La gabbia

di
genere
dominazione

Sono da sempre gay, ho capito sin da giovanissimo, che ero attratto dai miei compagni, dal mio stesso sesso, e vedere i loro cazzi mentre ci si spogliava in palestra, mi eccitava, al punto, che le mie erezioni divennero incontrollate, così iniziarono a chiamarmi frocetta, e chiaramente, i più svegli, mi usarono come troietta.
Eravamo giovani, e io mi fermai alle pompe, spompinavo almeno cinque o sei maschi al giorno, ragazzi delle superiori, che a orari precisi, mi aspettavano nei bagni, e io seduto, provvedevo a soddisfarli, fino al giorno, in qui Angelo, il bidello mi trovò intenta a succhiare il cazzo ad un ragazzo.
Si arrabbiò, e ventilò l'idea di mandarmi dal preside, ero terrorrizzato, e così decisi, di recarmi da lui alla fine delle lezioni, quando tutti fossero usciti da scuola.
Lo feci, lo trovai nel suo appartamentino, dove viveva, era anche ik guardino della scuola, e così presi forza e bussai, mi disse di entrare, e quando mi vide, imbronciato mi chiese il perchè di quella visita, io in lacrime gli cuiesi di non portarmi in segreteria, i miei mi avrebbero ucciso, e se si fosse saputo quello che facevo, ero rovinato.
Angelo mi squadro per alcuni minuti, e mi disse, che avrebbe potuto sopprasedere, solo se accettavo delle sue condizioni, dissi immediatamente di sì, non sapendo però, che quello che mi avrebbe li a poco chiesto, avrebbe condizionato totalmente la mia vita.
Bene disse, spogliato nudo, ero titubante, non lo avevo mai fatto, ma dal suo sguardo capii che lo dovevo fare, mi spogliai e rimasi nudo, ero giovanissimo, corpo acerbo, un cazzetto insignificante, culetto da ragazzina, e un accenno di seno, con i capezzoli, sporgnti e duri, si avvicinò, e mi palpò il culetto, e strinse il cazzetto, e le piccole palline che spuntavano dal mi0 corpo, poi mi baciò in bocca.
Il contatto con le sue labbra mi diedero una scossa, e poi sentii la sua ligua velltata entrarmi e cercare la mia, e insieme intrecciarsi, mi sciolsi, poi si abassò i pantaloni, e gli slip, e mi fece toccare il suo maestoso cazzo.
Era duro, grosso e lungo, scappellato, nulla a confronto di quelli dei miei compagni, brava mi disse, staccandosi dal bacio, succhia il mio se ciriesci troietta, e io inizia a leccarlo e a succhiarlo, fatocavo aintrodurlo in bocca ma cercai di farlo, e lo spompinai per una decina di minuti, e poi lo sentii venire, mifermò la testa, e dovetti ingoiare tutto il suo sperma.
Poi mi portò in camera da letto, dove mi scattò una dozzina di fotografie, immortalandomi nuda, supina sul letto, poi si avvicinò e mi disse quali erano le sue richieste, o meglio le sue regole.
Dovrai diventare la mia ragazza, e ti scoperò, ti sverginerò nei prossimi giorni, indosserai mutandine da donna sotto i pantaloni, usa quelle di tua madre, farai pompini a chi ti dirò io, e li farai vestita da ragazza a casa mia, dopo la scuola ti intrattenirai da mè, usa la scusa dei compiti, farai quello che io ti dirò sempre e da domani indosserai questa, e mi mostrò una gabbietta che avrei dovuto indossare e le chievi le avrebbe tenute lui.
Ero preoccupata per la gabbietta, e se i miei l'avessero scoperto?, le vacanze siavvicinavano, non potevo andare al mare con un'affare del genere nel costume mi avrebbero scoperto, Angelo mi promise che se avessi soddisfatto tutte le sue richieste, me l'avrebbe tolte per le vacanze, e così accettai.
La sera stessa rubai due paia di slip di mamma e iniziai ad indossarle, e così un paio di giorni dopo, Angelo mi fece dire da un mio compagno di andare da lui alla fine della scuola, il mio compagno mi sussurrò all'orecchio, bene frocetta, aspetto solo che ti sfondi, e poi sarai mia troietta, non capivo, avei poi capito.
Mi presentai alla chiusura della scuola, mi disse di andare a lavarmi e di recarmi in camera, e indossare quello che trovavo sul letto, lo feci, mi lavaii, e poi in camera trovai reggicalze calze, e slip, e una volta indossati lo aspettai.
Il contatto con il naylon, lo sfregamento delle coscie, mi fecero arrapare, e il mio cazzo per la prima volta, divenne durissimo, ero eccitato, poi arrivò Angelo, sei stupenda Sissy, mi disse, Sissy sarà il tuo nome da oggi, e si avvicinò, un lungo bacio mi sciolce, e poi, iniziò a leccarmi i seni e scese al mio cazzo, e poi al solco del mio culetto, bagnandomi in maniera pazzesca.
Poi prese della crema dal comodino, e si spalmò il cazzo, duro e scappellato, poi mifece mettere pancia sopra, mi sollevò le gambe, e mi disse, Sissy, oggi diverrai donna, la mia donna, ti sverginerò il culo, ti sfonderò, ti farò urlare dal dolore e dal piacere, non cercare di resistermi, perchè sei e diverrai una puttana, e così, sentii la sua cappella deflorarmi il culetto.
Ricevere nel culo il suo cazzo non fù del tutto semplice, mi deflorò con tanto dolore e sangue, mi ruppe veramente il culo, io ero giovanissima, e stretta, lui un uomo possente e dotato, e rabbioso, nel sesso, mi montò anche quando ero svenuta, e mi riempì di sperma.
Ci vollero parecchi giorni a riprendermi, ma subito dal quel giono mi mise la gabbietta, impedendomi così, di avere erezioni, e di masturbarmi.
Passò una settimana, e lo stesso compagno, senza troppi preamboli mi disse, che dovevo andare da Angelo, poi mi portò in bagno, estrasse il suo cazzo e volle un pompino, che io stupidamente gli feci.
Entrata a casa di Angelo, fui costretta a spogliarmi, e poi in ginocchio, mi prese a calci colpendomi i testicoli, il dolore era tremendo, mi colpì più volte, e poi mi disse che ero una cretina che dovevo ubbidire, e che non mi era stato ordinato di fare pompini.
Poi mi portò a letto, mi fece succhiare il suo cazzo, e sul più bello non sborrò, ma mi urinò in bocca, facendolo colare sul mio corpo, questo sei per mè, un cesso e basta troia.
Poi mi mise a pecora, unse il cazzo di crema, e mi impalò, questa volta il bruciore era più sopportabile, e mi scopò a lungo facendomi piangere.
Tolse il cazzo, sporco e me lo infilò in bocca e mi fece bere il suo sperma e anche quello che aveva trovato nel mio ano.
Capii che la mia vita sarebbe cambiata, e nei due mesi successivi scopai e spompinai che lui mi indicava, e finalmente la mattina della partenza per le vacanze mi tolse la gabbia, ti attenderà per il tuo ritorno troia, il cazzo mi divenne di pietra e mi dovetti segare in un angolo del cortile.
Passai un mese stupendo, trà pompini e seghe, mi feci scopare da parecchi maschi, sapendo che sarebbe stato l'unico momento di libertà, mi trovrono molto dilatata, alcuni uomini adulti mi dissero, ma sei sfondata per la tua età, e mentre mi scopavano mi insultavano, masei una battona per essere ridotta così.
Passai le vacanze come una vera puttana, e poi il rientro.
Appena arivati mi precipitai da Angelo, che una volta nuda mi mise la gabbietta, e poi mi portò in bagno, gettò la chiave e mi disse di tirare lo sciaqquone, esitai, mi afferrò i tsticoli, torcendoli, muoviti, io chiusi gli occhi ed eseguii, la chiave scomparse nelle fogne cittadine.
e ora ti sarà inibito godere, tù farai solo godere, e l'anno prossimo cazzi tutoi al mare.
Iniziò un periodo favoloso e terribile allo stesso tempo, fui merci di scambio per Angelo, se aveva bisogno di qualche cosa, la merce di scambio ero io, mi presentavo all'indirizzo indicatomi, e sottostavo alle voglie del richiedente, e poi rientravo a casa.
Non me ne importava, era solo il momento in quiAngelo mi infilava il suo cazzo nel culo che mi appagava di tutto, lo incitavo a sfondarmi, mi sculacciava, e io godevo.
Poi un giorno mi misi a pecora, allargai per bene le gambe mostrando il mio ano dilatato, chiusi gliocchi e lo implorai di farmi male, di prendermi a sberle e a calci, sul culo, e sul pene e testicoli, al primo quasi persi i sensi, mi centrò cazzo e palle, persi per un attimo il respiro, mi prese a schiaffi sulla testa e sulle guance, piangevo, e lo implorai di continuare, i testicoli divennero il suo targhet, e dopo alcuni minuti, mi scopò, il dolore non passava, ma ilpiacere era tanto.
Mi tolse la gabbietta, aveva una chiave di riserva, e mi fece una sega veloce, sborrai sperma e sangue, mi disse se se continuavamo così, mi avrebbe castrato, è quello che voglio, e fui accontentata, a diciannove anni, persi i testicoli, e per mettermi la nuova gabbia, dovette costruire un atrezzo, che alloggiava nel mio ano e teneve ben stretta la gabbia, che a dire il vero serviva a poco, da lì ad alcunu mesi, persi la possibilità di avere erezioni, i calci e i pugni che chiedevo fecero il loro dovere.
scritto il
2023-11-06
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