La gladiatrice Episodio 14
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Mi recai nel suo bagno e lavai quell'arnese pulendolo nel miglior modo possibile. Avevo paura anche di attaccarmi qualche malattia, essendo lo stesso strap-on appena usato nei confronti di Brad. Guardai quell'affare con disgusto. Aveva la grandezza di un pene di medie dimensioni e fra poco sarebbe entrato dentro di me. Non potevo credere a una simile eventualità. Stavo sognando e fra poco mi sarei risvegliato in un lago di sudore nel mio morbido letto e tutto sarebbe scomparso: la mia indagine, la lotta nell'arena e naturalmente anche Sonja e il suo stramaledetto dildo. E invece no. Ce l'avevo in mano, era vero, tutto vero. Mi recai di nuovo nella stanza di Sonja e le porsi lo strap-on. Se lo mise con movenze appositamente lente, forse per farmi soffrire ancor di più
nell'attesa. E se quella era la sua intenzione, ci stava riuscendo
perfettamente. Mi sentivo come un condannato a morte in attesa
dell'esecuzione. Il mio tremore aumentava, il mio battito si faceva ancora
più accelerato e la mia paura era ormai di dimensioni galattiche quando vidi
la bella donna sorridermi ironicamente
" L'hai mai preso in bocca?"
" No signora"
" C'è sempre una prima volta nella vita. In ginocchio e fammi un bel pompino"
Le obbedii. Cos'altro avrei potuto fare? Iniziai prima a leccarlo, cercando di
vincere il disgusto. Mio Dio, ma come facevano le donne? Mi faceva schifo e
peggio ancora fu quando dovetti praticamente ingoiarlo. Sentivo le forze di
stomaco e più di una volta fui costretto ad interrompermi. Ed il peggio
doveva ancora arrivare. Dopo un tempo imprecisato che per me erano sembrate
ore interminabili, Sonja parve soddisfatta di come l'avessi lubrificato e lo
tolse dalla mia bocca ma mi ordinò di prendere della vaselina dentro lo
stesso comodino dove avevo preso il fallo e di cospargere il mio ano con
quella sostanza. Sempre più in preda alla paura e allo sconforto, feci quanto
mi era stato ordinato. Il momento era arrivato. Sonja mi fece inginocchiare
sul bordo del letto e poi iniziò a spingere. Ma non era affatto facile. Il
fallo non entrava, malgrado la vaselina. Il mio buco era troppo piccolo per
far penetrare quel coso con facilità ma questo impedimento non scoraggiò
affatto la donna che allargo' ancora di più le mie gambe e poi lo sentii.
Sentivo qualcosa che mi penetrava e un dolore indescrivibile, nemmeno
paragonabile al più forte dolore che avevo mai sentito fino ad allora in vita
mia. Avevo la sensazione che qualcuno mi stesse segando in due e afferrai il
lenzuolo mettendomelo in bocca per morderlo e non urlare ma il dolore era
troppo forte e l'umiliazione troppo grossa per non farlo e contemporaneamente
piangere tutte le lacrime che possedevo. I colpi che ricevevo erano lenti e
nemmeno troppo violenti, probabilmente per dare modo al mio ano di abituarsi
al corpo estraneo ma, inaspettatamente, insieme al dolore cominciai ad
avvertire anche strane sensazioni di piacere che quasi mi sconvolsero. Il mio
cazzo inizio' ad ergersi mentre Sonja continuava inesorabilmente a fottermi
prendendomi per i fianchi e spingendo con forza sempre maggiore. Non parlava
ma ansimava, emettendo suoni gutturali e sentivo le sue unghie quasi
penetrarmi nella pelle. Il dolore continuava ad essere enorme, sconvolgente,
ma ormai lo strap-on entrava e usciva dal buco del mio ano con sempre
maggiore facilità e io mi sentivo strano come non mai, incapace di pensare e
desideroso soltanto che quell'incubo terminasse, malgrado quelle sensazioni di
sconvolgente piacere si facessero sempre più intense e iniziavo addirittura
ad avere la sensazione di dover eiaculare da un momento all'altro. Ma,
improvvisamente, la presa di Sonja sui miei fianchi si fece ancora più forte
e la sua spinta si fece invece più lenta. Il dildo a doppia penetrazione stava ormai solleticando la sua fica in modo sempre più forte e la sua eccitazione era ormai salita alle stelle. Finalmente la sentii esplodere e, dopo qualche secondo, fermarsi completamente, qualche secondo prima che anch'io riuscissi a godere di quell'amplesso inusuale e incredibile. Ora, quel corpo estraneo dentro di me si sentiva in tutta la sua interezza e la sensazione era terrificante. Non
c'era piu' nemmeno quello strano piacere e sentivo solo la parte peggiore:
dolore. Un dolore che sentivo stranamente in ogni parte del corpo e
soprattutto alla testa. Stilettate lancinanti che mi facevano soffrire
enormemente e che aumentarono quando Sonja tolse il fallo senza avere alcun
riguardo nei miei confronti. Rimasi in quella posizione, umiliato, dolorante e
piangente, senza avere la forza di alzarmi e di guardare in faccia la mia
violentatrice. I miei singhiozzi erano sommessi ma inevitabili e
incontrollabili. Sonja fece un paio di passi indietro e poi si rivolse
duramente a me
" Tirati su e voltati. Guardami in faccia" Con gran fatica le obbedii. Scesi
dal letto. I miei movimenti erano enormemente rallentati e non riuscivo a star
in piedi se non con tutta la mia forza di volontà. Ma la guardai in faccia,
con le lacrime che ancora mi scendevano copiose e tirai fuori tutta la mia
dignità
" Ora sono anch'io come tutti gli altri. Era questo ciò che lei voleva?"
Sonja mi guardò. Sembrava perplessa e meravigliata per il coraggio che
dimostravo, ma poi fece un sorriso cattivo che mi fece venire i brividi
" Si, era questo ciò che volevo. Volevo violentarti e l'ho fatto. Hai la
minima idea di cosa voglia dire per una donna possedere un maschio? No, non
credo. Voi uomini siete abituati ad entrare dentro di noi e il sesso è per
voi un atto dominante. Ebbene, io ho il potere di cambiare le carte in tavola,
di essere io a possedere voi, di entrarvi dentro senza che voi possiate fare
niente per impedirmelo" Appoggiai la mano sinistra sul comodino per
sorreggermi. Mi sentivo uno straccio ma riuscii a sostenere il suo sguardo
" Ma è costretta anche a fare sesso tradizionale per soddisfare la sua indole
femminile. Scommetto che le pesa" Lo sguardo di Sonja si fece ancora più
truce. La stavo apertamente sfidando, anche se usavo un tono mite e sottomesso
" Che cosa ne sai te di ciò che provo io? " mi rispose venendomi di fronte.
La sua mano prese il mio mento stringendolo con forza "Tu non sai niente di
me. Pensi di avermi capita? Povero illuso che si atteggia a psicologo da
quattro soldi. Lui mi ammira, il signorino. Mi consola dicendo che quello che
faccio non è colpa mia. E chi ti dice che io non provi piacere fin dalla mia
giovinezza nel sottomettere gli uomini? Mi ammiri ancora, adesso che te l'ho
messo nel culo?" La osservai. Osservai attentamente quella bella donna che
diceva di avere ben 50 anni. Osservavo la sua sicurezza, il suo straordinario
modo di fare. La odiavo per quello che mi aveva appena fatto. Si, sentivo di
odiarla con tutto me stesso, eppure non potevo fare a meno di provare qualcosa
di indecifrabile nei suoi confronti
" Si, signora. Io l'ammiro. Può anche uccidermi ma non cambierà il mio
giudizio su di lei" Sonja lasciò la presa sul mio mento ma solo per colpirmi
con un manrovescio che mi fece letteralmente volare attraverso la stanza
mandandomi ad atterrare proprio sopra il povero Brad che era ancora svenuto a
terra, colpito con inaudita ferocia da Sonja. Ma anche quello schiaffo non era
stato meno violento. Il sangue mi colava abbondantemente sia dalla bocca che
dal naso e la testa mi girava vorticosamente. Come se non bastassero i dolori
lancinanti per la violenza subita. Sonja venne vicino di me e mi afferrò per
un braccio tirandomi su
" Tu non devi ammirarmi. Tu devi essere terrorizzato da me. Tu devi tremare al
solo pensiero che io possa guardarti. E' chiaro?"
" Sono terrorizzato da lei. Ho paura di quello che può farmi. Ma lei rimane
una donna con delle potenzialità uniche. Non so se e' ammirazione, rispetto o
qualcosa di simile, ma so che pur non condividendo niente di quello che fa, io
provo qualcosa che ... " Sonja non mi fece nemmeno terminare. Alzò
nuovamente il braccio per colpirmi con un altro schiaffo che mi sollevò da
terra. Che cosa mi stava passando per la testa? Perché le dicevo cose che
avrei dovuto tenere per me stesso? Lei voleva solo instaurare il terrore in
noi e non voleva nessun tipo di comprensione. Ero ormai al limite della
sopportazione fisica. Ero incapace di rialzarmi. Provai a mettermi in
ginocchio per poi spingermi in alto aiutandomi con le braccia ma riuscii
solamente a cadere pateticamente proprio ai suoi piedi
" Ecco quello puoi fare. Puoi solo stare ai miei piedi. Baciali" Continuando
a singhiozzare, le obbedii. Ancora altri interminabili minuti che trascorsi a
baciare i suoi piedi. Io che baciavo i piedi ad una donna ... Assurdo! Ma
tutto era assurdo in quella stanza, tutto sembrava irreale, lontano da ogni
immaginazione. Eppure io ero ai piedi di quella donna, sottomesso ai suoi
istinti degradanti, in un luogo dove la mia dignità era stata messa in
disparte, sepolta dalla sua forza straordinaria. Eppure, smisi per un istante
di baciarle i piedi e alzai la testa per guardarla. Era maestosa e la mia
posizione ingigantiva ancora di più la sua figura, fiera, consapevole che
tutto le fosse concesso in virtù delle sue straordinarie doti e in quel
preciso istante il mio odio per lei scomparve per lasciar posto di nuovo a
quello strano senso di ammirazione e di rispetto, quelle sensazioni che lei
non voleva assolutamente sentire sulla sua pelle. Mi chiedevo perché. Erano
sensazioni nobili e lei le rifiutava. Ad ogni modo, lei mi tirò su di nuovo
per un braccio
" Dovrei ucciderti per come hai osato rivolgerti a me"
" Perché non lo fa? Ci metterebbe un secondo. Con la sua forza le basterebbe
un pugno per uccidermi e io la finirei di soffrire" Lei mi guardo
intensamente negli occhi
" Credi che tutto dipenda dalla mia forza? Uno come te l'avrei potuto uccidere
anche a vent'anni, prima che mi iniettassero quella schifezza. Non ho bisogno
di nessun aiuto che non siano i miei muscoli naturali, la mia bravura nelle
più disparate arti marziali e i miei lunghi e spossanti allenamenti. Mi
basterebbe questo e tu resisteresti in piedi non più di dieci secondi. Ma non
ho nessun dovere di spiegarti null'altro. Oggi mi sono lasciata andare pure
troppo con le confidenze. Ora va, prendi quel derelitto e uscite dalla mia
stanza. E' tardi, voglio riposare e di te non ho più bisogno. Sparisci"
Con le ultime residue forze, trascinai il corpo inanimato di Brad fuori dalla
stanza di Sonja e poi mi lasciai prendere dallo sconforto. Mi sedetti a terra
a fianco al mio compagno di sventura e mi lasciai andare al pianto più
sfrenato.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
nell'attesa. E se quella era la sua intenzione, ci stava riuscendo
perfettamente. Mi sentivo come un condannato a morte in attesa
dell'esecuzione. Il mio tremore aumentava, il mio battito si faceva ancora
più accelerato e la mia paura era ormai di dimensioni galattiche quando vidi
la bella donna sorridermi ironicamente
" L'hai mai preso in bocca?"
" No signora"
" C'è sempre una prima volta nella vita. In ginocchio e fammi un bel pompino"
Le obbedii. Cos'altro avrei potuto fare? Iniziai prima a leccarlo, cercando di
vincere il disgusto. Mio Dio, ma come facevano le donne? Mi faceva schifo e
peggio ancora fu quando dovetti praticamente ingoiarlo. Sentivo le forze di
stomaco e più di una volta fui costretto ad interrompermi. Ed il peggio
doveva ancora arrivare. Dopo un tempo imprecisato che per me erano sembrate
ore interminabili, Sonja parve soddisfatta di come l'avessi lubrificato e lo
tolse dalla mia bocca ma mi ordinò di prendere della vaselina dentro lo
stesso comodino dove avevo preso il fallo e di cospargere il mio ano con
quella sostanza. Sempre più in preda alla paura e allo sconforto, feci quanto
mi era stato ordinato. Il momento era arrivato. Sonja mi fece inginocchiare
sul bordo del letto e poi iniziò a spingere. Ma non era affatto facile. Il
fallo non entrava, malgrado la vaselina. Il mio buco era troppo piccolo per
far penetrare quel coso con facilità ma questo impedimento non scoraggiò
affatto la donna che allargo' ancora di più le mie gambe e poi lo sentii.
Sentivo qualcosa che mi penetrava e un dolore indescrivibile, nemmeno
paragonabile al più forte dolore che avevo mai sentito fino ad allora in vita
mia. Avevo la sensazione che qualcuno mi stesse segando in due e afferrai il
lenzuolo mettendomelo in bocca per morderlo e non urlare ma il dolore era
troppo forte e l'umiliazione troppo grossa per non farlo e contemporaneamente
piangere tutte le lacrime che possedevo. I colpi che ricevevo erano lenti e
nemmeno troppo violenti, probabilmente per dare modo al mio ano di abituarsi
al corpo estraneo ma, inaspettatamente, insieme al dolore cominciai ad
avvertire anche strane sensazioni di piacere che quasi mi sconvolsero. Il mio
cazzo inizio' ad ergersi mentre Sonja continuava inesorabilmente a fottermi
prendendomi per i fianchi e spingendo con forza sempre maggiore. Non parlava
ma ansimava, emettendo suoni gutturali e sentivo le sue unghie quasi
penetrarmi nella pelle. Il dolore continuava ad essere enorme, sconvolgente,
ma ormai lo strap-on entrava e usciva dal buco del mio ano con sempre
maggiore facilità e io mi sentivo strano come non mai, incapace di pensare e
desideroso soltanto che quell'incubo terminasse, malgrado quelle sensazioni di
sconvolgente piacere si facessero sempre più intense e iniziavo addirittura
ad avere la sensazione di dover eiaculare da un momento all'altro. Ma,
improvvisamente, la presa di Sonja sui miei fianchi si fece ancora più forte
e la sua spinta si fece invece più lenta. Il dildo a doppia penetrazione stava ormai solleticando la sua fica in modo sempre più forte e la sua eccitazione era ormai salita alle stelle. Finalmente la sentii esplodere e, dopo qualche secondo, fermarsi completamente, qualche secondo prima che anch'io riuscissi a godere di quell'amplesso inusuale e incredibile. Ora, quel corpo estraneo dentro di me si sentiva in tutta la sua interezza e la sensazione era terrificante. Non
c'era piu' nemmeno quello strano piacere e sentivo solo la parte peggiore:
dolore. Un dolore che sentivo stranamente in ogni parte del corpo e
soprattutto alla testa. Stilettate lancinanti che mi facevano soffrire
enormemente e che aumentarono quando Sonja tolse il fallo senza avere alcun
riguardo nei miei confronti. Rimasi in quella posizione, umiliato, dolorante e
piangente, senza avere la forza di alzarmi e di guardare in faccia la mia
violentatrice. I miei singhiozzi erano sommessi ma inevitabili e
incontrollabili. Sonja fece un paio di passi indietro e poi si rivolse
duramente a me
" Tirati su e voltati. Guardami in faccia" Con gran fatica le obbedii. Scesi
dal letto. I miei movimenti erano enormemente rallentati e non riuscivo a star
in piedi se non con tutta la mia forza di volontà. Ma la guardai in faccia,
con le lacrime che ancora mi scendevano copiose e tirai fuori tutta la mia
dignità
" Ora sono anch'io come tutti gli altri. Era questo ciò che lei voleva?"
Sonja mi guardò. Sembrava perplessa e meravigliata per il coraggio che
dimostravo, ma poi fece un sorriso cattivo che mi fece venire i brividi
" Si, era questo ciò che volevo. Volevo violentarti e l'ho fatto. Hai la
minima idea di cosa voglia dire per una donna possedere un maschio? No, non
credo. Voi uomini siete abituati ad entrare dentro di noi e il sesso è per
voi un atto dominante. Ebbene, io ho il potere di cambiare le carte in tavola,
di essere io a possedere voi, di entrarvi dentro senza che voi possiate fare
niente per impedirmelo" Appoggiai la mano sinistra sul comodino per
sorreggermi. Mi sentivo uno straccio ma riuscii a sostenere il suo sguardo
" Ma è costretta anche a fare sesso tradizionale per soddisfare la sua indole
femminile. Scommetto che le pesa" Lo sguardo di Sonja si fece ancora più
truce. La stavo apertamente sfidando, anche se usavo un tono mite e sottomesso
" Che cosa ne sai te di ciò che provo io? " mi rispose venendomi di fronte.
La sua mano prese il mio mento stringendolo con forza "Tu non sai niente di
me. Pensi di avermi capita? Povero illuso che si atteggia a psicologo da
quattro soldi. Lui mi ammira, il signorino. Mi consola dicendo che quello che
faccio non è colpa mia. E chi ti dice che io non provi piacere fin dalla mia
giovinezza nel sottomettere gli uomini? Mi ammiri ancora, adesso che te l'ho
messo nel culo?" La osservai. Osservai attentamente quella bella donna che
diceva di avere ben 50 anni. Osservavo la sua sicurezza, il suo straordinario
modo di fare. La odiavo per quello che mi aveva appena fatto. Si, sentivo di
odiarla con tutto me stesso, eppure non potevo fare a meno di provare qualcosa
di indecifrabile nei suoi confronti
" Si, signora. Io l'ammiro. Può anche uccidermi ma non cambierà il mio
giudizio su di lei" Sonja lasciò la presa sul mio mento ma solo per colpirmi
con un manrovescio che mi fece letteralmente volare attraverso la stanza
mandandomi ad atterrare proprio sopra il povero Brad che era ancora svenuto a
terra, colpito con inaudita ferocia da Sonja. Ma anche quello schiaffo non era
stato meno violento. Il sangue mi colava abbondantemente sia dalla bocca che
dal naso e la testa mi girava vorticosamente. Come se non bastassero i dolori
lancinanti per la violenza subita. Sonja venne vicino di me e mi afferrò per
un braccio tirandomi su
" Tu non devi ammirarmi. Tu devi essere terrorizzato da me. Tu devi tremare al
solo pensiero che io possa guardarti. E' chiaro?"
" Sono terrorizzato da lei. Ho paura di quello che può farmi. Ma lei rimane
una donna con delle potenzialità uniche. Non so se e' ammirazione, rispetto o
qualcosa di simile, ma so che pur non condividendo niente di quello che fa, io
provo qualcosa che ... " Sonja non mi fece nemmeno terminare. Alzò
nuovamente il braccio per colpirmi con un altro schiaffo che mi sollevò da
terra. Che cosa mi stava passando per la testa? Perché le dicevo cose che
avrei dovuto tenere per me stesso? Lei voleva solo instaurare il terrore in
noi e non voleva nessun tipo di comprensione. Ero ormai al limite della
sopportazione fisica. Ero incapace di rialzarmi. Provai a mettermi in
ginocchio per poi spingermi in alto aiutandomi con le braccia ma riuscii
solamente a cadere pateticamente proprio ai suoi piedi
" Ecco quello puoi fare. Puoi solo stare ai miei piedi. Baciali" Continuando
a singhiozzare, le obbedii. Ancora altri interminabili minuti che trascorsi a
baciare i suoi piedi. Io che baciavo i piedi ad una donna ... Assurdo! Ma
tutto era assurdo in quella stanza, tutto sembrava irreale, lontano da ogni
immaginazione. Eppure io ero ai piedi di quella donna, sottomesso ai suoi
istinti degradanti, in un luogo dove la mia dignità era stata messa in
disparte, sepolta dalla sua forza straordinaria. Eppure, smisi per un istante
di baciarle i piedi e alzai la testa per guardarla. Era maestosa e la mia
posizione ingigantiva ancora di più la sua figura, fiera, consapevole che
tutto le fosse concesso in virtù delle sue straordinarie doti e in quel
preciso istante il mio odio per lei scomparve per lasciar posto di nuovo a
quello strano senso di ammirazione e di rispetto, quelle sensazioni che lei
non voleva assolutamente sentire sulla sua pelle. Mi chiedevo perché. Erano
sensazioni nobili e lei le rifiutava. Ad ogni modo, lei mi tirò su di nuovo
per un braccio
" Dovrei ucciderti per come hai osato rivolgerti a me"
" Perché non lo fa? Ci metterebbe un secondo. Con la sua forza le basterebbe
un pugno per uccidermi e io la finirei di soffrire" Lei mi guardo
intensamente negli occhi
" Credi che tutto dipenda dalla mia forza? Uno come te l'avrei potuto uccidere
anche a vent'anni, prima che mi iniettassero quella schifezza. Non ho bisogno
di nessun aiuto che non siano i miei muscoli naturali, la mia bravura nelle
più disparate arti marziali e i miei lunghi e spossanti allenamenti. Mi
basterebbe questo e tu resisteresti in piedi non più di dieci secondi. Ma non
ho nessun dovere di spiegarti null'altro. Oggi mi sono lasciata andare pure
troppo con le confidenze. Ora va, prendi quel derelitto e uscite dalla mia
stanza. E' tardi, voglio riposare e di te non ho più bisogno. Sparisci"
Con le ultime residue forze, trascinai il corpo inanimato di Brad fuori dalla
stanza di Sonja e poi mi lasciai prendere dallo sconforto. Mi sedetti a terra
a fianco al mio compagno di sventura e mi lasciai andare al pianto più
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