Serata particolare
di
Marco1973
genere
trio
La sala del ristorante è piena. Sono quasi tutte coppie e, probabilmente, sono quasi tutte qui per il nostro stesso motivo. Alcune, come noi, siedono in tavolini singoli ed appartati. Altre invece devono conoscersi da tempo perché si cercano e si radunano attorno a tavoli più grandi.
Un po’ ovunque risatine sommesse e ronzii appena accennati che potrebbero appartenere a cellulari in modalità silenziosa anche se, nel contesto attuale, appare un’eventualità poco plausibile.
Una ragazza dall’aspetto orientale, si alza da un tavolino disposto nell’angolo della sala opposto al nostro: è vestita con un corto abito da sera che risalta la silhouette longilinea e le gambe affusolate. I nostri sguardi si sono incrociati un paio di volte e sembra essere una delle poche donne presenti senza un proprio cavaliere. Si muove leggera tra i tavoli. Al suo passaggio, alcune teste si girano per osservarla brevemente, prima di tornare alle loro occupazioni. Quando giunge al nostro tavolo, rallenta, porge un sorriso educato a mio marito, poi si china accanto a me e sussurra: “Hai delle tette fantastiche”.
La guardo stupita: è molto attraente ed anche scandalosamente giovane. I suoi occhi a mandorla rimangono fissi sui miei mentre sento le gote arrossarsi. Il mio sguardo rimbalza tra i suoi occhi e quelli del mio uomo che sorride sornione sollevando verticalmente i palmi delle mani in segno di condiscendenza. La scena si congela per qualche interminabile secondo, poi, quasi a voler cambiare tattica, gli propone di raggiungerci tra mezz’ora nella nostra stanza. Lui sorride ed appoggia la chiave magnetica della camera sul tavolo in segno di accondiscendenza. Lei la prende elegantemente tra le mani, si gira nuovamente verso di me e mi guarda con aria interrogativa.
Sono imbarazzatissima. Guardo mio marito che con il capo mi fa un segno di accondiscendenza. Decido di seguirla. Attraversiamo la stanza, in direzione dell’ascensore. Mi guardo intorno e sembra che nessuno abbia notato l’indecenza della proposta ed i suoi successivi sviluppi. Prima di uscire dalla sala, mi volto a cercare mio marito che mi saluta sollevando il bicchiere di vino ed un sorriso rassicurante.
In ascensore mi chiede il piano. Non è sorpresa della risposta. Quando le porte si chiudono, avvicina le sue labbra alle mie, quasi a volerle assaporare. Dalla sua espressione sembra che siano di suo gusto. Arrivate all’ultimo piano, mi porge la tessera e mi fa cenno di indicarle la strada. La suite dev’essere stata preparata dalla cameriera durante la cena perché siamo accolte da luci calde e soffuse che illuminano gentilmente gli ambienti spaziosi. Sul letto king-size è deposta una rosa.
Sento i suoi seni piccoli e sodi appoggiarsi alla mia schiena mente con le mani mi cinge il bacino. I suoi baci gentili si soffermano sul collo. Il rumore della zip del mio tubino che si slaccia. Mi gira e mi bacia. Non è la mia prima esperienza lesbo ma è da tanto che non ho più fatto sesso con una donna e mi sento estremamente nervosa.
Le sue mani corrono sui miei fianchi ed il vestito le segue. Sotto ci sono solo con un paio di calze autoreggenti indossate qualche ora prima in previsione di un altro pubblico. Di fronte a me vedo una bella ragazza, giovane ed estremamente attraente che osserva il corpo di questa donna molto più matura. Per un attimo temo il suo giudizio. Nel suo sguardo leggo apprezzamento e ciò mi riempie di orgoglio.
Raccoglie i capelli su una spalla e si gira per farsi aiutare a slacciare il suo vestito. Quando si volta nuovamente verso di me, ammiro con invidia e cupidigia il suo corpo atletico. Mi invita a sdraiarmi sul letto e si accoccola vicino a me. Prende una mia mano e la poggia sul suo sedere. Le sue natiche sono sode; la sua pelle vellutata; il suo profumo mi inebria. La sua lingua si infila impertinente tra le mie labbra.
Con le mani segue il contorno dei miei fianchi e mi solletica il pube con una lentezza sfiancante fino ad entrare dentro la mia carne. Anche la sua lingua gioca col mio corpo, solleticandomi il collo per poi scendere a titillarmi un capezzolo. Abbraccio il suo viso attorno al mio seno e mi avvinghio a lei. Quando riemerge, i nostri ombelichi si incontrano. Le sue labbra sulle mie. Le mani le accarezzano la schiena fino a raggiungere nuovamente le natiche. Le afferro e le tiro a me sollevandola: ora i suoi piccoli seni mi accarezzano il viso. Gioco con un capezzolo mentre la mia mano si insinua tra le sue gambe fino a trovare l’apertura e penetrarla con un dito. La scopro già umida ed il suo mugolio non sembra essere teatrale.
I nostri corpi si stringono, i seni si incontrano, i fiati si mischiano, le bocche si cercano e le lingue si intrecciano mentre ci tocchiamo e ci masturbiamo reciprocamente. I nostri rispettivi gemiti aiutano ad affinare i movimenti nella ricerca del piacere dell’altra. Continuiamo fino a quando il primo orgasmo mi sommerge di piacere.
Lei continua a toccarmi con maestria. Attende tranquillamente la mia riemersione per poi muoversi sopra di me e posare gentilmente la sua vagina sopra le mie labbra. È profumata e sa di buono. Muovo la lingua come vorrei che si muovesse una lingua dentro di me. Gioco con il suo clitoride e mi intrufolo alla ricerca del suo punto G. Lei si lascia penetrare muovendo il pube alla ricerca del suo piacere.
Tutto ad un tratto si ferma senza che ne comprenda il motivo. Emergo tra le sue cosce e seguo il suo sguardo per ritrovare mio marito che ci osserva comodamente seduto nella poltrona della camera. Sta sorseggiando un whiskey e si massaggia il membro ancora barzotto. Non saprei dire quanto tempo è passato da quando ci siamo lasciati. Sto vivendo una tra le migliori esperienze sessuali della mia vita e non mi dispiacerebbe se anche lui ne diventasse protagonista.
Lei si alza e gli si avvicina. Lo prende le mani e lo invita ad alzarsi. Lo bacia e, girandosi verso di me, sussurra: “Lo facciamo partecipare?”.
Lo spoglia e gli drizza l’uccello con uno sguardo, come vorrei riuscire ancora a fare io. Sento una fitta di gelosa quando la vedo mettergli le mani tra i capelli ed avvinghiarsi alla sua bocca. Sinuosa scivola tra le sue gambe per assaporare il gusto di quel pene che è di mia esclusiva proprietà. Lei deve comprendere il mio disagio perché lo avvicina al letto; lo fa sdraiare vicino a me per poi prendere posto nel lato opposto, lasciando me tra loro.
La lingua di mio marito si intrufola maschia nella mia bocca e la sensazione di sottomissione che ne segue mi tranquillizza: le sue mani sul mio viso placano le mie insicurezze. Evidentemente è lei ora a sentirsi esclusa dal gioco. Con fare gentile ma deciso, volta il mio viso, per allontanare le mie labbra da quelle di lui ed appoggiarvi le sue. La sua lingua si addentra rapida ed il suo sapore scaccia il ricordo di quella appena passata.
Mi giro di fianco e ci ritroviamo l’una di fronte all’altra. Offro il sedere a mio marito che, senza sorpresa, ne approfitta per penetrarmi da dietro. Il suo cazzo si incunea nella mia fica vogliosa mentre lei mi accarezza i fianchi, sgrilletta il mio clitoride e, soprattutto, limona da Dio.
Sono in estasi. Vorrei che questo istante non finisse mai. Lei invece cede alla tentazione delle labbra che fanno capolino sopra alla mia spalla. Il membro scivola via e mi sento improvvisamente ignorata mentre supina osservo le loro lingue che, sopra di me, si trovano, si lasciano e si ricercano.
È di nuovo lei che decide di cambiare le regole del gioco. Si posiziona sopra di me e nasconde il suo viso tra le mie tette per poi gentilmente scendere. Con una lentezza esasperante arriva al pube. È una nuova estasi e questa volta non finisce così presto. Vengo trasportata dal piacere che cresce ad ondate, sempre più intense e sempre più frequenti. Sospiro rauca la mia gioia fino a quando le sensazioni ricevute dal clitoride sono talmente potenti da trasformarsi in dolore. Mi irrigidisco e mi contorco. Le afferro la testa e la supplico di fermarsi. Vedo il suo viso emergere dalle mie cosce: nel suo sguardo c’è una cupidigia ed una lussuria che non avevo mai incontrato.
Non sazia, cerca il mio uomo con aria famelica. Lui è rimasto a osservarci segandosi lentamente. Il suo membro sembra essere più grosso che d’abitudine. Io sono troppo spossata per prendere immediatamente parte attiva. Lei è più giovane e si nota anche da questi piccoli dettagli.
Si getta avida sul suo uccello e comincia a spompinarlo ma è solo un attimo perché lui ha un’altra idea in mente. Mi gira e mi prende alla pecorina. Mi ritrovo sopra di lei, con il bacino leggermente sollevato per permettere a mio marito di penetrarmi agevolmente. Mentre lui mi monta col suo ritmo blando, lei vuole continuare ad essere al centro di tutte le attenzioni. Così passa una mano dietro il mio capo per avvicinarlo al suo e posare le labbra sulle mie. La sua lingua non è ancora doma ed è, limonando in quella posizione, che mi faccio cullare dal bacino che si muove in sincronia col membro del mio uomo. Il suo ritmo aumenta e diventa sempre più rapido fino a quando gridiamo assieme il nostro piacere.
Rimaniamo tutti e tre silenziosi ed immobili per qualche minuto. È lei la prima a riprendere il controllo. Cerca le mie labbra per un ultimo bacio prima di scomparire in bagno.
Mi accoccolo tra le braccia di mio marito. Sento il rumore della doccia; l’odore di lei è ancora tra noi. Spossata non resisto all’abbraccio di Morfeo che mi fa scivolare in un meritato riposo.
Un po’ ovunque risatine sommesse e ronzii appena accennati che potrebbero appartenere a cellulari in modalità silenziosa anche se, nel contesto attuale, appare un’eventualità poco plausibile.
Una ragazza dall’aspetto orientale, si alza da un tavolino disposto nell’angolo della sala opposto al nostro: è vestita con un corto abito da sera che risalta la silhouette longilinea e le gambe affusolate. I nostri sguardi si sono incrociati un paio di volte e sembra essere una delle poche donne presenti senza un proprio cavaliere. Si muove leggera tra i tavoli. Al suo passaggio, alcune teste si girano per osservarla brevemente, prima di tornare alle loro occupazioni. Quando giunge al nostro tavolo, rallenta, porge un sorriso educato a mio marito, poi si china accanto a me e sussurra: “Hai delle tette fantastiche”.
La guardo stupita: è molto attraente ed anche scandalosamente giovane. I suoi occhi a mandorla rimangono fissi sui miei mentre sento le gote arrossarsi. Il mio sguardo rimbalza tra i suoi occhi e quelli del mio uomo che sorride sornione sollevando verticalmente i palmi delle mani in segno di condiscendenza. La scena si congela per qualche interminabile secondo, poi, quasi a voler cambiare tattica, gli propone di raggiungerci tra mezz’ora nella nostra stanza. Lui sorride ed appoggia la chiave magnetica della camera sul tavolo in segno di accondiscendenza. Lei la prende elegantemente tra le mani, si gira nuovamente verso di me e mi guarda con aria interrogativa.
Sono imbarazzatissima. Guardo mio marito che con il capo mi fa un segno di accondiscendenza. Decido di seguirla. Attraversiamo la stanza, in direzione dell’ascensore. Mi guardo intorno e sembra che nessuno abbia notato l’indecenza della proposta ed i suoi successivi sviluppi. Prima di uscire dalla sala, mi volto a cercare mio marito che mi saluta sollevando il bicchiere di vino ed un sorriso rassicurante.
In ascensore mi chiede il piano. Non è sorpresa della risposta. Quando le porte si chiudono, avvicina le sue labbra alle mie, quasi a volerle assaporare. Dalla sua espressione sembra che siano di suo gusto. Arrivate all’ultimo piano, mi porge la tessera e mi fa cenno di indicarle la strada. La suite dev’essere stata preparata dalla cameriera durante la cena perché siamo accolte da luci calde e soffuse che illuminano gentilmente gli ambienti spaziosi. Sul letto king-size è deposta una rosa.
Sento i suoi seni piccoli e sodi appoggiarsi alla mia schiena mente con le mani mi cinge il bacino. I suoi baci gentili si soffermano sul collo. Il rumore della zip del mio tubino che si slaccia. Mi gira e mi bacia. Non è la mia prima esperienza lesbo ma è da tanto che non ho più fatto sesso con una donna e mi sento estremamente nervosa.
Le sue mani corrono sui miei fianchi ed il vestito le segue. Sotto ci sono solo con un paio di calze autoreggenti indossate qualche ora prima in previsione di un altro pubblico. Di fronte a me vedo una bella ragazza, giovane ed estremamente attraente che osserva il corpo di questa donna molto più matura. Per un attimo temo il suo giudizio. Nel suo sguardo leggo apprezzamento e ciò mi riempie di orgoglio.
Raccoglie i capelli su una spalla e si gira per farsi aiutare a slacciare il suo vestito. Quando si volta nuovamente verso di me, ammiro con invidia e cupidigia il suo corpo atletico. Mi invita a sdraiarmi sul letto e si accoccola vicino a me. Prende una mia mano e la poggia sul suo sedere. Le sue natiche sono sode; la sua pelle vellutata; il suo profumo mi inebria. La sua lingua si infila impertinente tra le mie labbra.
Con le mani segue il contorno dei miei fianchi e mi solletica il pube con una lentezza sfiancante fino ad entrare dentro la mia carne. Anche la sua lingua gioca col mio corpo, solleticandomi il collo per poi scendere a titillarmi un capezzolo. Abbraccio il suo viso attorno al mio seno e mi avvinghio a lei. Quando riemerge, i nostri ombelichi si incontrano. Le sue labbra sulle mie. Le mani le accarezzano la schiena fino a raggiungere nuovamente le natiche. Le afferro e le tiro a me sollevandola: ora i suoi piccoli seni mi accarezzano il viso. Gioco con un capezzolo mentre la mia mano si insinua tra le sue gambe fino a trovare l’apertura e penetrarla con un dito. La scopro già umida ed il suo mugolio non sembra essere teatrale.
I nostri corpi si stringono, i seni si incontrano, i fiati si mischiano, le bocche si cercano e le lingue si intrecciano mentre ci tocchiamo e ci masturbiamo reciprocamente. I nostri rispettivi gemiti aiutano ad affinare i movimenti nella ricerca del piacere dell’altra. Continuiamo fino a quando il primo orgasmo mi sommerge di piacere.
Lei continua a toccarmi con maestria. Attende tranquillamente la mia riemersione per poi muoversi sopra di me e posare gentilmente la sua vagina sopra le mie labbra. È profumata e sa di buono. Muovo la lingua come vorrei che si muovesse una lingua dentro di me. Gioco con il suo clitoride e mi intrufolo alla ricerca del suo punto G. Lei si lascia penetrare muovendo il pube alla ricerca del suo piacere.
Tutto ad un tratto si ferma senza che ne comprenda il motivo. Emergo tra le sue cosce e seguo il suo sguardo per ritrovare mio marito che ci osserva comodamente seduto nella poltrona della camera. Sta sorseggiando un whiskey e si massaggia il membro ancora barzotto. Non saprei dire quanto tempo è passato da quando ci siamo lasciati. Sto vivendo una tra le migliori esperienze sessuali della mia vita e non mi dispiacerebbe se anche lui ne diventasse protagonista.
Lei si alza e gli si avvicina. Lo prende le mani e lo invita ad alzarsi. Lo bacia e, girandosi verso di me, sussurra: “Lo facciamo partecipare?”.
Lo spoglia e gli drizza l’uccello con uno sguardo, come vorrei riuscire ancora a fare io. Sento una fitta di gelosa quando la vedo mettergli le mani tra i capelli ed avvinghiarsi alla sua bocca. Sinuosa scivola tra le sue gambe per assaporare il gusto di quel pene che è di mia esclusiva proprietà. Lei deve comprendere il mio disagio perché lo avvicina al letto; lo fa sdraiare vicino a me per poi prendere posto nel lato opposto, lasciando me tra loro.
La lingua di mio marito si intrufola maschia nella mia bocca e la sensazione di sottomissione che ne segue mi tranquillizza: le sue mani sul mio viso placano le mie insicurezze. Evidentemente è lei ora a sentirsi esclusa dal gioco. Con fare gentile ma deciso, volta il mio viso, per allontanare le mie labbra da quelle di lui ed appoggiarvi le sue. La sua lingua si addentra rapida ed il suo sapore scaccia il ricordo di quella appena passata.
Mi giro di fianco e ci ritroviamo l’una di fronte all’altra. Offro il sedere a mio marito che, senza sorpresa, ne approfitta per penetrarmi da dietro. Il suo cazzo si incunea nella mia fica vogliosa mentre lei mi accarezza i fianchi, sgrilletta il mio clitoride e, soprattutto, limona da Dio.
Sono in estasi. Vorrei che questo istante non finisse mai. Lei invece cede alla tentazione delle labbra che fanno capolino sopra alla mia spalla. Il membro scivola via e mi sento improvvisamente ignorata mentre supina osservo le loro lingue che, sopra di me, si trovano, si lasciano e si ricercano.
È di nuovo lei che decide di cambiare le regole del gioco. Si posiziona sopra di me e nasconde il suo viso tra le mie tette per poi gentilmente scendere. Con una lentezza esasperante arriva al pube. È una nuova estasi e questa volta non finisce così presto. Vengo trasportata dal piacere che cresce ad ondate, sempre più intense e sempre più frequenti. Sospiro rauca la mia gioia fino a quando le sensazioni ricevute dal clitoride sono talmente potenti da trasformarsi in dolore. Mi irrigidisco e mi contorco. Le afferro la testa e la supplico di fermarsi. Vedo il suo viso emergere dalle mie cosce: nel suo sguardo c’è una cupidigia ed una lussuria che non avevo mai incontrato.
Non sazia, cerca il mio uomo con aria famelica. Lui è rimasto a osservarci segandosi lentamente. Il suo membro sembra essere più grosso che d’abitudine. Io sono troppo spossata per prendere immediatamente parte attiva. Lei è più giovane e si nota anche da questi piccoli dettagli.
Si getta avida sul suo uccello e comincia a spompinarlo ma è solo un attimo perché lui ha un’altra idea in mente. Mi gira e mi prende alla pecorina. Mi ritrovo sopra di lei, con il bacino leggermente sollevato per permettere a mio marito di penetrarmi agevolmente. Mentre lui mi monta col suo ritmo blando, lei vuole continuare ad essere al centro di tutte le attenzioni. Così passa una mano dietro il mio capo per avvicinarlo al suo e posare le labbra sulle mie. La sua lingua non è ancora doma ed è, limonando in quella posizione, che mi faccio cullare dal bacino che si muove in sincronia col membro del mio uomo. Il suo ritmo aumenta e diventa sempre più rapido fino a quando gridiamo assieme il nostro piacere.
Rimaniamo tutti e tre silenziosi ed immobili per qualche minuto. È lei la prima a riprendere il controllo. Cerca le mie labbra per un ultimo bacio prima di scomparire in bagno.
Mi accoccolo tra le braccia di mio marito. Sento il rumore della doccia; l’odore di lei è ancora tra noi. Spossata non resisto all’abbraccio di Morfeo che mi fa scivolare in un meritato riposo.
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