Racconti libertini 1
di
AngelicaBella
genere
orge
1.Ginevra
Sono ormai considerata da tutti una donna. Nonostante ciò, non ho ancora consumato un vero orgasmo. Mi adopero con ortaggi e altri aggeggi ma niente che abbia a che fare con una verga di vera carne. Così ho chiesto consiglio a mamma che, essendo conosciuta come una gran baldracca, mi ha suggerito di andare oltre il mare a cercare una bella fava ed anche marito. Mamma mi ha convinta e, fatti i bagagli, sono partita per l’America insieme a Caterina la mia cameriera. Abbiamo preso posto su una grande nave. Appena salite ci sistemiamo nella bella cabina vista mare e attendiamo la partenza. Il viaggio è lungo e faticoso. Il mare burrascoso per giorni ci tiene attaccate al secchio ma infine giungiamo in America e sbarchiamo. Appena toccata terra prendiamo a nolo una gran carrozza con cocchiere e ci facciamo condurre fino a casa di mio zio Augusto. Lo zio in questione è scappato dalla sua terra per una questione di corna. Ha impalato, con il di lei consenso, la moglie del contabile del Re. Il cornuto, scoperto il tradimento della moglie, ha scatenato i suoi scagnozzi addosso all’uomo, con l’incarico di tagliargli l’attrezzo e pure i collaterali. Lo zio Augusto scappa quindi in America e fa fortuna sposando una ricca e bella vedova inglese. Questa in breve la storia dello zio. Giunta davanti alla casa dello zio, vengo accolta dalla Zia Elisabetta con baci e abbracci e pure qualche toccata di seni. Zia Elisabetta è una bella donna, non più giovane, ma sempre ben tenuta. Di lei so che, fino a quando non ha conosciuto il piacere di una mazza di giuste dimensioni, ha continuato a cercare godimento in tutti i letti della città. Il primo marito, in mezzo alle gambe, aveva un piccolo verme non più lungo di un dito mignolo e quindi la signora doveva cercar piacere presso terzi. Durante la lunga ricerca di code adatte alle sue voglie ha scoperto anche il piacere e il desiderio per il suo medesimo sesso e non ha disdegnato di entrare nei letti delle mogli oltre che i mariti. Ha conosciuto lo zio Augusto appena vedova. Si trovava nel letto di una giovane sposina quando giunge in visita il bel pezzo d’uomo. Alto, prestante e con dei bei mustacchi, l’uomo si prendeva anch’egli cura della suddetta giovane. Vista l’occasione del felice incontro i tre festeggiarono non tralasciando alcuno dei piaceri del letto.
Poche settimane dopo i due si sposano e da quel momento, la non più vedova zia, ha trovato il giusto e quotidiano piacere. Certo non disdegnano di finire nei letti altrui, ma tutto accade con moderazione e riservatezza.
La zia mi ha preparato una bella e spaziosa camera accanto alla sua ed a quella del marito, forse con la speranza io possa approfittare della vicinanza per esplorare nuovi piaceri. In effetti, quando la zia mi ha palpato delicatamente i seni, ho sentito in mezzo alle gambe un piacevole formicolio e mi riprometto di verificare se quelle mani sanno dare altri piaceri. Non mi dispiace fare l’amore con persone del mio stesso sesso e spesso Caterina stuzzica con la ruvida lingua la mia fessura rosa. L’idea che la zia possa fare e ricevere simili trattamenti mi ha messo addosso una piacevole sensazione. Mentre Caterina disfa le valigie, con la zia ci trasferiamo nel piccolo salotto accanto alle nostre camere. Chiacchieriamo di vestiti, profumi e ovviamente uomini. Lo zio le ha anticipato il motivo del mio viaggio e lei ha anzitempo preparato una lista di giovani papabili a soddisfare le mie voglie. La zia mi interroga chiedendomi i dettagli più intimi e scabrosi delle mie esperienze amorose. Io arrossisco e le racconto tutte le mie poche e poco piacevoli esperienze. La zia meravigliata mi promette che recuperò il tempo perduto. Il discorso finisce anche sui piaceri delle pratiche sadomasochistiche interrogandomi sui miei gusti in materia. Ho confessato che sono completamente digiuna in tal senso e la Zia si è offerta di darmi qualche nozione. Si è fatta ormai sera e ci ritiriamo ognuna nella propria stanza per prepararci per la cena. Lo zio sarebbe rientrato a momenti. Caterina è ancora impegnata a mettere gli abiti negli armadi. Le chiedo di preparami un bagno e mi spoglio. La donna obbedisce e, quando è tutto pronto, mi immergo nella vasca. L’acqua calda e i discorsi appena fatti con la zia mi rendono desiderosa di provare piacere e, quando Caterina inizia a lavarmi indugiando con la spugna sui seni ed in mezzo alle cosce, mi provoca piccoli e piacevoli orgasmi. Quando esco dall’acqua Caterina mi avvolge con un telo di morbida spugna e con movimenti leggeri mi sfrega il corpo per asciugarmi. Giunta al basso ventre, non esita a passare la propria mano in mezzo alle mie cosce per asciugarmi il sesso provocandomi un brivido di piacere. Lei è in ginocchio davanti a me e d’istinto le prendo la testa e la spingo verso il mio pube. Caterina senza indugio tira fuori la piccola lingua e facendola roteare inizia a stimolare il mio clitoride già duro per l’eccitazione. I suoi occhi incontrano i miei e intuisco che anche lei si sta dando piacere con le dita che ha fatto scivolare in mezzo alle sue gambe. Quando l’orgasmo giunge intenso e corposo i miei umori vengono accolti dalla sua bocca ingoiandoli tutti. …. Continua
Sono ormai considerata da tutti una donna. Nonostante ciò, non ho ancora consumato un vero orgasmo. Mi adopero con ortaggi e altri aggeggi ma niente che abbia a che fare con una verga di vera carne. Così ho chiesto consiglio a mamma che, essendo conosciuta come una gran baldracca, mi ha suggerito di andare oltre il mare a cercare una bella fava ed anche marito. Mamma mi ha convinta e, fatti i bagagli, sono partita per l’America insieme a Caterina la mia cameriera. Abbiamo preso posto su una grande nave. Appena salite ci sistemiamo nella bella cabina vista mare e attendiamo la partenza. Il viaggio è lungo e faticoso. Il mare burrascoso per giorni ci tiene attaccate al secchio ma infine giungiamo in America e sbarchiamo. Appena toccata terra prendiamo a nolo una gran carrozza con cocchiere e ci facciamo condurre fino a casa di mio zio Augusto. Lo zio in questione è scappato dalla sua terra per una questione di corna. Ha impalato, con il di lei consenso, la moglie del contabile del Re. Il cornuto, scoperto il tradimento della moglie, ha scatenato i suoi scagnozzi addosso all’uomo, con l’incarico di tagliargli l’attrezzo e pure i collaterali. Lo zio Augusto scappa quindi in America e fa fortuna sposando una ricca e bella vedova inglese. Questa in breve la storia dello zio. Giunta davanti alla casa dello zio, vengo accolta dalla Zia Elisabetta con baci e abbracci e pure qualche toccata di seni. Zia Elisabetta è una bella donna, non più giovane, ma sempre ben tenuta. Di lei so che, fino a quando non ha conosciuto il piacere di una mazza di giuste dimensioni, ha continuato a cercare godimento in tutti i letti della città. Il primo marito, in mezzo alle gambe, aveva un piccolo verme non più lungo di un dito mignolo e quindi la signora doveva cercar piacere presso terzi. Durante la lunga ricerca di code adatte alle sue voglie ha scoperto anche il piacere e il desiderio per il suo medesimo sesso e non ha disdegnato di entrare nei letti delle mogli oltre che i mariti. Ha conosciuto lo zio Augusto appena vedova. Si trovava nel letto di una giovane sposina quando giunge in visita il bel pezzo d’uomo. Alto, prestante e con dei bei mustacchi, l’uomo si prendeva anch’egli cura della suddetta giovane. Vista l’occasione del felice incontro i tre festeggiarono non tralasciando alcuno dei piaceri del letto.
Poche settimane dopo i due si sposano e da quel momento, la non più vedova zia, ha trovato il giusto e quotidiano piacere. Certo non disdegnano di finire nei letti altrui, ma tutto accade con moderazione e riservatezza.
La zia mi ha preparato una bella e spaziosa camera accanto alla sua ed a quella del marito, forse con la speranza io possa approfittare della vicinanza per esplorare nuovi piaceri. In effetti, quando la zia mi ha palpato delicatamente i seni, ho sentito in mezzo alle gambe un piacevole formicolio e mi riprometto di verificare se quelle mani sanno dare altri piaceri. Non mi dispiace fare l’amore con persone del mio stesso sesso e spesso Caterina stuzzica con la ruvida lingua la mia fessura rosa. L’idea che la zia possa fare e ricevere simili trattamenti mi ha messo addosso una piacevole sensazione. Mentre Caterina disfa le valigie, con la zia ci trasferiamo nel piccolo salotto accanto alle nostre camere. Chiacchieriamo di vestiti, profumi e ovviamente uomini. Lo zio le ha anticipato il motivo del mio viaggio e lei ha anzitempo preparato una lista di giovani papabili a soddisfare le mie voglie. La zia mi interroga chiedendomi i dettagli più intimi e scabrosi delle mie esperienze amorose. Io arrossisco e le racconto tutte le mie poche e poco piacevoli esperienze. La zia meravigliata mi promette che recuperò il tempo perduto. Il discorso finisce anche sui piaceri delle pratiche sadomasochistiche interrogandomi sui miei gusti in materia. Ho confessato che sono completamente digiuna in tal senso e la Zia si è offerta di darmi qualche nozione. Si è fatta ormai sera e ci ritiriamo ognuna nella propria stanza per prepararci per la cena. Lo zio sarebbe rientrato a momenti. Caterina è ancora impegnata a mettere gli abiti negli armadi. Le chiedo di preparami un bagno e mi spoglio. La donna obbedisce e, quando è tutto pronto, mi immergo nella vasca. L’acqua calda e i discorsi appena fatti con la zia mi rendono desiderosa di provare piacere e, quando Caterina inizia a lavarmi indugiando con la spugna sui seni ed in mezzo alle cosce, mi provoca piccoli e piacevoli orgasmi. Quando esco dall’acqua Caterina mi avvolge con un telo di morbida spugna e con movimenti leggeri mi sfrega il corpo per asciugarmi. Giunta al basso ventre, non esita a passare la propria mano in mezzo alle mie cosce per asciugarmi il sesso provocandomi un brivido di piacere. Lei è in ginocchio davanti a me e d’istinto le prendo la testa e la spingo verso il mio pube. Caterina senza indugio tira fuori la piccola lingua e facendola roteare inizia a stimolare il mio clitoride già duro per l’eccitazione. I suoi occhi incontrano i miei e intuisco che anche lei si sta dando piacere con le dita che ha fatto scivolare in mezzo alle sue gambe. Quando l’orgasmo giunge intenso e corposo i miei umori vengono accolti dalla sua bocca ingoiandoli tutti. …. Continua
3
6
voti
voti
valutazione
3.5
3.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
I diari di Angelica 5racconto sucessivo
Racconti Libertini 2
Commenti dei lettori al racconto erotico