Estate in spiaggia

di
genere
tradimenti

Me ne rimanevo in disparte con l’uccello che mi doleva ed i coglioni ben spremuti ad ammirare quel bel quadretto famigliare. Sono sempre esterrefatto dalla finta naturalezza delle donne: stava giocando con la figlioletta, a pochi centimetri dal marito, come se non si fosse appena bevuta un’abbondante dose di sperma proveniente dai coglioni del sottoscritto.
Io sono il bagnino dell’hotel e lei una giovane mamma, gran porca, forse trascurata dal consorte cafone ed arrogante. Credo sia per ripicca od insoddisfazione che tutte le mattine si concede una sveltina con il sottoscritto nella cabina del pronto soccorso. Normalmente la ritrombo nel primo pomeriggio, dopo la sua sessione di nuoto quotidiana, mentre la bimba dorme accanto al papà che legge il giornale o sonnecchia sulla sdraio.
Ieri pomeriggio c’è stato un cambio di programma: avevo mezza giornata di riposo. Lei lo sapeva. Si è lamentata col marito di stare poco bene, probabilmente a causa del caldo. Su consiglio del coglione, è rientrata in camera dove ha ritrovato l’aria fresca del climatizzatore ed il sottoscritto sdraiato sopra le lenzuola fresche di bucato.
Ancora carica delle endorfine prodotte dall’attività fisica, mi ha preso e spinto contro il muro, tenendomi per le chiappe e premendomi a se per sentire la mia erezione. Mi ha guardato seria e mi ha detto: "Fammi male!". Al che le ho abbassato gli slip del costume, l’ho girata ed ho iniziato a scoparla in piedi con foga. "Di più, fammi male!" ha ripetuto. Le ho infilato un dito nel culo mentre continuavo a scoparla e lei mi insultava. Quando si è un po’ dilatata, ne ho aggiungo un secondo. Lei mi malediva ma non mi ha detto di smettere. Era la mia prima volta e non è stato facile. Le ho allargato le natiche e, per quanto potesse servire, ho sputato sul buchetto prima di infilarci il cazzo. Ho spinto forte, deciso a vincere la resistenza della sua carne.
“Cazzo che male”. Sagace la mammina! Si è proprio un cazzo che ti sta sfondando il culo e siamo solo all’inizio. “Toccati” le ho sussurrato mente ho iniziato a muovermi con calma dentro al suo culetto sempre più accogliente. Più si lamentava e mi insultava più mi eccitavo e la sbattevo forte.
Ha cominciato a trastullarsi con le dita, le mie mani avvinghiate sulle sue tette, le pompate sempre più profonde, le palle sbattevano sulla fica fradicia, le suppliche rauche quando ecco è arrivato il primo schizzo, profondo, come a voler entrare e rimanerci in eterno.
Poi tutti gli altri. Lei ha continuato a masturbarsi fino a che non è venuta con il mio cazzo moscio ancora dentro il culo. Sono uscito da lei soddisfatto del risultato del mio primo lavoro: un bel buco tondo pieno di sperma colante. La sculacciata è stata di puro istinto ed il manrovescio che ne è seguito completamente inaspettato. Se ne è andata in bagno chiedendomi, da oltre la porta, di andarmene.
Pensavo che la nostra relazione fosse arrivata al capolinea. Stamattina invece si è presentata di buon’ora di fronte alla cabina del pronto soccorso; mi ha spinto dentro e mi ha svuotato i coglioni con un pompino da favola prima di raggiungere, con aria annoiata, il marito in spiaggia.
Mah, valle a capire le donne...
scritto il
2024-05-24
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