturalmente bellissima, molto alta, atletica, intelligente e, ovviamente, grandissima esperta di arti marziali. Ma inizialmente, non sognavo di sottomettermi a lei bensì di farci coppia, di essere amato da lei e di viverci una grande storia d’amore. Sognavo di essere difeso da lei, coccolato ma appunto, non sottomesso. Nei miei sogni ad occhi aperti il nostro rapporto era quasi paritario. Certo, le avrei portato il giusto rispetto che una ragazza con tutte quelle doti meritava ma la sottomissione non era contemplata, anche se sognavo che fosse lei a dirigere il nostro rapporto nel più classico scambio dei ruoli che poi ha sempre contraddistinto i miei desideri. Piuttosto, m’immaginavo che lei fosse un po’ dominante con gli altri. Oh, non immaginatevi fruste e orpelli simili. Niente di particolare. Gli altri avrebbero dovuto soltanto riconoscere la sua superiorità, rapportandosi con timore nei suoi confronti riconoscendone le doti superiori di cui era in possesso. E lei li avrebbe trattati con la consapevolezza di essere superiore, senza umiliarli, a meno che ovviamente non fosse stata costretta, ma rapportandosi comunque con autorità. E naturalmente sarei stato pazzo d’orgoglio per una come lei. Nient’altro. E tutto questo, ripeto, fin da ragazzino. Comunque, non perdevo certo di vista la realtà. Sapevo perfettamente che erano sogni, anche se al solo pensarci mi eccitavo, e sapevo anche che sarebbe stato molto complicato, se non impossibile, realizzarli. Verso i quattordici anni, provai comunque a vedere se fosse stato possibile dare un aiutino alla realizzazione di quei sogni iscrivendomi ad una palestra di karate. Hai visto mai che incontro una bella ragazza cintura nera che si innamora di me? Beh, dico subito che sprecai 5/6 mesi. Ero bravino ma frequentavo un corso per principianti dove la più brava era più schiappa di me ma abbandonai soprattutto perché il mio sport preferito era il calcio e non potevo conciliare gli allenamenti del calcio con quelli del karate.
Saltiamo a piè pari a quando avevo diciotto anni anche perché non amo parlare di minori anche se in fondo la mia poteva definirsi pur sempre una semplice voglia di amore, un sentimento dolce e tenero anche se sviluppato in maniera un po’ particolare e un po’ perché durante quegli anni che mi condussero verso la maggiore età non cambiai molto le mie sensazioni. Ma adesso, posso andare un po’ più a fondo alle pulsioni sessuali che accompagnavano quei miei strani desideri. Ho già detto che mi eccitavo nel vedere donne marziali, donne che combattevano e sconfiggevano con facilità un nugolo di maschi. Perché? Beh, in seguito avrei scoperto che si trattava di un desiderio, anche se piuttosto anomalo, di sottomissione ma fino ai diciotto anni me lo sarò chiesto un milione di volte ed ogni volta la risposta non c’era o comunque non me la sapevo dare. M’interrogavo, cercavo dentro di me una risposta che non riuscivo a dare e l’unica cosa di cui fossi certo era che andavo pazzo per questa tipologia femminile: forte, decisa, sicura e altera ma con sprazzi di infinita dolcezza.
Fine primo episodio
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