Colpo di calore ..

di
genere
prime esperienze

Sono di nuovo qui: davanti alla porta d’ingresso della vicina di casa. Il cuore mi batte all’impazzata mentre suono il campanello. Lei mi apre, raggiante come sempre: è una di quelle donne impeccabili, vestita con abiti eleganti e capelli ben curati. Oggi il suo corpo formoso è stretto dentro ad un paio di jeans aderenti ed una camicetta scollata che mette in risalto il seno prosperoso. Io, per contro, non sono un rozzo studente vestito con abiti di terz’ordine.
Mi accoglie con un largo sorriso. Mi ringrazia per il dolce del giorno prima e mi invita a seguirla in sala. Ride quanto mi chiede se preferisco accomodarmi sul divano oppure se mi trovo ormai a mio agio accucciato dentro all'armadio.
Mi siedo sul divano evidentemente imbarazzato. Lei si siede su un puffo di fronte a me e, senza lunghi preamboli, mi chiede quanto è stato volontario quanto accaduto in cucina il giorno prima. Non so cosa rispondere e balbetto qualcosa senza troppo senso e neppure convinzione. Il mio sguardo cade sull’incavo del seno appena contenuto dalla camicetta di cotone azzurro che ne delinea le forme. Questa volta non è colpa mia. È proprio all’altezza dei miei occhi. Rimango imbambolato come molte altre volte in sua presenza. Lei slaccia i pochi bottoni rimasti liberando le tette che si fanno strada in tutta la loro maestosità tra i lembi aperti della camicetta.
La vista mi lascia a bocca aperta. La mia mandibola cade verso il basso mentre, tra le gambe, qualcosa si muove in direzione opposta. “Hai un debole per me e le mie tette, vero?” mi chiede prendendomi le mani e guidandole fino a posarsi su quel ben di Dio. Le palpo titubante, come se potessero esplodere da un momento all’altro. Sono morbide, calde e lisce. Due meravigliosi capezzoli rosa scuro circondati da due grandi aureole di un rosa appena più chiaro che si perdono dentro a mammelle bianche come il latte.
Il mio pene, la sotto, lancia un ruggito disperato. Lo sento pulsare e dimenarsi come se fosse dotato di vita propria. Lei posa le sue mani sulle mie e le preme sopra quei due bottoni di carne che reagiscono al timido tocco dei miei polpastrelli facendosi più duri. Il mio pisello non regge l’emozione ed esplode riempendomi le mutande di sperma. Che figura da pirla!
A lei la situazione non è sfuggita ma fortunatamente non ride e non mi prende in giro. Anzi, sembra quasi lusingata per la reazione che è riuscita a scatenare. Mi fa alzare e mi accompagna in bagno dove mi slaccia i pantaloni che cadono sul pavimento assieme alle mutande fradice di sperma. Vince il mio disagio complimentandosi per la dimensione del mio ernese, ancora duro, sebbene la recente eiaculazione. La vicinanza riempie le mie narici del suo profumo. Le sue labbra fresche e morbide si posano sulle mie e sono del tutto inaspettate: le assaporo come si assaporano le ciliegie. Mi sorride ed uscendo mi strizza l’occhio invitandomi a darmi una ripulita ai bassi fondi.
Lei attende in camera da letto. Quando la raggiungo sono nudo dalla cinta in giù. Lei indossa un paio di slip e la camicetta ancora aperta con le tette in bella mostra. Si rivolge a me con un atteggiamento materno e questo mi eccita da morire perché so che questa donna che potrebbe essere mia madre, tra poco si offrirà a me. Ci sono almeno vent’anni di differenza ma ha un fascino maggiore di tutte le ragazzine mie coetanee che conosco a scuola.
Si siede sul ciglio del letto e mi invita a raggiungerla. Inizia a massaggiarmi il cazzo. L’effetto è quasi immediato: ho perso il conto delle ciliegie che mi permette di assaporare. Di tanto in tanto, la punta delle sue unghie affilate e lunghe graffiano la pelle del mio membro e stranamente la sensazione mi piace.
Si posiziona davanti a me, sistema il mio cazzo nell’incavo delle due mammelle e comincia a dondolare sfregandole sul mio uccello dolorante. Ammutolito, teso e con il cazzo duro sono letteralmente prigioniero nelle tette della signora che decide di darmi un piacere maggiore e dopo avermi segato, mi accoglie nella sua bella bocca. Non è un pompino come tutti gli altri: la signora è raffinata anche mentre si concede al sesso orale. Si muove lentamente, lascia scorrere il piacere più nell’intensità della psiche delle gesta che nel dimenarsi di movimenti veloci. Mi lecca la cappella con grande maestria, alternando l’uso della lingua con profondi sguardi viso a viso. Mi perdo nella lussuria che emanano i suoi occhi e nel suo lento e delizioso pompino fino a sborrare.
Per due giorni mi presento alla sua porta appena dopo pranzo.
scritto il
2024-07-08
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