La gladiatrice episodio 13

di
genere
dominazione

Sonja mi guardò e mi ordinò di accenderle un'altra sigaretta. Era ancora
completamente nuda dopo aver fatto sesso e, cercando di non dare nell'occhio,
indugiavo con lo sguardo sul suo corpo scolpito. Ero affascinato da tanta
perfezione, perso nella maestosità di quel fisico e, a fatica, dovetti
distogliere quello sguardo risalendo per osservarla in viso. Stava per parlare
e soprattutto stava per confidarmi un segreto importante

" Bisogna andare indietro col tempo a molti anni fa. Ero un giovane capitano
delle forze speciali. Il più giovane capitano dell'intero esercito americano.
Conobbi il colonnello Cartright che mi propose di diventare il capo di un
manipolo di soldati destinati a imprese quasi impossibili. Conoscevo bene già
da allora diverse arti marziali ed ero in grado di sconfiggere qualunque
soldato maschio del mio plotone, ma per compiere quelle imprese dovetti
allenarmi intensamente per oltre un anno. C'era la guerra in Afghanistan e noi
dovevamo appoggiare i ribelli afghani contro le truppe sovietiche senza però
essere riconosciuti come militari americani. Dovevamo agire in segreto. Gli
Stati Uniti non dovevano figurare in quella guerra anche se era a conoscenza
di tutti che aiutavamo i mujaheddin" Sonja riprese fiato e io la guardai con
gli occhi sbarrati

" Ma signora, la guerra dei russi in Afghanistan termino' nel 1992. Ora siamo
nel 2014 e quindi sono trascorsi ben 22 anni. Come e' possibile? Lei doveva
essere poco più di una bambina" Sonja scoppiò a ridere fragorosamente

" Perché quanti anni mi dai?"

" Non so, 35" provai ad immaginare considerando il suo corpo assolutamente
privo dei segni di un'età avanzata e il suo viso liscio e ancora sgombro da
rughe

" Ne ho 50 e quando incontrai Cartrighit, nel 1989, ne avevo 25" La guardai
incredulo. Quella bellissima donna aveva 50 anni? Come era possibile?

" E' incredibile" mormorai "Lei è di gran lunga la cinquantenne più bella e
sensuale che esista al mondo"

" Forse si. Non credo che una donna della mia età possa sfoggiare un corpo
come il mio"

" No senz'altro" ammisi completamente imbambolato "Prosegua, la prego"

" Ok. Dunque, per oltre un anno il colonnello fece allenare me e un gruppetto
di dieci uomini. Non si trattava solo di allenamento fisico che pure dava i
suoi frutti. Io e i miei compagni eravamo in grado di sconfiggere ognuno una
decina di avversari contemporaneamente basandoci soltanto sulla nostra
abilità nelle arti marziali. C'era qualcos'altro. Ci facevano delle strane
flebo che ci facevano diventare potenti, fortissimi. Come ti ripeto, forse non
ce ne avremmo avuto nemmeno bisogno ma Cartright aveva intenzione di creare il
soldato perfetto. E noi diventammo tutti dei soldati perfetti. Eravamo in
grado di sconfiggere un intero plotone da soli. In due anni sgretolammo la
resistenza sovietica facendo vincere i mujaheddin con una serie di imprese al
limite dell'impossibile"

" Una scelta sbagliata, col senno del poi"

" Si, ma noi eravamo soldati e la politica non doveva interessarci. Certo, a
vedere quello che poi accadde, non fu la scelta giusta ma noi dovevamo
sconfiggere i sovietici e lo facemmo. Potrei raccontarti delle imprese
straordinarie, mie e di quei ragazzi che avevo l'onore di comandare, ma dovrei
parlare per settimane"

" Sono qui ad ascoltarla, signora"

" Un'altra volta forse potrei raccontarti degli episodi particolari ma adesso
voglio andare avanti con la mia storia. Dunque, ero rimasta a quando ci
facevano quelle flebo. Una al giorno. Come ti ho detto, prima che cominciassi
a farle ero già in grado di uccidere un uomo a mani nude. Anzi, più di uno.
Potevo spezzare il collo a un nemico in meno di tre secondi, senza dargli il
tempo di fare un fiato. La mia struttura fisica era ottimale e i miei
allenamenti erano intensi e mirati ad ottenere il massimo da un essere umano.
Ma dopo aver cominciato a fare quelle flebo, diventai praticamente
invincibile. La mia struttura fisica non cambiò. Ero gia' imponente come
adesso ma i miei muscoli diventarono d'acciaio e la mia forza fisica, già
notevolmente superiore a quella di un uomo, divenne mostruosa"

" E poi cosa accadde?" domandai affascinato da quella storia

" Cademmo in una trappola. Eravamo soldati perfetti ma non eravamo
invulnerabili. I miei compagni furono trucidati e soltanto io riuscii a
salvarmi. O meglio, mi salvo' Alejandro. Lui era il pilota del nostro
elicottero, l'unico membro della mia squadra a non fare quelle strane flebo.
Lui non ne aveva bisogno in quanto era solo un pilota. Ma era un soldato
fedele, sempre pronto ad obbedirmi, come tutti gli altri, del resto,
innamorato pazzamente di me. Si fidavano tutti ciecamente di me e io non
riuscii a salvarli. Al ritorno da quella missione tragica decisi di
abbandonare l'esercito. Ero distrutta moralmente e non volevo più indossare
la divisa e Cartright accettò. In fondo, la guerra era ormai praticamente
vinta e non aveva più bisogno di me

" E il governo non proseguì quegli esperimenti?" chiesi

" Per quanto ne so io, no. C'erano delle controindicazioni piuttosto elevate,
a cominciare dall'insorgere di tumori, fino alla perdita di controllo negli
individui trattati col farmaco"

" Ma lei ed il suo gruppo ne eravate immuni"

" Non proprio. Alcuni dei miei soldati cominciavano a dare fuori di testa e
solo io riuscivo a tenerli a freno. E un soldato con quelle doti, fuori da
ogni schema, può essere più pericoloso che utile alla causa. Comunque sia,
il Ministero della Difesa decise di sospendere quegli esperimenti e a nulla
valse l'opposizione di Cartright che intendeva invece sfruttare quella
sostanza che ci iniettavano per creare un altro gruppo di invincibili da
dirottare in un altro scenario di guerra"

" Anche lei aveva avuto delle controindicazioni?"

" Per fortuna non così gravi, ma quell'esperienza aveva cambiato anche me,
eccome. Ero diventata un'altra donna ed ero irascibile, sempre pronta a
picchiare chiunque si mettesse sulla mia strada. Per qualche anno riuscii a
cavarmela ma poi accadde qualcosa che mi rimise sulla strada di Cartright. Per
una banale lite uccisi un uomo. Lo strangolai con una mano e mi accorsi che
avevo provato uno strano piacere nell'ucciderlo, lo stesso piacere che tutti
noi provavamo in guerra e che scambiavamo per eroismo, per devozione alla
Patria. Quel piacere ritrovato mi fece rendere conto che io ero drogata di
potere e di sangue, come e più di quando ero un militare. Dovetti però
scappare. La polizia mi stava alle calcagna e chiesi l'aiuto del colonnello.
Sapevo che lui aveva delle conoscenze molto importanti e mi diede una mano. Il
mio omicidio fu classificato come commesso da uno sconosciuto ma lui volle
qualcosa in cambio. Voleva mettere in piedi un affare da milioni di dollari e
io ero ciò che lui voleva"

" L'arena della morte?" intervenni

" Esattamente. Accettai naturalmente. Avrei ricevuto un sacco di soldi e
soprattutto avrei avuto l'opportunità di combattere e di uccidere nuovamente.
E' un piacere che solo chi ha provato può capire. Tu hai mai ucciso in
guerra?"

" Si signora. Mi è capitato ma non sono diventato un assassino"

" Io intendevo il piacere di uccidere una persona a mani nude. Sapere che la
vita di quell'uomo si sta spegnendo nelle tue mani. No, non lo sai. Forse
saranno quelle schifezze che mi hanno iniettato, ma io ho bisogno di quello. E
nello stesso tempo ho bisogno di potere, di ridurre uomini alti e grossi come
te in schiavitù. In pochi anni, grazie al colonnello, ho creato il mio regno
e adesso ho tutto: soldi, potere, sangue e sesso. Ecco, adesso sai tutto"
Guardai Sonja quasi con dolcezza. Lei non era responsabile completamente di
ciò che faceva e la colpa semmai era del colonnello che ne aveva fatto una
macchina da guerra e l'aveva fatta diventare una psicopatica assetata di
sangue. Inconsciamente alzai la mia mano per accarezzarla

" Lei non ha colpe, signora" le dissi quasi con tenerezza ma lei afferrò il
mio polso prima che la potessi accarezzare

" Ti ho detto che non voglio smancerie. Non mi comprerai con due moine" Sonja
si alzò dal letto di scatto, con il mio polso ancora saldamente nella sua
mano, facendo alzare anche me dal letto e trascinandomi prima sopra il letto
stesso e poi per un paio di metri sopra il pavimento, facendomi strisciare ai
suoi piedi. Quando lei si fermò, io ero completamente supino dinanzi ai suoi
piedi

" Ho capito signora. Nessuna smanceria. Io volevo solo ..." provai ad
obiettare

" Non me ne importa niente di cosa volevi" m'interruppe mettendo il suo piede
sopra la mia testa e spingendo poi quel tanto che non mi permettesse di
muovermi "Ti avevo avvertito che non avresti dovuto usare quel tono smielato
con me e adesso ne pagherai le conseguenze. Vai a prendere il fallo di gomma
dentro il comodino e poi vai in bagno a lavarlo. Usa acqua e sapone soltanto e
poi torna immediatamente qui" Sonja tolse il piede dalla mia testa per darmi
modo di rialzarmi. Un tremore innaturale mi stava intanto pervadendo. Ecco,
era giunto il momento che tanto paventavo. Tra poco sarei stato sverginato,
fottuto, inculato e io non potevo fare nulla per evitarlo. Non potevo fare nulla e quella sensazione di impotenza assoluta era ciò che mi pesava maggiormente.

Per commenti scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-03-13
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