Le bugie hanno le gambe corte

di
genere
tradimenti

Questa esperienza, risale alla mia adolescenza, esattamente al millenovecentosettantasei. Allora, avevo sedici anni, ma a dispetto della giovane età, ero con un corpo da uomo e mi ero lasciato crescere la barba assai folta, dimostrando decisamente più dei miei anni. In estate, avevo trovato un lavoro ad un chilometro da casa mia, ero appassionato di motori, ed un meccanico, Lucio, mi aveva offerto di imparare il mestiere. Anche l'anno precedente avevo lavorato tutta l'estate da lui, pagato pochissimo, anche se per molte ore al giorno venivo lasciato solo e lavoravo veramente tanto risolvendo molti problemi ai clienti. Lui usciva al mattino presto con la scusa di andare a cercare i ricambi, in realtà, passava la giornata al bar a due isolati di distanza a giocare a carte o a biliardo, ma tutti sapevano che era l'amante della padrona. Un lunedì mattina, poco dopo che Lucio era uscito, ero nella fossa intento a sostituire la marmitta ad una 500, avevo sentito arrivare la 600 della signora Flavia scoppiettando con il classico rumore di due soli cilindri funzionanti. Era scesa da quella vecchia auto con le classiche porte ad apertura anteriore allargando le gambe ed offrendomi lo spettacolo delle sue belle gambe con cosce carnose e molto eccitanti per un ragazzino di sedici anni. La stavo guardando dalla mia posizione in basso, lei si era accucciata per vedermi, io avevo notato le sue tettone che parevano voler uscire dalla camicetta, mi aveva chiesto di dare una occhiata all'auto dicendo che era nelle grane perchè doveva andare al lavoro e la macchina stentava a marciare. Ero uscito ed avvicinandomi alla auto, ero passato vicino a lei restando inebriato dal suo profumo, quella donna era bella e molto erotica. Avevo aperto il vano motore e a prima vista, avevo capito il problema. Due delle quattro candele, erano letteralmente crepate nella ceramica. Sarebbe bastato sostituirle e in pochi minuti e con poca spesa avrei potuto aiutare quella povera donna a ripartire. Ma il titolare mi aveva dato disposizioni chiare, i clienti dovevano pagare bene per le riparazioni, avrei dovuto telefonargli al bar e lui mi avrebbe detto di fare lasciare l'auto per la giornata, al ritiro avrebbe fatto una nota di svariati ricambi e ore di mano d'opera per oltre centomila lire o addirittura duecentomila. Avevo detto alla Flavia che avrebbe dovuto lasciare l'auto e che Lucio le avrebbe fatto un preventivo. Lei si era disperata, stava per piangere, sapeva che la spesa sarebbe stata salata, mi aveva messo un braccio attorno alla spalla piagnucolando mi aveva detto disperata: "Pino... aiutami... sono nei pasticci, mio marito, quello stronzo, vuole vendermi la macchina, perchè sta costando troppo, vuole che vada a lavorare con i mezzi, ma a me serve, aiutami Pino... fammi risparmiare, non lasciarmi nelle mani di quel figlio di puttana di Lucio, riparamela tu... ti prego, non posso andare a battere per arricchire Lucio..." La sua tetta stava schiacciata al mio braccio e sentivo un certo languore nelle parti basse, avevo osato:" Beh... se vai a battere dimmi dove che voglio essere il tuo primo cliente ah ah ah scherzo Flavia. Però non posso riparartela senza farlo sapere a Lucio... se arriva cosa gli dico?" Lei aveva sorriso maliziosamente e aveva risposto: " Sei giovane ma sei già un bel porco... vuoi dire che potresti ripararmela se io ti facessi contento? Ma quanti anni hai?" Avevo mentito:" Ventidue, ma stavo scherzando... sei una donna bellissima e qualsiasi uomo ti aiuterebbe con quel patto... oddio... potresti portarla a casa mia, senza dire niente a Lucio, lasci le chiavi a mia madre e io oggi te la riparo e vieni a prenderla a casa mia verso le sei... per il pagamento... ti farò un prezzo speciale, con la riparazione quì, ti costerebbe circa duecentomila lire, mi darai quello che vuoi." Il suo viso si era rabbuiato, tristemente aveva esclamato:" Ma duecentomila lire le guadagno in un mese, non posso pagare quella cifra!!!" Avevo osato di più:" Allora, vai via subito prima che arrivi il titolare, lasciala a casa mia e vieni a prenderla dopo le sei." Aveva risposto:" E tu vieni a prendere i soldi verso le otto a casa mia, tanto mio marito fa il pomeriggio e arriva alle undici." Mi aveva dato un bacio sulle labbra dicendomi:" Questo è un acconto." Era risalita in auto mostrando le cosce aperte ed era partita con quel rumore di caffettiera. A mezzogiorno avevo preso due candele, avevo chiuso l'officina ed ero tornato a casa di fretta. Avevo mangiato velocemente ed ero sceso in cortile a sostituire le candele. Come prevedevo, il motore girava normalmente, avevo lavorato tutto il pomeriggio pensando a Flavia, quando ero tornato a casa,la seicento non c'era più, mia madre aveva detto che Flavia era passata a prenderla e le aveva detto di mandarmi verso le otto che suo marito mi avrebbe saldato. Mi ero lavato accuratamente, avevo mangiato pochissimo perchè sentivo lo stomaco bloccato dall'emozione e alle otto ero a casa di Flavia. Ero salito i due piani con il cuore in gola, lei mi aveva aperto con circospezione. Era vestita con una minigonna nera cortissima a pieghine, la camicetta scollata che lasciava vedere le sue grosse tettone, era bellissima ed eccitante, eravamo andati in cucina e ci eravamo seduti sul divano. Lei aveva chiesto:" Allora Pino? Quanto ti devo?" Avevo risposto quasi balbettando per l'emozione:" Beh... oggi mi hai dato un piccolo acconto... un bacino... adesso fai tu... " Lei mi aveva preso il viso tra le mani e mi aveva baciato riempiendomi la bocca con la sua lingua carnosa. Io avevo messo una mano dentro la camicetta incontrando il suo grosso seno con i capezzoli grandissimi, avevo insinuato l'altra mano tra le sue cosce sentendo la sua pelle morbida e liscia, lei mi aveva aperto la cerniera dei pantaloni ed aveva tirato fuori il cazzo al massimo dell'erezione, poi ci eravamo spogliati ed io mi ero messo tra le sue cosce aperte, lei aveva guidato il mio uccello dentro quella figa viscida di umori. Avevo già avuto altre esperienze con donne sposate, ma lei era sicuramente la più eccitante. La scopata era durata circa un'ora, poi lei ridendo aveva detto:" Adesso è meglio che sfoghi la tua voglia dentro di me... non vorrei che arrivasse mio marito e mi vedesse con un altro nudo sopra di me nuda... chissà cosa potrebbe pensare ah ah ah ah" Avevamo riso ed io mi ero lasciato andare ad una lunga eiaculazione. Mai lavoro mi era stato pagato con tanta soddisfazione. La relazione con Flavia è proseguita per circa un anno, poi una sera sono andato da lei e l'ho trovata scura in volto, mi ha fatto sedere dicendomi:" Io e te dobbiamo fare un lungo discorso, oggi ho trovato tua madre nel negozio, abbiamo chiacchierato un po', poi mi ha detto che sei un bravo ragazzo, mi ha detto che pochi ragazzi di sedici anni sono responsabili come te... tu hai sedici anni e mi hai detto che ne avevi ventidue... sei uno stronzo e bastardo... io ho trentanove anni e non mi posso mettere con un sedicenne... sei un gran bugiardo, impara che le bugie hanno le gambe corte, e la verità prima o poi viene sempre a galla, tra noi finisce quì, non venire più a cercarmi... ora puoi andare!!!" Mi aveva messo alla porta. Ero incazzato con mia madre che aveva provocato la fine delle mie scopate, speravo che prima o poi la macchina di Flavia si sarebbe guastata, ma ho dovuto attendere tre anni prima di rivederla in officina. Mi ha fatto fare altre riparazioni, mi ha pagato in natura, ma solo sempre una volta per ogni riparazione, mi diceva che un servizio mio valeva un servizio suo. Da allora non racconto più bugie.
scritto il
2023-12-13
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