La gladiatrice Episodio 11
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Trascorsi il pomeriggio facendo altri lavori. Era difficile riposarsi in
quella casa e c'erano sempre tanti lavori da compiere ma giunse finalmente
l'ora di cena. Il rituale fu esattamente quello della sera precedente.
Mangiammo in silenzio e quindi tutti ci demmo da fare per ripulire la cucina
per poi apparecchiare il salone dove avrebbe cenato Sonja che si presentò
dinanzi a noi vestita nuovamente in modo estremamente sexy. Abito
aderentissimo bianco che non copriva assolutamente nulla, talmente corto da
lasciar intravvedere le sue parti intime, le sue gambe scoperte, le scarpe
bianche col solito tacco altissimo a spillo, il trucco accurato e forse troppo
intenso ma comunque una visione che ai miei occhi apparve irresistibile. Ci
inginocchiammo tutti al suo ingresso ma stavolta potei alzarmi quando
Alejandro diede l'ordine di muoverci in quanto ero stato prescelto per essere
uno di quelli che l'avrebbe servita a tavola. La sua cena non si discostò
parecchio da quella della sera precedente e i suoi gusti in fatto di cibo
sembravano essere piuttosto stabili e quindi, dopo che lei diede l'ordine ad
Alejandro, ci fece alzare e mettere in fila. Anche quella sera con molta
probabilità voleva degli amanti ma non riuscivo a capire cosa volessi io. Se
stavolta mi avesse scelto, avrei dovuto sottostare alla sua violenza, mi
avrebbe penetrato con il suo strap-on e chissà cos'altro mi avrebbe fatto. Ma
avrei anche di nuovo avuto il piacere di fare sesso con lei e forse quel
piacere non aveva prezzo. Ad ogni modo, la paura era tanta e quando la vidi
oltrepassarmi e scegliere Brad, non sapevo se essere sollevato o deluso. Anche
quella sera però, lei aveva deciso di scegliere un altro uomo e ancora una
volta la vidi passare in rassegna tutti noi, superarmi e poi improvvisamente
tornare indietro. Il suo dito puntava proprio verso di me ed io feci quello
che dovevo fare. Avanzai di un passo e poi mi inginocchiai dinanzi a lei, come
da rituale. Il mio tremore si era intanto intensificato. Era un tremore per la
paura di dover essere violentato oppure per un innaturale desiderio per quella
donna bellissima?
Non disse nemmeno una parola. Si voltò e camminò verso le scale che, con lentezza esasperata, forse dovuta alla difficoltà di quei tacchi altissimi, cominciò a salire, seguita naturalmente da me e da Brad.
Mentre salivamo le scale, il mio compagno di sventura mi guardava terrorizzato. Era uno di quelli con il quale avevo avuto fino ad allora meno confidenza, mentre il mio sguardo era invece soprattutto per il corpo mozzafiato di Sonja che saliva prima di noi.
Non portava nessun tipo di biancheria intima e questo mi fece avere già da
subito una grossa erezione. Ma non potevo non pensare a quel grosso dildo che
mi attendeva e quel pensiero non mi lasciava affatto tranquillo.
La donna aprì la porta della sua stanza ed entrò lasciandoci sull'uscio,
indecisi sul da farsi
" Entrate, idioti. E spogliatevi" Obbedimmo all'ordine rimanendo completamente
nudi e potei osservare come, mentre il mio cazzo era dritto per l'effetto che
mi faceva Sonja, quello di Brad era miseramente a riposo. Allora aveva ragione
Sonja quando diceva che il terrore che aveva instaurato in tutti gli uomini li
portava ad avere difficoltà di erezione. E perche' mai invece io ero eccitato
come un animale in calore? Sonja sorrise mentre osservava le nostre reazioni
completamente differenti e avanzò verso Brad
" Cosa c'è? Non mi desideri? Non mi trovi attraente?" Il tono era leggero,
quasi ironico, ma sembrava la quiete prima della tempesta. Se presto il suo
testosterone non fosse cominciato a circolare, non sarei voluto stare nei
panni di quel poveretto nemmeno per tutto l'oro del mondo
" Oh no signora. Lei è bellissima. E' che ... "
" Cosa? Hai paura?"
" Si signora"
" E fai bene ad averne" concluse Sonja. E stavolta il suo tono non aveva nulla
di ironico. Aprì infatti il suo cassetto ed estrasse il malefico oggetto: il
grosso dildo di gomma. Si fece scivolare di dosso il suo vestitino rimanendo
interamente nuda con solo le sue scarpe altissime ai piedi e poi si sedette
sul bordo del letto ordinando a Brad di inginocchiarsi ai suoi piedi
" Ti piacciono le mie scarpe?" Brad acconsentì con la testa e Sonja avvicinò
i suoi piedi alla bocca del suo schiavo
" Bene! Allora leccale completamente, comprese le suole" Oh mio Dio. Sapevo
che esistevano certe pratiche ma sapevo anche che le persone che lo facevano erano consenzienti e che l'uomo provava un certo piacere erotico nell'effettuarle. Ma così... Era assolutamente schifoso ma quel poveretto non poteva esimersi e, tremando, si
mise all'opera. La sua lingua iniziò ad operare prima sopra la scarpa e
quindi toccò ai tacchi e infine alla suola per poi ricominciare con l'altra
scarpa. Brad aveva continue forze di stomaco ma non si azzardò mai a
smettere. La sua vita dipendeva da quello che stava facendo. Qualunque altra
azione avrebbe commesso, Sonja lo avrebbe ucciso. Già Sonja. Non conosceva
pietà. Più l'uomo era disgustato per ciò che stava facendo e più lei
sembrava provare piacere nell'umiliarlo. Perché? Qual era la forza misteriosa
che la faceva comportare in quel modo? Conoscevo il mondo e sapevo che c'erano
migliaia di uomini disposti a fare certe cose, addirittura a pagare pur di
provare quelle sensazioni e una donna come Sonja, con quella straordinaria
bellezza che aveva, avrebbe potuto avere l'imbarazzo della scelta se veramente
sentiva il bisogno di vedere un uomo inginocchiato ai suoi piedi. Ma no, non
sarebbe stata la stessa cosa. Forse il suo piacere stava proprio
nell'obbligare un uomo a fare ciò che non voleva fare. Mio Dio, dove ero
finito! Ma l'umiliazione per il povero Brad era appena terminata e dopo il
disgusto sarebbe venuto qualcosa di molto peggio e soprattutto molto doloroso.
Sonja infatti, si mise lo strap on. Mi sembrava di rivedere una scena già
vista. Sonja costrinse prima l'uomo a prendere in bocca quell'arnese e poi,
dopo averlo fatto inginocchiare sul letto, lo prese da dietro, con violenza.
Era una situazione al limite dell'incredibile, con quel poveretto in lacrime
senza nemmeno poter urlare. Una scena di violenza assoluta ma che ancora una
volta, come la sera precedente, mi eccitava. Oh mio Dio. Perché? Cosa mai
provavo nel vedere una violenza carnale? Una delle cose peggiori che un essere
umano potesse perpetrare nei confronti di un altro essere umano. Un abominio,
una ignobile imposizione che la persona più forte commetteva nei confronti di
quella più debole. E il fatto che fosse una donna a violentare un uomo non
avrebbe dovuto rendere quella scena meno cruenta. E invece, ero stranamente
attratto da quella dimostrazione di autorità, di grandezza, di forza e di
potere. Non era sesso ma possessione e dimostrazione di potere assoluto nei
confronti di un altro essere umano. Osservavo quel dildo fare avanti e dietro
dentro l'ano di Brad, osservavo la sua faccia stravolta dal dolore e
dall'impotenza, le lacrime mischiate al sudore e poi il corpo atletico di
quella donna, le sue spinte sempre più potenti e finalmente il suo orgasmo
che interruppe quella scena e i miei pensieri contorti. Sonja non aveva però
terminato con quel poveretto. Estrasse lo strap-on dall'ano di Brad e poi gli
ordinò di pulirlo con la bocca. L'uomo dovette sottostare agli ordini di
Sonja, malgrado l'evidente repulsione che provava e quando ebbe terminato lo
fece alzare e si avvicinò a lui. Vedevo la donna quasi di spalle ma capii
dallo sguardo terrorizzato del mio compagno che per lui si stava mettendo
male. Vidi Brad chiudere gli occhi e poi cercare di coprirsi il volto con le
braccia ma fu tutto inutile. Sonja infatti afferrò con la sua mano sinistra
il braccio del suo schiavo e poi lo colpì con un destro di inaudita violenza
per poi bissarlo con il sinistro dopo avergli lasciato la presa. Il tutto con
la sua solita straordinaria velocità. Brad strabuzzò gli occhi e poi cadde a
terra come un fantoccio inanimato
" Domani lo ucciderò e lo faro' davanti a tutti" Mi avvicinai a lei, con
grosso timore, ma il dovere mi spingeva a cercare di salvare quell'uomo
" Perché ucciderlo signora?" Sonja voltò lo sguardo verso di me e il timore
si fece più grosso. Mi stavo cacciando in un grosso guaio. Non sembrava
contrariata ma quasi incuriosita che qualcuno avesse l'ardire di mettere in
discussione un suo ordine, ma comunque il rischio che mi stavo prendendo era
enorme "Intendo dire signora, che uno schiavo in più le può far comodo"
" E perché mai dovrebbe farmi comodo?"
" Perché ci sono tante cose da fare in questa casa e poi perché è un altro
uomo ai suoi voleri. Lei vuole il dominio assoluto nei nostri confronti, non
è così?"
" Certo che è così"
" E Brad è assolutamente dipendente dalla sua volontà. Ha terrore di lei e
lei mi ha detto che ama vedere il terrore negli occhi di un uomo. Lo risparmi,
signora, e anche lei ne trarrà giovamento" Sonja si mise seduta sul bordo del
letto
" Accendimi una sigaretta" mi ordinò e io le obbedii immediatamente. Non
capivo cosa volesse fare di me. Forse mi ero spinto troppo in là e quella
donna non avrebbe accettato questo mio comportamento che contrastava con le
regole di assoluta obbedienza che vigevano in quella dimora. Aspirò un paio
di boccate e poi proseguì "Pensi davvero che io possa essere manipolabile?"
" No signora" risposi sinceramente "Ma credo che sia mio dovere cercare di
salvare una vita umana, pur sapendo che questo può costare la mia vita.
Quell'uomo era terrorizzato e non è facile eccitarsi in quelle condizioni.
Anche dinanzi a una donna della sua bellezza. Perché credo che lei voglia
punirlo per questo, non è così?" Sonja sorrise
" Si, è per questo. Sai, non capisco se tu sia incosciente o se sei dotato di
un coraggio particolare. Sai che stai rischiando la vita, sai che io non mi
farò scrupolo di ucciderti eppure stai provando a salvare la vita di
quest'uomo che nemmeno conosci. Perché lo fai?"
" Non lo so, signora. Sono fatto così. In Iraq ho rischiato la vita più
volte per salvare dei miei commilitoni. Non lo faccio perché sono
incosciente. So cos'è la paura e quella che provo davanti a lei è
addirittura di gran lunga superiore a quella che provavo in guerra. Però non
posso farne a meno di provarci. Mi serve per stare bene con me stesso" Sonja
rimase qualche secondo in silenzio, mentre la mia respirazione si faceva
difficoltosa. Stava forse decidendo se uccidermi o risparmiarmi e violentarmi?
Qualunque fosse stata la sua decisione, quei pochi secondi di attesa erano
interminabili. La mia vita dipendeva dall'umore di quella donna che continuava
ad attrarmi in modo incredibile. Si alzò e venne a stretto contatto con me,
con il mio pene sempre più eretto che poggiava sul suo ombelico. Era una
meravigliosa sensazione. Quel corpo mi piaceva, lo trovavo tremendamente sexy.
Il contrasto tra la pelle morbida con la durezza dei suoi muscoli mi dava una
sensazione di piacere mai provata prima. Lei prese il mio mento con le sue
dita e portò la mia bocca a pochi millimetri dalla sua
" Tu però non hai problemi, a quanto vedo"
" Io no signora"
" Perché tu no? Cosa pensi di avere di diverso dagli altri?"
" Non lo so, signora. Io non so spiegarglielo. Lui "dissi indicando il mio
pene in erezione "non ragiona"
" Ma tu si ed io conosco abbastanza gli uomini per sapere che c'è un certo
ragionamento logico nell'eccitazione, oltre che una parte di istinto"
" Lei è molto bella. Lei è la donna più bella che io abbia mai visto. Non
so se è istinto o ragionamento ma è quello che sento, che vedo e che lui
percepisce"
" E la paura? Dici di avere paura ma hai il coraggio di affrontarmi e di
rischiare la vita"
" Ognuno manifesta la paura in una certa maniera. Se io dovessi misurarmela in
questo momento, sarebbe ai massimi livelli. Ma la paura in me è adrenalinica.
Mi fa rischiare ed evidentemente, mi fa anche eccitare" La sua mano sempre sul
mio mento mi costringeva a guardarla negli occhi. Sembrava avesse delle lenti
a contatto per quanto erano azzurri. Mi evocavano laghi ghiacciati e
incontaminati e, come se mi stessi facendo il bagno in un lago simile, il mio
corpo tremava di freddo e di paura
" Ieri mi hai detto che sei anche affascinato e ammirato dai miei modi. Dimmi,
Jason. Hai tendenze sottomesse o masochiste?"
" No signora. O almeno non l'ho mai avute. Ma con una donna come lei è più
facile"
" Cosa è più facile?"
" Accettare la sua superiorita' e di conseguenza obbedirle e usare un tono
sottomesso. E quindi, per rispondere definitivamente alla sua domanda, no, non
ho mai avuto tendenze sottomesse o masochiste e mai accetterei di farmi
dominare da una donna, ma se quella donna ha le sue caratteristiche, pur non
desiderandolo, mi rimane più facile assoggettarmi" Deglutii nervosamente.
Ogni volta che aprivo bocca sentivo di essere sotto esame e che Sonja
vagliasse ciò che avevo detto per poi darmi il suo responso. Ma anche quella
volta sembrava che non avessi urtato la sua suscettibilità e che, anzi, fosse
rimasta in qualche modo soddisfatta delle mie parole. Avvicinò il suo bacino
toccandomi il pene che rispose a quel contatto gonfiandosi maggiormente
" Mi desideri tanto?"
" Quanto non potrei desiderare nient'altro nella mia vita" Risposi
sinceramente. A quel punto, dovevo solo attendere cosa lei decidesse di fare della mia vita. Fare sesso o ammazzarmi senza pietà?
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
quella casa e c'erano sempre tanti lavori da compiere ma giunse finalmente
l'ora di cena. Il rituale fu esattamente quello della sera precedente.
Mangiammo in silenzio e quindi tutti ci demmo da fare per ripulire la cucina
per poi apparecchiare il salone dove avrebbe cenato Sonja che si presentò
dinanzi a noi vestita nuovamente in modo estremamente sexy. Abito
aderentissimo bianco che non copriva assolutamente nulla, talmente corto da
lasciar intravvedere le sue parti intime, le sue gambe scoperte, le scarpe
bianche col solito tacco altissimo a spillo, il trucco accurato e forse troppo
intenso ma comunque una visione che ai miei occhi apparve irresistibile. Ci
inginocchiammo tutti al suo ingresso ma stavolta potei alzarmi quando
Alejandro diede l'ordine di muoverci in quanto ero stato prescelto per essere
uno di quelli che l'avrebbe servita a tavola. La sua cena non si discostò
parecchio da quella della sera precedente e i suoi gusti in fatto di cibo
sembravano essere piuttosto stabili e quindi, dopo che lei diede l'ordine ad
Alejandro, ci fece alzare e mettere in fila. Anche quella sera con molta
probabilità voleva degli amanti ma non riuscivo a capire cosa volessi io. Se
stavolta mi avesse scelto, avrei dovuto sottostare alla sua violenza, mi
avrebbe penetrato con il suo strap-on e chissà cos'altro mi avrebbe fatto. Ma
avrei anche di nuovo avuto il piacere di fare sesso con lei e forse quel
piacere non aveva prezzo. Ad ogni modo, la paura era tanta e quando la vidi
oltrepassarmi e scegliere Brad, non sapevo se essere sollevato o deluso. Anche
quella sera però, lei aveva deciso di scegliere un altro uomo e ancora una
volta la vidi passare in rassegna tutti noi, superarmi e poi improvvisamente
tornare indietro. Il suo dito puntava proprio verso di me ed io feci quello
che dovevo fare. Avanzai di un passo e poi mi inginocchiai dinanzi a lei, come
da rituale. Il mio tremore si era intanto intensificato. Era un tremore per la
paura di dover essere violentato oppure per un innaturale desiderio per quella
donna bellissima?
Non disse nemmeno una parola. Si voltò e camminò verso le scale che, con lentezza esasperata, forse dovuta alla difficoltà di quei tacchi altissimi, cominciò a salire, seguita naturalmente da me e da Brad.
Mentre salivamo le scale, il mio compagno di sventura mi guardava terrorizzato. Era uno di quelli con il quale avevo avuto fino ad allora meno confidenza, mentre il mio sguardo era invece soprattutto per il corpo mozzafiato di Sonja che saliva prima di noi.
Non portava nessun tipo di biancheria intima e questo mi fece avere già da
subito una grossa erezione. Ma non potevo non pensare a quel grosso dildo che
mi attendeva e quel pensiero non mi lasciava affatto tranquillo.
La donna aprì la porta della sua stanza ed entrò lasciandoci sull'uscio,
indecisi sul da farsi
" Entrate, idioti. E spogliatevi" Obbedimmo all'ordine rimanendo completamente
nudi e potei osservare come, mentre il mio cazzo era dritto per l'effetto che
mi faceva Sonja, quello di Brad era miseramente a riposo. Allora aveva ragione
Sonja quando diceva che il terrore che aveva instaurato in tutti gli uomini li
portava ad avere difficoltà di erezione. E perche' mai invece io ero eccitato
come un animale in calore? Sonja sorrise mentre osservava le nostre reazioni
completamente differenti e avanzò verso Brad
" Cosa c'è? Non mi desideri? Non mi trovi attraente?" Il tono era leggero,
quasi ironico, ma sembrava la quiete prima della tempesta. Se presto il suo
testosterone non fosse cominciato a circolare, non sarei voluto stare nei
panni di quel poveretto nemmeno per tutto l'oro del mondo
" Oh no signora. Lei è bellissima. E' che ... "
" Cosa? Hai paura?"
" Si signora"
" E fai bene ad averne" concluse Sonja. E stavolta il suo tono non aveva nulla
di ironico. Aprì infatti il suo cassetto ed estrasse il malefico oggetto: il
grosso dildo di gomma. Si fece scivolare di dosso il suo vestitino rimanendo
interamente nuda con solo le sue scarpe altissime ai piedi e poi si sedette
sul bordo del letto ordinando a Brad di inginocchiarsi ai suoi piedi
" Ti piacciono le mie scarpe?" Brad acconsentì con la testa e Sonja avvicinò
i suoi piedi alla bocca del suo schiavo
" Bene! Allora leccale completamente, comprese le suole" Oh mio Dio. Sapevo
che esistevano certe pratiche ma sapevo anche che le persone che lo facevano erano consenzienti e che l'uomo provava un certo piacere erotico nell'effettuarle. Ma così... Era assolutamente schifoso ma quel poveretto non poteva esimersi e, tremando, si
mise all'opera. La sua lingua iniziò ad operare prima sopra la scarpa e
quindi toccò ai tacchi e infine alla suola per poi ricominciare con l'altra
scarpa. Brad aveva continue forze di stomaco ma non si azzardò mai a
smettere. La sua vita dipendeva da quello che stava facendo. Qualunque altra
azione avrebbe commesso, Sonja lo avrebbe ucciso. Già Sonja. Non conosceva
pietà. Più l'uomo era disgustato per ciò che stava facendo e più lei
sembrava provare piacere nell'umiliarlo. Perché? Qual era la forza misteriosa
che la faceva comportare in quel modo? Conoscevo il mondo e sapevo che c'erano
migliaia di uomini disposti a fare certe cose, addirittura a pagare pur di
provare quelle sensazioni e una donna come Sonja, con quella straordinaria
bellezza che aveva, avrebbe potuto avere l'imbarazzo della scelta se veramente
sentiva il bisogno di vedere un uomo inginocchiato ai suoi piedi. Ma no, non
sarebbe stata la stessa cosa. Forse il suo piacere stava proprio
nell'obbligare un uomo a fare ciò che non voleva fare. Mio Dio, dove ero
finito! Ma l'umiliazione per il povero Brad era appena terminata e dopo il
disgusto sarebbe venuto qualcosa di molto peggio e soprattutto molto doloroso.
Sonja infatti, si mise lo strap on. Mi sembrava di rivedere una scena già
vista. Sonja costrinse prima l'uomo a prendere in bocca quell'arnese e poi,
dopo averlo fatto inginocchiare sul letto, lo prese da dietro, con violenza.
Era una situazione al limite dell'incredibile, con quel poveretto in lacrime
senza nemmeno poter urlare. Una scena di violenza assoluta ma che ancora una
volta, come la sera precedente, mi eccitava. Oh mio Dio. Perché? Cosa mai
provavo nel vedere una violenza carnale? Una delle cose peggiori che un essere
umano potesse perpetrare nei confronti di un altro essere umano. Un abominio,
una ignobile imposizione che la persona più forte commetteva nei confronti di
quella più debole. E il fatto che fosse una donna a violentare un uomo non
avrebbe dovuto rendere quella scena meno cruenta. E invece, ero stranamente
attratto da quella dimostrazione di autorità, di grandezza, di forza e di
potere. Non era sesso ma possessione e dimostrazione di potere assoluto nei
confronti di un altro essere umano. Osservavo quel dildo fare avanti e dietro
dentro l'ano di Brad, osservavo la sua faccia stravolta dal dolore e
dall'impotenza, le lacrime mischiate al sudore e poi il corpo atletico di
quella donna, le sue spinte sempre più potenti e finalmente il suo orgasmo
che interruppe quella scena e i miei pensieri contorti. Sonja non aveva però
terminato con quel poveretto. Estrasse lo strap-on dall'ano di Brad e poi gli
ordinò di pulirlo con la bocca. L'uomo dovette sottostare agli ordini di
Sonja, malgrado l'evidente repulsione che provava e quando ebbe terminato lo
fece alzare e si avvicinò a lui. Vedevo la donna quasi di spalle ma capii
dallo sguardo terrorizzato del mio compagno che per lui si stava mettendo
male. Vidi Brad chiudere gli occhi e poi cercare di coprirsi il volto con le
braccia ma fu tutto inutile. Sonja infatti afferrò con la sua mano sinistra
il braccio del suo schiavo e poi lo colpì con un destro di inaudita violenza
per poi bissarlo con il sinistro dopo avergli lasciato la presa. Il tutto con
la sua solita straordinaria velocità. Brad strabuzzò gli occhi e poi cadde a
terra come un fantoccio inanimato
" Domani lo ucciderò e lo faro' davanti a tutti" Mi avvicinai a lei, con
grosso timore, ma il dovere mi spingeva a cercare di salvare quell'uomo
" Perché ucciderlo signora?" Sonja voltò lo sguardo verso di me e il timore
si fece più grosso. Mi stavo cacciando in un grosso guaio. Non sembrava
contrariata ma quasi incuriosita che qualcuno avesse l'ardire di mettere in
discussione un suo ordine, ma comunque il rischio che mi stavo prendendo era
enorme "Intendo dire signora, che uno schiavo in più le può far comodo"
" E perché mai dovrebbe farmi comodo?"
" Perché ci sono tante cose da fare in questa casa e poi perché è un altro
uomo ai suoi voleri. Lei vuole il dominio assoluto nei nostri confronti, non
è così?"
" Certo che è così"
" E Brad è assolutamente dipendente dalla sua volontà. Ha terrore di lei e
lei mi ha detto che ama vedere il terrore negli occhi di un uomo. Lo risparmi,
signora, e anche lei ne trarrà giovamento" Sonja si mise seduta sul bordo del
letto
" Accendimi una sigaretta" mi ordinò e io le obbedii immediatamente. Non
capivo cosa volesse fare di me. Forse mi ero spinto troppo in là e quella
donna non avrebbe accettato questo mio comportamento che contrastava con le
regole di assoluta obbedienza che vigevano in quella dimora. Aspirò un paio
di boccate e poi proseguì "Pensi davvero che io possa essere manipolabile?"
" No signora" risposi sinceramente "Ma credo che sia mio dovere cercare di
salvare una vita umana, pur sapendo che questo può costare la mia vita.
Quell'uomo era terrorizzato e non è facile eccitarsi in quelle condizioni.
Anche dinanzi a una donna della sua bellezza. Perché credo che lei voglia
punirlo per questo, non è così?" Sonja sorrise
" Si, è per questo. Sai, non capisco se tu sia incosciente o se sei dotato di
un coraggio particolare. Sai che stai rischiando la vita, sai che io non mi
farò scrupolo di ucciderti eppure stai provando a salvare la vita di
quest'uomo che nemmeno conosci. Perché lo fai?"
" Non lo so, signora. Sono fatto così. In Iraq ho rischiato la vita più
volte per salvare dei miei commilitoni. Non lo faccio perché sono
incosciente. So cos'è la paura e quella che provo davanti a lei è
addirittura di gran lunga superiore a quella che provavo in guerra. Però non
posso farne a meno di provarci. Mi serve per stare bene con me stesso" Sonja
rimase qualche secondo in silenzio, mentre la mia respirazione si faceva
difficoltosa. Stava forse decidendo se uccidermi o risparmiarmi e violentarmi?
Qualunque fosse stata la sua decisione, quei pochi secondi di attesa erano
interminabili. La mia vita dipendeva dall'umore di quella donna che continuava
ad attrarmi in modo incredibile. Si alzò e venne a stretto contatto con me,
con il mio pene sempre più eretto che poggiava sul suo ombelico. Era una
meravigliosa sensazione. Quel corpo mi piaceva, lo trovavo tremendamente sexy.
Il contrasto tra la pelle morbida con la durezza dei suoi muscoli mi dava una
sensazione di piacere mai provata prima. Lei prese il mio mento con le sue
dita e portò la mia bocca a pochi millimetri dalla sua
" Tu però non hai problemi, a quanto vedo"
" Io no signora"
" Perché tu no? Cosa pensi di avere di diverso dagli altri?"
" Non lo so, signora. Io non so spiegarglielo. Lui "dissi indicando il mio
pene in erezione "non ragiona"
" Ma tu si ed io conosco abbastanza gli uomini per sapere che c'è un certo
ragionamento logico nell'eccitazione, oltre che una parte di istinto"
" Lei è molto bella. Lei è la donna più bella che io abbia mai visto. Non
so se è istinto o ragionamento ma è quello che sento, che vedo e che lui
percepisce"
" E la paura? Dici di avere paura ma hai il coraggio di affrontarmi e di
rischiare la vita"
" Ognuno manifesta la paura in una certa maniera. Se io dovessi misurarmela in
questo momento, sarebbe ai massimi livelli. Ma la paura in me è adrenalinica.
Mi fa rischiare ed evidentemente, mi fa anche eccitare" La sua mano sempre sul
mio mento mi costringeva a guardarla negli occhi. Sembrava avesse delle lenti
a contatto per quanto erano azzurri. Mi evocavano laghi ghiacciati e
incontaminati e, come se mi stessi facendo il bagno in un lago simile, il mio
corpo tremava di freddo e di paura
" Ieri mi hai detto che sei anche affascinato e ammirato dai miei modi. Dimmi,
Jason. Hai tendenze sottomesse o masochiste?"
" No signora. O almeno non l'ho mai avute. Ma con una donna come lei è più
facile"
" Cosa è più facile?"
" Accettare la sua superiorita' e di conseguenza obbedirle e usare un tono
sottomesso. E quindi, per rispondere definitivamente alla sua domanda, no, non
ho mai avuto tendenze sottomesse o masochiste e mai accetterei di farmi
dominare da una donna, ma se quella donna ha le sue caratteristiche, pur non
desiderandolo, mi rimane più facile assoggettarmi" Deglutii nervosamente.
Ogni volta che aprivo bocca sentivo di essere sotto esame e che Sonja
vagliasse ciò che avevo detto per poi darmi il suo responso. Ma anche quella
volta sembrava che non avessi urtato la sua suscettibilità e che, anzi, fosse
rimasta in qualche modo soddisfatta delle mie parole. Avvicinò il suo bacino
toccandomi il pene che rispose a quel contatto gonfiandosi maggiormente
" Mi desideri tanto?"
" Quanto non potrei desiderare nient'altro nella mia vita" Risposi
sinceramente. A quel punto, dovevo solo attendere cosa lei decidesse di fare della mia vita. Fare sesso o ammazzarmi senza pietà?
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