La gladiatrice Episodio 12

di
genere
dominazione

Dodicesimo episodio

Sonja sorrise, chinò la testa e finalmente la sua bella bocca incontrò la mia. La mia mente resettò completamente tutto ciò che mi circondava. Un uomo svenuto ai piedi del letto con la faccia sporca di sangue, una donna dalla forza mostruosa, il fatto di essere praticamente uno schiavo completamente sottomesso ai suoi voleri, niente esisteva più. Eravamo io e lei. Io e una bellissima donna interamente nudi nella sua camera da letto. Mentre continuavamo a baciarci, lei mi spinse sopra il letto e poi si mise sopra di me. Tutto fu come la sera scorsa. La mia voglia di lei era enorme, il piacere che provai penetrandola, immenso. Eravamo una coppia di amanti che si desideravano allo spasimo. Si, anche lei mi voleva. Lo sentivo, lo percepivo da come mi toccava, da come continuava a baciarmi, dai suoi gridolini di femmina vogliosa e io cercavo di fare sfoggio di tutte le mie abilità amatorie. La toccavo nei punti erogeni, muovendomi sotto di lei nel modo appropriato, sfregando il mio pene al massimo della sua turgidità sulle sue pareti vaginali. Nessuna parola tra di noi. Cosa potevamo dirci? Ma le parole in quel momento non contavano ed era importante soltanto la nostra eccitazione che era animalesca e che, quasi per magia, riuscì a spegnersi contemporaneamente. Le chiesi il permesso proprio mentre Sonja ebbe il suo orgasmo e lei me lo concesse. Se non me l'avesse permesso per me sarebbe stata la fine in quanto ero ormai allo stremo della
mia resistenza. E quelle furono le nostre uniche parole durante l'amplesso.
Era tutto terminato ed era ancora sopra di me. Guardavo quel bel viso e mi
domandavo come era potuta diventare una sanguinaria assassina. Quale mistero
si celava dietro quella donna?

" E' stato bellissimo" riuscii alla fine a dire. Sonja mi guardò in modo
strano, in un modo che non riuscii a comprendere, poi si tolse da quella
posizione sdraiandosi accanto a me sul letto

" Si, ho fatto del buon sesso e questo salverà la vita a te e a quell'inetto"

" Grazie, signora" risposi e poi guardai il fallo di gomma poggiato ancora sul
comodino. Sentii quasi una fitta al petto. Ora l'avrebbe usato con me?
Sembrava essere questo il suo modo di comportarsi con tutti noi. Sonja notò
dove si erano posati i miei occhi

" No, non preoccuparti. In questo momento non ne ho voglia"

" Grazie signora" risposi di nuovo. Sembravo salvo, anche se con quella donna
niente sembrava sicuro. Lei intanto mi ordinò di accenderle una sigaretta e
dopo aver espletato il suo ordine mi guardò negli occhi

" Stanotte resterai qui. Potrei avere voglia di te anche in seguito. Per
scoparti o per violentarti ancora non l'ho deciso. O forse per tutte e due le
cose" Dovevo rimanere con lei? Una parte di me si era agitata parecchio a
quella frase. Rimanere con lei significava continuare a rischiare la vita, ma
non potevo negare a me stesso che provavo anche un piacere particolare nel
restare accanto a quella femmina che, non pago della mia dose di sesso,
continuava ad eccitarmi come non mai. Ad ogni modo, le risposi
diplomaticamente

" Come vuole lei, signora. Per me è un piacere e un onore" Sonja si girò
improvvisamente verso di me. Sembrava arrabbiata e la situazione era
improvvisamente diventata drammatica per me. Cosa diavolo avevo fatto? Lo
scoprii immediatamente

" A che gioco stai giocando? Per quale motivo ti stai comportando da ragazzino
innamorato con me? Chi credi di incantare con le tue moine?" Aveva urlato ed
io alzai le mani impaurito, scuotendo la testa

" Nessun gioco, signora. Glie lo giuro. Lei per me è davvero una bellissima
donna. Glie l'ho detto, glie lo ripeto e credo di averlo dimostrato facendo
l'amore con lei in modo appassionato. Non metterei a repentaglio la mia vita
facendo lo scemo" Sonja si chinò su di me, mettendo di nuovo il suo viso a
pochi centimetri dal mio e con i suoi splendidi seni a contatto con il mio
petto, tenendosi con una mano sopra il letto. Trovavo un piacere particolare
nel vedere come, sotto un piccolo sforzo come poteva essere quello che stava
facendo, le braccia si erano delineate in modo molto sensuale. Non era un
ammasso di muscoli come poteva far immaginare la sua forza enorme, ma aveva le
braccia e le gambe tornite, da sportiva praticante. Le accarezzai quel
braccio. Non potevo esimermi dal farlo, come se una forza misteriosa mi
attraesse verso di lei. Sonja mi guardò meravigliata

" Cosa stai facendo?"

" Sto rischiando la vita, signora. O forse me la sto salvando. Vorrei solo
dimostrarle che non sto giocando. Il suo corpo mi attrae e vorrei accarezzarlo
tutto" Ecco fatto. Forse avevo firmato la mia condanna a morte. Invece Sonja
prese l'altra mia mano e la mise sul suo seno. Le osservai il viso. Era
compiaciuta. Grazie al cielo i miei complimenti le erano piaciuti. Aveva
capito che non mentivo e che credevo realmente a ciò che stavo dicendo. Le
avevo detto che la trovavo molto bella e attraente ed era esattamente ciò che
vedevano i miei occhi. Con la sua gamba destra scavalcò il mio corpo e
soprattutto il mio pene di nuovo turgido e si posizionò ancora sopra di me.
Prese i miei polsi imprigionandoli con le sue mani e poi mi guardò sorridendo

" Si, stai rischiando la vita e non so se stai giocando o meno, ma sicuramente
sarebbe un peccato sprecare questa grazia di Dio" disse infine rivolgendosi
alla mia erezione. Sorridemmo e poi scivolò sul mio pene facendosi penetrare.
Chiusi gli occhi per un istante e quando li riaprii il bel viso di Sonja era
proprio sopra di me

" E' bellissimo fare l'amore con lei, signora" Non disse nulla e continuò a
muoversi con furore sopra di me. Le piacevo o forse le piaceva il mio modo di
fare l'amore. O forse trovava interessante un uomo che, invece di mettersi a
frignare come tutti i suoi schiavi, reagiva, nel limite di quanto si potesse
fare di fronte a una donna che aveva in mano la mia vita. Si, reagivo e in
un certo qual modo l'avevo corteggiata e lei era pur sempre una donna. Forse,
le mie reazioni la incuriosivano e la lusingavano ma quello che più contava
era come il sesso che facevamo fosse appagante. Per me lo era di certo. Il suo
corpo, la sua struttura fisica, stuzzicava non poco la mia reazione erotica e
io sembravo stimolare la sua.

Andammo avanti per diverso tempo senza mai cambiare posizione. Le avevo
chiesto, col dovuto tatto, di cambiarla ma lei era stata irremovibile.
Sembrava che l'unico modo di fare sesso che lei conoscesse fosse lei sopra e
io sotto. O forse pensava di poter perdere il suo predominio su di me se
avesse optato per fare sesso in un altro modo? Non aveva importanza ed erano
domande destinate a rimanere senza risposta. Terminammo quel sesso comunque
molto appagante e stancante. I nostri respiri erano affannati e faticavano a
rientrare nella norma. Ci eravamo baciati a lungo durante l'amplesso e cercai
di nuovo le sue labbra. Sonja si ritrasse

" Perch?" le chiesi

" Perché un bacio prima del sesso è preliminare, durante il sesso fa parte del sesso stesso, dopo è soltanto una smanceria che non ho intenzione di condividere con te"

" Capisco" risposi guardandola. Sonja intanto, prima si sdraiò sul letto
mettendo le sue mani dietro la testa e poi piegò le ginocchia. Aveva gli
occhi socchiusi anche se ogni tanto volgeva il suo sguardo nella direzione
dove ero io. Ormai era completamente priva di trucco ma questo non inficiava
assolutamente sulla sua bellezza. I suoi lineamenti continuavano ad essere
molto belli, anche se ovviamente aveva perso un po' quell'aggressività che il
suo trucco intenso le regalava, anche se a questo provvedeva comunque il suo
corpo esplosivo e forte. Sembrava pensierosa. Mi avvicinai un po' a lei

" Posso farle una domanda?"

" Dimmi. Cosa vuoi sapere?"

" Mi vengono in mente un migliaio di domande su di lei e ce n'è una che le
raccoglie tutte. Cosa significa tutto questo? I combattimenti, il colonnello,
questa villa dove lei tiene prigionieri un sacco di uomini, Alejandro ... Tutto insomma"

" E per quale motivo dovrei raccontarti delle cose che riguardano la mia
vita?"

" Perché molto probabilmente porterò la sua confidenza nella tomba. Mi hanno
detto che sono destinato ad accettare tutti gli incontri che lei e il
colonnello deciderete. E quanti ne posso vincere? Uno, due, dieci, ma poi?
Prima o poi troverò qualcuno che mi batterà e non credo che quella gente che
decide la vita degli altri me la risparmierà un'altra volta"

" I senatori spesso risparmiano la vita dei buoni lottatori e tu sei uno dei
migliori che ho affrontato. Potresti essere salvato ancora"

" Ma quante volte può accadere? Lo sa anche lei che fra poco morirò. Se non
accadrà nell'arena succederà qui, in questa villa. Prima o poi io
commetterò qualche errore e lei mi uccidera'" Sonja mi guardò seriamente

" Si, forse succederà così. La tua vita dipende da te, ormai. Se non farai
stronzate con me io ti lascerò vivere. Se tu ti sottometterai ai miei voleri
come deve farlo uno come te, con me non correrai rischi. E anche nell'arena
sarai tu ad essere il vero giudice della tua vita. Non avere pietà, combatti
sempre per la tua vita e riuscirai a farcela. Solo io posso sconfiggerti con
facilità e non succede mai che io debba combattere due volte con lo stesso
uomo"

" Questa è una buona notizia" dissi con felicità. Il non dover
combattere contro di lei era una speranza notevole per non essere ucciso. Lei
intanto mi guardò cercando forse di capire quali fossero i miei pensieri.
Cosa molto complicata perché nemmeno io stesso riuscivo a metterli a fuoco
nella loro interezza

" Cosa vuoi sapere, allora?"

" Come è possibile che lei sia diventata così forte, ad esempio" Sonja
divenne improvvisamente seria. Il suo volto si fece addirittura triste e poi
sentii la sua voce

" E' una faccenda privata"

" Capisco" risposi deluso. Ma io non ero il tipo di arrendersi facilmente
"Peccato però. Confidarsi potrebbe essere piacevole anche per lei. Ogni tanto
fa bene raccontare le proprie faccende a un'altra persona. E' la base da cui
poi è nata la psicanalisi" Sonja scoppiò a ridere

" E chi sei tu? Freud? Stai cercando di nuovo di manipolarmi e non capisco
perché sto qui a ridere delle tue battute invece di spezzarti le ossa una ad
una"

" Forse perché lei sa che puo' farlo quando vuole. O forse perché una parte
di lei ha voglia di parlare con qualcuno"

" E tu vorresti essere quel qualcuno?"

" Mi riempirebbe di gioia" Ancora una volta Sonja mi scrutò per cercare di
carpire i miei pensieri. Era evidente che cercava di capire se il mio
atteggiamento fosse naturale oppure dovuto a una precisa tattica per entrare
nelle sue grazie

" Ma si, che male c'è?" esclamò infine dopo alcuni interminabili secondi di
pausa "In fondo hai ragione. Fa bene raccontare le cose proprie a un altro
essere umano. Ma non voglio che la cosa si sappia. E credo che ormai tu abbia
capito che quello che io voglio è legge"

" Grazie signora" dissi euforico "vedrà che la sua fiducia è ben riposta"

" Sono sicura che è ben riposta. Ne va della tua vita e sembri molto
coraggioso ma non certo un incosciente che mette a repentaglio la propria
pelle" Scossi la testa. Quello che mi stava per confidare sarebbe rimasto un
segreto che non avrei condiviso con nessuno. Lo avrei fatto per salvarmi la
pelle, è vero, ma anche per il rispetto che dovevo a quella creatura
straordinaria.

Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-03-07
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